Il secolo 19º è il secolo che vide la nascita delle vaccinazioni di massa, e con essa vide anche un feroce dibattito che prese forma, già allora, fra vaccinisti e anti-vaccinisti. Del gruppo dei secondi faceva parte lo scrittore William White, che nel 1885 – dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale in Inghilterra – scrisse il libro “The story of a Great Delusion” (La storia di una grande illusione). Quelli che seguono sono alcuni estratti dalla prefazione del libro.
[Nota storica: prima della vaccinazione vera e propria, inventata dal medico inglese Edward Jenner, si praticava la variolizzazione, che consisteva nel contagiare direttamente le persone con una forma leggera di vaiolo tramite una escoriazione cutanea “arm to arm” (da un braccio all’altro), dalla persona già contagiata alla persona sana. Questa pratica sarebbe poi stata sostituita dall’inoculazione diretta del virus del vaiolo preso dalla mucca (da cui il termine “vaccino”)].
– La storia di una grande illusione – di William White
[Il libro inizia con una citazione di Thomas Carlyle] “Quando il mondo intero afferma, e continua a ripetere qualcosa all’infinito, si verifica un fenomeno singolare che i tedeschi chiamano “sciamare”, ovvero il raggruppamento degli uomini in sciami [oggi diremmo “gregge”, NdT], generando vere e proprie meraviglie quando si ritrovano in questa situazione miracolosa. È singolare, nel caso degli sciami umani, la assoluta unanimità e convinzione para-religiosa con cui le più stupide assurdità possano essere percepite come assiomi di Euclide, e non come articoli di fede. Assiomi ai quali non soltanto devi credere – a meno che tu sia profondamente malato – ma che devi anche spingere ad essere messi in pratica (se solo sei una persona dotata di onore e moralità), e che devi veder realizzati senza esitazione, se vuoi che la tua anima si salvi.” – Thomas Carlyle
– Prefazione
Vi sono poche cose, fra la gente di cultura, in cui le convinzioni siano così assolute e così poco informate come la vaccinazione. Ti diranno che ha eradicato il vaiolo e che non è assolutamente dannosa, e se tu oserai soltanto mettere in dubbio una di queste affermazioni verrai etichettato come un sostenitore di “quegli ignoranti e fanatici anti-vaccinisti”. Se tu insisterai, e chiederai quando esattamente il vaiolo sia stato eradicato, e quale sia esattamente il vaccino che non fa danni, ti verrà probabilmente risposto che queste faccende riguardano la medicina, e che i fatti non sono in discussione. […] Sono quindi disposto a fare ampie concessioni rispetto all’atteggiamento credulone del pubblico verso le vaccinazioni, ma nel contempo insisto perché questo atteggiamento venga corretto. Perché ormai quella delle vaccinazioni non è più una questione privata. Siamo liberi di credere a ciò che vogliamo, ma nel momento in cui vogliamo imporre queste credenze a chi non le condivide, non possiamo lamentarci se ci viene chiesto di giustificare questa aggressione, o se veniamo accolti in malo modo. Imposta dalle leggi dell’Inghilterra, la vaccinazione riguarda la vita e l’intelligenza di ciascun cittadino, ed è quindi stupido pretendere che non faccia parte del dibattito popolare. A parte la sua imposizione obbligatoria, la vaccinazione potrebbe restare limitata ad un rito esoterico, al mistero dei misteri; ma nel momento in cui la si vuole imporre per legge, non si può più ammantarla del privilegio della santità.
[…]La vaccinazione è subentrata alla variolizzazione, e lo ha fatto tramite un meccanismo già acquisito dalla mente umana. Era stato osservato fin dai tempi più antichi che alcune forme di malattia ricorrono raramente più di una volta nella stessa persona, nel corso della sua vita. E quindi, quando la scarlattina il morbillo o il vaiolo si verificavano in una famiglia, era considerato saggio lasciare che la malattia facesse il suo corso, in modo da ottenere immunità da future infezioni. È sulla base di questo ragionamento che la pratica di inoculare la malattia venne introdotta dall’Oriente nel primo quarto del secolo scorso. Visto che nessuno può contrarre il vaiolo più di una volta, si diceva, perché non introdurlo artificialmente, trasmettendo la malattia nel periodo più opportuno? Ma la natura, per quanto compiacente, non accetta sempre il percorso che noi così ingegnosamente stabiliamo per lei. Ed infatti, la variolizzazione era un’operazione incerta e pericolosa. Con alcuni aveva effetto, e non la potevi distinguere da un normale attacco di vaiolo. Con altri aveva solo un effetto parziale, oppure nessun effetto del tutto. E questa operazione era spesso seguita da disagi, malattie della pelle, e altri gravi disturbi. Nè gli stessi variolizzati erano al sicuro dal vaiolo. Se per caso si prendevano il vaiolo dei loro vicini, allora si diceva: “Deve esserci stato un errore nell’inoculazione, perché è impossibile che una persona inoculata con successo possa avere il vaiolo”. Inoltre i variolizzati, oltre a soffrire delle conseguenze della malattia indotta, la trasmettevano anche a tutti quelli che gli stavano intorno. In questo modo il vaiolo veniva diffuso dal metodo stesso che avrebbe voluto sconfiggerlo.
