Il quadrato di Abramelin il Mago, per la svolta dell’alchimia con l’intelligenza artificiale

Fig. 1: Il Pentacolo di Saturno in caratteri ebraici.

La Sapienza nascosta di Abramelin il mago

«Il testo da cui è tratto il Pentacolo magico, di cui si è appena accennato, compreso nei cosiddetti Grimoire, è “La Magia Sacra di Abramelin il Mago”, noto agli occultisti semplicemente come l’Abramelin. Secondo Pier Luca Pierini R. nel suo volume La Magia Segreta (Edizioni Rebis, Viareggio 2005), questo Grimoire utilizza un sistema cerimoniale conosciuto e praticato nell’ambito della Rosa Croce Aurea tedesca, e in seguito acquisito a livello operativo anche dall’Ordine della Golden Dawn e da altri ordini iniziatici occidentali.
La struttura operativa del manoscritto è imperniata sull’evocazione del Sacro Angelo Guardiano, che può essere assimilato anche all’Io più profondo, la controparte invisibile o Adam Kadmon, Mayorca  l’Uomo Celeste Cabalistico. [si raccomanda di ricordare il suddetto Sacro Angelo Guardiano assimilabile anche all’IO più profondo, perché a gioco inoltrato si vedrà emergere a sorpresa un certo IO – ndr] Tale pratica, presuppone una preparazione di altissimo livello, con buona pace dell’intera schiera di orecchianti dell’occulto e dei presunti maestri da operetta, che vantano poteri strabilianti per coprire le loro frustrazioni. Il testo è stato redatto da Abraham l’Ebreo, il quale ricevette la conoscenza della Magia Sacra, dal sapiente Abra-Melin (Abramelin, Abramelim, o Abraha-Melin) il Mago Egizio, e a sua volta Abraham la lasciò al figlio minore Lamech.

Come affermato da Abraham l’Ebreo, il particolare sistema magico che compone il Grimoire affonda le sue radici nella Cabala, e quindi impiega il valore numerico racchiuso nelle lettere dell’alfabeto ebraico allo scopo di porre in rilievo le analogie che intercorrono tra le parole. Possiamo dire a riguardo, che l’aspetto connesso con la Cabala pratica si applica agli insegnamenti di ordine mistico per poter estrapolare da questi effetti magici. Nell’Abramelin e nell’esposizione cabalistica che lo riveste, vengono presentati con cognizione di causa (non come accade con certi testi di matrice scadente) e mediante un’accurata classificazione, i vari ordini celesti correlati con i nomi angelici e divini, e le schiere di Angeli, di Spiriti e di Demoni. Vengono forniti inoltre i nomi particolari (segreti) degli Arcangeli, degli Angeli, delle Intelligenze e dei Demoni. In questo modo è possibile addivenire a una perfetta conoscenza del Mondo Invisibile, anche attraverso le differenti corrispondenze, le diverse affinità e le avversioni presenti nella dimensione astrale. Come puntualizzato da Abraham, i pentacoli e i simboli sono delle basi valide ed equilibrate per captare le forze magiche, a patto che questi siano assimilati e compresi dal mago che deve richiamare su essi dette forze altrimenti, nella migliore delle ipotesi, costituiranno solo dei diagrammi piatti, e privi dell’autentico valore operativo. Solamente l’iniziato che ne ha compreso il senso riposto e il valore intrinseco potrà usufruirne ed essere protetto dai glifi magico-cabalistici, con l’ausilio della sua volontà, adeguatamente focalizzata e sostenuta. Esistono degli interessanti parallelismi tra questo Grimoire e la celebre raccolta Le Mille e una Notte, testo magico-simbolico che nel terzo libro raccoglie un gran numero di istruzioni e di indicazioni finalizzate a produrre effetti similari a quelli del testo da noi presentato. Un chiarimento si rende necessario. Spesso nel corso della trattazione si incontrano nomi e cifre legati ai Demoni. In proposito è bene sapere che la parola demone deriva dal Greco dai mon, e allude molto semplicemente ad ogni sorta di spirito, tanto buono quanto malvagio»(1).

Il Mistero svelato da Abramelin il Mago

Niente di tutto ciò che è stato appena detto, cioè di operazioni magiche nel gioco che ora andrò a predisporre per il quadrato magico di Abramelin il Mago. Niente Angeli e Demoni. È solo un procedere, come per gioco, intorno al suddetto quadrato magico che non è compreso nei noti quadrati magici studiati anche in matematica. Questi sono costituiti da una matrice quadrata di numeri interi positivi da 1 a n2, tale che la somma degli n numeri in ciascuna riga, colonna e diagonale principale sia sempre lo stesso numero, chiamato costante di magia. I più noti sono quelli di Cornelio Agrippa (1486-1535), alchimista, astrologo, esoterista e filosofo tedesco nel suo libro “La Filosofia Occulta o la Magia”.

