UFO nel passato: immagini e testimonianze di oltre 3000 anni di contatti di Umberto Telarico – Parte prima

Fig.1

Il fenomeno degli UFO, inteso questo come la manifestazione hard della presenza di intelligenze extraterrestri (nel senso più generale del termine) non ha una precisa collocazione temporale storica. Di solito si pone la nascita moderna di tale fenomeno il 24/giugno/1947, con il rapporto d’avvistamento da parte del pilota civile USA Kennet Arnold di 7 o 9 oggetti volanti (a forma di disco con la parte posteriore sagomata) in formazione che “sembravano spostarsi come dei sassi lanciati sull’acqua”. In realtà, però, grazie al lavoro di tanti ricercatori sparsi in tutto il mondo, un po per caso molto per una ricerca mirata, è stato constatato che, tali presenze allogene, erano state già osservate e raffigurate in epoca preistorica e poi riportate, oltre che nei miti e nelle leggende proto-storiche, anche nelle cronache scritte di popoli e culture di tutto il mondo.

Il presente articolo è un estratto del nostro penultimo lavoro di ricerca riguardo le “cronache antiche” relative a fenomeni celesti e non definiti, a seconda dei casi, “straordinari”, “miracolosi” o così detti “fortiani”, dal nome del celebre ricercatore americano di fatti insoliti Charles Fort (Albany, 6 agosto 1874–New York, 3 maggio 1932). Le cronache “clipeologiche” (dal latino “clypeus ardent” ossia “oggetti infuocati a forma di scudo rotondo romano”) in questione sono una piccola parte di quelle raccolte nel nostro libro UFO nel passato-Immagini e testimonianze di oltre 3000 anni di contatti (fig.1) recentemente pubblicato (in due tomi) dalla X-publishing come allegato alla rivista X-Times (n.89 e 91) diretta dall’amico e noto ricercatore Adriano Forgione.

La casistica di tali fenomeni celesti e non -per l’epoca- straordinari comprende quelli astronomici come le eclissi solari e lunari, il passaggio di comete, bolidi e meteoriti; quelli atmosferici come i pareli, le aurore boreali, i miraggi, i fulmini globulari, ecc., molti dei quali erano già noti e riconosciuti come tali nell’antichità. Fra i tanti fenomeni naturali oggi noti ed accertati, però, troviamo anche casi che tutt’ora sfidano ogni spiegazione convenzionale; in quest’ultima categoria di eventi troviamo, tra l’altro, l’osservazione e descrizione (quest’ultima fatta usando il semplice linguaggio figurativo e limitate conoscenze scientifiche della loro epoca) di “strane cose nel cielo”, descritte allegoricamente di volta in volta come navi volanti, troni celesti, globi di fuoco, fiaccole, lance infuocate, travi, scudi ardenti, ecc. fenomeni questi che, a tutti gli effetti, possono definirsi come gli antesignani del più moderno e noto fenomeno degli UFO.

Le cronache riportate sono, nella maggior parte dei casi, la fedele trascrizione delle fonti originali dell’epoca e sono tutte caratterizzate dal fatto di essere state illustrate graficamente in tempi assolutamente “non sospetti” dal punto di vista di un’ipotetica “contaminazione culturale ufologica”. In molti casi, la cronaca riportata è accompagnata da tesi, scoperte scientifiche e rapporti UFO moderni. Ciò per fornire ai lettori, ed ai presenti, altri indizi e/o termini di comparazione per meglio valutare le correlazioni esistenti, tra la cronaca originaria dell’evento o fenomeno straordinario presentato, con aspetti e dinamiche di quella percentuale di fenomeni UFO inesplicabile dal punto di vista convenzionale e, quindi, di natura tecnologica extraterrestre.

Molte delle cronache e degli eventi riportati nel nostro studio non sono mai stati citati e/o fatto oggetto di trattazione in ambito ufologico, prima d’ora.

