Da quando nel 1928 Alexander Fleming scoprì casualmente la penicillina tutto era semplice: gli anitibiotici erano i killer dei batteri. Da oggi non è più così: un gruppo di ricercatori statunitensi ha individuato nel suolo di 11 località americane alcuni ceppi di batteri che non solo hanno una resistenza agli antibiotici 50 volte maggiore a quella di altri organismo patogeni, ma proliferano cibandosi di essi.
«Si tratta di una scoperta sorprendente», ha dichiarato George Church, genetista della Harvard Medical School di Boston, il cui studio sarà pubblicato nell’edizione odierna di Science. «Molti Batteria – ha spiegato Church – isolati in terreni differenti non solo possono tollerare gli antibiotici ma possono in realtà nutrirsene utilizzandoli come la loro unica fonte di sostentamento».
L’equipe di Church stava studiando organismi presenti nel suolo in grado di rimuovere le tossine dalla cellulosa delle piante cibandosene. Prelevarono campioni da diversi siti tra cui alcuni in un campo di grano concimato dalle feci di mucche trattate con antibiotici. Quando questi microbi sono stati esposti agli antibiotici «ci siamo accorti che proliferavano», ha aggiunto Church. Sorpresi hanno effettuato altri esprimenti esponendo gli stessi microbi a 18 dei più comuni antibiotici, sia naturali che sintetici, dalla penicillina alla ciprofloxacina. Alla fine hanno scoperto diverse classi di «batteri che potevano crescere e svilupparsi su quasi tutti i tipi » di antibiotico.
La scoperta dell’equipe di Church conferma l’allarme per lo sviluppo di super batteri resistenti agli antibiotici, sviluppatisi proprio a causa del loro stesso uso smodato. [/size=12]
FONTE: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=671&ID_sezione=243&sezione=