La visione della condivisione


di Giovanni Pelosini

Il corpo umano è composto da innumerevoli diverse cellule, quasi mai più grandi di un paio di centesimi di millimetro, ognuna con la propria individualità funzionale: secondo alcune stime esse potrebbero essere centinaia di migliaia di miliardi. Molte di esse si riproducono continuamente; ogni giorno nascono e muoiono un numero elevatissimo di cellule che spesso hanno una vita media di poche settimane. La complessità del nostro corpo si deve alla specializzazione di tali cellule, che assumono forme e funzioni diverse nei diversi organi e apparati umani, assolvendo compiti specifici e permettendo così lo svolgimento di quella che noi chiamiamo vita.La vita umana è quindi il risultato del lavoro di miliardi e miliardi di cellule che fanno avvenire miriadi di reazioni chimiche in ogni istante.

È ovvio che il benessere di ogni individuo e la sua stessa esistenza non possono prescindere dalla salute delle sue cellule, oltre che dal loro coordinato equilibrio complessivo. Un trauma, o un qualunque disordine nelle cellule di un organo può avere conseguenze sulla salute di tutto il corpo, cioè di tutte le cellule che lo compongono. La straordinaria sintonia di tutte le cellule di un organismo complesso come quello umano è un effetto dell’altrettanto straordinaria unicità della loro origine: ogni cellula di un essere pluricellulare deriva, infatti, dallo zigote: quell’unica cellula progenitrice generata dalla fecondazione e dall’atto d’amore che la produce.

Globalizzazione e solidarietà

In questo inizio di secolo e di millennio la cosiddetta globalizzazione sta cambiando radicalmente gli scenari geopolitici, economici e sociali che solo pochi decenni fa sembravano destinati ad evolvere in modo lento e graduale. Sempre più ci accorgiamo che ciò che accade in un altro emisfero può avere ripercussioni importanti anche nella nostra vita quotidiana, e sempre più appare chiaro che non può esistere un benessere solo per pochi, o per una parte di esseri umani.

Con queste premesse non sarà difficile immaginare l’insieme degli esseri umani che vivono sul pianeta come se fossero le cellule di un unico gigantesco corpo chiamato “umanità”. Come le cellule di un organismo, gli esseri umani hanno una sola, unica, origine; come le cellule anche gli esseri umani originano da un atto d’amore. E come le cellule, i singoli esseri umani (o raggruppamenti di essi) non possono illudersi di avere vantaggi durevoli dall’estremo sfruttamento egoistico dei loro simili: prima o poi l’intera umanità-organismo ne pagherebbe le conseguenze. Quando qualcosa del genere avviene nel corpo umano, di norma si chiama “tumore” quel gruppo di cellule “impazzite”, e i medici fanno di tutto per estirparlo.

Le nazioni sono come gli organi del grande organismo vivente sul nostro pianeta, ciascuna con la propria funzione; tutte le cellule e tutte le nazioni-organi devono concorrere al benessere dell’intera umanità-corpo. Lo stesso concetto di guerra fra gruppi di cellule organizzate in organi è una mostruosità biologica. In questa metafora è più che evidente che il benessere delle singole cellule e dei singoli organi non può prescindere dal benessere dell’intero organismo. Solo alcune cellule impazzite, infatti, si riprodurrebbero senza controllo a detrimento degli altri organi, producendo tumori e, in prospettiva, morte.

Generalizzando tale visione si deduce che non può esistere alcun benessere dei singoli in un contesto di ingiustizia, prevaricazione e guerra; e nello stesso modo non possono esistere vera pace e progresso senza che sia condiviso un autentico senso di fratellanza e di uguaglianza tra gli individui e tra i popoli. Non c’è dubbio che le singole cellule debbano operare solo per il progresso dell’intero organismo, giacché la sofferenza di una parte provoca sempre danno al tutto. La differenza più evidente fra le cellule del corpo e gli esseri umani è la coscienza che esiste in questi ultimi, la loro libertà di agire. Per le cellule la solidarietà è una necessità biologica e fisiologica, per gli umani una scelta.

Ecco che, oggi più che mai, in un mondo sempre più globalizzato, i singoli esseri umani e tutte le nazioni della Terra sono chiamati a fare scelte importanti, scelte di saggezza, scelte di vita, scelte d’amore. Nell’ottica di questa nuova “visione” la “divisione” appare sempre più illusoria, mentre la “con-divisione” di un unico destino comincia a farsi strada nella coscienza di ogni essere senziente e responsabile nei confronti di se stesso e di tutto il genere umano. Curioso come ancora una volta i concetti di fratellanza, uguaglianza e libertà siano associati alla visione di progresso dell’umanità: i princìpi da condividere per uno sviluppo sostenibile, forse l’unico possibile.

Fonte: http://www.giovannipelosini.com/2010/05/la-visione-della-condivisione/