L’arco di tempo da noi preso in considerazione va dagli eventi narrati nel vecchio testamento (la Bibbia) -discutibili quanto si vuole ma dalle componenti “tecnologiche” ed “aliene” significative- fino ai primi avvistamenti dei così detti “dischi volanti” del 1947, anno -quest’ultimo- convenzionalmente riconosciuto come inizio dell’era moderna di tale fenomeno, in seguito opportunamente denominato con il più generico, aspecifico e quindi manipolabile termine di “Unidentified Flying Object” o UFO.


Prima parte dell’estratto del libro: UFO nel passato – Immagini e testimonianze di oltre 3000 anni di contatti – di Umberto Telarico


Caso 6-Bibbia, Giosuè: La caduta di Gerico

Bibbia, Giosuè: La caduta di Gerico
Fig.48-Stampa: La battaglia di Gerico, di Julius Schnorr von Carolsfeld (1794-1872)

L’episodio biblico della caduta di Gerico, come altri eventi “miracolosi” del genere, ha sempre affascinato e posto interrogativi senza una risposta certa. La storia del libro di Giosuè (capo V, v.1-16 e capo VI, v.1-27) presenta la prima battaglia che gli Israeliti dovevano vincere per poi conquistare la terra promessa loro da Dio, dopo il periodo di schiavitù egiziana ed i quarant’anni trascorsi nel deserto. Dio ha dato istruzioni a Giosuè al fine di prendere la città di Gerico: gli Israeliti dovevano marciare –con l’Arca dell’Alleanza in testa- intorno alle mura della città, una volta al giorno per sei giorni. Poi il settimo giorno, avrebbero dovuto fare lo stesso, ma in aggiunta dovevano soffiare nei loro corni il che avrebbe portato al collasso le mura della città così che, i nemici, sarebbero stati facilmente sconfitti. Cosa questa che poi sarebbe avvenuta, come annunciato dal Signore. Quello che segue è il testo biblico canonico approvato dalla Conferenza Episcopale Italiana o CEI[1].

Giosuè – capo V -L’angelo del Signore apparisce a Giosuè- v. 1-16

(13)Ora trovandosi Giosuè ne’ dintorni della città di Gerico, alzò gli occhi, e vide dirimpetto a sé un uomo in piedi colla spada sguainata, e andò verso di lui, e gli disse: Se’ tu de’ nostri, o de’ nemici? (14)E quegli rispose: No; ma io sono il principe dell’esercito del Signore, e ora io vengo… (15)Cadde Giosuè boccone per terra, e adorandolo disse: Che è quello che il mio Signore dice al suo servo? (16)Sciogli, diss’egli, i tuoi calzari da’ tuoi piedi; perocché il luogo dove tu stai è santo: E Giosuè fece come gli era ordinato.

Giosuè – capo VI –Dopo averne fatto il giro per sette giorni coll’arca, la città di Gerico è presa e distrutta da’ fondamenti. Rahab sola è salvata colla sua famiglia. Imprecazioni contro di chi riedifichi la città- v:1-27

