L’idrogeno viene spesso invocato come il combustibile ideale per i motori del futuro, soprattutto quelli delle auto. Ma la sua “pulizia” (dalla reazione idrogeno – ossigeno si ottiene uno scarico di semplice ed innocuo vapore acqueo) è legata ad un fattore decisivo: come lo si produce?
Attualmente la forma più conveniente di produzione dell’idrogeno è quella che usa gas naturale (metano, ad esempio). Certo, viene estratta una fonte di energia pulita, ma il processo di produzione è comunque molto inquinante.
– Idrogeno combustibile pulito
Ora una ricerca apparsa sulla rivista Nature promette di rivoluzionare la produzione di idrogeno, rendendo il ciclo assolutamente compatibile con l’ambiente. Scienziati della Wisconsin – Madison university, negli Stati Uniti, hanno infatti elaborato un sistema per estrarre il prezioso elemento da una sostanza così abbondante come il glucosio. Il risultato è, oltre all’idrogeno, la produzione di anidride carbonica (CO2) e piccole quantità di altre sostanze non inquinanti.
L’elemento cruciale del processo è qualcosa di ben noto agli automobilisti: il platino, lo stesso che si trova nelle marmitte catalitiche. Come avviene per lo scarico delle attuali automobili a benzina, il platino ha la funzione di catalizzatore, cioè di favorire una reazione chimica consumandosi solo in minima quantità.
Il procedimento sviluppato dagli americani ha diversi vantaggi. Prima di tutto si ottiene idrogeno a partire da una fonte, il glucosio appunto, che può essere ottenuta da moltissime reazioni organiche, persino usando gli scarichi degli allevamenti di animali. Inoltre l’intero processo di estrazione avviene ad una temperatura relativamente fredda (227 gradi), cosa che porta ad un notevole risparmio di energia.
“Il processo – dice Randy Cortright dovrebbe essere neutrale nei confronti dell’ambiente. Viene prodotta anidride carbonica, è vero, ma se per produrre il glucosio usiamo piante appositamente coltivate, ecco che saranno loro stesse ad assorbire la CO2”. Un ciclo chiuso, quindi, che eviterebbe di immettere anidride carbonica nell’atmosfera, una fonte di grande preoccupazione per l’effetto serra che viene causato da questa sostanza.
Ora la sfida che gli scienziati americani si sono posti è di trovare un elemento catalizzatore più economico del platino. Potrebbe essere l’ultimo gradino da superare perché i motori ad idrogeno finiscano di essere solo curiosi fenomeni da mostrare in giro e diventino invece realtà economicamente fattibili.
Americo Bonanni
torinoscienza.it