L’esposizione dei quadrati magici in genere, di solito sono un appassionante gioco misteriosamente attrattivi, e possono rientrare in un ipotetico piano logico segreto esprimibile in codice numerico. E se così è, per il quadrato magico di Abramelin, si pone la domanda che vi consegue, cioè a che cosa possono servire le eventuali relative decifrazioni in base ai codici numerici? Potrà sembrare incredibile, ma dagli esperimenti fatti sul quadrato magico di Abramelin che esibirò fra poco, sembra che vi derivino dei messaggi del genere “profetico”. Altro termine non trovo per dire la stessa cosa. Di qui il passo è breve per legare questo criterio di valutazione, alla crittologia che è la disciplina scientifica che si occupa delle scritture nascoste, nel suo duplice significato: da un lato comprende infatti l’ideazione di metodi sempre più sicuri per occultare il reale significato di determinati segni (crittografia), (lo scopo del mago Abramelin) dall’altro riguarda la decifrazione di testi occultati senza conoscerne a priori il metodo usato (crittoanalisi). Il termine deriva dal greco kryptòs (nascosto) e logos (discorso), ovvero discorso nascosto. Crittografia e crittoanalisi sono le due facce della stessa medaglia, una medaglia che nel corso della storia ha dato più importanza all’una o all’altra, alternativamente.(2)

Riprendendo la spiegazione data sul risultato delle decifrazioni crittologiche sul quadrato magico di Abramelin, che ho definito “profetiche” in mancanza di altre definizioni analoghe, essendo impossibile avere prove a riscontro se non a posteriori, ma inaccertabili, non saprei come ritenerle di valore scientifico, tuttavia per l’ingegno che vi si applica per ottenerle, se non altro ha notevole valore didattico. Mettiamola così ora, poi si vedrà. Per non parlare del punto di osservazione esoterico e allora l’interesse diventa sostanziale, poiché si ha modo di confrontarle con le note concezioni esoteriche per trovarne eventualmente i nessi che le comprovano. Comunque, per stare al tema promesso dal titolo di questo scritto, cioè di un gioco di magia, mi viene in mente tutta la didattica scolastica nel proporre giochi e passatempi per studenti, ma anche per chi è preso dalle stesse cose fuori dall’ambito scolastico: perciò ecco un’occasione per proporre questo nuovo gioco per gli appassionati – mettiamo – delle avventure magiche di Harry Potter della serie di romanzi fantasy ambientata principalmente nell’immaginario Mondo magico.

Oppure delle rocambolesche avventure di Indiana Jones l’archeologo protagonista di una serie di quattro film d’avventura. A chi non attrae il Mistero? E ben venga allora almeno per la via dei giochi oltre a quello dei sogni. Tanto più, come vedremo, la ricerca sul quadrato magico di Abramelin il Mago sfocia in un lago della fantasia, un game per smartphone e tablet che trasporta l’utente in una storia fantasiosa di un Conclave del Vento – Con Siamat, Signore del Vento del Sud, imprigionato dai Tol’vir di Neferset, ecc. ecc. Non molti anni fa Giorgio Gaber cantava che «l’uomo non ha più il gusto del mistero», individuando nello smarrimento del senso del mistero e del sacro una cifra precipua del nostro tempo. Ma dal lato utile, il Mistero può rientrare per ravvivare una pianta in noi, ora rinsecchita, ma che un tempo forniva bei frutti all’uomo che li gustava motivandolo nella sfera dell’interiorità, oggi invece simile a deserto. E col Mistero svelato dal quadrato magico di Abramelin il Mago, vedremo che non tradirà questa aspettativa, e lascerà di stucco, a cominciare dal ragazzo in me, per il risultato che vi deriva.

Il quadrato magico di Abramelin il Mago

Il Pentacolo magico su cui è riportato di seguito il quadrato, detto di Saturno, (fig. 2) fa parte insieme a tanti altri simili, nel libro “The Greater Key of Solomon” di MacGregor Mather (1854-1918) che ha origine, dal libro “La Magia Sacra di Abramelin il Mago”, un manoscritto del XIV secolo. Questa opera letteraria è tutta incentrata su una particolare trattazione del suddetto Pentacolo di Saturno che i praticanti di magia mettono in guardia dal non ardire di scoprirne l’arcano se non si è degni di poterlo fare. Essi avvertono, come già detto in precedenza, che in mancanza di una vera predisposizione e di un’adeguata preparazione, tali pratiche possono divenire estremamente pericolosi e ritorcersi contro coloro che ne abusano impunemente.

