Il senso trascendente dell’ Esistenza
TUTTA LA CONOSCENZA È DENTRO DI TE; “Conosci te stesso e conoscerai l’Universo”
La Gnosi nel XXº Secolo
“Gnosi” è un vocabolo proveniente dal greco “gnosis“, conoscenza (dal dizionario: scienza per eccellenza, suprema sapienza). Non si tratta, dunque, di una conoscenza intellettuale —quella, cioè, che si ottiene attraverso i cinque sensi fisici—, bensì di una conoscenza diretta, intuitiva, quella che si consegue attraverso il “sesto senso”, senso latente in ogni essere umano e suscettibile di sviluppo.
“La Gnosi si vive nei fatti, marcisce nelle astrazioni ed è difficile da trovare anche nei pensieri più profondi ”
Pur non avendo i mezzi d’oggi, le antiche civiltà —alle loro origini— potevano conversare fra di loro, vedersi, spostarsi lontano nello spazio e nel tempo, grazie a questo senso, oggi perduto per via dello sviluppo dell’egocentrismo e per la mancanza d’energia in ogni singolo individuo.
Generazione dopo generazione, l’energia interna si spreca e decresce, mentre l’egoismo cresce, travolgendoci e costringendoci ad ubbidirgli, diventando vittime di noi stessi e cercando immancabilmente “fuori” i colpevoli: nel governo, nel sistema, nella società… insomma negli altri. L’ignoranza di tutto ciò sta alla base delle giustificazioni ad agire per i propri interessi a discapito del bene comune.
Diventiamo perciò creature meccaniche, prigionieri di noi stessi, anelando all’eterna “libertà” mai conosciuta, confondendola con il “fare ciò che ci pare e piace”, ignari di “quelli” che all’interno di noi —e da noi stessi creati— muovono i fili a loro piacimento, facendoci pensare, sentire ed agire da marionette e, soprattutto, forzandoci a raccogliere ciò che abbiamo seminato: critiche, dolore, insuccessi, nemici, malattie… La fiducia, l’amicizia e l’amore sono valori in via di estinzione. Non è normale! Solo —per nostra esclusiva causa— abituale.
Un secolo d’industrializzazione non ci ha portato nel benessere, anzi, siamo diventati vittime della stessa tecnologia. Esigiamo apparecchiature veloci per avere più tempo a disposizione… tempo che utilizziamo per riempirci di ulteriori impegni, con tanto di mezzi sofisticatissimi… per avere sempre più tempo; che paradosso! La tecnologia potrebbe almeno essere utilizzata per risolvere ogni problema materiale, ma nemmeno in questo siamo riusciti, perché chi comanda è sempre la molteplicità dell’ego di ogni individuo.
La conoscenza di sé (autognosi) ci permette di scoprire all’interno i fattori psicologici (ego o “aggregati psichici”), da noi creati nell’arco della vita, che ci condizionano e ci obbligano ad agire contro noi stessi. Gli antichi dicevano: “Ognuno ha quel che si merita”. Capire il profondo significato di ciò è possibile, ma è soprattutto possibile uscire dalla “tenaglia del destino” che ciascuno ha costruito per sé; nessuno ha mai detto, però, che questo sia facile!
La missione dello Gnosticismo in quest’epoca è quella di fornire il metodo e gli strumenti di lavoro per la realizzazione in ognuno di noi dell’Essere interiore. Il divorzio tra la scienza e l’arte, tra la filosofia e la mistica, ha provocato l’indebolimento di questa generazione. Non apprezziamo più la poesia della natura, l’armonia che tutto l’universo emana e, pertanto, le relazioni umane sono divenute fredde, superficiali; il nostro cuore non si commuove dinanzi al dolore umano.
L’insegnamento gnostico si basa sulla comunione tra scienza, arte, filosofia e mistica; cerca di riscattare i più elevati valori individuali della vita; considera che la vita è futile se non persegue la trascendenza, la realizzazione dell’Essere. Ciò non sarà possibile senza lo sviluppo dell’emozione superiore, quella che umanizza la scienza, sublima l’arte e la filosofia, cristallizza il misticismo. La Gnosi è la poesia della conoscenza, la rosa della filosofia, la luce della scienza, l’eterna primavera mistica.