Alla fine del secolo scorso la variolizzazione era diventata abitudinaria fra le classi più abbienti dell’Inghilterra. Le complicazioni e i pericoli non piacevano a nessuno, ma venivano accettati nel nome del dovere civile. La variolizzazione dei loro figli rappresentava un momento di ansietà che pesava come piombo sui cuori dei genitori amorosi, i quali apparivano grati e felici quando l’operazione andava in porto senza grosse complicazioni.
Se non comprendiamo le incertezze e i disastri provocati dall’orrore della variolizzazione – che venivano comunque minimizzati, o negati del tutto, dai suoi sostenitori – non potremo mai comprendere l’entusiasmo con cui è stata accolta la vaccinazione.
E’ in questa forma [di sostituto della variolizzazione, NdT] che la vaccinazione conobbe un trionfo immediato.
[…]Ma l’affermazione iniziale che la vaccinazione conferisse immunità dal vaiolo per tutta la vita dovette essere abbandonata di fronte all’esperienza reale, fino al punto che ogni medico rispettabile arrivò ad affermare che al massimo potesse conferire una protezione parziale o temporanea.
[…]La storia delle vaccinazioni è una storia di fallimenti, e man mano che uno di questi fallimenti si manifesta, si trovano delle scuse sempre meno sofisticate per giustificarsi.
Si conta molto sulla rassicurazione. Alla gente piacciono le ricette infallibili. Preferiscono una bugia palese ad una risposta incerta. Questi avventurieri [i sostenitori dei vaccini] sanno bene queste cose, e agiscono di conseguenza. E così, quando Jenner [l’inventore del primo vaccino] chiese dei grossi finanziamenti al Parlamento, lo fece senza la minima esitazione. Dichiarò apertamente che “il vaccino viene inoculato nel corpo umano con la massima facilità e con la massima sicurezza”, e che questo “viene seguito dal singolare effetto benefico di rendere per tutta la vita una persona immune all’infezione di vaiolo”. Inutile dire che Jenner non avesse nessuna prova a supporto delle proprie affermazioni. La sua esperienza era durata solo pochi anni, e quindi non aveva alcun modo per affermare che l’immunità sarebbe durata per tutta la vita. Ma egli credeva – o fingeva di credere – alle proprie rassicurazioni, e siccome la rassicurazione è contagiosa, si diffuse in modo molto rapido nel paese. Vaccinarsi divenne una moda tra le persone perbene della società.
Si dà però il caso che prima dell’introduzione delle vaccinazioni si fosse già registrato un forte diminuzione nella diffusione del vaiolo, e di questa diminuzione se ne approfittarono i promotori delle vaccinazioni, che dicevano: “Guardate quello che stiamo facendo!” Quello che gli era sfuggito è che la diminuzione dei casi di vaiolo era prevalente fra i milioni di persone che non avevano minimamente partecipato al programma di vaccinazione.
Ma presto, in ogni caso, cominciarono a verificarsi casi di vaiolo anche fra i vaccinati. All’inizio questi casi furono negati, poiché ritenuti impossibili, ma quando le prove divennero troppo evidenti per essere negate si disse: “Deve esserci stato qualche errore nelle vaccinazioni, poiché è impensabile che la persona venga vaccinata correttamente e che abbia comunque il vaiolo. Per rassicurare i fedeli si diede la colpa o alla poca attenzione prestata dagli operatori, oppure ad un difetto nella preparazione del vaccino. Ma alla fine anche queste rassicurazioni crollarono, poiché le persone vaccinate dallo stesso Jenner iniziarono ad ammalarsi di vaiolo e a morire di vaiolo.
A quel punto Jenner disse: “Non ho mai affermato che una vaccinazione fosse qualcosa di più di un semplice attacco di vaiolo, e il vaiolo dopo la vaccinazione è un fenomeno tutt’altro che raro.” […] In una lettera al suo amico Moore, nel 1810, Jenner affermava: “I casi di vaiolo dopo la vaccinazione ormai non si contano più. Se ne possono trovare migliaia, ogni singola parrocchia del regno ha almeno un caso del genere.”
Visto che la vaccinazione non garantiva la protezione che era stata promessa, furono formulate diverse spiegazioni per permettere a coloro che ne avevano lodato l’efficacia di fare un bagno di umiltà senza dover soffrire troppo. Una delle scuse più comuni era che la vaccinazione non prevenisse il vaiolo, ma ne provocasse semplicemente una forma più leggera. Un’altra giustificazione fu proposta per la prima volta dal National Vaccine Establishment del 1814. Si disse che il fallimento delle vaccinazioni poteva essere il risultato del fare una sola iniezione del virus. Ma se questo fosse stato vero, come si potevano spiegare tutti i precedenti miracoli da vaccinazione, che erano stati ottenuti con una singola iniezione?
