I Vangeli non fanno cenno alla vita di Gesù dai 13 ai 29 anni. Cosa fece Gesù in quel periodo?
La vita nascosta di Gesù è stata deliberatamente censurata dai Vangeli?
Prove e documenti parlano di ben due viaggi di Gesù in Oriente, uno prima e uno dopo la crocifissione, alla quale Gesù sopravvisse. Il primo viaggio durò 16 anni e corrisponde al periodo della vita rimosso dai redattori dei Vangeli.
Il secondo viaggio avvenne dopo la crocifissione. Numerosi documenti scritti scoperti in Oriente descrivono il soggiorno di Gesù in India e raccontano che il Maestro morì in tarda età in Kasmir. A Srinagar (Kashmir) esiste tuttora la tomba di Gesù, venerata meta di pellegrinaggio. Yeshua Nazir, il Gesù Cristo dei Vangeli tramandatici dalla Chiesa primitiva è davvero risorto? Due miliardi di fedeli cristiani fondano il loro credo su quell’evento miracoloso che, 2000 anni orsono, diede inizio a una nuova era nella storia della civiltà occidentale e dell’uomo.
Negli atti degli apostoli. è lo stesso Pietro che annuncia la resurrezione del Cristo al popolo di Gerusalemme. Ha così inizio la diffusione della Buona Novella. E’ il germoglio della Chiesa Universale. Ciò non sarebbe potuto accadere senza la certezza degli apostoli che Gesù, il Messia atteso, fosse effettivamente risorto “dalle angosce della morte”. Ma esiste un’altra tradizione ancor viva tra le popolazioni del Kashmir e i musulmani indiani, che vuole il profeta Gesù, il Cristo, salvato dalle sofferenze della croce e accolto tra le montagne che circondano la valle del Gange, dove continuò l’opera di evangelizzazione rifiutata dal popolo ebraico.
LA TOMBA DEL NAZARENO IN ORIENTE
Numerosi documenti sostengono che Gesù scampò al supplizio della croce e trovò rifugio nel Kashmir dove morì in età avanzata. La sua tomba si trova a Sringar nel sepolcro del Roza Bal. Il documentario segue lo stesso itinerario percorso da Gesù e conduce alla tomba di Mosè sull’Himalaya e infine si arriva ai piedi del sepolcro dove è custodito il corpo del Nazareno.
GESU’ NELL’INDUISMO
Non esistendo una struttura unitaria e centralizzata, la considerazione di Gesù tra i vari movimenti religiosi di matrice induista è variegata. Il guru Ramakrishna(1836-1886) credeva che Gesù fosse un’incarnazione di Dio, come lo erano anche Buddha e Krishna. Il guru Paramahansa Yogananda (1893-1952) considerava Gesù la reincarnazione di Eliseo e il discepolo di Giovanni Battista, reincarnazione di Elia. Del Mahatma Gandhi è celebre l’aforisma: “Mi piace il vostro Cristo, non mi piacciono i vostri cristiani. I vostri cristiani sono così diversi dal vostro Cristo”.
GESU’ NEL BUDDISMO
Alcuni buddhisti, tra i quali l’attuale Dalai Lama Tenzin Gyatso, hanno considerato Gesù come un bodhisattva (ILLUMINATO) che ha dedicato la sua vita al bene dell’umanità, caratterizzando la sua predicazione con pazienza, tolleranza, compassione, valori tipici del buddhismo. Gesù non va considerato tuttava né Dio né salvatore.
GESU’ NEL MONDO MUSULMANO – ISSA IL PROFETA DELL’ISLAM DALLA PELLE BIANCA
Yuz Asaf,il profeta dalla pelle bianca giunto dalla Palestina, Gesù di Nazaret. Secondo la tradizione Kashmira, Gesù, come fece poi anche Maometto, ordinò a Tommaso di erigere la sua tomba esattamente sul luogo dove egli spirò, ma oggi essa non è più visibile né tantomeno è mai stato consentito di aprirla. All’interno di Rozabal sino al 1975 era conservata una croce in legno, oggi scomparsa, ma è rimasta nell’angolo di nord-ovest una pietra grigia sulla quale sono incise le impronte di due piedi, quella del sinistro reca una cicatrice rotonda mentre il destro ha una ferita a forma di piccolo arco.
Una storia che tornò alla ribalta verso la fine degli anni ’80 del secolo scorso quando l’esploratore russo Nikolai Notovich, viaggiando tra il Tibet ed il Ladakh, ebbe modo di ascoltare da diverse fonti la leggenda di Issa. La frattura di una gamba, cadendo da cavallo, lo costrinse a sostare diverso tempo in un monastero dove strinse amicizia col Lama che lo curava e dal quale apprese la storia di questo misterioso personaggio. “Issa è molto rispettato tra i buddhisti perché ha insegnato le sacre dottrine in India ed ai figli di Israele” gli confidò il dotto “ma è conosciuto solo dai maggiori Lama e poiché i suoi seguaci, i cristiani, non riconoscono l’autorità spirituale del Dalai Lama la sua dottrina non è compresa nella parte canonica del buddhismo tibetano”.
