I tunnel spaziotemporali, noti come ponti di Einstein-Rosen, sono un esempio di oggetti strani contemplati dalla teoria della relatività generale.
Anche se nessun esperimento ha dimostrato finora la loro esistenza, gli scienziati ritengono che essi potrebbero essere delle vere e proprie “scorciatoie” tra un punto e l’altro dello spazio. Oggi, nuovi studi suggeriscono che queste particolari strutture potrebbero esistere tra le stelle e anzichè essere vuoti esse potrebbero contenere una sorta di “fluido perfetto”, un plasma che si connetterebbe tra due stelle rendendole in qualche modo riconoscibili.
Alcuni scienziati guidati da Vladimir Dzhunushaliev, dell’Eurasian National University in Kazakhstan, hanno studiato questa possibilità trovando che le strutture d’ingresso verso le porte del tunnel sarebbero compatibili con le stelle. Questa idea ha condotto i ricercatori a pensare al fatto che i wormholes possano esistere non solo tra le stelle normali ma anche tra oggetti ancora più densi e collassati: le stelle di neutroni.
A grandi distanze, questi sistemi si mostrerebbero ancora come delle stelle vere e proprie o come stelle di neutroni classiche ma mostrerebbero delle differenze che potrebbero essere addirittura rivelate. E per rivelare queste peculiarità, i ricercatori hanno sviluppato un modello di una stella normale con un tunnel che si diparte dal suo centro e attraverso cui la materia esotica si muove. Due stelle che condividono lo stesso wormhole avrebbero perciò una connessione univoca dato che esse sono collegate alle aperture dello stesso tunnel. Inoltre, dato che la materia esotica si comporterebbe come una specie di fluido, le stelle dovrebbero “pulsare” in un modo insolito e queste pulsazioni dovrebbero dar luogo all’emissione di alta energia, sottoforma di raggi cosmici estremamente energetici.
Tutto molto bello ed interessante peccato che la parte più difficile è quella di calcolare esattamente che tipo di oscillazioni e quale forma di energia ci aspettiamo. Insomma, queste informazioni potrebbero essere utili per capire come potrebbe apparire dalla Terra un sistema stellare con wormhole al fine di andare ad identificare nello spazio queste eventuali strutture esotiche.