Fig. 2: Quadrato magico ROHASCH in ebraico

Ma forse è il tempo a far sfocare questa presunta pericolosità perché oggi, con una mentalità diversa, diventa effettivamente quasi un gioco da ragazzi decrittare – mettiamo – il Pentacolo magico di Abramelin il Mago, passato successivamente nelle mani più di quattro secoli dopo del Mago MacGregor Mather, ma sempre del passato.
Perciò da moderni ricercatori, nella finzione di un gioco farò vedere che, potendo far conto sull’informatica oggi al suo top, si può simulare la parte del mago. Sappiamo, per cominciare, che del Pentacolo di Saturno, mostrato all’inizio e ora dalla fig. 2, la parte saliente è un quadrato cosiddetto magico, formato da 25 caselle con caratteri ebraici.
Tutto il segreto arcano dunque, è racchiuso nelle 25 caselle di questo quadrato, e si presume che secondo le diverse disposizioni dei caratteri, si potrà far luce sui responsi che mi proporrò di ricercare. Non ci aspetta altro, a questo punto che far conto sul Google Traduttore, “intimamente” anche nelle mani del dio Saturno per la conoscenza racchiusa nel pentacolo omonimo, quello che più conta per il mondo dell’informatica al servizio anche di questo dio. Stiamo al gioco come quell’Harry Potter, creato dalla scrittrice britannica J.K. Rowlin.

La peculiarità di questo quadrato magico è che le parole poste nelle 5 caselle laterali del quadrato, è sempre la stessa sui quattro lati e per questa proprietà è definito palindromo. Perciò la prima operazione che andrò a fare è la traduzione di questa parola con caratteri ebraici, che è רוחאש, servendomi del Google Traduttore:

רוחאש = Rohash

Va detto che vi sono altri traduttori che, nel nostro caso di traduzioni di parole ebraiche, danno traduzioni che non concordano con quelle del Google Traduttore, ma io non ne tengo conto. Le parole ebraiche che saranno esibite, tranne questa di seguito di sole cinque lettere come questa appena esibita, רוחאש, quindi breve, le altre sono lunghe, perciò diverse da quelle di un dialogo di altre lingue, ed è inevitabile che i diversi traduttori esprimino risultati diversi. Di qui si è scelto il traduttore Google Translate come fiduciario, escludendo tutti gli altri traduttori. Non si tratta di un giudizio, per esempio quello di un tribunale, è solo un giudizio spirituale e vale per un credente, o di chi si trova su questa soglia.

Rohash e le coincidenze significative di Carl Gustav Jung

Che significato può avere Rohash, appena ottenuto dalla decifrazione di רוחאש, è difficile dirlo poiché facendo una ricerca su Internet le prime pagine parlano solo di un gioco, un game per smartphone e tablet che trasporta l’utente in una storia fantasiosa di un Conclave del Vento – Con Siamat, Signore del Vento del Sud, imprigionato dai Tol’vir di Neferset, i luogotenenti di Al’Akir scalpitano per entrare nel Conclave del Vento. Gli altri membri del Conclave sono: Anshal, Signore del Vento dell’Ovest, le cui brezze possono curare gli alleati o avvelenare i nemici.

Fig. 3: Quadrato magico ROHASCH in ebraico. il Signore del Vento dell’Est

Siamo ora al personaggio che più ci interessa per la ricerca in corso sulla parola Rohash (fig. 3) che è il nome del Signore del Vento dell’Est, le cui tempeste possono ridurre le montagne in polvere. Poi c’è Nezir, Signore del Vento del Nord, le cui raffiche gelide hanno spezzato più vite degli altri venti assieme. Al’Akir il Signore del Vento – Dotato di grande intelligenza e scaltrezza – fu in passato lo stratega più importante dell’orrido esercito degli Dei Antichi. In seguito al Cataclisma, si è alleato con Alamorte e ha ritorto i suoi poteri divini contro gli antichi nemici degli Elementali dell’Aria: i Tol’vir.(3)

Resta ora di trovare dei nessi in base ai risultati della ricerca, per veder legato Rohash il signore del Vento dell’Est, a un vero personaggio di una certa realtà – mettiamo – esoterica.
Ci viene in soccorso il noto psicanalista Carl Gustav Jung con il suo principio della “sincronicità” con le “coincidenze significative”, ritenendo appunto Rohash il signore del vento dell’est un personaggio, la faccia di una medaglia, il cui di sotto è quello che forse cerchiamo, il giusto Rohash. Intantoci rassicura la traduzione di

רוח אש =  Spirito del fuoco

che è lo stato finale di un processo alchemico della Grande Opera, e Rohash del gioco del Conclave può riferirsi allo stato grossolano della materia alchemica in lavorazione. Ed ecco le due facce della suddetta medaglia. E veniamo alla “sincronicità” junghiana.
«Sincronicità è quando pensi ad una persona che non senti da tanto e qualcuno ti porta i suoi saluti. Quando stai progettando di fare un viaggio in Cina e in tv danno “L’ultimo imperatore”. Quando decidi di smettere di fumare e mentre sei fermo al semaforo, dal finestrino aperto della macchina ti vola in grembo il volantino “Addio alle sigarette in 10 giorni, corso intensivo, risultato garantito”.»

