La Ghiandola Pineale

La Ghiandola PinealeIl nostro corpo è una “macchina” perfetta, anche adesso che stai leggendo questo articolo davanti al computer, impulsi luminosi attraversano le tue pupille ed impressionano le terminazioni nervose situate sul fondo dell’occhio, chiamate coni e bastoncelli. Esse trasformano l’impulso ottico in impulso elettrico che corre in speciali “corsie” chiamate nervi ottici.

Questi segnali vengono irradiati a numerose cellule del cervello che elaborano i dati che ricevono e li interpretano. Queste elaborazioni sono dati che la nostra mente trasforma in pensieri.

Il pensiero a sua volta influenza la chimica del nostro cervello e libera degli ormoni a seconda dell’interpretazione dei dati. Così nascono le nostre reazioni emotive: possiamo piangere, ridere, arrabbiarci, spaventarci. Poi la mente elabora la risposta motoria conseguente all’emozione provata, ad esempio se abbiamo paura cerchiamo di scappare o di difenderci. Tutto questo per dire che ad ogni nostra azione, anche la più banale, corrisponde una molteplicità incredibile di operazioni e ci dà l’idea di come sia complesso il nostro corpo, o meglio il nostro essere, composto da una parte fisica, da una componente emotiva e pensante e da una componente spirituale.

Il corpo umano funziona come una macchina meravigliosa, in cui ogni componente lavora in armonia, sapendo esattamente cosa fare.

Il nostro corpo è il risultato di milioni di anni di evoluzione e di adattamenti, perfezionando ciò che usiamo di più e “sopprimendo” ciò che usiamo meno come la Ghiandola Pineale.

La Ghiandola Pineale
La Ghiandola Pineale

La Ghiandola Pineale o epifisi è una ghiandola endocrina delle dimensioni di un pisello situata al centro del cervello, sporge all’estremità posteriore del 3° ventricolo. Appartiene all’epitalamo ed è collegata mediante alcuni fasci nervosi pari e simmetrici (peduncoli epifisari), alle circostanti parti nervose. Le sue cellule, i “pinealociti” producono l’ormone melatonina che regola il ritmo circadiano sonno-veglia, reagendo al buio o alla poca luce.

Caratteristiche

La Ghiandola Pineale, che contiene cellule pigmentate simili a quelle che si trovano nella retina, è sensibile alla luce e reagisce all’alternanza periodica di luce e di buio che l’occhio recepisce e trasmette. Essa controlla l’orologio biologico del corpo, il meccanismo interno che ci dice quando è ora di dormire e di svegliarsi.

La Ghiandola Pineale esercita il suo controllo attraverso la melatonina che produce soprattutto di notte quando siamo addormentati.

Potremmo definire la Ghiandola Pineale il “regolatore dei regolatori”, infatti essa regola il ritmo della vita stessa, e ciò appare nel modo più chiaro nel regno animale, dove esso non viene interrotto da alcun meccanismo artificiale. In primavera, la pineale riaccende le pulsioni sessuali, segnalando agli animali che è la stagione dell’accoppiamento, poi quando l’estate cede il passo all’autunno, la pineale segnala agli uccelli che è tempo di migrare.

La Ghiandola Pineale funziona anche come una sorta di bussola fisiologica, mantenendo gli uccelli sulla giusta rotta mentre sorvolano il pianeta, e quando l’inverno si avvicina e le ore di luce giornaliera diminuiscono, la pineale avverte gli animali che è tempo di cercare un riparo e di entrare in letargo.

Cenni storici

La Ghiandola Pineale veniva definita dalle antiche culture Mesopotamiche il “Terzo Occhio”, ma è anche conosciuta come “Occhio Divino”, l’occhio che vede tutto. “The all seeing eye” molto probabilmente non è altro che la ghiandola pineale collegata direttamente al macrocosmo ed al tutto.

Per la medicina orientale, le informazioni ricevute dai campi di energia sottile attraverso la Ghiandola Pineale sono decodificate e trasmesse lungo la colonna vertebrale come vibrazione risonante. L’informazione viaggia anche in altre parti del corpo attraverso canali di energia, campi bioelettrici, fibre nervose e sistemi di circolazione.

Per Cartesio la ghiandola pineale è il punto privilegiato dove Mente (interiorità) e Corpo (esteriorità) interagiscono (interessante il 31° articolo ne: “Le passioni dell’anima” dove la ghiandola viene definita sede dell’anima).

Per i discordiani (corrente di pensiero pseudoreligioso), consultando la propria ghiandola pineale si possono accedere ad informazioni più evolute su qualsiasi Idea Innata.

Per i culti pagani e magici in generale, la ghiandola pineale si fa partecipe di un collegamento fra il mondo astrale e quello materiale e dall’allenamento di essa si determina il proprio potenziale aurico e spirituale.

stargate-eyePotremmo definire la nostra ghiandola pineale il nostro Stargate naturale verso altre dimensioni, infatti oltre che produrre la melatonina, produce anche DMT N-N (dimetiltriptamina), Una molecola semplice, ma potentissima. Una molecola endogena, ma anche di sintesi. Mentre dormiamo viene prodotta nel nostro cervello e il suo picco massimo è registrabile verso le 3-4 del mattino proprio nella fase del sonno profondo o REM, durante il quale, generalmente, si sogna.

