LEGGENDE DEL CASTELLO
Il castello di Trezzo sorge su una riva del fiume Adda, in provincia di Milano. Ci siamo stati in diverse occasioni, dal 2003 in poi. Sorto in età longobarda, fu poi una rocca del Barbarossa e poi dei Visconti. Si dice che il castello nasconda un grande tesoro, quello appartenuto proprio a Federico Barbarossa, imperatore del sacro romano impero nella seconda metà del XII secolo. Ma non solo. Storie di fantasmi interessano questo grande castello ormai in rovina. Si parla di fantasmi di interi eserciti e dello stesso Barbarossa, che si dice, voglia tutt’ora proteggere il suo tesoro.
All’interno si trovano due pozzi. In uno di questi, i Visconti gettavano giù gli ospiti indesiderati ed i nemici catturati in guerra. Altri, venivano torturati. Nei sotterranei del castello infatti si trova la “stanza della goccia
Chissà se un giorno si riuscirà ad esplorare queste gallerie sotterranee! Noi del C.R.O.P., e penso anche voi, siamo curiosi di sapere se questo tesoro sia esistito davvero o sia solo frutto della nostra fantasia.
IL FANTASMA DEL CASTELLO
Come per ogni castello che si rispetti, anche quello di Trezzo ha i suoi fantasmi. Si racconta che, durante la II guerra mondiale, dei militari tedeschi si accamparono tra le mura del castello. La stessa notte, furono svegliati da strani rumori. Nello svegliarsi, si trovarono faccia a faccia con dei soldati in armatura che li invitarono ad unirsi a loro. Li portarono al cospetto del loro Signore e diedero loro da bere. La mattina seguente, i militari si svegliarono e pensarono fosse stato tutto uno strano sogno. La cosa strana e che tutti avevano fatto lo stesso identico sogno!
Si pensò subito che dovettero essere stati i fantasmi di un vecchio esercito. Infatti, in molti soggiornarono in questo castello, fin dall'età dei Longobardi (VI/VIII sec. d.C.). Successivamente, venne visto il fantasma di Federico I detto il Barbarossa (1121/1190), imperatore del Sacro Romano Impero, rimasto nel castello forse per difendere il suo ambito tesoro… ancora inviolato.
Alcuni sostengono di aver visto passeggiare tra le sue mura lo spettro di una delle molte figlie (tra maschi e femmine se ne contano più di trenta!) di Bernabò Visconti, Signore di Milano nella II metà del XIV secolo d.C., colpevole di essersi innamorata di uno stalliere. La fanciulla venne gettata in un pozzo in fondo al quale vi erano delle lame. In questo pozzo, i proprietari del castello usavano buttar giù chiunque fosse “di troppo”. Un'altro modo possibile per eliminare gli ospiti più sgraditi consisteva nella “camera della goccia”.
La vittima veniva legata all'interno di una cavità naturale da cui soffitto, a cadenza irregolare, cadeva giù una goccia, proprio sulla testa dello sfortunato, in modo da farlo impazzire e nello stesso tempo, per effetto dell'erosione, bucargli il cranio. Il 19 dicembre del 1385 moriva proprio in questo castello, ove era stato rinchiuso qualche mese prima, lo stesso Bernabò, ucciso da una porzione di fagioli avvelenati per volere del nipote, Gian Galeazzo, che gli succedette alla testa della Signoria.
Noi del C.R.O.P. ci siamo recati diverse volte all'interno del castello. L'8 settembre del 2004 le nostre indagini hanno avuto alcuni riscontri positivi ed interessanti. Due persone del nostro gruppo, innanzi tutto, in momenti ed in luoghi diversi del castello, hanno sentito “cantare” un coro di donne. “Sembrava come se stessero pregando, sembravano dei mantra…!” ci racconta Valentino Rocchi, nostro collaboratore e membro del CUN, il quale ebbe tale percezione proprio quel giorno. Ma non è tutto. Il galvanometro, strumento capace di misurare le microcorrenti presenti in un determinato luogo, segnalò la presenza di qualcosa di anomalo.
Tuttavia, proprio sotto il castello scorre un fiume sotterraneo, per cui la prova del galvanometro è da prendere con le pinze. Ma il fatto sensazionale è un altro. Quel giorno scattammo molte foto. Successivamente, in fase di sviluppo, ci accorgemmo di qualcosa di molto curioso e particolare. Sul lato destro di una fotografia scattata in direzione delle scale che portano alle stanze inferiori, quelle che danno sul fiume, notammo la presenza di una sagoma antropomorfa. Sembra proprio la forma di un cavaliere, si nota l'armatura, stretta in vita e, con attenzione, noterete anche il braccio sinistro e il polso ben delineato. Non sembra portare alcun elmo. Potrebbe forse essere il fantasma di Bernabò Visconti?
O forse quello di qualche altro cavaliere? O forse solo un gioco di luci e ombre? Vi proponiamo qui a destra, in esclusiva, la foto in questione. Per esaminare la foto nella sua integrità, visitate la fotogallery.
L'indagine continua.
fonte:croponline.org