Cari amici di Altrogiornale, assieme al giornalista e ricercatore Piero Cammerinesi, che ringraziamo, vi proponiamo la prima parte di un suo lavoro sulla vita di Edgar Cayce, un personaggio sicuramente particolare, su cui molti di voi avranno delle domande che necessitano di chiarimenti. Buona lettura.
Los Angeles, 2 settembre 2009 – Con l’avvicinarsi del fatidico 2012 non vi è quasi giorno in cui le televisioni americane non mandino in onda inquietanti trasmissioni con predizioni di incombenti disastri, quando non addirittura di Doomsday, o fine dei giorni. A tal fine si avvalgono di molte fonti, a partire dai Maya – il cui calendario, come è noto, termina il 21 dicembre 2012 – agli Hopi, ai Cherokee, ma anche alla Bibbia e a Nostradamus, per giungere fino ad Edgar Cayce, personaggio controverso, sovente citato a sproposito e poco compreso dai più.
IL CALENDARIO MAYA
Ma vediamo anzitutto in cosa consiste questo calendario, indubbiamente uno dei più complessi e precisi della storia antica. Il calendario Maya si basa su cinque ère che formano l’Anno Cosmico – chiamato anche ciclo equinoziale – nel corso del quale la terra transita in tutti e 12 i segni dello Zodiaco. L’Anno Cosmico ha una durata complessiva di 25.826 anni e comprende cinque periodi di 5.125 anni, rappresentanti ciascuno un’èra del mondo. I Maya non furono i soli a considerare l’Anno Cosmico come il principale ciclo temporale dell’universo; vi fecero riferimento nel passato anche Sumeri, Egizi, Tibetani, Cherokee ed Hopi.
Ogni passaggio da un’èra all’altra per i Maya – ma anche per Aztechi e Toltechi – è caratterizzato da profonde trasformazioni. Secondo questo computo del tempo il ciclo in cui stiamo vivendo – èra del Quinto Sole – inizia il 6 settembre 3114 a.C., per concludersi, appunto, il 21 dicembre 2012. In tale data, giorno del solstizio d’inverno, l’equatore galattico, vale a dire il centro della Via Lattea, si troverà – per la prima volta in 25.826 anni – in congiunzione con il centro dell’ellittica solare, cioè del percorso del sole nello spazio cosmico causato dalla cosiddetta precessione degli equinozi. Il luogo nel quale il solstizio d’inverno incrocia la Via Lattea viene chiamato dai Maya Xibalba Be ovvero la via verso gli Inferi.
Oggi ci troviamo, sempre secondo il computo Maya, nel tredicesimo Baktun (ogni era di 5.125 anni veniva ulteriormente divisa in 13 Baktun, di 394 anni ciascuno) che fu denominato “trasformazione della materia” o anche “trionfo della cultura della materia”, durante la quale era previsto un pressoché totale oblio della dimensione spirituale, quasi un’amnesia universale. La particolarissima condizione stellare – che si verificherà il 21 dicembre 2012 – veniva considerata dai Maya letteralmente una ‘nuova creazione’, condizione di regola preceduta o accompagnata da grandi distruzioni o cambiamenti del mondo.
Fin qui i Maya.
EDGAR CAYCE
Naturalmente questi elementi, rafforzati dal fatto che il calendario Maya ha una precisione difficilmente giustificabile considerando che è stato creato da un popolo privo delle attuali strumentazioni scientifiche, hanno dato vita – in particolare con l’arrivo della New Age – a ipotesi e profezie di ogni genere, dalle più ottimistiche alle più catastrofiche. Per suffragare tali predizioni si è attinto a piene mani – oltre che alle scritture di varie religioni – anche alle previsioni di molti profeti ed indovini che si sono espressi in vario modo su questo punto di svolta della storia umana che dovrebbe essere rappresentato dal 2012.