La molecola ha una funzione complessa non ancora completamente svelata, ma, come ipotizzato da numerosi scienziati che l’hanno provata su volontari sani nel più grande studio mai eseguito con sostanze serotonine simili, potrebbe essere la molecola dello spirito. La DMT avrebbe il ruolo di essere la molecola dello spirito umano con la capacità di intervenire in tutti quegli stati in cui, il solo corpo non saprebbe ritrovarsi o reagire.

Secondo antiche credenze la ghiandola pineale una volta attivata diviene l’interfaccia con la nostra coscienza conferendo la “vista interiore”, cioè il dono di ripercorrere le precedenti esistenze e riepilogare il rapporto karmico che conduce alla reincarnazione, oltre alla capacità di identificarsi con il Principio vitale cosmico e di accedere ad una moltitudine di poteri psichici.

Per il suo fascino è da sempre oggetto di studi ma, anche per la sua complessità, le informazioni messe a disposizione dalla scienza ufficiale, trattano ancora superficialmente questo organo straordinario i cui poteri, nei millenni passati, venivano sapientemente utilizzati dalle civiltà più avanzate. Benefici oggi perduti assieme alla conoscenza di quei popoli. Tuttavia sono stati rinvenuti numerosi manufatti che narrano dei poteri del terzo occhio in tutte le culture antiche conosciute, come ad esempio, nella cultura egizia, nel buddismo e anche nel cristianesimo, dove esistono citazioni di filosofi e nei vangeli (apocrifi e non) sullo stato di illuminazione derivante dalla sua apertura.

Non tutte le religioni e le filosofie hanno saputo cogliere il vero simbolismo legato alla ghiandola pineale e ispirarsi a questa antica conoscenza, così come la medicina ortodossa non si è mai preoccupata troppo di effettuare ricerche approfondite. Anticamente si credeva che queste speciali facoltà fossero riservate esclusivamente ad esseri superiori, illuminati, in contatto con Dio. Ma non è così, tutti hanno queste capacità.

Cenni biblici

Ci sono un paio di cenni biblici che ci potrebbero riportare a quanto detto prima, ma qui è solo questione d’interpretazione e lettura profonda fra le righe. Affrontare una discussione se quello che dicono i vangeli si riferisce alla ghiandola pineale potrebbe portarci a discorsi filologici dove tutto è dimostrato con tutto, ed il niente anche. Questi i versetti in questione:

Matteo 6:22 – La lampada del corpo è l’occhio. Se dunque il tuo occhio è limpido, tutto il tuo corpo sarà illuminato;

Matteo 4:16 – il popolo che stava nelle tenebre, ha visto una gran luce; su quelli che erano nella contrada e nell’ombra della morte una luce si è levata.

Potremmo parlare per giorni di ciò che Matteo ci vuole rivelare, il suo vangelo è quello più ricco di citazioni, di allusioni e di rimandi all’Antico Testamento… forse il vangelo più criptico, influenzato forse dagli insegnamenti segreti che il Cristo “elargiva” solo ai dodici. Tornando alle citazioni, la prima citazione fa riferimento alla natura della ghiandola pineale e mette in evidenza l’importanza di tenere il Terzo Occhio aperto, mentre la seconda ci dice invece che nell’oscurità e durante il sonno il Terzo occhio si riattiva “illuminandoci”.

Riattivare la ghiandola pineale e tenere il terzo occhio aperto

La ghiandola Pineale è conosciuta anche nel mondo esoterico come “Il Terzo Occhio”, l’Occhio Centrale di Shiva, l’Occhio di Horus e il Corno dell’Unicorno. Il Tempio di Ma’at in Egitto era dedicato al processo dell’apertura del Terzo Occhio. Il Terzo occhio è un occhio eterico o quadridimensionale e agisce come una sensibile ricetrasmittente, per mezzo della quale è possibili le ricevere informazioni da altre dimensioni, le informazioni ricevute vengono elaborate tradotte ed interpretate dal nostro cervello per ottenere l’Illuminazione o la saggezza.

Attraverso quest’occhio si percepiscono i piani interiori, le forme pensiero e le entità più elevate. Si acquisisce anche un miglior senso della causa e dell’effetto, aumentando la nostra consapevolezza. Il fenomeno studiato da scienziati, ha caratteristiche identiche assumendo DMT sintetizzate artificialmente. Steven Szara sintetizzò per la prima volta il DMT (dimetiltriptamina) nel 1957 chiamando questa sostanza LSD, una delle sostanze psichedeliche più potenti.

