Nel Concilio di Nicea indetto dall’Imperatore Costantino nel 325 dopo Cristo, la Chiesa Cattolica adottò i 4 Vangeli canonici e rigettò tutti gli altri. Ad insistere che i vangeli dovessero essere quattro fu Ireneo di Lione, un teologo del II secolo, il quale affermò che, come vi erano quattro angoli della terra e quattro venti, così non potevano esserci più di quattro o meno di quattro Vangeli. I Vangeli canonici derivano tutti da una “fonte Q” che era una raccolta di detti di Gesù che circolava tra i primi cristiani. Il Vangelo di Luca e gli Atti degli apostoli sono stati scritti tra il 50 ed il 60 dopo Cristo. Dopo il 70 furono scritti i Vangeli di Marco e Matteo ed infine tra il 90 ed il 100 quello di Giovanni. La Tradizione della Chiesa ritiene però che il primo Vangelo ad essere scritto fu quello di Marco. In ogni caso i primi manoscritti originali di questi quattro Vangeli che attualmente possediamo risalgono al secondo secolo dopo Cristo.
Gli studiosi affermano che in epoche successive vi siano state molte aggiunte e manipolazioni, per cui è molto difficile riconoscere in questi scritti quanto sia stato detto effettivamente da Gesù. I dubbi sull’autentico valore storico dei racconti evangelici discendono dal fatto che alcuni critici affermano che essi sarebbero trascrizioni di precedenti trasmissioni orali, messe per iscritto alcuni decenni dopo la morte di Gesù. Tutti i Vangeli rigettati dalla Chiesa vengono definiti “Apocrifi”.
Più antichi dei Vangeli canonici sono il Vangelo di Tommaso e la Sophia di Gesù. Sicuramente più antichi del Vangelo di Matteo sono il Vangelo di Pietro e il Vangelo segreto di Marco. Antecedenti al Vangelo di Giovanni sono il Vangelo degli Ebrei ed il Vangelo degli Egiziani.
Tra la fine del primo secolo ed il secondo secolo sono poi stati scritti il libro segreto di Giacomo, il Vangelo degli Ebioniti, il Vangelo dei Nazareni, il Vangelo di Basilide, il Vangelo di Maria, il Vangelo del Salvatore, l’Apocrifo di Giovanni, il Vangelo di Giuda, il Vangelo di Giacomo, il Vangelo di Verità, il Vangelo di Filippo e la Pistis Sophia. Vi sono poi alcuni Vangeli perduti, dei quali si conosce solo il nome: il Vangelo di Andrea, il Vangelo di Marcione, il Vangelo di Cerinto, il Vangelo dei dodici.
Dopo la morte di Gesù sorsero numerose sette “Cristiane” che avevano dottrine spesso differenti fra di loro e che si rifacevano a questo o a quel Vangelo. La maggioranza di queste sette rigettavano completamente l’Antico Testamento e ritenevano che il Dio della Bibbia fosse un Dio inferiore e che invece Cristo era venuto a farci conoscere il Padre Nascosto. Queste sette vennero definite genericamente Gnostiche. Dal terzo secolo in poi, nella lotta per il predominio dottrinario, emerse quella che poi si autodefinì Chiesa Cattolica. Questa definì eretiche tutte le altre sette e, forte dell’appoggio dell’Impero Romano, ebbe alla fine il sopravvento. Dato che quasi tutti i primi Cristiani erano Ebrei, è chiaro che si dovette arrivare all’identificazione del Dio della Bibbia col Padre Nascosto predicato da Gesù. E così la Chiesa adottò tra i Testi Canonici anche l’Antico Testamento. Le frasi attribuite a Gesù nei Vangeli canonici secondo le quali Egli era venuto a modificare e non ad abolire “la Legge ed i Profeti”, sono state chiaramente aggiunte nei secoli seguenti, per non parlare poi della frase “Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa” che è stata aggiunta ancora dopo.
Nell’ambito della Chiesa la parola “apocrifi” ha assunto il significato di “falsi”, mentre il vero significato di questa parola è “nascosti”. La parola greca è APOKRYPTEIN: APO = tutto, KRYPTEIN = nascondere. Per quanto riguarda Ireneo di Lione, egli stesso confessò che i Vangeli Canonici furono escogitati per combattere “certe” eresie; eresie che pertanto riguarderebbero idee molto anteriori ai contenuti dottrinari dei Vangeli Canonici. Inoltre questi Vangeli vengono associati a “certi” evangelisti solo dal suo tempo in poi e la stessa Enciclopedia Cattolica ammette che i “canonici” non possano essere in alcun modo stati scritti dalle persone cui li si associa tutt’oggi. Poi c’è la malafede della storiografia cattolica che data il Vangelo di Tommaso al 340 D.C. quando Ireneo di Lione (morto nel 202 D.C.) lo cita espressamente insieme al Vangelo di Giuda nel 180 D.C. ! In realtà, nel 180 D.C., Ireneo, in diverse occasioni, cita ben 30 Vangeli che circolavano alla sua epoca.
Mario Pincherle
Il Quinto Vangelo
Il Vangelo di Tommaso con testo copto a fronte