Gurdjieff: Un organo innestato dagli Alieni negli Esseri Umani ?
Il libro “I Racconti di Belzebù a suo Nipote”, scritto da Gurdjieff negli anni venti del novecento, ha diversi piani di lettura. Lo scopo di questa prima opera di Gurdjieff, come egli stesso scrive, è di “Estirpare dal pensiero e dal sentimento del lettore, spietatamente e senza il minimo compromesso, le credenze e le opinioni, radicate da secoli nello psichismo degli uomini, riguardanti tutto ciò che esiste nel mondo”.
A questo scopo, Gurdjieff introduce nel suo libro delle idee che suggeriscono punti di vista completamente nuovi su svariati argomenti e che toccano una moltitudine di campi differenti: dalla religione all’arte, dai principi di una scienza completamente diversa dalla scienza moderna alla storia, presentando, in alcuni casi, personaggi di cui la nostra storia ignora l’esistenza, e così via.
Conoscendo l’attività di Gurdjieff, vien difficile credere che perdesse tempo a giocare con la sua fantasia, descrivendo il funzionamento di astronavi, oppure di fenomeni di ordine astronomico che avevano coinvolto il nostro pianeta.
Francamente, ci appare assurdo persino interpretare tutto ciò da un punto di vista allegorico. Di quale allegoria può mai trattarsi quando descrive il funzionamento delle astronavi e scorgendo in esse il principio del moto perpetuo, ripensa agli esseri umani che l’hanno cercato invano fino a perdere quasi la ragione?
In questi casi, non c’è proprio nulla di allegorico, e crediamo che i “gurdjieffiani” abbiano una visione troppo ristretta e limitata di quest’opera di Gurdjieff. Di certo, c’è una parte allegorica corrispondente con i tre personaggi principali che percorrono tutta l’opera. Fatta questa premessa, volevamo presentare una parte di quest’opera, che suggerisce un intervento presumibilmente “alieno” o di “esseri superiori sconosciuti” sugli esseri umani. Dopo l’impatto di una cometa con il pianeta Terra nell’area del Oceano Pacifico, che Gurdjieff definisce uno “squarcio”, il materiale scagliato nello spazio va a formare due lune, una più grande che è la ben nota Luna, e l’altra, molto più piccola, che a detta di Gurdjieff i nostri astronomi moderni ignorano e quando la scorgono viene scambiata per un “aerolito”. Guarda caso, questa seconda “Luna” viene scoperta nel 1986 e denominata “3753 Cruithne”.
Dopodiché, per stabilizzare le orbite di questi due frammenti è necessario che le due leggi cosmiche, quella del tre e quella del sette, si manifestino sulla superficie del pianeta, e ciò significa far sorgere una vita organica sullo stesso. Dopo aver compiuto queste operazioni, gli “esseri superiori” decidono di prendere un’altra precauzione: innestare un organo negli esseri umani che gli farà percepire tutta la realtà alla rovescia. Questa precauzione viene presa per evitare che con il passare del tempo la ragione istintiva si sviluppi ad un grado tale, da fargli rendere conto che la loro esistenza è, a tutti gli effetti, una schiavitù.
Successivamente, quando non è più necessario, quest’organo viene rimosso, ma gli “esseri superiori” si rendono conto che ormai il danno è fatto, poiché le caratteristiche prodotte da questo misterioso organo si sono ormai cristallizzate nella loro presenza, e così vengono inviati individui dall’alto per rimediare a questa tragedia: Budda, Gesù, Maometto, e così via.
A tutti i “gurdjieffiani”, che ora staranno storcendo il naso, vogliamo ricordare che la conoscenza di Gurdjieff proveniva direttamente da uomini che avevano custodito per millenni, oltre che la scienza antica, anche la conoscenza degli eventi accaduti nel passato del pianeta Terra e che, anche se il perno principale dell’insegnamento di Gurdjieff è il “risveglio” o l’ “evoluzione interiore”, resta il fatto che il libro “Belzebù” tratta di molti argomenti, ad esempio di Mesmer e del suo Magnetismo Animale, di Cambise II di Persia, eccetera, o volete credere che anche queste parti su Mesmer, Cambise, Pitagora, siano delle allegorie?
E’ davvero così strano introdurre gli alieni, quando voi “gurdjieffiani” credete e parlate così alla leggera di “corpi astrali”? E volete persino dimenticare le testuali parole di Gurdjieff quando affermava che nel suo libro c’era di tutto? Ma passiamo al testo che costituisce per i “gurdjieffiani” il cuore della nostra “stravagante” ed “immaginaria” interpretazione:
E se l’Altissima Commissione non fosse tornata dopo un anno — sempre sotto la direzione dell’Arcangelo Sakaki — forse per gli esseri tricerebrali di quell’infelice pianeta non sarebbero sorti tanti equivoci. Invece l’Altissima Commissione scese una seconda volta sulla Terra perché, nonostante le misure già prese, la maggioranza dei suoi sacri membri non era ancora certa di aver scongiurato per il futuro ogni indesiderabile possibilità di sorpresa. Ancor prima di verificare sul posto i risultati dei lavori precedenti, l’Altissima Commissione per tranquillizzarsi decise di prendere un’altra misura speciale, che non solo ebbe conseguenze spaventose per gli esseri tricerebrali di quello sventurato pianeta, ma da allora recò ogni sorta di sofferenze, come una piaga maligna, a tutto il Nostro Grande Universo.