* La Gnosi è scienza
Il suo metodo è la sperimentazione o conoscenza oggettiva delle cose. L’oggetto di studio è l’universo, tutto quanto esiste; i suoi strumenti sono la meditazione scientifica e l’antropologia psicanalitica.
* La Gnosi è arte
In tutte le grandi opere della letteratura universale, nelle opere dei genii della musica, della pittura, della scultura e dell’architettura è presente la Gnosi. Senza l’arte come fedele testimone, la filosofia, la mistica e la religione dei popoli antichi non sarebbero arrivate fino a noi… La Gnosi fa cadere il velo dei simboli e ci mostra questa verità cosmica.
* La Gnosi è filosofia
La filosofia gnostica “risponde” alle grandi questioni: Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Realmente, come filosofia, la Gnosi è una funzione naturale della coscienza e sorge da ogni latitudine; la filosofia gnostica si ritrova in qualsiasi opera indù, cinese, greca, latina, maya, nawa, ecc.
* La Gnosi è mistica
La Gnosi studia la scienza delle religioni; persegue il ricongiungimento dell’anima con il reale Essere. La religiosità gnostica è totalmente scientifica, altamente filosofica e profondamente artistica; gli gnostici cercano la sapienza, il divino dentro se stessi. Dobbiamo sapere che se non scopriamo ciò che chiamiamo “Dio” dentro noi stessi, non lo scopriremo in nessun’altra parte.
Quando uno arriva all’auto-Gnosi, conosce se stesso, conosce il proprio reale Essere interiore, e questo processo di autoconoscenza è appunto l’auto-Gnosi. Cosicché la scienza, l’arte, la filosofia e la mistica sono le quattro colonne portanti del lavoro gnostico.
La leggenda
Racconta un’antica leggenda che quando l’essere umano perse l’interessamento per la conoscenza universale e degenerò, gli dèi, riuniti in supremo concilio, decisero di nascondere il Grande Arcano, il grande segreto —ovvero la Conoscenza Assoluta— affinché non venisse profanato.
—Nascondiamolo all’interno della terra —disse uno di loro—, perché lì non lo troverà di sicuro.
—No —rispose un altro—; arriverà il giorno in cui l’uomo capirà come penetrare nelle profondità del suolo e lo scoprirebbe e profanerebbe…
—Gettiamolo allora negli abissi del mare —suggerì un altro—; sarà davvero difficile che lì lo venga a scoprire…
—No —risposero—; giorno verrà in cui scoprirà come scendere nelle profondità degli oceani e lo troverebbe…
—Spediamolo, dunque, in cielo —propose qualcuno—. Sicuramente lì non lo potrà mai raggiungere.
—Nemmeno lì sarebbe al sicuro —risposero— perché giungerà il giorno in cui l’uomo riuscirà a penetrare nello spazio.
—Ho trovato! —disse il più saggio—. Nascondiamo la conoscenza dentro l’uomo stesso, perché lì, di sicuro, non andrà mai a cercare!
E così fu fatto…
“Quando arriva il momento giusto per «sapere» niente può impedire che accada, ma finché il momento non è arrivato niente può far sì che accada“. (Richard Bach)
Coscienza dormiente… Come saresti diversa se tu ti svegliassi! Conosceresti i sette sentieri della felicità, splenderebbe dappertutto la luce del tuo amore, esulterebbero gli uccelli nel mistero dei tuoi boschi, scintillerebbe la luce del tuo spirito e, felici, gli elementali canterebbero per te versi in coro.