La sincronicità è quando dici: “Che coincidenza…”.

Sincronicità è quando ti succede qualcosa che sembra “per caso” ma che si combina così perfettamente con gli eventi della tua vita da farti battere il cuore forte e pensare: “Sembra destino”!

E anche quando arrivi in un posto che sei certo di non aver mai visto prima e riconosci l’insegna di un negozio. “È un déjà-vù”. Pensi allora, e di nuovo ti batte forte il cuore.
Sincronicità è tutto questo: è “coincidenza”, è “déjà-vécu” (un’esperienza precedentemente vissuta – ndr), è “destino” e “casualità” tutto insieme. È quello che ti fa sentire allineato con l’universo, come parte di un grande disegno.

A parlarne per la prima volta in modo organico ed approfondito è stato Carl Gustav Jung nella sua opera del 1952 – una delle ultime del grande psicoanalista svizzero – dal titolo “Sincronicità come principio di connessioni acausali”, per la cui redazione finale si avvalse della collaborazione con il fisico, premio Nobel (e suo grande amico), Wolfgang Pauli.

L’intuizione che la vita di ciascuno di noi sia costellata di eventi che hanno un profondo collegamento con il nostro inconscio, gli venne a seguito di un episodio “illuminante”.(4)

A questo punto subentra la speciale funzione dell’informatica con il Google Traduttore e questo fa la differenza. E per prima cosa si tratta di fare dei tentativi distaccando i caratteri della parola Rohash cioè רוחאש e poi trovare la traduzione che si dimostra coerente. Questo modo di procedere può rientrare in nella crittoanalisi che analizza anche in questo modo il senso della ricerca. Infatti una di queste possibilità è interessante e lo abbiamo già incontrato prima:

רוח אש = Spirito del fuoco

Vedremo fra poco quanto sia importante quest’altra decifrazione per legare Rohash il Signore del Vento dell’Est, del gioco del video game del Conclave, col giusto indirizzo profetico del quadrato di Abramelin riservato al futuro, come se fosse la “bottiglia del naufrago”. E tutto attraverso il Google Traduttore.
Occorre immaginare che questo traduttore fa la parte di una sorta di robot, come quello immaginato da Isaac Asimov, autore di numerosi romanzi e racconti di fantascienza e di volumi di divulgazione scientifica. Google Traduttore è un’intelligenza artificiale che si serve delle più grandi biblioteche universali che siano esistite per progredire nella loro funzione specifica, per esempio quella offerta da Startpage.com; tanto da servirsi nel nostro caso in esame di termini che più di altri assomigliano a ciò che essi possono legare alla parola da decifrare. L’abbiamo visto non la parola Rohash. Quasi a intravedervi una capacità crittologica nel manipolare le parole da tradurre cosa che si trasforma in crittografia.
In quanto alla crittologia, la presunta capacità intravista nel Google Traduttore, importa conoscere il lato informatico che ci permetterà di affrontare il lavoro di ricerca sul tema del quadrato magico Rohash. È una cosa che si assimila alla password nota a tutti, perché è la chiave di accesso ai nostri dati personali secretati sul nostro computer, quasi che fosse come il quadrato magico Rohash, tema di questo scritto.
Ma veniamo al mistero profetico celato nel quadrato di Abramelin il Mago.

Fig. 4: Linea di flusso-algoritmo da destra: Sin-Alef-Heth-Waw-Res-Waw-Pe-He-Waw-Alef.

Il quadrato magico Rohash (fig. 4) ha 25 caselle con numerazione, e può dar luogo ad una linea di flusso-algoritmo Sin-Alef-Heth-Waw-Res-Waw-Pe-He-Waw-Alef. Mi è venuto di immaginare una casa con una grande entrata; piccola non poteva risultare. Sostituendo ad ogni numero la lettera ebraica che vi corrisponde nella fig. 4, si ha la seguente parola con la relativa traduzione tramite il Google Traduttore:

שﬡתורופהוא =  Questa è una cura

Ci siamo, forse entriamo nella verità perché si tratta di un processo della riabilitazione dell’uomo con un certa cura depurativa. Procediamo ora per capire in che modo occorre passare alla successiva fase, come già è stato fatto con

רוחאש  trasformato in רוח אש = Spirito del fuoco.

