La luce in una notte di luna piena è magica. Vedremo in questo articolo che la luce della luna non è luce del sole riflessa ma è fotoluminescenza attivata dal sole.
Abbiamo visto che la luna si muove su un cono molto simile a quello del sole, solo un po’ più in basso. Questo cono viene percorso con una spirale, dal tropico al tropico, in meno di 14 giorni. Il ciclo siderale della luna, che significa un ciclo di andata e ritorno lungo il cono, dura 27,32 giorni. Detto questo, dobbiamo però ancora capire l’origine della luce della luna.
La scienza spiega la luce della luna come un riflesso della luce del sole. Noi però abbiamo capito che sulla Terra piatta la legge di gravitazione universale non vale. Come conseguenza siamo arrivati a descrivere il sole e la luna come dischi. Quindi, comprendiamo che la luna, in molte situazioni, si trova sotto il sole e non può ricevere la sua luce e rifletterla verso la Terra. La luna infatti può trovarsi in basso sul tropico del Capricorno quando il sole è alto sul tropico del Cancro. È chiaro che abbiamo la necessità di trovare una spiegazione diversa.
I terrapiattisti generalmente pensano che la luna sia auto-luminescente, dotata di una luce diversa da quella del sole, del tutto indipendente. Per capire se è vero dobbiamo approfondire la fotoluminescenza.
La fotoluminescenza nel campo visibile, attivata dai raggi ultravioletti incorpora due fenomeni simili: fluorescenza e fosforescenza. Le molecole di un materiale fotoluminescente hanno elettroni su livelli energetici determinati dagli orbitali che tengono insieme le molecole.
Un fotone particolarmente energetico può colpire la molecola. Sappiamo che un fotone è un’onda che si propaga attraverso l’etere, che è formato da particelle chiamate eteroni. L’onda genera una vibrazione dell’etere. Se un eterone, il più vicino, colpisce la molecola, vi trasmette la sua energia e promuove un elettrone a un livello energetico superiore.
Questo elettrone passa ad un orbitale più esterno, ma mantiene il verso di rotazione originale. Un elettrone è caratterizzato da uno spin che è il suo verso di rotazione. Due elettroni che si trovino sullo stesso orbitale hanno un verso di rotazione opposto e vengono chiamati singoletto. Quando l’elettrone passa all’orbitale più esterno, la configurazione diventa quella di un singoletto eccitato. La configurazione eccitata, tuttavia, non è stabile perché non possiede la minor quantità possibile di energia.
L’elettrone decade dopo poco tempo. In alcuni casi, l’energia rilasciata dall’elettrone decaduto assume la forma di luce. L’emissione di luce da un singoletto eccitato si chiama fluorescenza. La probabilità che il decadimento generi fluorescenza è buona. La vita media di un singoletto eccitato è di 10–5–10–8 secondi. La fluorescenza, quindi, non dura e termina immediatamente non appena la fonte di luce ultravioletta si spegne.
In alcuni casi, l’elettrone eccitato non solo cambia il suo livello di energia ma cambia anche la sua rotazione. In questo caso abbiamo una configurazione detta tripletto. Quando il tripletto decade ed emette luce, questa si chiama fosforescenza. Dura tra 10–4 e 104 secondi. Quindi la fosforescenza dura un po’ dopo l’arresto della fonte energetica.
La fotoluminescenza non appare sempre. L’energia dell’elettrone eccitato può essere rilasciata anche al reticolo cristallino come vibrazione, una sorta di rilassamento meccanico. La fotoluminescenza può essere osservata solo in quei casi quando è il modo più efficiente di rilasciare l’energia. La fluorescenza non è la stessa per tutti i materiali fluorescenti. Può essere più o meno efficiente.
Questo è ben descritto dal numero di resa quantica φf. Questo indica il numero di molecole che ritornano al loro stato rilassato attraverso processi fluorescenti. φf può variare da 1, quando ogni molecola si rilassa emettendo luce, a 0 quando la fluorescenza non appare affatto. L’intensità della fluorescenza dipende quindi da molti altri fattori: il potere della radiazione incidente, l’assorbimento molare e la concentrazione delle specie fluorescenti.
Ci chiediamo, ora, se la fluorescenza potrebbe essere la possibile causa della luce della luna. Molti terrapiattisti cercano di dimostrare che la luce della luna è assolutamente indipendente da quella del sole. Mostrano immagini in cui la luce della luna non sembra essere perfettamente allineata nella direzione del sole. Nonostante tutti questi sforzi, possiamo dire che sia chiaro (per me lo è) che la luce della luna sia sempre nella direzione del sole.
