Scoperta sul pianeta dalla sonda Messenger una sostanza sconosciuta di colore bluastro, secondo gli scienziati: «contiene ferro e titanio, forse silicio».
Sulla superficie di Mercurio c’è una sostanza misteriosa la cui natura gli scienziati non riescono ancora a decifrare. Lo hanno rivelato le immagini raccolte dalla sonda Messenger della Nasa durante il suo passaggio ravvicinato al primo pianeta del sistema solare il 6 ottobre scorso. La sostanza è di colore bluastro e Mark Robinson dell’Arizona State University l’ha battezzata «mysterious dark blue material». Si ipotizza che sia stata eiettata dal cuore del pianeta durante le eruzioni vulcaniche le quali erano numerose in un’età tra i 3,8 e 4 miliardi di anni fa distribuendo lava in grande quantità.
LE FOTO – Le foto trasmesse sono affascinanti con le loro velature blù e studiandole i geologi planetari cercano di dare risposta all’enigma rappresentato dalle estese superfici piatte, molto più piatte di quanto si potesse ritenere data la storia del corpo celeste più vicino al Sole. La sonda è transitata ad appena duecento chilometri dal suolo mostrando dettagli notevoli. Questo è il secondo transito ravvicinato. Ne seguirà un terzo prima che Messenger entri in orbita attorno al pianeta nel 2011. La ricognizione ha scandagliato il 30% della superficie finora mai osservata e così con due passaggi già si è arrivati a costruire una mappa del 95% per cento dell’intero pianeta. «Ipotizziamo che questa sostanza blù contenga ferro e titanio, forse silicio, ma probabilmente la colorazione è data dalla loro insolita combinazione. Per il momento non ne sappiamo molto di più» ha precisato Robinson aggiungendo che l’enigma sarà risolto quando lo studio potrà essere approfondito dall’orbita nei prossimi anni.
LA PRIMA SPEDIZIONE – La prima e unica spedizione spaziale effettuata per studiare Mercurio da vicino era avvenuta nel 1973 da parte della Nasa ed era Mariner-10. Ad essa aveva contribuito il professor Giuseppe Colombo dell’Università di Padova (ora scomparso) suggerendo un’orbita più opportuna agli specialisti del JPL . Così la sonda riuscì a compiere tre passaggi invece di uno come previsto e Colombo finì sulla prima pagina del New York Times con tutti gli onori per i vantaggi offerti. Colombo era un grande scienziato ed aveva scoperto anche gli esatti movimenti di Mercurio intorno al Sole. Per questa ragione l’ESA europea ha battezzato con il nome BepiColombo la sonda che sta costruendo e che andrà ad esplorare il pianeta nel 2013.
Giovanni Caprara
Fonte: http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_ottobre_30/mercurio_vulcano_sostanza_blu_ec26836e-a6b1-11dd-9cb7-00144f02aabc.shtml