Del diluvio universale abbiamo sentito parlare tutti, spesso in ambito cristiano, con Noè che crea l’Arca per sfuggire alla punizione divina.
Tuttavia, questo antico mito non è di esclusiva pertinenza cristiana o ebraica.
La storia del diluvio universale rientra tra quei racconti condivisi in lungo e in largo per tutto il globo, tant’è che vi viene narrato praticamente da ogni popolo della terra. Avevamo già accennato a questo evento parlando dei giganti dell’antichità, e oggi andremo a focalizzarci meglio su questo cataclisma.
Iniziamo con una veloce panoramica di tutti i popoli che di parlano di diluvio, giusto per renderci conto di quanto, questo racconto, sia affettivamente diffuso.
Vi sono innanzitutto i racconti biblici. Qui, il protagonista è Noè, un uomo saggio e meritevole che viene avvertito da Dio (in ebraico elohim) dell’imminente catastrofe. Noè costruirà quindi un enorme barca dentro la quale, oltre la sua famiglia, troveranno posto semi di piante e coppie di animali, in modo da poter ripopolare il mondo dopo la tragedia. Quest’ultima è voluta direttamente da Dio, ed è una punizione per un’umanità corrotta e degenerata.
Lo stesso racconto ci risulta in ambito mesopotamico, e nello specifico babilonese, nell’Epopea di Gilgamesh. Qui, un re sumero di nome Utanapishtim viene aiutato dal dio (anunnaki) Enki o Ea, a costruire una nave per sfuggire al diluvio punitivo voluto da un altro anunnaki, ovvero Enlil. La stessa versione mesopotamica sarebbe però la copia di un testo ben più antico di origine sumerica, l’Epopea di Atrahasis.
Sempre sul Mediterraneo troviamo lo stesso mito in Grecia (Deucalione e Pirra, una coppia che viene salvata dal diluvio) e in Egitto (Ra che invia la dea leonessa Sekhmet per punire l’umanità corrotta).
Fin qui, rimanendo in ambito puramente Mediterraneo, potremmo facilmente assurgere al fatto che dal mito più antico, quello sumero, siano poi derivati tutti gli altri, come una storia che si propaga e si diffonde nel tempo. Fatto sta che di questo mito ne troviamo traccia anche in luoghi che non erano minimamente in contatto con il mondo accadico antico.
In Europa troviamo il mito scandinavo di Ymir. Il gigante che, dopo essere stato ucciso da Odino e i suoi fratelli, avrebbe inondato la terra col suo sangue portando alla quasi estinzione la popolazione.
Poco più in là, in Irlanda, il Lebor Gabala Erenn, libro che racconta i miti dell’isola, troviamo la storia di Cessair, nipote di Noè. Come il suo avo, Cessair dovrà condurre l’umanità superstite al ripopolamento dopo un diluvio durato 40 giorni.
Andando verso est troviamo la stessa storia in India. Nel Satapatha Brahmana, testo religioso collegato ai Veda, troviamo le vicende di Manu, anch’egli alle prese col diluvio.
Tra India e Cina, nell’arcipelago delle isole Andamane, le tribù isolane raccontano la storia del diluvio voluto dal dio Puluga, adirato con gli uomini per le loro colpe.
In Cina abbiamo diversi scritti che riportano questo evento antico come il Shu Jing, Shan Hai Jing, Chu Ci, Liezi ecc. In alcuni di questi testi il diluvio è chiaramente indicato come un’alluvione sì, ma regionale e non mondiale.
Seguono a ruota, per tutto l’oriente, Indocina, Indonesia e Malesia. Ognuna di queste culture riporta il mito.
Andando a sud, giungiamo nell’emisfero australe. Qui, la vicenda si fa particolarmente interessante visto che, per la storiografia classica, i popoli di queste terre non hanno avuto contatti con altre culture essendo divisi da ampi bracci di mare. Malgrado ciò, il mito è presente in Australia, in Nuova Zelanda (presso i maori della tribù Ngati Porou) e persino in Polinesia.
Nel Nord America troviamo il mito dei nativi Mi’kmaq (Canada) troviamo ancora una volta il diluvio. Qui a sopravvivere all’atto divino furono un uomo e una donna di età anvanzata, similmente al mito greco di Deucalione e Pirra.
Alla Hawaii troviamo il mito di Nu’u che salva se stesso e gli animali con un’arca. Da notare come il nome sia simile a quello del corrispettivo biblico Noè.
Nel sud degli Stati Uniti troviamo i miti Caddo e Hopi, sino a giungere all’America Centrale e Meridionale.
Gli aztechi ci parlano del diluvio causato dalla dea Chalchitlicue, gli Inca dell’inondazione di Viracocha per distruggere i giganti, i Maya del ‘’gran diluvio’’ voluto da Haracan per annientare gli ‘’uomini di legno’’.
Insomma, come avete notato, tale mito è presente in ogni dove sul pianeta. Negli ultimi decenni, la veridicità di questo evento è stata molto rivalutata dagli storici. Tanto che oggi si parla di un evento realmente accaduto che ha lasciato traccia e memoria in tutti i popoli terrestri. Si è teorizzato che il diluvio antico possa essere stato causato da uno tsunami, da un terremoto gigantesco, da un meteorite persino. Quest’ultimo avrebbe colpito l’odierno Iraq intorno al 5000 a.c. Vi sono poi le teorie che vedono nel diluvio una conseguenza dovuta allo scioglimento dei ghiacci intorno al 10.000 a.c. Quest’ultima ipotesi spiegherebbe anche perché, sul corpo della sfinge egizia, siano presenti segni di corrosione da acqua. Sebbene ad oggi la maggior parte degli egittologi rinneghi categoricamente le prove scientifiche di tali segni.
Quale che sia la natura del diluvio, bisogna però tener conto anche di un altro aspetto, che quasi sempre viene dimenticato. Tutti i miti, infatti, non solo ci parlano del disastro in sé, ma ci comunicano anche il motivo per cui è avvenuto, ovvero, una punizione divina. Ovviamente, per capire meglio questo punto, dovremmo sapere che il concetto di divinità per i popoli antichi, era molto diverso da quello che noi intendiamo oggi. Se andiamo difatti a vedere le storie di Viraocha presso gli Inca o degli Elohim della tradizione ebraica, ci rendiamo immediatamente conto che questi esseri sono molto più umani e fallaci di quanto si creda. Magari prossimamente faremo un altro articolo per trattare la questione.
Nel frattempo, non possiamo che prendere atto che il diluvio, sia che sia stato universale sia che abbia interessato una piccola porzione di terra, è sempre di più un fatto. Questo dovrebbe portarci a rivalutare molte delle storie che la storiografia classica ha sempre bollato come miti, forse perché era troppo scomodo ricercare tracce di verità dietro le leggende. In tal senso ricordiamo che anche Troia era solo un mito, o almeno lo è stata finché un ‘’folle’’ sognatore di nome Schliemann l’ha ritrovata in Turchia.