ALTRE FONTI
Un documento della municipalità di Murree afferma che la gente vi si recava nei periodi di siccità pregando e deponendo offerte affinché giungesse la pioggia che non mancava mai di arrivare. Gesù entrò nella valle di Srinagar da un prato che ancora oggi è noto come Yusmarg, “prato di Gesù”, abitato da Kashmiri della razza ebraica degli Yadu, e da lì iniziò la sua opera di profeta che Mulla Nadiri, il primo storiografo musulmano del Kashmir, riporta nel suo Tarik-i-Kashmir:
“Yuza Asaf, lo Yuzu delle tribù di Israele, proclamò la sua natura profetica nell’anno 54 durante il regno del re Shalewahin” che, convertitosi, gli donò una donna di nome Mryan per accudirlo e dalla quale ebbe dei figli di cui un discendente, Sahibzada Bashrat Saleem, è ancora vivo. E quando la gente interrogava suo padre, conosciuto in tutto il Kashmir, come suo nonno, per le eccezionali qualità paranormali, sull’origine della sua famiglia egli era solito rispondere: “Il nonno dei miei nonni era un Santo profeta di nome Yuza Asaf”.
Ma non sono solo le tombe di Gesù e di Maria ad essere collegate al Kashmir. A 58 chilometri a nord di Srinagar, sul monte Ablu, identificato da alcuni col biblico Nebo, un’altra tomba è oggetto di venerazione e di culto da 3500 anni. Il sito è custodito da 900 anni dalla famiglia di Wali Resh, una delle 45 di una sperduta comunità ebraica che vive isolata vicino al luogo conosciuto come “Il Santuario del Profeta del Libro”, la tomba di Hzrat Musa in arabo, il Mosè biblico. Nessuno ha mai indicato il luogo della sepoltura né alcun commentatore biblico ha ritrovato i luoghi in relazione alla Terra Promessa, ma diversi studiosi hanno creduto di localizzare i nomi citati nel Deuteronomio nel Kashmir, l’unico Paese ad est della Palestina con le caratteristiche del testo biblico.
LA SETTA ISLAMICA
Il movimento islamico degli Ahmadi di Qādyān e di Lahore, in India – considerato eretico dalla maggioranza dell’Islam sostiene che Gesù non sarebbe morto in croce, ma sarebbe fuggito dalla Palestina verso l’India, dove sarebbe vissuto ancora per molti anni fino a morire di vecchiaia (all’età di 120 anni)a Srinagar, nel Kashmir: qui si trova infatti un monumento tradizionalmente indicato come «la tomba di ‘Īs» (nome simile a quello con il quale i musulmani chiamano Gesù, ʿĪsā ibn Maryam), il luogo dove si trovano le spoglie mortali di Yuz Asaf (nome indiano buddista), il profeta venuto dall’occidente.
Tale ipotesi è stata in tempi relativamente recenti ripresa e divulgata in occidente dagli scritti dell’ufologo Andreas Faber-Kaiser. Questi si rifaceva, a sua volta, al contenuto di un preteso e mai mostrato manoscritto tibetano (che dunque con l’Islam non ha nulla a che fare), che il giornalista russo Nicolas Notovitch aveva riportato nel libro La vie inconnue de Jesus Christ pubblicato in lingua francese nel 1894.
In tale manoscritto sarebbe stata contenuta la narrazione della vita di Gesù in Tibet. Notovich affermava di aver ricevuto il manoscritto dalle mani del superiore del monastero di Hemis nel Ladakh indiano ma, alle richieste degli studiosi occidentali, il superiore affermò di non aver mai incontrato Notovich, e lo denunciò come mentitore. Il manoscritto, non è mai stato visto né mostrato a nessuno. Nella tradizione islamica, Gesù è considerato, tra tutti i profeti, quello cui si attribuiscono i miracoli più grandi e spettacolari, connessi in particolare col dare la vita a oggetti inanimati o col ridarla a persone defunte. A questi miracoli accenna già lo stesso Corano, il quale è molto influenzato dai racconti narrati nei vangeli apocrifi:
“…O Gesù figlio di Maria, ricorda (…) quando plasmavi dal fango come una figura d’uccello, col Mio permesso, e vi soffiavi sopra e diventava un uccello, col Mio permesso, e quando tu guaristi il cieco nato e il lebbroso, col Mio permesso, e quando risuscitavi i morti, col Mio permesso (…)”
(Cor., V:110)
Questa “caratteristica” di Gesù nell’islam ha fatto sì che intorno alla sua figura si costituissero numerose leggende di tradizione popolare o semi-dotta incentrate su miracolose risurrezioni da lui operate. Un esempio è la “leggenda di Gesù e il teschio”, in cui si narra come Gesù, imbattendosi per caso in un teschio umano, lo avrebbe dapprima animato rendendolo capace di rispondere alle sue domande circa la persona cui il teschio stesso apparteneva in vita, e poi, appreso che si trattava di un sovrano, ai suoi tempi potentissimo e temuto ma miscredente e perciò condannato alle pene dell’inferno, avrebbe riportato in vita la persona cui il teschio apparteneva, che si sarebbe convertito all’islam e avrebbe condotto una vita di santità, riuscendo così a sfuggire al castigo infernale.