Una possibile risposta è stata ipotizzata dal matematico tedesco Walter Schempp e dal fisico britannico Peter Mercer i quali hanno sviluppato un modello matematico per spiegare in che modo il DNA codifica la forma e l’auto-organizzazione. La loro ipotesi è che il DNA sia un medium oscillante, come una stazione radio, che invia e riceve ogni sorta di informazione genetica attraverso onde.
Questo è un modo radicalmente nuovo di spiegare come il DNA guidi la formazione di un organismo. Secondo Schempp e Marcer, ogni coppia base di nucleotidi – contenente le istruzioni genetiche A, C, G o T – codifica un modello di diffrazione, ovvero un’onda contenente il modello di forma di quel momento: in altre parole, le informazioni necessarie per definire la forma dell’organismo in ciascuno stadio dello sviluppo. Pensate al DNA umano «… come a una pila di… milioni di CD contenenti le informazioni sufficienti per generarvi», scrivono i due scienziati. Ciascun legame di base costituisce un’onda che trasporta dati in tre dimensioni, attraverso un processo di codificazione-decodificazione, allo stesso modo in cui una macchina per la risonanza magnetica (MRI) scatta una fotografia del tessuto umano a intervalli di un secondo, combinandoli in un’immagine in movimento.
Secondo questo modello, i geni contengono in forma olografica la storia dell’evoluzione dell’organismo, ovvero una sorta di biografia 3D dall’istante del concepimento in poi. In età infantile, il vostro corpo è essenzialmente un contenitore vuoto nel quale confluiscono onde di informazioni provenienti dai vostri genitori. Crescendo, lentamente i vostri cromosomi accumulano dati attraverso le informazioni 3D trasportate e memorizzate sotto forma di onde. Secondo la mappatura matematica di Marcer, i cromosomi producono qualcosa di simile a dei fasci laser contenenti informazioni in grado di unificare i cromosomi delle varie cellule di un organismo in un continuum olistico. I nucleotidi irradiano determinate istruzioni verso varie parti del corpo, e le cellule colpite risuonano alla stessa frequenza, captando il segnale. Schempp e Marcer presentano calcoli impeccabili e un modello olografico, ma le loro idee restano una descrizione matematica, diversa dalla carne di un corpo umano come una cartina stradale lo è dal territorio.
Ciononostante, mentre i due scienziati stavano lavorando a questo modello, Peter Gariaev (biologo molecolare dell’Istituto di Scienze di Controllo di Mosca, dell’Accademia Russa delle Scienze) e il suo collega Georg Tertishny (un teorico di Fisica laser) hanno aggiunto a queste equazioni teoriche dei concreti dati sperimentali. Attraverso una serie di ingegnosi esperimenti, il team di Gariaev ha dimostrato che i cromosomi emettono radiazioni, oppure onde di energia, captabili nei punti più distanti dell’organismo. Essi hanno anche mostrato che il DNA sembra capace di trasformare un tipo di frequenza in un altro, per inviare informazioni. In uno dei primi esperimenti, gli scienziati russi hanno bombardato preparati di DNA in provetta con un fascio laser. Con loro sorpresa, il DNA trasformava più o meno simultaneamente il fascio in una frequenza radio, od onda sonora. Dopo aver ricevuto questa informazione, le molecole di DNA hanno cominciato a polarizzarsi – a camminare in linea – e, come un trasduttore in miniatura, hanno istantaneamente trasformato queste onde radio nella sua frequenza inferiore, per trasmettere istruzioni.
Ciò lascia pensare che il DNA sia una sorta di cavità risonante in grado non solo di “leggere