di Lucio Giuliodori
La coscienza di prosperità è qualcosa che ha a che fare col nostro Io, una persona è ricca solo se si sente ricca e la ricchezza non è solo quella materiale, semmai include anche quella. La vera ricchezza è qualcosa che concerne la persona nella sua globalità. Non si può parlare di ricchezza quando si esclude il mondo esteriore o quando si esclude quello interiore: un calciatore non è ricco ma nemmeno un’asceta lo è.
Il conoscere è l’amore per la saggezza e il denaro è l’amore per le cose: se amiamo la vita nella sua interezza, e quindi se ci amiamo (noi infatti siamo la vita), dobbiamo allargare i nostri orizzonti e vedere la ricchezza come qualcosa di più globale. La sua onnicomprensività è ciò che ne suggella l’essenza dal punto di vista ontologico.
Ma veniamo al punto: chi siamo noi? Che cos’è la realtà in cui viviamo? La risposta a queste due domande, racchiude (anche) il segreto per attrarre la prosperità. Noi siamo delle coscienze intelligenti inserite in una coscienza intelligente più ampia (la realtà esterna). Il concetto essenziale da comprendere è che noi siamo a pieno titolo parte integrante di quella coscienza intelligente più ampia, (a livello spirituale le separazioni sono solo illusione, le divisioni hanno a che fare con la materia non con lo Spirito): connettendoci ad essa possiamo ottenere cose che connettendoci al nostro ego non otterremmo mai.
Più desideriamo in modo egoistico infatti, meno siamo collegati a quel Potere, più la nostra volontà, cioè il nostro piccolo campo magnetico, è allineata alla consapevolezza della “coscienza madre”, cioè il campo magnetico più grande nella quale è inserita, più diventeremo ricchi. La coscienza dell’abbondanza genera abbondanza. Essa però arriva solo tramite la consapevolezza di non essere solo il nostro ego ma di essere il Tutto.
Se ci immedesimiamo solo con l’ego, non potremmo mai arrivare alla felicità, il suo continuo “chiedere” lo dimostra: è nella sua ragion d’essere, o meglio d’apparire, generare insoddisfazione e inappagamento, sia interiore che esteriore. Pregare e chiedere serve solo ad illuderci, bisogna guardarsi dentro e capire chi siamo veramente per ottenere qualcosa: “ambula ab intra”, dicevano gli antichi alchimisti.
E’ necessario prendere consapevolezza delle nostre infinite capacità, non abbiamo bisogno di nessuno, né dell’inesistente misericordia di Dio, né della pericolosa astuzia del nostro ego. L’ego è inappagato perché non riesce a vivere nel presente, si nutre di progetti futuri, cioè si nutre di inesistenze, ecco perché l’ego non è veritiero, esso non ha sostanza, l’essere non lo include: l’essere siamo noi più la Coscienza Infinita (la realtà esterna), l’essere è il presente.
L’ego invece è quel furbo cialtrone che ci dice: “solo quando avrai quella macchina sarai felice – non ora, solo quando potrai permetterti quella casa sarai felice – non ora, solo quando ti porterai a letto quella ragazza sarai felice – non ora”. No, no, no e ancora NO! Io voglio essere felice ORA! Io sono felice ora.
Il successo non è qualcosa che si raggiunge ma qualcosa che si diventa. L’essere umano è un essere straordinario, egli è già un successo, deve solo diventarne consapevole, cioè deve solo divenire se stesso. In quanto campi magnetici, noi siamo in grado di attirare abbondanza ma solo se riusciamo a concentrarci: la concentrazione è vivere il presente, senza sforzo e senza ansia.
Esattamente come quando guardiamo un film: siamo coinvolti nella storia, quasi viviamo in essa, tanto siamo assorti, ma ci stiamo forse sforzando? Lo sforzo implica fatica e la fatica non serve affatto, se non per ostacolarci. La fatica è una controintenzione “bella e buona”. (Non è vero che i soldi arrivano solo dal sudore, dalla fatica e dallo stress.
Pensate a quanto si diverte una band affermata quando suona dal vivo. Pensate a quanto guadagna divertendosi…). Concentrarsi significa incastrare la mente nella cosa presente, senza rimpianti verso il passato o aspettative riguardo al futuro: se riusciamo a sederci serenamente in poltrona e guardare il film della nostra vita, potremmo tranquillamente diventarne i registi.
Fonte: http://www.luciogiuliodori.net/