L’1% più ricco della popolazione mondiale detiene più ricchezza del restante 99%. È uno degli allarmanti risultati che emergono dal rapporto Oxfam «Ricompensare il lavoro, non la ricchezza», riferiti al primo semestre del 2017 e diramato alla vigilia dell’Annual Meeting del World Economic Forum e che fotografa un mondo in cui le crescenti disuguaglianze socio-economiche stanno diventando sempre di più il tema centrale del nostro tempo. I dati sono inquietanti: l’82% dell’incremento della ricchezza globale, che è stata registrata nel 2017, è stata appannaggio dell’1% più ricco mentre il 50% più povero della popolazione mondiale non ha beneficiato di alcuna porzione di tale incremento.
Dal rapporto emerge inoltre che i 2/3 della ricchezza dei più facoltosi miliardi del mondo non è frutto del loro lavoro ma è ereditato o è frutto di rendita monopolistica ovvero il risultato di rapporti clientelari. E questo è ancora più significativo se si considera che nel 2016 erano 40 milioni le persone schiavizzate nel mercato del lavoro, tra cui 4 milioni di bambini. Il rapporto evidenzia inoltre che siamo ben lontani dal colmare queste disuguaglianze e anzi il trend è in peggioramento visto che 7 cittadini au 10 vivono in un paese in cui la disuguaglianza è aumentata negli ultimi 30 anni.
La fotografia italiana
La disuguaglianza desta seria preoccupazione anche in Italia. A metà 2017 il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta, il successivo 20% ne controllava il 18,8%, lasciando al 60% più povero appena il 14,8% della ricchezza nazionale. Sono i dati dell’Italia contenuti nel rapporto Oxfam «Diseguitalia» pubblicati alla vigilia del World Economic Forum di Davos. Il rapporto evidenzia che la quota di ricchezza dell’1% più ricco degli italiani superava di 240 volte quella detenuta complessivamente dal 20% più povero della popolazione. Un divario in crescita. Nel periodo 2006-2016 la quota di reddito nazionale disponibile lordo del 10% più povero degli italiani è diminuita del 28%, mentre oltre il 40% dell’incremento di reddito complessivo registrato nello stesso periodo è fluito verso il 20% dei percettori di reddito più elevato. Così nel 2016 – gli ultimi dati confrontabili disponibili – l’Italia occupava la ventesima posizione su 28 paesi Ue per la disuguaglianza di reddito disponibile.
Gli obiettivi
Oxfam chiede quindi alle istituzioni nazionali di porsi come obiettivo che entro il 2030 il reddito complessivo del 10% più ricco non sia superiore al reddito del 40% più povero e che per far questo bisogna agire su numerosi fronti, dal garantire dei salari dignitosi all’incremento della spesa per i servizi essenziali passando ovviamente ad una maggiore equità e progressività delle politiche fiscali nazionali.