Absit iniuria verbis
E' atroce l'albagia “scientifica” che dimostra il C.I.C.A.P.: la tracotanza dei suoi esponenti si incolla alla loro infinita, irredimibile ignoranza. Con le loro convinzioni d'accatto, gli spocchiosi “esperti” del grottesco comitato credono di frodare il pubblico. Esemplare è stato il servizietto in cui il programma “Report” ha ospitato questi personaggi da commedia dell’arte, intenti ancora una volta a schernire i ricercatori ed a normalizzare l'orrore.
Obtorto collo, la Gabbanelli ha accettato che l'Armata Brancatopone bivaccasse all'interno di “Report”. La già vacillante reputazione di “Report” è crollata miseramente. Infastidita ed imbarazzata, la Gabbanelli ha dovuto pure magnificare gli inesistenti meriti del C.I.C.A.P.: la giornalista della R.A.I., pur non aliena del tutto a compromessi utili alla conferma di “Report” nel palinsesto, era visibilmente contrariata: passi la disinformazione, ma il ridicolo è intollerabile. Infatti chi è più ridicolo di Kattivix, con i suoi modellini delle Torri gemelle?
Tra pseudo-fachiri, piccoli chimici, autoproclamatisi scienziati, elettricisti che hanno appena cominciato il corso per corrispondenza della Radio Elettra, è risaltato il lemure Marco Mortocutti: volto inteschiato, occhi infossati, voce fessa, lo spettrale Mortocutti ha spiegato che a Caronia gli incendi furono opera di piromani autolesionisti. E' una vera e propria calunnia cui speriamo gli abitanti della frazione in provincia di Messina rispondano con una denuncia. Il mortale Mortocutti ha anche evocato con inquietante sibilo gli alieni: la solita frusta divagazione con cui ormai non si abbindolano neanche i gonzi.
Questa è la scienza, “benefica, immortal, a' trionfi avvezza”: bastano due fili bruciati ed un bruciato e ti convinci che a Caronia vivono gli emuli di Erostrato. Di nuovo poi il noioso Sinone Angioni (nomina sunt omina) che “corregge le virgole ed ha quindi risolto in un battibaleno tutto l’affaire chemtrails” (Parvatim). Non gli bastavano i dottissimi studi sui ragni migratori volanti che migrano in tutte le stagioni: è tornato a cicalare di scie, senza neanche elargirci il suo gustoso mantra “nel senso che”. Kattivix intanto giocava con i lego e con i peluches dei gatti, Pollidoro piegava i cucchiaini (si crede Neo di “Matrix”), mentre quell'altro si infilava gli spillloni nei vari orifizi.
Se distogliamo lo sguardo da questo spettacolino carnascialesco, ci imbattiamo nella scaltrita e subdola distorsione linguistica che gli “esperti” di meteorologia perpetrano da alcune settimane: “velature che si spostano”, “cielo lattiginoso”, “cielo grigio, ma senza fenomeni” (questa glossa, però, ossia senza fenomeni è veritiera, perché i fenomeni da baraccone sono tutti nelle varie sedi del C.I.C.A.P.), “nubi sottili”, “nubi stratificate”… è tutto un fiorire di espressioni della neo-lingua orwelliana, dietro cui si nasconde lo scientifico preannuncio delle irrorazioni clandestine.
Non solo, recentemente nel corso delle previsioni trasmesse dalle reti regionali della R.A.I. è stata introdotta un’icona che mostra tre righe orizzontali ad evocare le strisce chimiche. Questa innovazione nella bambinesca grafica del meteo è il piccolo e significativo indizio di una graduale, ma irreversibile trasformazione dei codici comunicativi atti a manipolare le coscienze.
Il linguaggio plasma la realtà e la percezione: mentre la pubblicità televisiva, funesta sirena, ci incanta con il ritornello “Ma il cielo è sempre più blu”, il firmamento diventa un po' alla volta un bianco lenzuolo, il lenzuolo in cui avvolgere il cadavere del pianeta.