Osservando il dipinto dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci si rimane affascinati dal ritmo della composizione, con l’armonica distribuzione degli Apostoli attorno a Gesù, di cui è anche abbastanza semplice individuare lo schema: gli Apostoli, nel comunicare le proprie emozioni e reazioni all’annuncio del tradimento, sono raggruppati in quattro gruppi di tre con Gesù al centro.
Una scelta artisticamente ineccepibile, armoniosa, animata e corale.
Numerosi autori hanno, però, cercato di individuare in questo capolavoro qualcosa di misterioso e nascosto, come se Leonardo volesse raccontarci qualcosa di diverso dalla descrizione evangelica.
Fece grande clamore alcuni anni fa l’ipotesi prospettata da Dan Brown di un discepolo donna, individuando il mitico Santo Graal nel grembo della Maddalena che avrebbe generato un discendente del divino personaggio evangelico.
Per quanto questa lettura del romanziere americano sia affascinante, essa non regge ad un’attenta osservazione. Vedremo, infatti, che quella tesi apparirà alla fine abbastanza inconsistente perchè Leonardo voleva dirci qualcosa di molto diverso.
Il personaggio individuato da Dan Brown è quello alla immediata destra di Gesù.
Infatti, principalmente perché appare in posizione inclinata e perché chiaramente è il più giovane di tutti i commensali, ci fa subito sospettare che si tratta del discepolo che Gesù amava descritto da Giovanni appoggiato sul petto di Gesù, ma che, con quell’atteggiamento, dovrebbe trovarsi a sinistra di Gesù e non a destra, come, infatti, veniva rappresentato in quasi tutte le altre opere pittoriche del cenacolo:
Ma non così in Leonardo.
Nel dipinto collocato sulla parete del refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, che, a causa della infelice scelta dell’autore di non fare un affresco, si è fortemente deteriorato, rintracciamo allora questo giovane come il primo apostolo alla destra di Gesù, ma non reclinato sul suo petto, bensì affiancato a Pietro e a Giuda.
Quale può essere la ragione di tale scelta di Leonardo assolutamente anticonformista? Certamente il grande maestro dal polivalente ingegno vuole inviarci un messaggio che interpreta il nucleo principale dei personaggi evangelici in un modo alternativo alla normale esegesi e alla relativa canonica rappresentazione.
Chi ha letto qualcuno dei miei precedenti articoli sa che reputo la descrizione evangelica un racconto completamente allegorico, la cui allegoria, benché ancora presente, viene offuscata da inserti postumi con intenti apologetici di una religione che non era più quella originale.
Ma non è necessario parlare qui di questo se teniamo però presente che numerose descrizioni evangeliche sono allegoriche.
Chi invece ancora non sospettasse di un racconto evangelico in chiave allegorica astrologica, può meditare su questo argomento leggendo l’articolo I Vangeli erano (e sono) racconti allegorici.
Se si accetta che Gesù nell’allegoria rappresenta il Sole, è immediato associare i dodici apostoli che gli fanno da cornice con le dodici costellazioni dello zodiaco attraverso le quali il sole svolge il suo viaggio annuale e questa interpretazione si presta a spiegare egregiamente l’intento di Leonardo, e a dimostrare che ci voleva raccontare la stessa allegoria.
Le costellazioni dello Zodiaco, in numero di dodici, sia nell’antica astrologia, che nella moderna astronomia, formano una fascia, una strada, percorsa dal sole in un intero anno e il sole mese dopo mese ne percorre una. In verità oggi ne indichiamo tredici in quanto nella fascia è compresa anche la costellazione dell’Ofiuco, ma gli antichi non badavano molto al dettaglio del raggruppamento stellare in quanto dividevano l’intera circonferenza del cielo in dodici parti uguali, quanti sono, appunto, i mesi. Non ci interessa ora entrare nel dettaglio del perché sono 12 parti, e prendiamone semplicemente atto.
Ad ogni mese è quindi associata una costellazione e questi mesi, come tutti sanno, sono associati a tre a tre a formare le stagioni.
Il calendario solare non è però uguale al calendario che noi utilizziamo, in quanto esso non comincia il primo gennaio ma all’equinozio di primavera che avviene nel mese di marzo, per cui la primavera astronomica è formata dai mesi marzo-aprile-maggio, l’estate dai mesi giugno-luglio-agosto e così via.
Andiamo quindi ad osservare l’opera di Leonardo tenendo presenti queste osservazioni.
Se il primo gruppo è quindi formato dai mesi Marzo-Aprile-Maggio, le costellazioni ad essi associate, quelle che accolgono il sole negli stessi periodi, sono Ariete-Toro-Gemelli, a formare la Primavera.
Il secondo gruppo è Giugno-Luglio-Agosto con le costellazioni Cancro-Leone-Vergine a formare l’estate.
Il terzo Settembre-Ottobre-Novembre con Bilancia-Scorpione-Sagittario per l’autunno e il quarto Dicembre-Gennaio-Febbraio con Capricorno-Acquario-Pesci per l’inverno.
Chiaramente dovendo rappresentare degli uomini, e non i rispettivi segni astronomici, Leonardo ha dovuto cercare, e non sempre ha potuto trovare, delle associazioni iconografiche.
Raggruppando gli apostoli nell’ordine enunciato ci ha dato numerosi indizi per una corretta lettura dell’allegoria. La foto seguente con le sovrascritture è autoesplicante.
Le posizioni degli apostoli perfettamente corrispondenti al nome della rispettiva costellazione, a mio avviso, sono: i Gemelli con l’apostolo che mostra i due palmi gemelli delle mani, la Vergine che sostituisce il discepolo che Gesù amava, individuata da Dan Brown e da altri autori come donna anche indipendentemente da questa associazione astronomica, lo Scorpione che mostra il pungiglione, la Bilancia rappresentata con il discepolo dalle braccia allargate, il Capricorno rappresentato da lunghe corna tramite le braccia allungate.
La donna individuata da Dan Brown non è quindi la Maddalena ma la Vergine celeste.
Un’ultima curiosità.
Leonardo scriveva da destra a sinistra per cui il dipinto rispecchia anche questo suo modo di presentare le sue opere. Infatti se ribaltiamo il dipinto vediamo esattamente disteso il cielo che accoglie le dodici costellazioni sull’eclittica.
Il leggero sfasamento fra il dipinto e l’aspetto attuale del cielo è dovuto alla precessione degli equinozi, di cui l’astrologia non tiene conto.
Il sole percorre l’Eclittica, la traiettoria rossa, da destra a sinistra dall’Ariete ai Pesci.
Che tutta l’iconografia cristiana sia improntata all’astrologia ci viene confermato dalla forma e dall’orientamento delle chiese cristiane, specialmente le più antiche. Esse erano tutte orientate con l’abside ad Est e l’ingresso ad Ovest, come si dice fosse orientato il tempio di Salomone, e nella conformazione a croce, sia greca che latina, sulla congiunzione dei bracci veniva spesso innalzata una cupola, oppure nelle chiese più semplici l’abside era sormontato da una semi cupola.
Entrando in chiesa in direzione Est e alzando gli occhi si trovava spesso al centro l’immagine del Cristo sullo sfondo di un cielo stellato e lungo tutta la base venivano rappresentati i dodici apostoli.
Chi voglia approfondire queste suggestioni astrologiche legate alla religione cristiana trova numerosi altri esempi di allegorie nel libro “KRST – Gesù un mito solare”.
Pier Tulip
(per meglio visualizzare le annotazioni in sovrimpressione cliccare sulle immagini)