Messaggi nello spazio per il «gemello» della Terra

Il Giornale Online

Inviata da Mihavistounufo

Un'onda radio li sta trasportando in direzione di Gliese 581c. Per raccontare l'uomo e il suo pianeta

Ma che cosa penseranno gli abitanti del pianeta «Gliese 581c» quando riceveranno le foto di Hillary Clinton che arringa la folla, di George Bush che fa una delle sue noiosissime conferenze stampa, di due fidanzati che si baciano appassionatamente, o di un orso polare che va alla deriva fra i ghiacci che si sciolgono? Oppure quando leggeranno email del tipo : «I nostri corpi sono fatti di scheletro e carne e disponiamo di cinque sensi…e voi?». O, ancora: «Il nostro passatempo preferito è starcene seduti davanti alla televisione…». «Che cosa penseranno lo sapremo fra circa 40 anni, quando riceveremo la risposta – sentenzia fiducioso il professor Alexander Zaitsev, capo dell’Istituto di Ingegneria Radio Elettronica dell’Accademia russa delle Scienze-. Infatti, il segnale che abbiamo lanciato il 9 ottobre scorso verso Gliese 581c impiegherà venti anni per arrivare e altrettanti per tornare, in caso di risposta, s’intende».

MUSICHE E IMMAGINI – Il segnale di cui parla Zaitsev è un’onda radio che viaggia alla velocità di 300 mila km al secondo (oltre un miliardo di km l’ora) in cui sono state inserite immagini, messaggi e musiche della Terra. Un biglietto di presentazione, insomma, per fare sapere agli abitanti di Gliese 581c come siamo fatti e che cosa pensiamo in generale, senza andare troppo per il sottile. Il professor Zaitsev rivendica il primato di questo che lui definisce «l’approccio democratico alle comunicazioni con gli extra terrestri». Finora, riassume il radioastronomo russo, la ricerca di un contatto con eventuali civiltà esistenti in pianeti lontani è stata fatta, principalmente, ascoltando e tentando di decifrare i segnali elettromagnetici che ci provengono dal cosmo, nella speranza che fra tanti rumori di origine naturale, emessi dalla materia stessa, ce ne fosse qualcuno artificiale, prodotto dai nostri remoti «fratelli». Con questo obiettivo, fin dagli anni ’60, era stato avviato il progetto Seti: Search for extra terrestrial intelligence, consistente nell’ascolto sistematico di «rumori cosmici» per mezzo dei grandi radiotelescopi.

Franco Foresta Martin
Fonte : http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_ottobre_15/messaggi_spaziali_005020fa-9ae8-11dd-8bde-00144f02aabc.shtml

Vedi: https://www.altrogiornale.org/_/content/content.php?content.234