la Scienza dell’Uno di Vittorio Marchi – Questa opera rappresenta un evento unico nel mondo della cultura scientifico-metafisica e un’occasione speciale per la scienza di interrogarsi su sé stessa. Non è un libro convenzionale, non è la classica lettura divulgativa o accademica, e non si colloca in settori specifici che possano essere facilmente classificati. Questo libro è una riflessione molto profonda di un fisico che nell’arco di molti anni della sua vita ha raccolto e messo assieme innumerevoli tasselli, per cercare di ricomporre un quadro conoscitivo completo oggi mancante all’uomo, un quadro che intende portare l’uomo inevitabilmente a Dio, come simbolo di unità. Leggere queste pagine dall’inizio alla fine non è il tipico percorso lineare che si segue nei classici libri di scienza o di filosofia, ma è un percorso volutamente circolare, dove qualunque argomento trattato porta sempre allo stesso concetto unificante di Unità. E’ un po’ il libro scritto da un saggio messaggero nel suo intento di riportare l’umanità alla sua armonia perduta con il Cosmo.
Un compito veramente difficile quello di Vittorio Marchi, e a quanto pare dalla lettura di queste profonde e documentate pagine, è anche una missione ben riuscita.
L’autore è uno studioso decisamente particolare che non vuole limitarsi ai contenuti delle leggi scientifiche, ma che desidera cogliere il significato di certe conoscenze, perché è proprio nel loro significato che l’umanità può percepire il suo vero ruolo, il senso della vita, e la consapevolezza di far parte di un vastissimo disegno divino, che va ben oltre quanto erroneamente e falsamente tramandato dalle religioni tradizionali. Le conoscenze scientifiche dell’autore sono vastissime: si spazia dalla fisica quantistica, all’astronomia, alla chimica, alla biologia, fino alla psicologia e al paranormale, e con una particolare focalizzazione sul concetto di non-località e sul concetto di “forza elettrodebole” dall’autore intesa come vera anima dell’universo e della vita.
Queste sono discipline che l’autore unisce assieme armoniosamente attraverso l’attenta presa di coscienza che molte costanti di natura, molti numeri che caratterizzano sia il mondo fisico che il mondo biologico coincidono tra loro in una maniera non casuale, in maniera tale da far intravedere non solo un nesso profondo che unisce le cose ma anche e soprattutto un significato unificante. E infatti è proprio il comprendere il significato delle cose del mondo, ovvero l’aspetto qualitativo e non solo quantitativo dell’intera questione, a farci intravedere secondo l’autore uno spiraglio di verità.
A riprova delle meditate riflessioni e deduzioni – sostanzialmente metafisiche – presentate in questo libro, l’autore riporta in maniera meticolosa e sapiente, gli aspetti più importanti (e tra loro connessi) delle antiche conoscenze come l’alchimia, l’astrologia, la geometria sacra, la numerologia, lo gnosticismo, il significato degli archetipi, la magia in tutte le sue forme nonché il lato nascosto e criptico della simbologia delle favole e dei miti, e il modo come queste conoscenze si interfacciano perfettamente (almeno a livello qualitativo e di significato) con alcuni aspetti della più avanzata scienza attuale. Sembra che il significato più profondo di alcune nostre scoperte ci sia sfuggito, e allora solo una persona di cultura vastissima, di sensibilità acuta e di profonda visione intuitiva di insieme può coglierlo nella sua giusta luce.
E’ allora inevitabile che questo autore, grazie alla indubitabile vastità della sua cultura – sia scientifica che metafisica, nonché storico-filosofica – che si è costruito, e soprattutto grazie alle sue riflessioni sulla stessa, sia in grado di cogliere in maniera precisa e straordinaria quello che manca alla nostra scienza e quindi alla nostra vita per poterci riavvicinare all’Uno, perché in realtà l’idea di “separazione” che ci è stata inculcata sia dalla scienza che dalla religioni attuali e che rappresenta il principale modus viventi della nostra civiltà, ci ha allontanato completamente dal progetto divino creando squilibrio non solo in noi stessi ma anche nel mondo fisico, con cui noi saremmo intimamente collegati tramite la figura divina.
Certe geometrie che si riscontrano costantemente negli oggetti della natura sia del microcosmo che del macrocosmo e i numeri che le descrivono, sono secondo l’autore una delle prove dell’interconnessione universale, e soprattutto di una “organicità di insieme” dell’universo stesso inteso come creatura viva, intelligente e autocosciente. Una interconnessione che gli antichi celebravano continuamente nei loro templi e nelle loro architetture sapientemente costruite con geometrie e orientazioni precise per funzionare come reale canale di comunicazione tra l’uomo e Dio. Marchi non è ovviamente l’unico ad aver trattato questi argomenti, ma sicuramente lui è uno dei pochi ad aver saputo cogliere con estrema finezza e saggezza i significati che si celano dietro certe tematiche e certe tradizioni, inclusa la cultura ermetica ed iniziatica di certe civiltà del passato.