(1)Ora la città di Gerico era chiusa e ben munita per timore de’ figliuoli d’Israele, e nissuno ardiva di uscire o di entrare, e tutti i suoi campioni. (2)E il Signore disse a Giosuè: Ecco che io ho data in tuo potere Gerico, e il suo re, e tutti i suoi campioni. (3)Fate il giro della città una volta il giorno voi quanti siete uomini atti alla guerra; così farete per sei giorni. (4)E il settimo giorno i sacerdoti prendano le sette trombe che si adoperano pel giubileo, e vadano innanzi all’arca del testamento; e farete sette volte il giro della città, e i sacerdoti soneranno le trombe. (5)E quando si farà sentire il suono della tromba più lungo e più rotto, che ferirà le vostre orecchie, tutto il popolo alzerà un grandissimo strido, e le mura della città cadranno da’ fondamenti, e ciascheduno entrerà da quella parte che gli sarà dirimpetto. (6)Chiamò dunque Giosuè, figliuolo di Num, i sacerdoti, e disse loro: Prendete l’arca del testamento; e sette altri sacerdoti prendano le sette trombe del giubileo, e vadano innanzi all’arca del Signore. (7)E al popolo disse: Andate, e fate il giro della città armati, andando innanzi all’arca del Signore. (8)E avendo Giosuè finito di parlare, e i sette sacerdoti suonando le sette trombe dinanzi all’arca del testamento del Signore, (9)E andando avanti tutto l’esercito armato, il resto della turba veniva dietro all’arca, e dappertutto rimbombava il suono delle trombe. (10)Ora Giosuè avea ordinato, e detto al popolo: Voi non griderete, e non si udirà la vostra voce, né vi uscirà parola di bocca, fino a tanto che venga il giorno in cui io vi dirò: Gridate, e alzate la voce. (11)Fece dunque l’arca del Signore il giro della città una volta in quel dì, e se ne tornò agli alloggiamenti, e ivi si stette. (12)Alzatosi dunque Giosuè di nottetempo, presero i sacerdoti l’arca del Signore, (13)E sette di loro le sette trombe che si adoperano nel giubileo; e andavano innanzi all’arca del Signore camminando e sonando; e il popolo armato li precedeva, ma il resto della turba andava dietro all’arca, e le trombe sonavano. (14)E fecero il giro della città una volta il secondo giorno, e se ne tornarono al campo. Così fecero per sei giorni. (15)Ma il settimo giorno alzatisi di gran mattina fecero il giro della città sette volte, come era stato ordinato. (16)E al settimo giro sonando i sacerdoti le trombe, disse Giosuè a tutto Israele: Alzate la voce; perocché il Signore ha data in poter vostro la città. (17)E questa città sia un anatema, e tutto quello che vi è dentro sia del Signore: sola Rahab meretrice abbia la vita con tutti quelli che sono nella sua casa; perché ella nascose gli esploratori mandati da noi. (18)Ma voi guardatevi dal toccare alcuna di quelle cose contro l’ordine dato, affinché non vi facciate rei di prevaricazione, per cui tutto il campo d’Israele resterebbe sotto il peccato, e sarebbe messo in scompiglio. (19)Ma tutto quello che sarà d’oro e d’argento, e di vasi di rame e di ferro, sarà consacrato al Signore, e riposto ne’ suoi tesori. (20)Quando dunque tutto il popolo ebbe alzate le grida unite al suon delle trombe, e quando la voce il suono ferì le orecchie della moltitudine, le mura caddero subitamente; e ciascuno vi entrò per la parte che gli stata davanti; e presero la città. (21)E uccisero tutti que’ che incontrarono, uomini e donne, fanciulli e vecchi. E misero a morte anche i bovi, e le pecore, e gli asini. (22)Ma que’ due uomini, che erano stati mandati ad esplorare, disse Giosuè: Andate alla casa di quella donna meretrice, e conducetela fuori con tutto quello che ad essa appartiene, come voi le prometteste con giuramento. (23)E que’ giovani andarono, e menarono fuori Rahab, e i suoi genitori, e anche i fratelli, e tutte le robe di lei, e i suoi parenti, e li fecero stare fuori dal campo d’Israele. (24)E dieder fuoco alla città, e a tutto quello che v’era dentro, eccettuato l’oro, e l’argento, e i vasi di rame e di ferro, che eglino consacrarono all’erario del Signore.

Tra le spiegazioni più o meno convenzionali riguardo la “caduta repentina delle mura di Gerico”, come un fin troppo “provvidenziale” terremoto o la caduta di un meteorite, alcuni ricercatori di “frontiera” hanno ipotizzato una spiegazione più “scientifica” anche se altrettanto sorprendente. Secondo costoro, difatti, il cadenzato marciare di un tale numero di individui –date anche le condizioni geologiche locali- avrebbero prodotto delle vibrazioni tali da eguagliare la frequenza di risonanza delle mura; ciò, associato poi al suono vibrante dei corni (in grado di produrre anche ultrasuoni e/o infrasuoni)) avrebbe dato il “colpo di grazia” alla già minata integrità strutturale di tale opera muraria che sarebbe così -crollata di schianto- in più punti.

La causa del “crollo delle mura” di Gerico sarebbe la stessa per la quale:

  1. i manuali militari, impediscono alle truppe di marciare sui ponti per non rischiare di farli crollare;
  2. la nota acuta di un violino o l’acuto di un tenore possono rompere degli oggetti di vetro;
  3. un oggetto può rimanere sollevato al di sopra di un piano di appoggio per un effetto di “levitazione sonica”.