Il DMT è presente in alcune varietà di mimosa, acacia, virola, desmodium, graminacee della specie phalaris, anadenanthera nella noce moscata e in molte altre piante. L’estrazione è possibile con alcuni solventi quali alcool, gasolio, esano oppure per distillazione. Nel bacino amazzonico alcuni popoli tribali utilizzano una pianta da cui si ricava un estratto chiamato ayahuasca. L’estratto, ottenuto dalla battitura di pezzi della liana Banisteriopsis, contiene una percentuale altissima di dimetiltriptamina, questo è preparato dai popoli amazzonici e della cordigliera delle Ande ed è utilizzato dagli sciamani e stregoni indigeni per i riti di visione e di comunicazione con il divino.

L’Ayahuasca

La particolarità dell’Ayahuasca consiste nel fatto che grazie agli inibitori della Banisteriopsis la Dimetiltriptamina resta in circolo nel corpo per un tempo decisamente maggiore rispetto all’assunzione dei vapori. Circa 20-30 minuti se fumata, mentre ingerita sotto forma di bevanda la DMT rimane in circolo per 2, anche 3 ore, rendendo l’esperienza decisamente più mistica ed impegnativa.

L’Ayahuasca è stata ampiamente studiata dal mondo scientifico. Terence McKenna sostiene che la Dimetiltriptamina non sia una molecola pericolosa per la salute, a meno che uno non muoia dallo stupore. Effettivamente, non ci sono ad oggi prove di danni fisici causati da questa sostanza, ma è possibile che un utilizzo continuato possa indurre psicosi e altre disfunzioni difficilmente prevedibili data la sua bassa diffusione.

L’Ayahuasca non è un narcotico, infatti il suo componente principale, il DMT, è la stessa identica sostanza prodotta dal nostro cervello, guarda un pò, proprio dalla nostra ghiandola pineale, ogni notte quando si dorme durante la fase REM.

Un’ altra sostanza simile all’Ayahuasca è l’ibogaina, una sostanza ricavata dalle radici dell’iboga, una pianta presente in Africa nel Gabon.

Fondamentalmente le due sostanze con alti livelli di DMT si comportano allo stesso modo, vengono usate da Sciamani e stregoni per comunicare con altre dimensioni. Chi ha fatto uso di queste sostanze racconta di un viaggio interiore fatto nei meandri della mente e di esserne ritornati completamente nuovi, acquisendo la consapevolezza e la saggezza che si ha solo in tarda età. Chi ha fatto questa esperienza racconta di aver smesso qualsiasi dipendenza, sia da droghe che da alcool che da tabagismo, di aver perdonato ed essersi perdonato il motivo che lo ha portato ad avere tale dipendenza e di avere una visione totalmente diversa della vita. Sfortunatamente le due sostanze sono state decretate come droghe pericolosissime dalla food and drug administration americana, e quindi riconosciute e vietate come tali da moltissime altre nazioni.

C’è da chiedersi perché un rimedio naturale così potente è stato messo nella lista delle sostanze vietate nonostante siano stati studiati migliaia di casi clinici curati con queste piante. Nelle isole Cayman e in Slovenia esistono delle cliniche dove a suon di “soldoni” vengono “trattati” con successo pazienti con gravi dipendenze di droga ed alcool.

Le onde Theta

Le onde theta (4-7 cicli per secondo) si verificano durante il sonno e sono dominanti nel nostro stato più elevato di meditazione. Normalmente sperimentiamo le onde theta solo mentre ci stiamo per addormentare, durante alcuni sogni e quando ritorniamo dalle profondità del sonno delta. Le immagini che percepiamo quando ci stiamo per addormentare e ci risvegliamo sono in onde theta. Durante le meditazioni theta, siamo in un sogno lucido, dove immagini vivide lampeggiano davanti alla nostra visione interiore. In questo stato, siamo estremamente ricettivi alle informazioni inviate dalle dimensioni superiori.

Stato Sciamanico di Coscienza, che è nelle onde cerebrali theta, ci permette di viaggiare nei piani superiori. Il suono ritmico e costante di un tamburo colpito quattro volte e mezza per secondo (le onde theta sono 4-7 cicli per secondo) è la chiave che trasporta uno sciamano nella parte più profonda della sua trance Sciamanica. Anche il suono ritmico e costante dei canti dei Buddisti Tibetani che trasporta i monaci e altri ascoltatori nei regni della meditazione segue questo ritmo. Il suono dello Shofar (corno di montone) usato dalle antiche tribù israelite ha una frequenza di risonanza di circa 8 Hz.

Le onde theta sono state identificate anche come la porta verso l’apprendimento e la memoria. La meditazione theta accresce la creatività, intensifica l’apprendimento, riduce lo stress e risveglia l’intuizione, così come altre abilità della percezione extra sensoriale. La coscienza theta ci permette di connetterci con le nostre ispirazioni creative, la guida spirituale ed esperienze molto importanti. Attraverso la meditazione theta, possiamo aprire il Terzo Occhio ed accedere alle onde delta che ci uniscono con l’Energia Universale e la Coscienza Cosmica.