Uno di questi è Edgar Cayce, the sleeping prophet – il profeta dormiente – personaggio, come si diceva all’inizio, poco conosciuto, in particolare in Europa, e ancor meno compreso. Il punto è che le persone che si avvicinano a Cayce – oggi come ieri – assumono in genere due atteggiamenti contrapposti ma ugualmente superficiali e poco rispettosi della verità storica e dei contenuti dei reading (letture sotto ipnosi) di quello che può venir considerato a ragione il più grande profeta del ventesimo secolo.
Mi spiego meglio.
Come sempre accade per personaggi straordinari o comunque non riconducibili alla ‘normale’ dialettica filosofico-religioso-scientifica propria alla nostra cultura, ci si accosta a questi soggetti già – se pur inconsciamente – prevenuti. In un senso o nell’altro. C’è chi sostiene che il personaggio ‘speciale’ – le cui esternazioni o predizioni escono in qualche modo dal ‘seminato’ – sia poco più che un impostore e, dato che la nostra cultura attuale non sembra in grado di accogliere metodi conoscitivi diversi, non trova di meglio che rifiutarli in blocco. Insomma, dato che “…non posso accettare le sue verità, allora non può che essere un impostore”.
L’approccio opposto è ugualmente parziale ed è comune a tutti coloro che, spesso per partito preso, rifiutano in blocco il nostro sistema culturale, buttando via sovente… il bambino con l’acqua sporca. Sono quelli che, se pur inconsciamente, pensano: “…visto che le sue teorie mi convincono, ed io sono contro l’attuale cultura dominante allora tutto quello che dice è vero”. Così i primi hanno frettolosamente liquidato in blocco tutto il lavoro e la vita del nostro, mentre gli altri ne hanno fatto un idolo, acriticamente ritenuto infallibile, impedendosi di riconoscerne gli eventuali limiti.
I primi, non interessandosi al contenuto del suo lavoro, hanno fatto dell’informazione sbagliata, tenendo lontani da Cayce tutti coloro che si fidano ciecamente degli esegeti e degli interpreti, senza la spregiudicatezza ed il coraggio di andare a verificare le fonti. I secondi hanno paradossalmente forse fatto danni ancora maggiori, nuocendo seriamente all’immagine di Cayce, spesso attingendo a piene mani al suo lavoro, senza attenzione critica, estrapolando affermazioni da contesti differenti quando non addirittura falsificandone i contenuti.
Ambedue gli approcci sono comunque caratterizzati dalla medesima mancanza di quella spregiudicatezza – dice qualcosa il termine? – e di quella serietà che dovrebbero condurre chiunque a prendere una posizione solo dopo aver studiato approfonditamente le fonti. Le quali, nel caso di Cayce, consistono in circa 15.000 reading, vale a dire trascrizioni di registrazioni o appunti stenografati presi nel corso di altrettante sessioni ipnotiche durante le quali, su richiesta di terzi, egli – con il principale obiettivo di aiutare le persone sofferenti che a lui si rivolgevano – parlò di medicina, ma anche di storia, religione, politica, scienza. Si tratta di oltre 100.000 pagine di trascrizioni, portate a termine dalla fedele stenografa Gladys Davis, che lo affiancò nel corso di tutta la sua esistenza.
Così la generale mancanza di onestà intellettuale degli interpreti, l’enorme quantità dei testi da esaminare e confrontare, il linguaggio spesso ostico e lo stile biblico-ottocentesco decisamente complesso, hanno fatto sì che ancora oggi la figura di questo straordinario personaggio sia non solo controversa ma quasi universalmente incompresa. Vediamo allora chi era Edgar Cayce e quale è il significato della sua figura.
LA VITA
Edgar nasce in una fattoria a Hopkinsville (Kentucky) nel 1877 e fin da bambino vive esperienze particolarissime, di cui per anni si vergogna e che non comunica se non a pochissime persone della sua famiglia. A quattro anni assiste alla morte del nonno, da lui molto amato, che annega incidentalmente nel fiume; da quel momento continuerà a vederlo ed a parlarci per almeno dodici anni. A tredici anni ha un incontro con una Entità angelica, che lui chiamerà Shining Lady o ‘signora splendente’, che gli chiede cosa vuole fare nella sua vita.
