E’ dal 2007 che circola sul web il film Zeitgeist che presenta una prima parte intitolata “La più grande storia mai raccontata” basata sull’opera The Christ Conspiracy di Acharya S in cui vengono riportati 17 punti di sovrapposizione fra la figura di Gesù e quella della divinità egizia Horus.
L’apologia cattolica ha sempre rigettato questa interpretazione principalmente con la motivazione che “La storica e archeologa D. M. Murdock, che ha pubblicato con lo pseudonimo di Acharya S il libro sul quale il film si basa per la parte riguardante il parallelismo tra Gesù e la divinità egiziana Horus, non ha una formazione accademica da egittologa ed una delle critiche fondamentali che le si rivolgono è di non aver attinto da fonti primarie ma di aver utilizzato fonti poco attendibili come Ancient Egypt: The Light of the World di Gerald Massey” come riporta Wikipedia italiana.
Posso aggiungere che giudizi contrari sono avvalorati anche dal fatto che la ricerca di Acharya S è comparativa e alcuni punti evidenziati possono essere semplici analogie generate dal comune pensare di duemila anni fa e non intaccano l’originale e rivelata teologia cristiana. Vedremo, in questo breve articolo, che è possibile un approccio diverso al problema, di tipo analitico, che reputo e spero possa finalmente risolvere la diatriba a favore di Acharya S.
Il mito egizio Eliopolitano ci dice che Nut, il cielo, e Geb, la terra, generarono quattro figli gemelli, due maschi e due femmine, Osiride e Seth, Iside e Neftis. I due gemelli Iside e Osiride generarono Horus e sulla sua nascita, di quello che diventerà il dio più benefico e importante, si hanno diverse versioni, inclusa quella che vuole che il concepimento avvenne dopo la risurrezione di Osiride, cioè dopo che Iside ritrovò il pene disperso di Osiride.
Ma dobbiamo anche considerare la versione di Plutarco: “Essi dicono… Iside e Osiride, che si innamorarono e si unirono nell’oscuro grembo della madre prima che nascessero…”, e quindi Horus deve essere considerato coesistente con suo padre. Infatti dobbiamo ricordare che gli dèi egizi erano astrazioni umanizzate e rappresentavano dei concetti astrologici: la nascita era l’elemento narrativo per indicare che Horus era una derivazione di Osiride. Osiride è la divinità centrale della teologia Eliopolitana, ma attorno a lui ruotano suo fratello Seth e le due sorelle Iside e Neftis.
Una storia racconta che Osiride viene ucciso dal suo gemelo Seth e tagliato in quattordici pezzi dispersi per tutto l’Egitto. Horus allora affronta lo zio Seth per vendicare la morte del padre e perde un occhio mentre Seth perde i testicoli. Per quanto sintetica, (ho tralasciato infatti numerosi altri riferimenti ad Osiride e ad altri dèi di contorno come Toth e Anubi) questa è la storia che la mitologia racconta sulle principali divinità di Heliopoli, la città del sole. E al sole dobbiamo guardare se vogliamo decifrare la mitologia appena raccontata.
A coppie gli dèi analizzati, sia maschi che femmine, sono fra loro antagonisti: Iside e Neftis fra le donne, e Osiride e Seth inizialmente, ma poi Horus e Seth, fra gli uomini, combattono fra loro e prevalgono in modo alternato, una volta l’uno, un’altra l’altro. Tutto ciò può essere spiegato se assumiamo che questi cinque dèi siano associati con i corpi celesti più importanti: la Luna e il Sole.
Iside rappresenta la luna crescente e Neftis la luna calante; Horus rappresenta il sole sorgente e Seth il sole calante, Osiride rappresenta la resurrezione dalla morte per il sole che verrà fortemente ricercata per il faraone prima e per tutti gli egiziani poi, Horus sostituisce Osiride che governa il regno dei morti.
Questa interpretazione presenta un certo grado di difficoltà ad essere accettata perché non è semplice capire che Osiride, Horus e Seth rappresentano tutti il sole, e la storia si complica anche di più se pensiamo che vi sono due Horus, Arpocrate o Horus Giovane, e Horus Vecchio.
La sola possibile spiegazione è che ogni differenziazione rappresenti un momento particolare della ciclo solare. Naturalmente Horus ha maggiore rilevanza rispetto a Seth, perché il primo rappresenta la rinascita del sole (bene) e l’altro la sua diminuzione (male).
Chi voglia approfondire trova un’analisi più ampia nell’articolo “Il mito egizio eliopolitano interpretato in chiave solare”.
Bene, questa interpretazione del mito egizio, se associamo Giovanni Battista a Seth e Gesù a Horus, risolve numerosi passi dei vangeli canonici, forse fra i pochi veramente originali:
Luca 1.26: “Nel sesto mese” dopo il concepimento di Giovanni Battista “l’angelo Gabriele fu mandato da Dio…” e fu concepito Gesù.
Giovanni-Seth-Sole-morente nasce sei mesi prima di Gesù-Horus-Sole-nascente per cui la data di nascita di Giovanni è al Solstizio d’Estate, quando il sole comincia a declinare, e quella di Gesù sei mesi dopo nel Solstizio d’Inverno, quando il sole comincia di nuovo a salire. Questo è quello che Luca ci vuole dire, non c’è nessuna altra ragione per far nascere i due profeti con sei mesi di differenza. Questa corrispondenza Giovanni-Gesù-Sole con i solstizi è anche suffragata dalla tradizione folcloristica. Nella liturgia Cristiana il 24 giugno (tre giorni dopo il solstizio d’estate, quando il sole comincia apparentemente a calare) si ricorda la nascita di Giovanni Battista ( sei mesi prima del 25 dicembre , data di nascita fissata dalla tradizione per Gesù, quando il sole apparentemente comincia a crescere).
Giovanni 1.30: “Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me” dopo Giovanni-Sole-morente viene Gesù-Sole-nascente, che già lo aveva preceduto in quanto ciò avviene ogni sei mesi nel ciclo solare.
Marco 1.7: “Dopo di me viene uno che è più forte di me” Gesù è “più forte” di Giovanni perché il Sole-nascente ha una forza doppia del Sole-morente (Si veda 2Re,2,9).
Giovanni 3.30: “Egli deve crescere, io devo decrescere” Egli, Gesù-Sole-nascente, crescerà, Io, Giovanni-Sole-morente, devo decrescere. Questi verbi ora assumono il corretto significato riferendosi al ciclo solare.
Matteo 14.2: “«Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti;” Infatti Gesù rappresenta la risurrezione di Giovanni-Sole-morente al solstizio d’inverno.
Dall’analisi di questi passi mi appare indiscutibile che vi sia una relazione fra i Vangeli Cristiani e il mito egizio Eliopolitano, e una completa corrispondenza fra i mitici Giovanni-Seth e Horus-Gesù.
Gesù è veramente un avatar di Horus e Acharya S ha sempre avuto ragione.
Pier Tulip si è laureato in Fisica a Napoli e ha insegnato questa materia nelle scuole superiori. Da diverso tempo si occupa di ricerche su argomenti di tipo esoterico. Dopo aver pubblicato il libro RUM MOLH, una biografia romanzata del Principe napoletano alchimista e massone Raimondo de’ Sangro, ha rivolto la sua attenzione alla genesi del Cristianesimo, con il libro KRST, perché risultati ottenuti nella precedente ricerca indicavano una possibile commistione del cristianesimo con la religione egizia. Per contattare Pier Tulip: pier.tulip@gmail.com