[…][Nonostante questo, dopo poco tempo] Due iniezioni erano diventate la norma, soprattutto per proteggersi dall’eventuale errore di una singola iniezione. Rapidamente, l’abitudine di ricorrere a molteplici iniezioni era diventata una moda. Nel 1861 Lord Sherbrooke dichiarò in Parlamento: “E’ stata fatta una meravigliosa scoperta, che l’efficacia delle vaccinazioni può aumentare praticamente all’infinito moltiplicando il numero delle iniezioni”.
[NOTA: Si arrivò ad un punto nel quale il numero di cicatrici sulla pelle, provocate dalle vaccinazioni, venne considerato come un parametro per stabilire lo stato di salute del paziente. Più vaccinazioni uno aveva, più era considerato sano].
Quando si vide che la vaccinazione non riusciva a prevenire il vaiolo, venne introdotto il concetto del richiamo, cosa che scandalizzò profondamente lo stesso Jenner. Ma poiché l’esperienza continuava a dimostrare l’inefficacia del vaccino come difesa permanente, fu naturale che quelli interessati al suo utilizzo cercassero in qualunque modo di recuperarne la credibilità. E così il richiamo vaccinale divenne una pratica comune.
[…]Il dottor Colin riassume quella che è oggi [1885] la comune opinione medica: “Non dobbiamo fermarci ad una sola vaccinazione. Dobbiamo stabilire nella mente della popolazione la ferma convinzione che la profilassi vaccinale sia vera e completa solo se rinnovata periodicamente”.
[Il resto, come tutti sappiamo, è storia recente].
Tradotto da Massimo Mazzucco per luogocomune.net
Grazie a Bernuga per la segnalazione del libro.
Massimo Mazzucco (Torino, 20 luglio 1954) è un regista e giornalista italiano. Ha iniziato la sua attività come fotografo di moda. È poi entrato in contatto col mondo del cinema e nel 1982 ha realizzato il suo primo lungometraggio,Summertime. Nel 1986 cura la regia di Romance, uno degli ultimi film di Walter Chiari. In seguito Mazzucco ha girato Obiettivo Indiscreto (1992), un film ambientato nel mondo della moda interpretato da Luca Barbareschi e Sam Jenkins, e del quale ha curato anche la sceneggiatura insieme a Sergio Altieri. Ha successivamente realizzato L’ombra abitata (1994), tratto da un romanzo di Alberto Ongaro con Michael York e Florinda Bolkan. Nel 1994 si trasferisce a Los Angeles dove vive attualmente e dove ha lavorato come sceneggiatore e consulente narrativo.
A Los Angeles ha poi anche girato il film Aaron Gillespie will make you a star, una commedia critica verso il mondo dei “guru” della recitazione che a Hollywood vivrebbero sui sogni dei ragazzi desiderosi di successo nel cinema. Mazzucco gestisce dal 2003 il sito web Luogocomune.net, impegnato nella divulgazione di teorie del complotto, come quelle che contestano il rapporto della Commissione sugli attentati dell’11 settembre 2001 (comprese le critiche alla versione ufficiale dell’attentato al Pentagono). Il sito riporta anche diverse altre teorie del complotto sugli argomenti più vari, come l’assassinio di John F. Kennedy, lo sbarco dell’uomo sulla Luna e le scie chimiche.
Altri temi trattati spaziano dalla storia delle religioni alla marijuana, dalla cura del cancro con metodi non riconosciuti dalla comunità scientifica alla massoneria. Mazzucco ha esposto i fatti avvenuti l’11 settembre in un libro e in un film diffusi via Internet, entrambi intitolati 11 settembre 2001 – Inganno Globale. Ha pubblicato in Rete anche un secondo film, Il nuovo secolo americano, che indaga su ipotetici retroscena politici degli attentati. Successivamente ha realizzato il filmato L’altra Dallas – Chi ha ucciso RFK?, sull’omicidio di Robert Kennedy e, sul medesimo argomento, ha pubblicato un libro omonimo. Nel 2008 ha prodotto e distribuito I Padroni del Mondo, in cui sostiene che le notizie sull’esistenza degli UFO e di contatti con civiltà extraterrestri sarebbero tenute nascoste dai militari statunitensi.
Nel 2010 ha autoprodotto il video Cancro – Le cure proibite. Vi si menzionano varie cure alternative al cancro non riconosciute dalla comunità scientifica. Nel 2011 ha scritto e realizzato il video La vera storia della Marijuana. Nel settembre 2013 è uscito un nuovo film – documentario sull’ 11 settembre, intitolato La Nuova Pearl Harbor.