“È giunta l’ora di comprendere che l’Alchimia è una scienza al cento per cento esoterica, che l’alchimista non è un uomo chiuso in un laboratorio tra provette e matracci; l’alchimista è un iniziato che, operando nel proprio laboratorio interiore, persegue l’obbiettivo di realizzare il Magnus Opus, la Grande Opera. Dobbiamo capire che la Grande Opera è un processo iniziatico che possiamo vivere nella nostra interiorità psicologica e spirituale, il cui culmine è il «bimbo d’oro» dell’Alchimia: la resurrezione del Cristo intimo e profondo dentro di noi, qui ed ora”.
“Il matraccio, la grande storta dell’Alchimia, è la nostra terra. Il fuoco che arde nella trasmutazione è costituito dai nostri sentimenti e passioni, che fanno bollire in continuazione il metallo -la nostra personalità- affinché vengano scartate le scorie e rimanga limpido l’oro dell’iniziazione della nostra individualità”.
“…e anche noi dobbiamo trasmutare, sciogliere nel crogiolo della nostra personalità i vizi e le passioni acciocché emergano trasmutati nell’oro della virtù e della carità; forse potremo scoprire, come il chimico nel suo matraccio, tante cose racchiuse nel nostro io interiore”. (Krumm Heller, Maestro Huiracocha)
I tre fattori della rivoluzione della coscienza
Esiste un mezzo per ritrovare la conoscenza perduta. Si trova sintetizzato in tre fattori che, se messi in pratica contemporaneamente, possono restituirci quel sapere che tanto tempo fa abbiamo perduto. La nostra coscienza si rivoluzionerebbe, scuotendosi e rompendo le catene che la trattengono in prigionia.
1º fattore: morte dell’ego. Si tratta di eliminare ogni difetto, errore, vizio, trauma, angoscia, che limita la manifestazione della coscienza.
2º fattore: nascita interiore. Come ogni nascita ha a che vedere con la sfera sessuale. La sessualità mistica, tantrica —Alchimia—, ci conduce ad una rigenerazione cellulare, molecolare ed atomica, che ci permette di ottenere la “seconda nascita”.
3º fattore: sacrificio per l’umanità. Svolgere il lavoro interiore, personale, ed insegnare agli altri, disinteressatamente, a farlo: ecco il metodo per eliminare completamente il karma.
“Dietro ad ogni tuo: «Oh Dio!», ci sono mille: «Eccomi!»”. Proverbio sufi
Antropologia Psicanalitica; L’Antropologia gnostica – «Lo studio dell’uomo attraverso se stesso»
L’Antropologia è, nell’era moderna, il mezzo meglio strutturato per lo studio dell’uomo, delle sue origini, di ciò che è in se stesso e delle tracce da lui lasciate attraverso la cultura. L’Antropologia ha due campi di ricerca: uno indaga circa l’origine della vita —con tutte le sue teorie sull’evoluzione, le leggi sull’ereditarietà, la scala del tempo geologico e le razze umane— e viene chiamata “Antropologia fisica”; l’altro campo si occupa dell’uomo, delle culture preistoriche del vecchio e del nuovo mondo, della famiglia, della società, della religione, della magia dell’arte e del linguaggio, ed è nota col nome di “Antropologia culturale”.
Troviamo inoltre una grande varietà di rami ausiliari che servono loro da complemento, oppure da giustificazione scientifica. Essendo l’Antropologia sottoposta alle osservazioni e mutamenti delle “scienze sperimentali”, ha dato origine, durante il suo cammino, a diversi indirizzi antropologici che spesso si contrappongono l’un l’altro.
Questo lungo processo nello studio dell’essere umano e delle sue origini è, in conclusione, “lo studio dell’uomo secondo l’uomo”. I risultati, in questo senso, saranno sempre contraddittori, diversi, e mai si potrà arrivare ad una conclusione obiettiva, certa. L’oggetto dello studio, l’uomo, per poter arrivare alla sua conoscenza integrale, dipende da uno strumento che è di per sé sconosciuto, e questo strumento è l’uomo stesso.