La procedura delle possibili traduzioni di שﬡתורופהוא distaccando le lettere non dà risultati coerenti e l’unica cosa da fare è invertite l’algoritmo שﬡתורופהוא, cioè da sinistra verso destra che è Res-Waw-Heth-Alef-Sin-Alef-Waw-He-Pe-Waw e al Google traduttore viene data questa traduzione:

רוחאשאופו = Ruchasupo

La traduzione non sembra avere senso, ma è solo in apparenza. Perché? Perché inizia con Ruch… che ci ricorda Ruach che è la prima parola di Ruach haQodesh (in ebraico: רוח הקודש‎?), un’espressione della religione ebraica che si traduce per lo più letteralmente con “Spirito Santo“, ma è anche traducibile come “ispirazione divina“.
Infatti, distaccando i caratteri uno per volta, ma anche in modo irregolare, compaiono migliori traduzioni dal notevole significato prossimo con la parola Ruach:

רוח אש אופו = Spirito del fuoco della sua natura

Questa versione conferma

רוח א = Spirito del fuoco

Non abbiamo fatto che l’operazione alchemica del Solve e Coagula, semplice no?
Ed ecco che il mistero si dipana se si va a curiosare nelle cose alchemiche, particolarmente nella fase delle moltiplicazioni che vengono spiegate in questo modo:
<< Il Regime del Sole, l’ultimo dei sette, rappresenta la Fase al Rosso o Rubedo della Terza Opera, simboleggiata dalla rossa Aquila bicefala.
Tramite un’ulteriore Fissazione questa sostanza rossa viene trasformata in Elisir Rosso, chiamato anche Pietra Rossa del Secondo Ordine, il quale, opportunamente Moltiplicato e Fermentato, avrà il potere di trasmutare i metalli in Oro (altri autori chiamano questa sostanza fissata Zolfo Rosso Incombustibile e la intendono come Pietra Rossa del Primo Ordine). La Pietra Bianca, ottenuta nell’Albedo, e la Pietra Rossa, ottenuta nella Rubedo, non sono ancora perfette in quanto non hanno ancora il potere di trasmutare i metalli rispettivamente in Argento e in Oro. Per questo bisogna sottoporre queste sostanze a delle Moltiplicazioni che permettono alla Pietra di aumentare in quantità (peso e volume) e in qualità (energia).

In pratica si tratta di ridissolvere la Pietra in un’opportuna quantità di Mercurio Dissolvente (da intendersi però come Secondo Mercurio o Mercurio Filosofico) facendole ripercorrere, sempre più brevemente, l’intera successione dei Sette Regimi di Cottura (questo se vogliamo moltiplicare la Pietra Rossa; per la Pietra Bianca vengono ripetuti i primi quattro Regimi). L’Elisir Bianco o Rosso, così moltiplicato, si trasforma in Medicina Universale o Pietra Filosofale (Bianca o Rossa), chiamata anche Pietra del Terzo Ordine. La Medicina Universale o Pietra Filosofale (Bianca o Rossa) è la Pietra del Terzo Ordine, ottenuta dalle Moltiplicazioni. E’ chiamata anche Tintura Bianca o Tintura Rossa. Il suo simbolo è la Fenice, che rinasce dalle proprie ceneri (cioè dalla propria dissoluzione) al termine di ogni Moltiplicazione. >>(5)

Ma prima di esaminare lo sviluppo delle moltiplicazioni conta capire cosa si affronta ora con la conoscenza di:

רוח א = Spirito del fuoco

Si tratta dell’Antimonio in stretta relazione con l’Uovo Filosofico.

L’uovo dei filosofi e il sigillo di Ermete
L’Antimonio, il lupo che divora tutti i metalli

Fig. 5: L’uovo dei Filosofi di Basilio Valentino. Opera dell’autore.

Quello che l’artista confeziona, a un certo punto dell’Opera, è proprio un uovo chimico il quale, per la trasformazione del sale innescata dall’applicazione del calore, genera da sé il suo guscio. Il sale è anche detto sigillo di Ermete per due buone ragioni: la prima è che, nel corso delle purificazioni, sembra imprimere il segno stellato sul mercurio filosofico, al modo di un sigillo sulla cera; la seconda è che, più tardi, sigilla ermeticamente la materia all’interno del crogiolo, esattamente come il guscio racchiude l’uovo.
«Questo dragone e questo globo sono scomparsi nella raffigurazione del nostro libretto, e così pure è scomparsa la parola Rebis che figurava sul petto dell’androgino. […] Fondendo il minerale con lo zolfo negro ossia con l’antimonio di miniera (Sb2 S3, trisolfuro di antimonio; antimonio crudo), lo zolfo dà dei solfuri con tutti i metalli estranei, e l’oro del minerale si unisce all’antimonio metallico reso libero (regolo di Antimonio degli antichi) dando un regolo, ossia un bottone, di antimonio ed oro. Basta ora scaldare convenientemente questo regolo, approfittando del punto più basso di fusione e della volatilità dell’Antimonio, per separare l’oro. Questa fusione col (solfuro di) antimonio si chiamava il bagno del re, o bagno del sole (balneum solius regis); e l’antimonio, per cui mezzo sparivano tutti i metalli e restava l’oro, era detto il lupo che divora tutti i metalli. »(6)

