“Se sei seduto in un caffè, e qualcuno pensa che tu stia cospirando con un terrorista, potresti essere indagato o imprigionato se loro facessero valere le loro accuse. Ma non dovrebbero poterti sparare addosso un missile Hellfire”. (Sen.Rand Paul)
Nell’assordante silenzio dei media ma soprattutto dei democratici che sembrano aver perso ogni pudore nella completa sudditanza al ‘loro’ presidente, solo un senatore repubblicano ha avuto il coraggio di fare un pesante ostruzionismo in Senato nei confronti delle incredibili leggi che consentono ad Obama di uccidere chiunque e dovunque nel mondo. Il senatore repubblicano del Kentucky Rand Paul, infatti, ha parlato il 6 marzo scorso per ben 13 ore[1], accusando esplicitamente il presidente Barack Obama di sostenere un programma di attacchi con droni all’interno degli stessi confini nazionali. Rand Paul ha parlato ininterrottamente fino al mattino successivo, il 7 marzo, al fine di ostacolare la ratifica della nomina di John Brennan a direttore della CIA da parte del Senato. A parte la comprensibile opposizione alla nomina di Brennan, il vero motivo dell’ostruzionismo di Paul può essere ravvisato nel contenuto di una lettera del procuratore generale nel quale non venivano esplicitamente esclusi attacchi di droni armati contro cittadini americani sul suolo nazionale.
“Nessun americano dovrebbe essere ucciso da un drone sul suolo americano senza prima essere stato accusato di un crimine, senza essere giudicato colpevole da un tribunale[2]”, ha detto Paul.
E il suo impegno è stato premiato; infatti, a metà pomeriggio di ieri 7 marzo, il procuratore generale ha rilasciato una nuova comunicazione[3] in cui si chiarisce la posizione dell’amministrazione.
Questo il testo: “È pervenuto alla mia attenzione la vostra ulteriore domanda: ‘Il Presidente ha la facoltà di utilizzare un drone armato per uccidere un americano non impegnato in combattimento sul suolo americano?’ La risposta a questa domanda è: no.”
Questo avvenimento ha dimostrato due cose. Primo, che l’inerzia del Senato può essere combattuta e vinta.
Secondo, che esistono ancora dei parlamentari americani che pensano con la propria testa e non solo con quella delle Lobby e che lottano per restituire valore alla Costituzione e ai diritti (sempre più spesso violati) dei cittadini. Resta però la questione se il presidente Obama stia effettivamente appoggiando un programma di killeraggio a mezzo droni in America. Secondo Rand Paul il presidente sta sostenendo un programma di droni armati sul territorio metropolitano con licenza di uccidere chiunque senza processo né appello. Come è noto, droni (velivoli telecomandati senza pilota) armati vengono utilizzati dagli Stati Uniti per eliminare i propri nemici all’estero, con centinaia di attacchi letali in diversi Paesi negli ultimi dieci anni.
Come ho avuto modo di citare in un precedente articolo[4], appena un anno fa Brennan – il neoeletto direttore della CIA – dichiarava: “Non c’è alcun diritto internazionale che vieta l’uso di aerei telecomandati a tale scopo [di ‘terminare’ terroristi o presunti tali] o che ci vieta di usare la forza letale contro i nostri nemici al di fuori di un vero e proprio campo di battaglia, quantomeno quando il paese interessato acconsente o non è in grado o non vuole prendere posizione contro la minaccia”.
Ora, a tutt’oggi il procuratore generale e il capo antiterrorismo della Casa Bianca non hanno rigorosamente escluso l’uso della forza letale contro cittadini americani sul suolo americano, ma hanno solo detto che per usarla “ci vorrebbero circostanze straordinarie”[5]. Prova evidente di ciò è rappresentata dal memorandum di 16 pagine[6] rilasciato dagli avvocati di Obama del Dipartimento di Giustizia. In esso viene esplicitamente indicata una “giustificazione legale” per il presidente nell’ordinare l’assassinio di qualsiasi cittadino americano egli segnali – in qualsiasi momento, ovunque, per qualsiasi motivo. È evidente che tale potere rivendicato dal Presidente non ha alcun fondamento né nel diritto federale né nella Costituzione. Si tratta di un potere assoluto di vita o di morte nelle mani di un solo uomo.