Non sono propenso comunque ad accettare il punto di vista ufficiale che prevede che la luce lunare sia luce riflessa. Penso che la luce della luna sia fotoluminescenza e che non sia totalmente indipendente ma attivata dal sole. Una radiazione ultravioletta incidente attiva la fluorescenza. Le reazioni di fusione fredda nel sole generano grandi quantità di radiazioni. La scienza afferma che il 7% della radiazione totale del sole è luce ultravioletta. Questa radiazione è quella che probabilmente attiva la fluorescenza della luna.
Qual è il materiale che dà fluorescenza alla luna? Se si fa una ricerca sui materiali presenti nella composizione della luna, la scienza afferma che esiste una percentuale di tungsteno maggiore rispetto alla Terra. Interessante è il fatto che i sali di tungsteno ma anche l’anidride di tungsteno danno fluorescenza con un colore blu o giallo.
L’anidride di tungsteno si comporta come un semiconduttore e può migliorare le sue caratteristiche fluorescenti. Affinché il tungsteno riveli le sue proprietà di fluorescenza c’è bisogno di un attivatore che, sulla luna, potrebbe essere il titanio. Questo è un elemento considerato una buona impurità per attivare la fluorescenza.
Quando si fanno ricerche sulla fluorescenza, la temperatura sarà un altro aspetto importante da considerare. Sulla luna non ci sono reazioni termiche e possiamo pensare che le temperature siano molto basse. La luminescenza della luna è quindi influenzata da temperature molto basse.
Possiamo avere conferma indiretta della possibilità che la luminosità della luna sia fotoluminescenza? Il discorso della temperatura è proprio quello che viene in nostro aiuto, a dimostrazione che le nostre affermazioni sono in accordo con i principi basilari della fisica. Voglio parlarvi a questo proposito dell’effetto anti Stokes.
Noi sappiamo che, in generale, una radiazione luminosa trasporta una certa quantità di energia e scalda quindi il corpo che viene illuminato in quanto cede parte di questa energia. Conosce bene questo fatto chi ha acquistato una automobile nera. A causa del fatto che il nero assorbe tutte le lunghezze d’onda del visibile, quella automobile si scalderà di più di una macchina bianca.
Se la luce della luna dunque fosse davvero semplicemente luce riflessa del sole si dovrebbe verificare che la luna venga riscaldata da questa luce e che la Terra venga a sua volta riscaldata in piccola misura dalla luce della luna. Una bella nottata serena di luna piena dovrebbe essere quindi più tiepida di una notte senza luna o con solo una falce di luce.
Succede invece che le misurazioni effettuate da più ricercatori rivelano che la luna è fredda e la luce della luna raffredda le superfici che tocca. Tutti sappiamo infatti che una notte serena di luna piena in inverno vuol dire gelata sicura.
Chiediamoci dunque: la fotoluminescenza potrebbe descrivere questo fenomeno? Sì, può farlo. Esiste infatti un fenomeno chiamato fotoluminescenza anti Stokes in cui succede, per taluni materiali, e in certe situazioni, che la radiazione emessa abbia frequenza maggiore della radiazione ultravioletta eccitante. In questi casi, l’energia aggiuntiva, viene prelevata dalla dissipazione dei fononi termici nel reticolo di un cristallo, e comporta il raffreddamento del cristallo durante il processo.
Questo significa che la luna viene colpita dai raggi ultravioletti del sole e che la radiazione emessa per fotoluminescenza ha energia maggiore di quella ricevuta. L’energia aggiuntiva è presa dalla luna ed è quella che la raffredda e che la rende quindi una sorgente raffrescante per la Terra. Interessante il fatto che materiali anti Stokes sono terre rare magnetiche come l’ittrio. Che si possa ottenere questo effetto anche con l’olmio?
Conclusioni sintetiche:
—— la luce della luna è dovuta alla fluorescenza;
—— la fluorescenza è attivata dai raggi UV del sole;
—— le molecole responsabili della luminescenza sono fatte di tungsteno con impurità di titanio.
Michele Vassallo è un ingegnere meccanico. Nel 2015, quando scoprì il movimento emergente degli American Flat Earthers, si sentì stupito e affascinato. Presto si rese conto che la Terra non poteva essere un globo. Nonostante il fatto che gli argomenti venuti alla ribalta fossero e siano ancora incompleti e contengano molti errori, il concetto generale di una terra piatta sembra assolutamente degno di indagine.
Tra le sue migliori scoperte c’è la reintroduzione dell’etere nella fisica della terra piatta e una nuova visione della natura della luce.
E’ coautore del libro “The real measures of the (flat) Earth” edito da Aracne editore e del blog “rifugiatidipella.com“. Dal 2019 produce materiale video inerente la Terra piatta sul suo canale Youtube “earthmeasured”.