La fenomenologia delle stigmate ha da sempre attirato l'interesse sia del mondo religioso che del mondo scientifico. L'interpretazione di tali manifestazioni, ritenute come la trasposizione sulla carne delle ferite inferte a Gesù Cristo sulla croce, ha subito nel corso del tempo momenti di venerazione ad altri di dura contestazione.
Questa fenomenologia ha percorso oltre ottocento anni della propria esistenza tra dubbi, incertezze e conferme. La stessa Chiesa Cattolica Romana, come nel caso della Sacra Sindone, non si è mai pronunciata definitivamente di fronte a queste manifestazioni limitandosi ad indagare singolarmente i soggetti che se ne dicevano portatori. Alla luce delle ricerche condotte dalla fine dell'800 ad oggi, siamo in grado di portare maggiore chiarezza sulle possibili origini di tali segni. La volontà, che da sempre contraddistingue l'uomo, di voler comprendere Dio e le sue manifestazioni, ha permesso in oltre un secolo di studi di gettare nuove basi per la comprensione delle stigmate. Che cosa si nasconde dietro questa strana fenomenologia?
Lo studio rigoroso e sistematico delle manifestazioni stigmatiche ebbe i suoi albori verso la fine del XIX secolo quando numerosi ricercatori iniziarono ad esaminare, su basi scientifiche, la genesi di questi segni. In questo nostro studio cercheremo di presentare ai lettori il frutto di oltre un secolo di ricerche, ed alcuni recenti contributi che potrebbero spiegare, o forse fare maggiore luce, su tali manifestazioni. In molti soggetti queste ferite si presentano durante il periodo pasquale, seguendo la consuetudine con cui annualmente viene stabilita questa festività e non con il periodo in cui realmente fu crocifisso Cristo. In altri soggetti le stigmate seguono un criterio di continuità (durando anche tutto l'arco di una vita), mentre altri casi ci presentano soggetti “intermittenti
Il mito, il mistero e soprattutto la forte fede popolare suscitata da questi segni, non ha permesso fino a poco più di un secolo fa di cercare di studiare quali potessero essere le possibili basi biologiche per tali tipi di manifestazioni. Il dogma della natura divina delle stigmate le ha relegate per molti secoli in un limbo di mistero e di inviolabilità. Sulla base di ricerche condotte da eminenti studiosi del fenomeno, oggi si tende a ridimensionare la possibile natura divina di tali segni, per ricondurli su un piano più naturale e conciliabile con la scienza odierna.
Prima di addentrarci in tali studi vorremmo presentare ai lettori alcune delle figure più significative che presentarono nel corso della propria vita tali segni. Il primo autore religioso conosciuto che abbia usato questo termine per simboleggiare la sua appartenenza a Gesù fu San Paolo: “porto le stigmate del Signore Gesù nel mio corpo