Come ha affermato anche il giudice Andrew Napolitano davanti ai microfoni di Fox News: “Queste 16 pagine sono scritte in modo vago che la loro logica…potrebbe consentire al Presidente di uccidere degli americani qui negli Stati Uniti.[7]”
Ora, si potrebbe obiettare che nel linguaggio usato viene asserito che i droni saranno “utilizzati solo sul campo di battaglia.”
Ciò sembrerebbe implicare che saranno utilizzati solo in Medio Oriente, giusto?
No, sbagliato.
Gli Stati Uniti si sono autodefiniti “campo di battaglia” con il NDAA (National Defense Authorization Act), che consente – tra le altre cose – l’arresto e la detenzione a tempo indeterminato di cittadini americani senza processo, senza rappresentanza legale e anche senza incriminazione. Se ora aggiungiamo alle definizioni di NDAA e Dipartimento di Giustizia il memorandum che legalizza l’uso dei droni armati, abbiamo il quadro completo della motivazione legale che consente l’arresto, la detenzione e la tortura per qualsiasi cittadino americano sul suolo americano senza incriminazione e senza uno straccio di prova contro di lui. L’America di oggi appare dunque sempre più una dittatura militare che sostiene di essere in guerra con “i terroristi”.
Si, ma chi sono i terroristi, esattamente? Al-Queda, gli stati-canaglia, i talebani? No, oggi scopriamo di essere noi i terroristi.
Ancora il giudice Napolitano: “Il memorandum sostiene che le persone che sono a favore della vita, le persone che credono nel diritto di possedere e portare armi, i veterani che tornano a casa, le persone che pensano che il governo sia troppo grande e l’IRS troppo potente, potrebbero essere caratterizzate come terroristi interni. Questo potrebbe caratterizzare i due terzi del Paese[8]”.
Così ora tutto diventa chiaro:
Il NDAA autorizza legalmente il Governo federale a incarcerare e torturare cittadini americani classificati come “terroristi”. Il memorandum autorizza legalmente il presidente ad usare droni letali per uccidere chiunque egli indica semplicemente sostenendo che potrebbe trattarsi di un “terrorista”. Ma “terrorista” è, come abbiamo visto, chiunque non sia pedissequamente filo-governativo; che so, un giornalista critico, un oppositore politico, un veterano o semplicemente un cittadino che protesta…Ecco che allora il gioco è fatto: si è trovata la perfetta giustificazione per annientare con droni armati anche cittadini americani sul suolo americano.
Basta chiamarli “terroristi” e il gioco è fatto; neanche Orwell ci era arrivato…
(corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)
[1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8]Piero Cammerinesi: Giornalista e ricercatore italiano indipendente, ha vissuto e lavorato per anni negli Stati Uniti.
Editore e pubblicista in Italia per tre decenni, ha studiato e lavorato in Italia, Germania e USA.
Dopo un percorso di studio sul pensiero filosofico orientale antico, si è laureato in Filosofia, proseguendo gli studi in Germania, dove ha vissuto e insegnato.
Da sempre molto legato all’esoterismo ed alla cultura orientale ha seguito dapprima le lezioni e conferenze di Krishnamurti e gli insegnamenti di alcuni Yogin, fino all’incontro con Massimo Scaligero e con l’esoterismo occidentale.
Autore di articoli e saggi, ha tradotto dal tedesco opere di Rudolf Steiner, Gustav Meyrink e Judith von Halle.
Nel 2016 ha pubblicato con l’Editore Bonanno il volume “Storia di un incontro, Rudolf Steiner e Friedrich Nietzsche“.
Il nome del suo sito liberopensare.com intende sottolineare l’indipendenza da qualsiasi dottrina, corrente o organizzazione esteriore, riconducendo ogni possibile ‘appartenenza’ alla Via del Pensiero di cui Massimo Scaligero è stato insuperato maestro.