La fotosintesi artificiale sempre più vicina

Il Giornale OnlineGli scienziati hanno fatto un importante passo in avanti sulla lunga strada della fotosintesi artificiale, sintetizzando una serie inorganica stabile di ossidi di metallo, in grado di permette un’ossidazione veloce ed efficace dell’acqua in ossigeno.

Ciò è segnalato dal giornale tedesco Angewandte Chemie e classificato come VIP (“very important paper”).
La fotosintesi artificiale potrebbe contribuire decisamente a risolvere i problemi di clima e di energia se i ricercatori trovassero la strada per produrre idrogeno con l’aiuto di energia solare.

L’idrogeno è considerato la fonte di energia del futuro.
L’industria automobilistica, per esempio, sta lavorando duramente per introdurre celle a combustibile a partire dal 2010.
Tuttavia, un tale sistema potrebbe risultare realmente ecologico se si riuscisse a produrre idrogeno da fonti rinnovabili.
La fotosintesi artificiale, cioè la scissione dell’acqua in ossigeno ed idrogeno con l'aiuto della luce solare, potrebbe essere il modo per risolvere questo problema.

Tuttavia, la strada è colma di ostacoli. Uno di questi è la formazione delle sostanze aggressive nel corso dell’ossidazione dell'acqua. Le piante risolvono costantemente questo problema riparando e sostituendo i loro catalizzatori. L’efficienza dell'imitazione tecnica dipende da catalizzatori stabili come quelli sviluppati e sintetizzati per la prima volta da una squadra di ricerca del centro Jülich, membro dell'Associazione Helmholtz e dell'Università di Emory di Atlanta, USA. Il nuovo gruppo inorganico di ossidi di metallo con un nucleo composto da quattro ioni di rutenio, raro metallo di transizione, catalizza efficacemente e velocemente l’acqua in ossigeno, riuscendo a rimanere stabile.

“La nostra complessa soluzione in acqua di tetra-rutenio, manifesta i relativi effetti già alla temperatura ambientale”, ha dichiarato il prof. Paul Kögerler del Jülich Institute del Solid State Research, che ha sintetizzato il promettente gruppo di ossidi insieme al collega dott. Bogdan Botar.
Le misure catalitiche sono state effettuate alla Emory University.
“Contrariamente a tutti i gli altri catalizzatori molecolari per l’ossidazione dell'acqua, il nostro catalizzatore non contiene alcun componente organico. Ecco perchè è così stabile “.

Botar spiega poi, il passo successivo: “Ora la sfida è integrare questo complesso di rutenio nei sistemi fotoattivi, che convertono efficientemente l'energia solare in energia chimica”.
Finora, l'energia è ancora ottenuta con ossidanti chimici.

Tradotto per AG da Nebula

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FONTE: http://www.physorg.com/news125666441.html