Galleggiare nel liquido amniotico è la nostra prima esperienza naturale della fase fetale. Questo liquido amniotico avvolge e protegge l’embrione e, oltre dell’aspetto puramente biologico e cellulare, lascia un imprinting in ogni essere che, istintivamente, lo ricorda come elemento primordiale.
Deve essere stata un’intuizione molto simile a questa ciò che ha suggerito all’americano Harold Dull di sperimentare una nuova tecnica terapeutica come elaborazione dei suoi precedenti studi di Zen Shiatsu, disciplina orientale appresa dal maestro giapponese Shizuto Masunaga.
E’ così che, più di trent’anni fa alla fine degli anni settanta, in California e precisamente ad Harbin Hot Spring, in quelle che le antiche tribù native chiamavano le “sacre acque madri” Harold Dull, giovane poeta americano, iniziava a far fluttuare e massaggiare i suoi amici dando vita a ciò che oggi viene chiamato “Watsu”, combinazione dei termini: Water-Shiatsu.
Nelle calde acque di piscine termali che rilassano la muscolatura, diminuendo tensioni e resistenze, Harold Dull inizia dunque a praticare gli stessi movimenti dello Zen Shiatsu, certo della somma dei benefici di entrambi i fattori.
Definire il Watsu come una tecnica di massaggio terapeutico molto apprezzata da fisioterapisti è comunque molto riduttivo.
Gli innumerevoli benefici di questo “massaggio meditativo” investono anche tutta la sfera psicologica, spirituale ed emotiva di chi vi si avvicina, sia come fruitore che come esecutore. Il coinvolgimento infatti è vicendevole tra terapista e paziente, in uno scambio empatico, dove sembra che l’acqua non sia solo supporto di galleggiamento ma anche mezzo e tramite di emozioni sottili.
Colui che sostiene e dà l’impulso del movimento assecondando, senza sforzo, la naturale fluttuazione del corpo di colui che si affida in un atto di totale fiducia ed abbandono, nell’ascolto del massaggio praticato dal flusso dell’acqua sul proprio corpo.
Nel galleggiamento in acqua si scopre una via di ascolto del corpo nell’alternanza del respiro: emerge inspirando, si immerge espirando, in una danza che è anche via di comunicazione interiore.
In questo dialogo corporeo, per entrambi, si sperimenta una sorta di unificazione che è libera da vincoli e dipendenze di ogni sorta, da quelle psicologiche a quelle affettive o mentali, in uno stato di assoluta presenza meditativa.
Il Watsu è praticabile da chiunque a qualsiasi età e può essere adeguato alle esigenze di ognuno oltre che privo di qualunque controindicazione ed effetto collaterale, se non quello del completo e benefico relax.
Harold Dull è ideatore anche dello Woga, lo yoga praticato in acqua, disciplina nata circa dieci anni fa.
Il Woga costituisce uno sport ideale per chiunque: dalle donne in gravidanza, poichè favorisce l’ossigenazione del feto, fino agli anziani e a chi ha subito traumi fisici, perchè l’elemento acqua alleggerisce il carico sulla colonna vertebrale e su tutto l’apparato muscolo-scheletrico. L’attività fisica in acqua allontana ansia e tensioni emotive, rilassa la mente agevolando la risoluzione dell’insonnia, oltre a sciogliere e tonificare i muscoli.
Che si tratti dunque dell’attività motoria attiva dello Woga, o passiva del Watsu, può essere considerata di grande aiuto sia per problematiche di tipo fisico che psico-emotivo o, più semplicemente, una fonte di innumerevoli benefici per cancellare tensioni e stress.