Alla luce di queste acutissime e meditate deduzioni, basate su un attento studio delle più recenti ed importanti scoperte scientifiche e su un loro confronto con il sapere metafisico e filosofico antico, l’autore riesce a interpretare il modo in cui l’uomo e la sua società si sono completamente disconnessi dall’unità cosmica. In questa luce vengono spiegati i meccanismi che si sono venuti ad instaurare nel corso del tempo nel mondo della scienza, della religione e della società stessa: meccanismi di potere che imponendo il concetto di “separazione” e di “sottomissione” alle masse, sono riusciti a governarle come pecore imbelli, perpetrando quello che l’autore chiama “inganno millenario”.
La mancanza di coscienza dell’unità del cosmo – e più in generale di coscienza individuale e collettiva – ha dato adito a forze oscure di dominare il mondo a privilegio di pochi. In questo contesto, l’autore nella seconda parte del libro – con un cipiglio cospirazionista anche se di carattere obiettivo e critico – cerca di fornire una chiave di lettura ai nuovi governi mondiali, alla ragione delle guerre, al potere economico, alle sette segrete, intesi come sistemi di potere e di dominio sulle masse. Perchè questo succede? Perché l’uomo ha perso fiducia in sé stesso (cioè nel suo “sè” più autentico), ovvero nel potentissimo potere di quella “energia interna” che ha dimenticato di possedere, e nella consapevolezza dell’interconnessione tra materia e spirito nell’unità del divino. Un sapere che un tempo era conosciuto e vissuto in certi momenti della storia dell’uomo, ma che poi è andato perduto, di pari passo con la perdita di collegamento dell’uomo con la reale (e non istituzionale) dimensione del sacro.
Eppure sono le scoperte scientifiche stesse più recenti, come l’entanglement quantistico, la riscoperta del concetto di “etere”, il vero ruolo del cervello, la vera natura della coscienza e la corretta interpretazione di una delle 4 forze fondamentali della natura (la cosiddetta “luce pesante”), tanto per fare solo alcuni esempi, a risvegliarci sulla vera natura dell’esistenza e a invitarci a riaccendere quella luce interiore che per secoli è stata dimenticata lasciando spazio a forze oscure che ci hanno invece sottomesso e dominato alla luce di una solo apparente separazione delle cose.
Ecco allora il bisogno – secondo Vittorio Marchi – di ritrovare il paradiso perduto che abbiamo dentro di noi da sempre, anche rimodellando il significato delle scoperte scientifiche alla luce delle conoscenze antiche più autentiche, cercando di coglierne il significato più profondo, che appunto ci porta ad unificarci con il creato.
Questo validissimo libro è sicuramente “cibo per il pensiero”, e un’occasione per il lettore non solo di apprendere certi aspetti della scienza e dell’antica saggezza metafisica, ma anche e soprattutto di innescare un processo interiore di riflessione in grado di aprire strade conoscitive – e non solo culturali – di cui l’umanità è stata lasciata all’oscuro. Non si tratta di apprendere conoscenze, perché la conoscenza che questo autore propone non è una mera raccolta di informazioni (per quanto la documentazione da lui apportata sia straordinariamente ricca), ma solo di aprire “porte” dentro di noi rileggendo attentamente e anche con senso di contemplazione e di raccoglimento il significato vero che si cela dietro le cose del mondo, dell’universo e della vita.
Dunque questo libro rappresenta veramente lo sforzo di una vita mirata alla ricerca della Verità, ovvero la luce che si cela dietro la reale natura delle cose e non solo la loro rappresentazione quantitativa o formale. Marchi ci fa capire che l’acquisizione di questa consapevolezza deve passare non solo attraverso il cervello ma anche attraverso il cuore, cioè deve essere vissuta emozionalmente e con grande senso di responsabilità e reale codice etico, ricordando che la vera forza che tiene assieme l’universo è l’amore autentico e incondizionato, che può essere vissuto solo quando l’umanità esperimenta un senso di interconnessione.
Molte delle asserzioni di Marchi possono apparire arbitrarie e non tutte scientificamente condivisibili (come dal sottoscritto), ma resta certo che il grande pregio di questo saggio sta nella dialettica che innesca nel nocciolo più profondo delle persone che sanno realmente centellinare la conoscenza e sanno rifletterci sopra in maniera pura, completa e senza compromessi. Questo libro dunque è una avventura avvincente dello spirito, prima che della mente, che si raccomanda ad ogni lettore che sappia osservare il mondo ed abbia piena consapevolezza di quanto la nostra società ci abbia frammentati, anche tramite meccanismi che intendono soggiogarci e farci perdere il ricordo di chi siamo veramente. Una lettura intelligente – o per meglio dire “cosciente” – come questa, non aumenta solo la nostra cultura e la nostra consapevolezza, ma innesca processi nel nostro pensiero che possono letteralmente cambiare il mondo e togliere una volta per sempre quel “velo di Maya” che ancora ci separa dalla realtà vera dell’universo, per riportarci a quel concetto di unione universale che è nemica di tutti i compromessi, di tutti i poteri e di tutte le guerre, e amica solo della pace nel mondo laddove gli uomini imparino a ricordare l’Uno a cui appartengono.
Questo non è un libro di scienza ma un libro di “metafisica della scienza”. Seppur a tratti ridondante, è molto ben scritto, riuscendo a veicolare in maniera immediata delle grandi verità al lettore attento e profondo. Può avere un grande impatto sulle masse.
Astrophysicist and Science Writer