Tieni presente che a quei tempi si era già progressivamente costituito in quegli esseri, così come si addice a qualsiasi altro essere tricerebrale, il cosiddetto “istinto meccanico”. Dunque, i sacri membri dell’Altissima Commissione ritennero che se l’istinto meccanico” avesse continuato a perfezionarsi negli esseri bipedi tricerebrali di laggiù col risultato di far loro acquisire una Ragione oggettiva, come sempre e dovunque accade, forse essi avrebbero compreso prematuramente la causa reale della loro presenza al mondo – che è di mantenere, per mezzo della loro esistenza, i frammenti staccati del pianeta – e avrebbero quindi provocato gravissime sciagure poiché, convincendosi d’essere schiavi di circostanze a loro totalmente estranee, si sarebbero forse rifiutati di continuare a vivere ed avrebbero cominciato a distruggersi per principio.
«Così, figliolo, l’Altissima Commissione decise di innestare laggiù a titolo provvisorio nella presenza generale di ogni essere tricerebrale un certo organo, per la cui proprietà d’allora in poi essi avrebbero percepito la realtà “alla rovescia”; e inoltre qualsiasi impressione d’origine esterna ripetuta avrebbe cristallizzato in loro i dati necessari all’apparizione dei fattori destinati a provocare la sensazione di “piacere” e di “soddisfazione”.
E così, con l’aiuto dell’Arci-Chimico-Fisico-Universale Angelo-in-Capo Luisos, membro a sua volta della Commissione, quegli altissimi Individui Cosmici fecero in modo che negli esseri tricerebrali di laggiù crescesse, alla radice della coda – a quei tempi infatti ne possedevano una, che era parte della loro presenza generale d’aspetto ancora normale ed esprimeva la “pienezza del loro significato esserico intrinseco” – una “cosa” che avrebbe favorito la comparsa delle suddette proprietà. E per la prima volta diedero a questa cosa il nome di “organo kundabuffer”. Avendo fatto crescere quest’organo nelle loro presenze ed essendosi accertata che funzionasse a dovere, l’Altissima Commissione, composta di Individui Sacri e presieduta dal Grande Arcangelo Sakaki, se ne tornò al Centro serena e con la coscienza a posto; mentre sulla Terra che ti piace tanto, gli effetti di un’invenzione così ingegnosa e sorprendente si svilupparono “al ritmo delle trombe di Gerico”, come avrebbe detto il saggio Mullah Nassr Eddin.
«Ebbene, figliolo, per comprendere i risultati conseguenti alle proprietà dell’organo inventato e realizzato dall’incomparabile Angelo Luisos – sia benedetto il suo nome, nei secoli dei secoli – dovresti conoscere a fondo le varie manifestazioni esibite dagli esseri tricerebrali di quel pianeta, sia nel periodo in cui possedevano l’organo kundabuffer, sia dopo la sua distruzione; infatti, se è vero che le sbalorditive proprietà di quest’organo scomparvero come tali insieme con la sua rimozione, è anche vero che, per diverse ragioni, le conseguenze delle sue proprietà avevano già cominciato a cristallizzarsi nella loro presenza. Ma di queste cose ti parlerò un’altra volta.
Tuttavia, nelle riflessioni finali dell’opera, Gurdjieff parla di “Grande Natura“.
La Grande Natura, nella sua preveggenza e per importanti motivi che saranno teoricamente chiariti in altre conferenze, si è vista costretta a introdurre nella presenza generale dei nostri remoti progenitori un organo, le cui proprietà dovevano proteggerli da qualsiasi possibilità di vedere o percepire la realtà. Certo, la Grande Natura in seguito ha tolto dalla loro presenza generale il suddetto organo, ma per la legge cosmica detta di “assimilazione dei risultati di azioni continuamente ripetute” – secondo cui la ripetizione frequente di un atto in determinate condizioni fa comparire in qualsiasi concentrazione cosmica una tendenza a riprodurre risultati analoghi – la predisposizione formatasi presso i nostri antenati si è trasmessa per eredità alle generazioni seguenti sicché, a partire dal momento in cui i loro discendenti hanno instaurato nel processo dell’esistenza ordinaria molte condizioni rivelatesi propizie al suo manifestarsi, è successo che, in conformità alle leggi, in loro si sono manifestate le conseguenze delle varie proprietà di quest’organo e tali conseguenze, trasmesse di generazione in generazione, e man mano assimilate, hanno finito per provocare nei discendenti manifestazioni analoghe a quelle degli antenati.
Ed un suggerimento per risolvere la questione una volta per tutte.
Per salvare gli esseri del pianeta Terra, oggi l’unico mezzo sarebbe quello d’impiantare di nuovo nella loro presenza un organo simile a quello kundabuffer: ma questa volta le sue proprietà dovrebbero essere tali da garantire che ciascuno di quegl’infelici, nel processo della propria esistenza, avverta la sensazione e la consapevolezza incessanti che la propria morte è inevitabile come quella di chiunque altro cada sotto il suo sguardo o la sua attenzione. Solo questa sensazione e consapevolezza incessanti possono ormai distruggere sia l’egoismo che si è cristallizzato in loro al punto da inghiottirne tutta l’essenza, sia la tendenza a odiare gli altri che ne deriva — tendenza cui sono dovuti quei rapporti reciproci che costituiscono la causa primaria di tutte le loro anomalie, indegne di esseri tricerebrali, e malefiche per loro stessi e per l’intero Universo».
( I Racconti di Belzebù a suo Nipote – Georges I. Gurdjieff )
Egidio Maria Bruno Presta