SCONFIGGERE IL CANCRO? … MISSIONE POSSIBILE

Il Giornale Online

Giovanni Puccio, lo scienziato palermitano spina nel fianco della Medicina Ufficiale Internazionale

E’ facile, fin troppo, in un mondo dominato da false verità e giochi di interessi più grandi di noi, distruggere con due parole un uomo piccolo, una goccia nel mare. Anche i giornali si sono sbizzarriti, più nei titoli, in verità, che nel contenuto degli articoli: Geometra palermitano ha scoperto la cura del cancro… Vaccino per il cancro inventato da un ex agente di legname… Scienziato fai da te ha scoperto la causa per il cancro… e via così.

Eppure, Giovanni Puccio, piccolo uomo palermitano dal cuore grande e dalla mente geniale, sta semplicemente dedicando la sua vita e le sue strane capacità al bene degli altri. Il pericolo è quello di trovarsi di fronte all’ennesimo ciarlatano, al mago di turno che sfrutta il dolore della gente? Giovanni Puccio non ha alcun interesse economico per quello che fa, anzi finora ci ha solo rimesso soldi, anni di tempo, notti insonni e persino posti di lavoro.

Personaggio scomodo, che qualche luminare preferisce consultare in privato per sconfessarlo poi in pubblico, personaggio cui tanti attingono per scoprirne le scoperte, facendone uso proprio e spacciandole per proprie.

Perché fa tanta paura Giovanni Puccio? Dà false speranze? Può far sì che la gente smetta di curarsi con le terapie ufficiali e ne muoia? Può scardinare un sistema medico-farmaceutico da stramiliardi? …

Questo e forse tanto altro ancora che sfugge a chi, come noi, è del tutto fuori da determinati meccanismi.

Nella migliore delle ipotesi, ci si chiede come mai nessuno, tra gli scienziati illustri che nel mondo, studiano cause e cure della patologia più crudele dei tempi moderni, sia arrivato alle semplici, quasi lapalissiane conclusioni dello studioso palermitano. Legittime perplessità.

Puccio parte dal presupposto che in natura v’è un equilibrio e che quando tale equilibrio viene meno è in natura stessa che deve esserci il modo per ripristinare lo stato precedente. Nulla di nuovo, naturalmente. Da questo ben noto e non rivoluzionario presupposto, Puccio partì osservando una muffa del legno, tenendo silenti una serie di pensieri che, di tanto in tanto, avvalorava studiando qua e là.

Poi, l’evento scatenante, la morte per cancro mai accettata della madre e l’inizio del turbinio mentale tra studi, analisi, domande, consultazioni che lo tenevano incollato ai testi sino ad essere dimenticato nelle biblioteche. Professori, medici delle varie discipline, biologi, esperti in settori apparentemente inconciliabili tra loro, furono tra le sue tante fonti di ricerca, analizzò casi, statistiche, dati e arrivò a una sua consapevolezza: tutti gli ammalati di cancro evidenziavano disturbi all’apparato digerente e in tutti v’era la presenza di uno stesso ceppo batterico. Capì che ogni organismo colpito da cancro presenta uno squilibrio elettrochimico cellulare che gli rende il sistema immunitario inefficiente. Si convinse che, se del cancro non si elimina la causa, non si può guarire definitivamente.

Depositò un volume, “Eziopatogenesi del cancro