Le moltiplicazioni di רוח אש אופו lo Spirito del fuoco della sua natura

L’Arca di Giosuè e la presa di Gerico con le “moltiplicazioni” per 7

L’arca del Signore girò intorno alla città facendo il circuito una volta, poi tornarono nell’accampamento e passarono la notte nell’accampamento.
Di buon mattino Giosuè si alzò e i sacerdoti portarono l’arca del Signore; i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe di ariete davanti all’arca del Signore, avanzavano suonando le trombe; l’avanguardia li precedeva e la retroguardia seguiva l’arca del Signore; si marciava a suon di tromba. Girarono intorno alla città, il secondo giorno, una volta e tornarono poi all’accampamento. Così fecero per sei giorni.
Al settimo giorno essi si alzarono al sorgere dell’aurora e girarono intorno alla città in questo modo per sette volte; soltanto in quel giorno fecero sette volte il giro intorno alla città. Alla settima volta i sacerdoti diedero fiato alle trombe e Giosuè disse al popolo: «Lanciate il grido di guerra perché il Signore mette in vostro potere la città.» (Giosuè 6-11:16)

Le fermentazioni alchemiche

La parola ebraica Ruah, cioè רוח, che si traduce letteralmente con Spirito Santo, ma è anche traducibile come “soffio”, “aria”, “vento”, “respiro”, è scritta quattro volte nel quadrato di Abramelin il Mago, mostrato in fig. 7. Le caselle colorate indicano queste quattro parole.
In ebraico la parola che corrisponde a “spirito” è רוח (ruah), un nome di genere femminile, e significa anche. “Spirito Santo” è רוח הקודש, ruah haspiritoQodesh. Per la religione ebraica con tale termine viene indicata la Potenza divina che può riempire gli uomini, ad esempio i profeti. Questo concetto non ha avuto tuttavia uno sviluppo particolare nell’ebraismo, come invece si è avuto nel cristianesimo. Il quadrato in questione può chiamarsi Rohas per il nome della parola della prima riga, cioè רוחאש, scritta quattro volte sui lati, vedi fig. 10.

Fig. 6: Quadrato magico ROHAS ebraico. La parola Shoa, cioè שואה, olocausto, scritta quattro volte.

Questa parola, distanziando tre delle prime lettere ebraiche per dare רוח אש, tradotta vuol dire “spirito del fuoco”, che è la funzione di Ruach dal significato di Spirito Santo appunto. Infine sul quadrato Rohas, fig. 6, è lapidaria la parola שואה, segnata per quattro volte sugli angoli del quadrato che tradotta vuol dire Shoa, letteralmente Olocausto. Questo per confermare la diretta relazione con l’ebraismo. Il termine Olocausto indica, a partire dalla seconda metà del XX secolo, il genocidio di cui furono responsabili le autorità della Germania nazista e i loro alleati nei confronti degli ebrei d’Europa e, per estensione, lo sterminio di tutte le categorie di persone dai nazisti ritenute “indesiderabili” o “inferiori” per motivi politici o razziali.

L’ Olocausto ci ricorda una fase alchemica fondamentale, il sale che riguarda il Caput Mortuum

In alchimia il Sale è uno dei Tre Principi, presenti sia nel cosmo sia nell’uomo: una triade mistica, composta dal sale, dal mercurio e dallo zolfo. Benché si presenti come una polvere bianca, inerte, il sale è uno dei grandi misteri e simboli dell’iniziazione, e nel nostro caso è in relazione con la parola שואה, cioè Olocausto.
Nella tradizione alchemica esso era l’emblema di un patto sacro che non poteva mai essere rescisso, simile a quello che il neofita stringeva con la sua scuola o il suo maestro. «Il patto di sale» di cui parla l’Antico Testamento potrebbe avere un significato diverso da quello che gli viene di solito attribuito. Il Nuovo Testamento è meno evasivo al proposito: in Matteo, infatti, «sale della terra» sono gli eletti, ossia gli iniziati e non, come si tende oggi a pensare, quanti sono poco più che semplici contadini. Nei secoli lontani gli eletti sedevano al posto d’onore, «più in alto del sale», perché avevano conquistato il sale che avevano dentro di loro. Come si spiegherebbe altrimenti tutta l’importanza che nei convivi medievali veniva attribuita al salinum, ossia alla saliera? […]