A questa domanda Edgar risponde senza esitazioni di voler aiutare gli altri, in particolare i bambini malati. L’Entità gli assicura che il suo desiderio di aiutare il prossimo a guarire da sofferenze e malattie verrà esaudito.
Successivamente, ancora grazie ad un suggerimento di questa Entità, è in grado di memorizzare qualsiasi libro in pochi minuti; basta che ci dorma letteralmente sopra, mettendolo sotto il cuscino e prendendo sonno anche solo per pochissimo tempo.
Inutile dire che tutti questi elementi, ampiamente noti nel suo semplicissimo entourage di villaggio rurale, ne rendono gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza non propriamente semplici, costringendolo a non manifestare pubblicamente le sue esperienze. A sedici anni è costretto a lasciare le scuola per aiutare la famiglia; va a lavorare per uno zio nella fattoria del nonno; solo la nonna – cui sarà vicino sino alla morte – condivide con lui le sue esperienze, parlandogli spesso di fenomeni occulti e di Entità spirituali.
A diciassette anni, nel corso di una notte brava con gli amici in città, viene colpito alla clavicola da un proiettile vagante: mentre è in coma una Entità gli dice di ritornare alla vita da sua madre che lo aspetta, e così accade. Inizia a fare il libraio, mestiere che praticherà dal 1894 al 1904, con grande soddisfazione dei suoi datori di lavoro, vista la memoria prodigiosa del ragazzo, in grado di conoscere in pochi minuti i contenuti di qualsiasi volume e di offrire quindi ai clienti suggerimenti e consigli.
Nel 1897, a soli 19 anni, inizia ad insegnare alla scuola della sua Chiesa, iniziando un percorso di devozione religiosa e di dedizione agli altri che lo accompagnerà tutta la vita. A vent’anni si fidanza con Gertude Evans, che sposerà a ventisei e che sarà al suo fianco sino alla fine. Sempre a vent’anni inizia a delinearsi la profonda onestà di Edgar, alle prese da una parte con chi lo spinge a mettere a frutto egoisticamente le sue qualità e dall’altra con la sua intransigente moralità; decide infatti di smettere di giocare a carte, in quanto è in grado di leggere le carte degli avversari.
Saranno da allora molte altre le occasioni nella sua vita in cui i suoi principi etici gli suggeriranno scelte spesso molto difficili. Inizia a lavorare con il padre per una compagnia di assicurazioni e, data la sua carica comunicativa, ha molto successo, ma a ventiquattro anni perde improvvisamente la voce, il suo principale strumento di lavoro.
I medici non sanno risalire alla causa del suo stato di totale afonia, che durerà per un anno e mezzo; Edgar perderà un terzo del proprio peso, passando uno dei periodi più drammatici della sua vita. Inizia allora la professione di fotografo, che evidentemente non lo costringe a parlare e che lo accompagnerà per buona parte dell’esistenza. Visto che i medici non trovano spiegazioni al suo problema gli viene suggerito di provare a curarsi con l’ipnosi.
Nel 1901 Al Layne, su consiglio di un medico di New York, prova a trattare Cayce con l’ipnosi. Edgar sotto ipnosi inizia subito a parlare normalmente e fa la diagnosi della propria afonia, che risulta essere una paralisi delle corde vocali provocata da una carenza circolatoria. Si autoprescrive anche la cura, che funzionerà in maniera sorprendente. Di ciò non ricorderà nulla – sia in questa occasione che in seguito – dopo il risveglio dallo stato ipnotico.
Cayce, nella sua assoluta ingenuità, si accorge dunque di poter cadere con grande facilità in stato ipnotico, ma ritiene che questo gli sia accaduto solo per dargli la possibilità di guarire dall’afonia. Ma la vita, la ‘Shining Lady’ e la sua particolare natura, evidentemente non sono di questo avviso. Così, da quel momento, pur avendo solo la licenza media e nessuna conoscenza scientifica, scopre non solo di poter curare efficacemente se stesso ma anche gli altri, persino a distanza, con diagnosi mediche precise e prescrizioni terapeutiche efficaci.