Se vogliamo risposte concrete e definitive sulle origini della vita, dell’uomo, delle razze e sulla vera ragione dell’esistenza, abbiamo bisogno di uno strumento diverso: “lo studio dell’uomo attraverso se stesso”, che è anche uno studio sulle origini delle razze e dell’universo. Ciò significa che l’essere umano è consustanziale all’universo, cioè l’uno è contenuto nell’altro e sono entrambi di identica natura e sostanza.
Questo assioma è —e sarà— la base della filosofia. Perché mai dovrebbe essere diverso per la scienza? A maggior ragione la scienza dovrebbe cambiare i suoi metodi, ora che è davanti ad una nuova sfida: “l’universo dell’infinitamente piccolo”, cioè il ritorno all’universo dell’anteriore, all’embrione dell’universo.
La nuova Antropologia è “lo studio dell’uomo attraverso se stesso”, all’interno di un ordine scientifico e veramente rivoluzionario. La nuova Antropologia non ha bisogno di rami ausiliari e neanche di modifiche posteriori, perché la diversità è trascesa nell’unità o conoscenza integrale mediante la scienza interiore.
Nello studio antropologico di se stessi si inizia facendo nascere nuovi valori psicosomatici, rieducando la mente e rigenerando il cervello umano.
Questo è lo scopo dell’Associazione Gnostica di Studi Antropologici e Culturali: insegnare la didattica e la dialettica precisa dello studio dell’essere umano e del suo ambiente.
L’Antropologia gnostica afferma che:
*** l’uomo non proviene dalla scimmia, bensì quest’ultima è una degenerazione di antichi uomini; l’uomo non si è evoluto, anzi si trova in uno stato di terribile involuzione psichica;
*** sono esistite quattro razze prima della nostra attuale razza Aria: Atlantidea, Lemurica, Iperborea e Protoplasmatica;
*** la vita discende dalle dimensioni superiori: causale, mentale, astrale, vitale…
Un’Antropologia psicanalitica; «Il “sapere” delle pietre»
“L’Antropologia gnostica è un’antropologia psicanalitica; mediante la psicanalisi, possiamo estrarre da ogni reperto, nicchia, piramide, tomba, ecc., i princìpi psichici in essi contenuti”. “L’Antropologia materialista, mediante associazioni di tipo intellettivo, trae deduzioni logiche che possono o meno essere conformi alla realtà, ai princìpi di Anawak, dell’Egitto, ecc.; l’Antropologia gnostica, invece, basata su regole precise e su princìpi eterni, sa estrarre dalle arcaiche pietre tutta la loro sapienza occulta”.
“Perciò, in questo momento in cui l’umanità si trova in uno stato caotico, in questo momento di confusione mondiale, l’Antropologia gnostica si sforza di penetrare nella sapienza del passato, per estrarre da ogni codice o reperto archeologico il giusto orientamento, per guidarci nel tempo presente e permetterci di bere alla fonte tradizionale dell’augusta saggezza della natura, indagando sulle cause prime della sapienza cosmica”.
Samael Aun Weor (Il Maestro della sintesi)
Samael Aun Weor nacque in Colombia il 6 marzo 1917. Fin da giovane si interessò alla trascendenza della vita ed iniziò una ricerca approfondita dei sistemi filosofici esistenti a portata di chi voleva trovare spiegazioni alle eterne domande: Chi siamo? Qual è lo scopo della vita? Perché viviamo?
Conobbe la dottrina Teosofica, i sistemi di Gurdjieff, la tradizione dei rosacroce, dei massoni, degli occultisti dell’epoca. Sperimentò su di sé ogni teoria per verificarne la realtà. Cominciò così una strada di auto-conoscenza che lo portò alla scoperta delle differenti dimensioni della natura e dei grandi Maestri che vi abitano. Entrò nel cammino iniziatico e, dopo aver superato prove ordaliche, seppe di dover dare forma moderna all’eterna Gnosi di ieri e di sempre.