Gli alchimisti ponevano talora a emblema del sale il più semplice di tutti i sigilli: un minuscolo quadrato ☐ o un piccolo rettangolo. Con quelle quattro linee che descrivono uno spazio vuoto – come lo spazio fra l’Aria e l’Acqua – intendevano delineare i misteri dei quattro elementi o disegnare una bara? Il reverendo Brewer, un colto collezionista di idee curiose, totalmente ignaro di esoterismo, ci ricorda la consuetudine, tuttora esistente, di porre una manciata di sale nella cassa del morto.
C’è forse un nesso fra il sale e la morte? Un altro sigillo del sale – usato con frequenza nei gruppi alchemici rosacrociani – era un cerchio tagliato a metà da una linea orizzontale Θ . Quel sigillo deriva dalla theta maiuscola di Thanatos, che in greco significa «morte».
In numerosi testi alchemici il sale rappresenta il processo mentale, che è un processo di morte. Il sale è il residuo dell’attività spirituale che avviene nella nostra testa: come nelle triade alchemica, è la scoria che resta quando la vita è volata via, è il cranio, il Caput Mortuum, la polvere bianca residua dopo l’estrazione dell’oro. È la cenere del pensiero. Quando la testa – o la sua attività spirituale che chiamiamo mente – raggiunge il punto in cui non è più in grado di capire, in cui l’ordine dell’universo sembra frantumarsi, allora produce lacrime salate(7).
Il Caput Mortuum, dopo la Separazione, si presenta come terra nera e “diseredata” che bisogna ben guardarsi dal gettare via.
Materialmente queste scorie sono composte da solfuro di ferro (il metallo “retrogradato” a minerale) e da carbonato di potassio. […] In conclusione sul Sale, non è altro che l’oro che ci serve nella Terza Opera.(8)
Ma:
<< Perchè abbia potere trasmutatorio questa Pietra deve essere “orientata” verso la produzione di Argento o di Oro. Questo “orientamento” della Pietra è la Fermentazione. Essa consiste in pratica nel fondere la Pietra Filosofale Bianca con una piccola quantità di Argento o la Pietra Filosofale Rossa con una piccola quantità di Oro il Sale >>(9)
Riassumendo per ottenere la fermentazione concorrono due “pietre” che hanno concorso nella Moltiplicazione, la pietra bianca della Luna e la pietra rossa del Sole.

In precedenza è stata prodotta la Moltiplicazione della Pietra Filosofale Rossa, quella del Sole, cioè

רוח אש אופו = Spirito del fuoco della sua natura

Ora a questa “pietra” va aggiunto una piccola quantità di Oro che è

שואה = Olocausto

Col risultato di:

רוח אש אופו שואה = Lo spirito del fuoco dell’Olocausto

Che è la pietra della Fermentazione ma deve essere moltiplicato ripetutamente.

<< Ciò che si ottiene dalla Fermentazione è la Polvere di Proiezione (Bianca o Rossa), che ha finalmente il potere di trasmutare i metalli.

L’operazione di trasmutazione è chiamata Proiezione: essa consiste nel gettare una piccola quantità di Polvere di Proiezione (racchiusa, per proteggerla, in un poco di cera) su del metallo in fusione. Istantaneamente, la Polvere di Proiezione Bianca trasmuterà il metallo in Argento; la Polvere di Proiezione Rossa trasmuterà il metallo in Oro.
L’Opera è compiuta. >>(10)

Per questa seconda operazione alchemica della fermentazione, si procede in questo modo utilizzando la pietra:

Nell’alchimia tradizionale il processo delle moltiplicazioni non va oltre le 7 ripetizioni

Fig. 7: Riproduzione di un cassettone del castello di Dampierre sur Boutonne in Charentes-Marittime. Opera dell’autore.

Traggo queste istruzioni, sul processo delle moltiplicazioni, dal libro Le Dimore Filosofali di Fulcanelli, vol. secondo a pag. 95, 96 e 97. Edizioni Mediterranee:

Nella galleria superiore del castello di Dampierre sur Boutonne in Charentes-Maritime, una delle residenze del filosofo Jean Lallemant (descritta da Fulcanelli, nel citato libro Le Dimore Filosofali) compaiono sul soffitto diversi cassonetti con figure allegoriche del genere ermetico.
Una di queste figure, la tav. XXXIII del suddetto libro, è quella mostrata con con la fig. 7, il cui titolo è “Concussus surgo”. Di essa Fulcanelli, fa una descrizione seguita da un commento, che riporto di seguito:

« Cassettone I. – Trapassando delle nubi, una mano d’uomo lancia contro una roccia sette palle che rimbalzano verso terra. Questo bassorilievo è ornato dall’iscrizione:
.CONCVSSVS. .SVRGO.