Da allora in poi, per tutta la sua esistenza, saranno migliaia le persone a rivolgersi a lui per chiedere qualsiasi cosa, dalla soluzione di un problema di salute alla perdita del lavoro, dai rapporti familiari alle questioni economiche, dalle previsioni sul futuro alle crisi interiori. In particolare nel corso di decenni di attività al servizio degli altri riesce a guarire moltissime persone da patologie quali tubercolosi ed epilessia, cancro e psoriasi, per la quali escogita cure personalizzate efficacissime; riesce a far recuperare la vista al figlio, rimasto cieco a seguito di un incidente ed a salvare la moglie da morte certa.
Ciò gli vale evidentemente l’ostilità della medicina ufficiale, con l’eccezione di quei dottori che avranno la fortuna di sperimentare direttamente l’efficacia delle sue terapie. Viene attaccato e screditato per tutta la sua vita, finendo ripetutamente sotto processo. Anche la Chiesa, nonostante la sua devozione, che lo porta a condurre corsi di catechismo in varie occasioni, lo scredita più volte e lo condanna per eresia.
Nel 1910 un articolo sul New York Times richiama l’attenzione di tutto il Paese sui suoi straordinari risultati come guaritore, attirando sempre più persone che chiedono di avere sue letture per problemi di salute. L’anno successivo, dopo una crisi interiore che lo porta a dubitare della sua missione, di fronte alla moglie in fin di vita per una grave forma di tubercolosi, riprende le sedute ipnotiche e la fa guarire con delle cure apparentemente miracolose.
Ma non ha solo opposizioni e critiche da parte del mondo circostante: sono molti i personaggi famosi ad utilizzare le sue capacità, dal Presidente Wilson che lo interpellerà ripetutamente, a membri del Congresso, scienziati, imprenditori e uomini di cultura. A 52 anni, nel 1929, riesce a realizzare, grazie a donazioni e ad aiuti di amici, il suo grande sogno, quello di aprire un ospedale al servizio di coloro che soffrono. L’ospedale – costruito, come indicato dallo Spirito-guida che parla attraverso Cayce, a Virginia Beach, sulla costa est degli Stati Uniti, ha un grande successo nel corso del primo anno.
Il progetto ha per obiettivo quello di fondere le sue esperienze sulla ricerca psichica e sulle vite passate, cui continuamente si riferisce nel corso delle sedute ipnotiche, con la sua attività prediletta di guaritore. Tuttavia, dopo pochi mesi il crollo delle Borse mondiali e la depressione – che peraltro Cayce aveva puntualmente previsto – rendono la situazione molto difficile. L’Ospedale chiude nel febbraio del 1931 ma nel 1932 nasce la A.R.E., Association for Research and Enlightenment – Associazione per la Ricerca e l’Illuminazione – con sede a Virginia Beach, sulla costa orientale degli USA, che dura sino ai giorni nostri e che gestisce il gigantesco lascito di Cayce.
Edgar Cayce continua ad aiutare sino alla fine, con abnegazione ed altruismo, mediante i reading le persone che ne fanno richiesta, mettendo con ciò a serio repentaglio la sua stessa salute. Tanto che sarà solo un colpo apoplettico, nel 1945, a costringerlo a sospendere le sedute ipnotiche.
Morirà il 3 gennaio del ’45, seguito dalla moglie appena tre mesi dopo.
LO SPIRITO-GUIDA
Come si è visto dalla breve sintesi della sua vita, Edgar Cayce visse sempre del suo lavoro, passando dal mestiere di libraio a quello di fotografo, non utilizzando quasi mai per sé stesso le sue straordinarie facoltà, sempre disponibile a fornire letture prevalentemente finalizzate alla guarigione di chiunque ne facesse richiesta. Cayce si distendeva sul divano e in pochissimi minuti entrava in trance, rispondendo ai quesiti che le persone intorno a lui gli ponevano.