Fig.48-2
Fig. 48-3

Ovviamente, resta da “spiegare” l’origine di un tale livello di conoscenza della fisica acustica e della geologia tenuto conto delle esigue conoscenze scientifiche dell’epoca.

Nota di testo:

[1] CEI: La Conferenza Episcopale Italiana (CEI) è l’assemblea permanente dei vescovi italiani. Dal 2007 è presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita di Genova. Nella Presentazione della Bibbia CEI (2008) si dice che “la traduzione esistente è stata rivista in base ai testi originali (ebraici, aramaici e greci), secondo le migliori edizioni oggi disponibili” (cfr. La Sacra Bibbia. Introduzioni e Note, Conferenza Episcopale Italiana, 2008, p. 7 e nota 5).


Caso 9-Il Vecchio Testamento: La visione di Ezechiele

Fig.51-1-Stampa di Bernard Picart, datata tra il 1693 ed il 1783

(1) Nel trentesimo anno, il cinque del quarto mese, avvenne che, mentre mi trovavo tra i deportati presso il fiume Kebar, i cieli si aprirono ed ebbi visioni da parte di Dio. (2) Il cinque del mese (era il quinto anno della cattività del re Jehoiakin), (3) la parola dell’Eterno fu espressamente rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nel paese dei Caldei, presso il fiume Kebar; e là fu sopra di lui la mano dell’Eterno. (4) Mentre guardavo, ecco venire dal nord un vento di tempesta, una grossa nuvola con un fuoco che si avvolgeva su sé stesso; intorno ad esso e dal mezzo di esso emanava un grande splendore come il colore di bronzo incandescente in mezzo al fuoco.

(22) Sopra le teste degli esseri viventi c’era la sembianza di un firmamento, simile al colore di un maestoso cristallo, disteso sopra le loro teste.

(24) Quando essi si muovevano, io sentivo il fragore delle loro ali, come il fragore delle grandi acque, come la voce dell’Onnipotente, il rumore di un gran tumulto, come lo strepito di un esercito;…….

Fig. 51-2

E’ arcinoto che trent’anni or sono Joseph F. Blumrich (17 Marzo 1913 – 10 Febbraio 2002), all’epoca ingegnere presso la N.A.S.A., fra i principali progettisti del modulo di atterraggio lunare LEM, volle dimostrare che l’oggetto descritto da Ezechiele non era un’astronave, ma, dopo uno studio obiettivo, dovette ricredersi. In conseguenza di ciò, nel 1973 pubblicò un libro su tale ricerca con la ricostruzione del ‘carro celeste’ visto da Ezechiele. Si trattava di una specie di shuttle, caratterizzato da quattro rotori e da un corpo centrale, sulla cui sommità doveva trovare posto la cabina di comando con il relativo equipaggio. Qualche anno dopo il testo in questione venne pubblicato anche in Italia con il titolo: …E il cielo si apri – Torino – MEB, 1976.

Fig. 51-3
Fig.51-4-Giornale d’Italia – del 28-29/11/1967-Pag. 9
Fig. 51-5
Fig. 51-6

Caso 14-Il papiro dei Re (XII sec. A.C.)

Fig.60-1-Il Papiro dei Re o Canone Regio

Il Papiro dei Re, conosciuto anche come “Canone Regio” o “Lista Reale”, oppure “Papiro di Torino”, è un documento risalente alla XIX dinastia egizia, probabilmente durante il regno di Ramses II (questi regnò dal 1279 al 1212 a.C.), redatto in ieratico, che riporta, oltre ad una introduzione sui re divini e semidivini del Periodo Predinastico dell’Egitto, l’elenco dei sovrani dall’unificazione dell’Alto e Basso Egitto fino al momento della compilazione, insieme al numero dei loro anni e, talvolta dei mesi e dei giorni, di regno.

È conservato presso il Museo egizio di Torino, dove è giunto come parte della Collezione Drovetti.

