In breve: gli scienziati hanno scoperto una zanna di mammut lunga circa 90 cm sepolta a una profondità di circa 3000 m sotto la superficie dell’oceano;
le profondità oceaniche sono l’ideale per preservare i resti fossili anche se quelli di mammut raramente finiscono sul fondale oceanico;
la zanna appartiene a una giovane femmina di mammut. Gli scienziati stanno analizzando il fossile per cercare indizi su come viveva tale animale.
A un occhio inesperto, sarebbe potuto sembrare un gigantesco tronco di legno. In realtà, circa due anni fa, gli scienziati hanno individuato qualcosa di insolito al largo delle coste della California, una zanna di mammut lunga circa 90 cm. Un team di ricercatori del Monterey Bay Aquarium Research Institute scoprì la zanna nel 2019 mentre stava esplorando una montagna sottomarina a circa 3000 metri al di sotto della superficie dell’oceano Pacifico. Nonostante altri fossili di mammut fossero già stati identificati nell’oceano è raro che tali oggetti si trovino a grandissime profondità, scrive il Dott. Daniel Fisher, paleontologo dell’Università del Michigan.
Gli scienziati alla fine sono riusciti a determinare che la zanna apparteneva a una giovane femmina di mammut colombiano (nome scientifico Mammuthus columbi), vissuta probabilmente durante l’età del Paleolitico inferiore (da 2,7 milioni fino a 200.000 anni fa). I ricercatori stanno ancora lavorando per stabilire in maniera accurata l’età dell’esemplare oltre a cercare di risalire a maggiori dettagli sulla sua vita (compresa la sua alimentazione e la frequenza con cui si è riprodotta). «Si tratta di un momento alla ‘Indiana Jones’ mescolato con scene alla ‘Jurassic Park’», ha dichiarato al New York Times la Dott.ssa Katie Moon, ricercatrice post-dottorato presso l’Università della California, Santa Cruz. In definitiva la scoperta potrebbe segnalare la presenza di altri antichi fossili animali nascosti nelle profondità marine.
Gli scienziati hanno rotto un pezzo della zanna di mammut due anni fa
Nel 2019 gli scienziati della baia di Monterey non avevano intenzione di scoprire una zanna di mammut. In quel periodo, il team di ricercatori stava perlustrando l’oceano con dei veicoli sottomarini telecomandati (ROV, remotely operated vehicle) alla ricerca di specie animali presenti in acque profonde. «Quando esplori l’oceano a grandi profondità inizi ad ‘aspettarti l’inaspettato’, ma sono ancora sbalordito dal fatto che ci siamo imbattuti in un’antica zanna di mammut», scrive il Dott. Steven Haddock, scienziato senior presso il Monterey Bay Aquarium Research Institute.
Gli scienziati hanno avuto un’intuizione e hanno deciso di recuperare la zanna dal fondo dell’oceano, ma durante le operazioni di recupero si è staccata la punta del fossile e la quasi totalità della zanna è rimasta sul fondale oceanico. In tale occasione i ricercatori non sono stati in grado di raccogliere l’intero esemplare. I ricercatori hanno infine visitato nuovamente il sito (a luglio) per recuperare il resto della zanna. Questa volta, gli scienziati hanno attaccato al veicolo telecomandato dei materiali soffici come spugne e sono riusciti a recuperare la zanna (senza danneggiarla ulteriormente) usando i bracci robotici del veicolo.
La zanna nel suo complesso ha fornito agli scienziati un campione molto più grande di DNA di mammut, ciò ha reso possibile determinarne la specie. Gli scienziati ritengono che il mammut colombiano fosse una delle più grandi creature del suo genere, probabilmente il risultato dell’incrocio tra un mammut lanoso (nome scientifico Mammuthus primigenius Blumenbach) e un’altra specie di mammut. Probabilmente l’animale usava le sue zanne per proteggersi e procurarsi il cibo quando si aggirava, fino a 10.000 anni fa, per il Nord America.
Le basse temperature e l’alta pressione delle profondità oceaniche sono ideali per preservare i fossili
Gli scienziati stanno analizzando gli isotopi radioattivi della zanna per effettuare la cosiddetta datazione mediante radioisotopi (si tratta comunque di una stima che presenta un certo grado di incertezza) del mammut per risalire cioè al periodo in cui è vissuto tale animale. Poiché gli scienziati conoscono la velocità di decadimento degli isotopi dell’uranio e del torio, possono determinare in maniera approssimata l’età della zanna in base al numero di questi isotopi ancora presenti nel fossile.
Finora, i risultati ottenuti attraverso questa tecnica di radiodatazione suggeriscono che la zanna di mammut dovrebbe avere un’età superiore ai 100.000 anni. Gli scienziati ritengono che sia proprio l’oceano ad aver mentenuto il fossile in condizioni pressoché perfette. Negli abissi profondi degli oceani le temperature sono mediamente poco al di sopra dello zero, circa 4 gradi Celsius. Questo ambiente gelido rallenta il tasso di decadimento degli isotopi radioattivi presenti nel fossile, proprio come mettere il cibo in un congelatore ne rallenta il deterioramento.
I fossili hanno maggiori possibilità di sopravvivere nell’ambiente oceanico anche per via dell’alta pressione presente negli abissi dell’oceano, la pressione sottomarina nei punti più profondi dell’oceano è 1.100 volte maggiore rispetto a quella presente a livello di superficie. «Se la zanna fosse stata ritrovata sulla terraferma, decifrare la sua storia non sarebbe stato così semplice», ha dichiarato il Dott. Terrence Blackburn, professore associato presso l’Università della California, Santa Cruz.
26 November 2021