Urtato, rimbalzato. Immagine dell’azione e della reazione, ed anche dell’assioma ermetico Solve et coagula, sciogli e coagula. […]

Quella mano celeste, dunque getta contro la roccia, emblema della nostra sostanza mercuriale, proprio i frutti del lavoro ermetico. Ogni volta che la pietra, fissa e perfetta, è nuovamente lavorata col mercurio, per esservi ridisciolta, perché vi si nutra nuovamente, e per aumentare non soltanto in peso ed in volume ma anche in energia; ogni volta dunque mediante la cottura, essa ritorna al suo stato, al suo colore ed al suo aspetto primitivo.
Si può affermare che dopo aver toccato il mercurio essa ritorna al suo di partenza. Queste fasi di caduta e d’ascensione, di soluzione e di coagulazione caratterizzano le moltiplicazioni successive che producono ogni rinascita della pietra una potenza teorica decuplicata rispetto alla precedente. Tuttavia, e sebbene molti autori considerano senza limiti questa esaltazione, noi pensiamo, d’accordo con altri filosofi, che sarebbe imprudente, almeno per ciò che riguarda la trasmutazione e la medicina, oltrepassare la settima ripetizione. […] Da tutto ciò che precede, dobbiamo concludere che le impossibilità materiali segnalate a proposito della trasmutazione tendono a smantellare la tesi d’una progressiva geometrica crescente ed indefinita, basata sul numero dieci, caro ai puri teorici. Guardiamoci bene dall’impulsivo entusiasmo e non permettiamo mai che il nostro giudizio venga ingannato dagli argomenti speciosi; dalle brillanti ma fatue teorie degli amanti di prodigi. La scienza e la natura ci riservano un numero sufficiente e soddisfarci, senza che proviamo il bisogno di aggiungervi anche le vane fantasie dell’immaginazione.»

Tuttavia si è visto che ho fatto capo al traduttore Google Traduttore che fa uso dell’informatica. Che voglio far capire?
Google Traduttore potremmo chiamarla “macchina”, e ricorda l’AI, l’intelligenza artificiale, ma non ho detto che le moltiplicazioni e le fermentazioni, eseguite in precedenza, potevano essere prodotte oltre le sette ripetizioni e non avere delusioni.
L’intelligenza artificiale (in sigla italiana: IA o in inglese AI, dall’acronimo di Artificial Intelligence), nel suo significato più ampio, è la capacità o il tentativo di un sistema artificiale (tipicamente un sistema informatico) di simulare l’intelligenza umana attraverso l’ottimizzazione di funzioni matematiche.(11)

Questo non vuol dire che l’alchimia può giovarsi dell’AI, una macchina, ma forse si è ad una svolta per capire che qualcosa di nuovo si prospetta per tutti coloro che praticano l’alchimia o altri modi di evolversi. Ma non ho detto anche che le moltiplicazioni e fermentazioni sono il modo di interpretare la nota scala biblica di Giacobbe del capitolo 28 della Genesi.
«Giacobbe è in viaggio verso la Mesopotamia. Dopo aver sottratto, con l’aiuto della madre Rebecca, al fratello gemello Esaù la primogenitura e la benedizione del padre Isacco, era partito – come gli avevano detto i suoi genitori – alla volta del regno arameo di Paddan Aram, dove viveva lo zio Làbano.

Lungo il viaggio, sopraggiungendo la notte, Giacobbe decide di fermarsi nella regione di Canaan, in un luogo che ribattezzerà poi Betel. Qui vede in sogno una scala che dalla terra arriva fino in cielo, percorsa da angeli che salgono e che scendono. E poi gli appare il Signore, che dopo essersi presentato come il padre di Abramo e di Isacco, gli promette di dare a lui e alla sua discendenza la terra in cui si trova. Dio annuncia inoltre a Giacobbe che la sua discendenza “sarà innumerevole come la polvere della terra”. “Perciò – prosegue il Signore – ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra”.
Dio, dopo aver profetizzato a Giacobbe quello che sarebbe stato il suo futuro, gli fa quindi una promessa: “Io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; non ti abbandonerò” (Gn 28,15).

Gaetano Barbella (Brescia, 15 dicembre 2024).

Edizione riveduta e ampliata del saggio pubblicato dal sito Ereticamente.net di cui al link: ereticamente.net

Riferimenti:

1- ereticamente.net

2- ereticamente.net

3- it.wowhead.com

4- ohga.it

5-  labirintoermetico.com

6- it.scribd.com

7- tarocchidellavita.it

8- labirintoermetico.com

9- labirintoermetico.com

10-labirintoermetico.com

11- it.wikipedia.org