Correva l’anno 1948, in Colombia, quando praticamente si materializzava un’organizzazione che in poco tempo sarebbe diventata internazionale. Presero forma così le prime opere —e ne scrisse più di settanta— per diffondere una conoscenza antica quanto la vita: la conoscenza di se stessi. Realizzò per primo ogni verifica attraverso l’antropologia psicanalitica e la meditazione profonda e, a mano a mano che otteneva conferme interiori, radunava un piccolo gruppo di discepoli, forgiando in modo del tutto naturale il seme del movimento gnostico contemporaneo.
Verso la metà degli anni ’50 abbandona la Colombia ed inizia un faticoso viaggio verso il Panama, Costa Rica, Nicaragua, Honduras, El Salvador, Guatemala… attraversando tutto il Centroamerica. Giunge così a quella che diventerà la sua dimora per il resto dei suoi giorni: Messico. È qui che realizza la Grande Opera. Scrive una dopo l’altra le opere letterarie che serviranno da guida a tutto il movimento gnostico.
Tiene conferenze, simposi, congressi, interviste alla radio e alla TV, e dirige un movimento che incomincia ad espandersi verso gli Stati Uniti e il Canada, per continuare verso l’Oriente; nel 1975 arriverà in Spagna e nell’intera Europa. Samael Aun Weor, in seguito all’autorealizzazione del proprio Essere, lasciò le sue spoglie mortali il 24 dicembre 1977 a Città del Messico. Egli, dai mondi interni, è tuttora la guida dell’intero movimento gnostico contemporaneo.
L’Associazione Gnostica
L’Asssociazione Gnostica è l’organo di diffusione degli insegnamenti del Maestro Samael Aun Weor, nonché della sua opera letteraria (più di 60 libri) e conferenze trascritte.
L’associazione gnostica è una associazione culturale. Non ha fini di lucro, né cerca proseliti, ma tiene aperti i centri gnostici a disposizione di chiunque voglia approfondire la conoscenza di se stesso. Le sue sedi sono a carico di persone che hanno un duplice obiettivo: realizzare in se stesse l’Essere interiore ed insegnare a chiunque lo voglia a fare altrettanto, uscendo dall’esistenza meccanica ed iniziando a creare autonomamente le proprie circostanze di vita.
Organizza regolarmente conferenze e seminari, corredati da esercizi di verifica, in ognuna delle sue sedi. Sulla base degli insegnamenti del Maestro Samael Aun Weor e prendendo spunto dalle antiche tradizioni e culture, insegna la scienza della meditazione quale arma per penetrare nel profondo del lato oscuro della mente, per riuscire a scoprire ciò che Dante rivelò nella Divina Commedia: l’inferno nel quale viviamo, e come uscirne per raggiungere il “cielo”, ovvero i mondi superiori di coscienza.
Studia in profondità i costumi dei popoli che ci hanno preceduto nel corso della storia, senza distinzioni: dalla Cina millenaria all’antico e misterioso Messico; dal vecchio Egitto pre-faraonico alle danze dei navajos; dalla cultura Persiana a quella Chibcha; dai racconti nordici agli insegnamenti segreti del Buddha; dagli etruschi ai popoli mesopotamici; dai maya ai molteplici popoli nawa: toltechi, olmechi, zapotechi, totonachi, wastechi, aztechi, ecc.
Studia inoltre le religioni alle loro origini, ricavando da esse il principio comune che tutte rivelano: il cammino di ritorno verso la Luce. Sentiero esoterico che solo individualmente si può seguire; sentiero angusto, stretto e difficile che bisogna calcare tenendo per mano il maestro intimo, il proprio Essere. Esplora le leggende, i miti e le antiche fiabe, scorgendovi una vera didattica per la coscienza sia di bambini che di adulti.
Insegna in forma didattica e graduale come penetrare progressivamente nella conoscenza di se stessi per conseguire la conoscenza dell’universo. Indica i primi passi della scienza della respirazione, rilassamento, concentrazione, mantralizzazione, meditazione, per elevarsi a poco a poco verso sfere sconosciute alla scienza ufficiale e latenti in ogni essere umano.
Un detto esoterico recita: “Quando il discepolo è pronto, il Maestro appare…”
(tutte le citazioni sono di Samael Aun Weor)