Il Professor Solas Boncompagni, mentre si dedicava allo studio di antichi testi egizi, scoprì tre oggetti rotondi volanti (sopra una barca con rematore che portava offerte) in una rappresentazione tratta dal Libro dei morti, riprodotta nel Papiro Reale di Torino. Si trova nel capitolo LX, che si conclude con le seguenti parole: “Io approdo al momento [giusto] sulla terra, all’epoca stabilita, secondo tutti gli scritti della Terra, da quando la Terra è esistita e secondo quanto ordinato da [lacuna] venerabile.” [2] [2] Il Giornale dei Misteri N° 214-Agosto 1989 (Storia di un Mist.Doc.) di S.Conti.

Di seguito, due casi attendibili di avvistamento UFOs con ripresa fotografica dalle caratteristiche simili agli oggetti riprodotti nel “papiro di Torino”.

Fig. 60-2-Nella foto del 1970, quattro ufo luminosi di forma sferica procedono in fila indiana sul lago Tagish, nello stato dello Yukon in Canadà.
Fig.60-3
Fig.60-4

In questa seconda immagine, tre corpi luminosi disposti in “fila indiana” ripresi su di un’area militare del New Mexico (USA) l’8/12/2014.


Caso17-Liber Prodigiorum (3 – 214 a.C.)

Nel IV secolo vennero realizzati diversi compendi di opere storiche risalenti ad epoche precedenti.

Fig.65-1-Raffigurazione del fenomeno tratta dal Liber Prodigiorum

Tra queste il Prodigiorum liber di Giulio Ossequente, in cui vennero elencati tutti gli avvenimenti insoliti ed i fatti prodigiosi (dagli eventi paranormali alle nascite mostruose, dagli scudi volanti alle piogge di latte e carne) avvenuti dal 190 all’11 a.C., che l’autore leggeva negli Ab Urbe condita libri di Tito Livio, opera a noi giunta solo in parte. Il Prodigiorum liber offre pertanto importanti informazioni su aspetti della vita sociale e religiosa romana non altrimenti attestati. Il testo latino è quello dell’edizione teubneriana Rossbac del 1910.

Nel 214 a.C. – Nel quarto consolato di Quinto Fabio Massimo Verrucoso e nel terzo di Marco Claudio Marcello – In Adria si videro un altare in cielo e molte sembianze di uomini vestiti di bianco attorno ad esso.

Autore della cronaca: Giulio Ossequente (fine 4° sec.d.C.) – Opera letteraria: Liber Prodigiorum (Edizione di Lione del 1554 dovuta a Damiano Maraffi).

Un caso ufologico moderno, con caratteristiche similari al fenomeno di Adria del 214 a.C., è quello dell’incontro ravvicinato del 3° tipo verificatosi nel maggio del 1990 nei pressi di Mosca, vicino al villaggio di “Novyj Jerusalim”. Questi i fatti:

Fig.65-2

Il testimone, di nome Boris Konstanovich (B.K.) vide improvvisamente abbassarsi sulla sua casa di campagna un oggetto argenteo sigariforme, lungo circa 8-10 metri. Dall’oggetto, che si librava immobile nell’aria, discesero “volando” lentamente verso terra due esseri di aspetto umano, che una volta “atterrati” si diressero verso il testimone. Erano alti circa 2 metri, portavano una tuta aderente di colore grigio, che li avvolgeva completamente e lasciava libero soltanto il volto. Tale tuta, in un pezzo unico, comprendeva anche i “guanti”, gli “stivali” e le “cuffie”. B.K era impietrito dallo stupore, e si apprestava a chieder loro chi fossero e da dove venissero, quando sentì nella sua mente delle “domande” da parte dei misteriosi visitatori, domande riguardanti la natura degli alberi e degli arbusti circostanti, la sua casa ed i materiali di cui era costruita; gli “esseri” vollero addirittura entrare in casa, e fecero molte domande sui vari elettrodomestici e sulle suppellettili presenti in casa. Inoltre uno dei due esseri, sempre “librandosi” in aria, salì fino all’altezza del tetto della casa di B.K, quindi di quello della casa del vicino. Dopodiché i due esseri tornarono verso la loro nave, sempre “parcheggiata” a mezz’aria sopra la casa, vi rientrarono e ripartirono.


miniatura libro

Umberto Telarico

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