Gli venivano generalmente richieste indicazioni su malattie o problemi personali, ma accadeva spesso che, per rispondere a tali domande, lo Spirito-guida che parlava attraverso di lui trascendesse il tracciato della singola vita umana, facendo riferimenti a passate incarnazioni della persona cui si rivolgeva, in epoche di civiltà anche remote. Il linguaggio utilizzato da Cayce – che in genere non ricordava nulla dopo il risveglio – rievocava concetti biblici con risonanze metafisiche e filosofiche.
Una delle sue caratteristiche più significative è che egli non riteneva di godere di facoltà straordinarie né mai si considerò un profeta. Era profondamente convinto che attingere a facoltà come le sue fosse possibile a chiunque tramite la fiducia nel Divino, le cui qualità sono presenti in ogni anima umana, pronte a venir destate e sviluppate grazie alla fede ed alla dedizione verso i propri simili. Profondamente cristiano, mise sempre al centro della sua vita la figura del Cristo.
Conosceva le Scritture a memoria ma era al tempo stesso rispettoso di altre vie verso lo Spirito, profondamente convinto che Dio e la creazione siano un tutt’uno, accessibile ad ogni essere umano che sappia applicare la tolleranza e l’amore verso i propri simili ed il rispetto verso le opinioni altrui, rinunciando al proprio egoismo ed ad ogni forma di integralismo.
Aveva inoltre – a differenza della maggior parte dei profeti e dei mistici – un approccio squisitamente scientifico alle sue facoltà; essendo autenticamente onesto con se stesso riconosceva che nulla di quanto veniva detto nel corso delle sedute ipnotiche era ‘farina del suo sacco’, voleva che i reading fossero esaminati scientificamente, in modo da verificarne il contenuto al fine di garantirne un coretto utilizzo.
Per questo motivo si può dire – senza tema di smentita – che la figura di Cayce è davvero unica nel panorama dei profeti e dei mistici moderni. Furono molti i medici e gli scienziati che esaminarono Cayce da vicino nel corso della sua vita, mettendo alla prova le indicazioni ed i rimedi da lui forniti. Nessuno di loro, dopo averlo visto all’opera, lo screditò mai e le sue guarigioni fecero parlare di sé per molti anni.
Anche nei confronti del suo Spirito-guida non pretese mai fede cieca, né si trova all’interno dei reading una qualche forma di predicato di autorità assoluta attribuito all’entità che parlava attraverso di lui. Cayce sosteneva che quanto emergeva nelle sedute ipnotiche doveva venir sperimentato dalla persona cui la seduta si rivolgeva e solo un risultato positivo ne avrebbe potuto confermare la validità. La maggior parte dei reading non faceva riferimenti specifici all’entità che parlava attraverso di lui, tranne in alcuni casi – piuttosto rari – in cui uno ‘spirito’ era espressamente chiamato a parlare.
Ma anche in tali casi la responsabilità di quanto veniva comunicato non era di carattere universale ma era direttamente riferibile a tale entità. Cayce si augurava esplicitamente che queste comunicazioni provenissero da una sorgente divina ma non volle mai presentare se stesso come una autorità spirituale o metafisica. Lottò sempre strenuamente contro ogni tentativo di chi, vicino a lui, volesse creare un culto o una setta intorno alle ‘sue’ rivelazioni. Lo stesso Spirito-guida che parlava attraverso di lui, quando veniva interrogato in proposito, non pretendeva mai di esprimere una verità assoluta ed avvertiva che molti fattori – primo tra i quali la libertà umana – erano comunque in grado di modificare anche radicalmente certe previsioni o aspettative.
In un reading del 1936 lo Spirito-guida sintetizza così la missione e l’origine delle doti di Cayce: “Le capacità di questa entità (Cayce) provengono da quelle esperienze in cui l’ego, il sé furono dedicati al servizio del prossimo (The abilities of this entity, then, arise from those experiences when the ego, the self, was submerged in a service for the fellow man) [294-185].
E ancora: “Questi sono dunque i compiti e le aspirazioni di questa entità (Cayce) quando la sua coscienza è assente; che la legge del Signore possa realizzarsi nell’esperienza di ogni anima”. (These are then the purposes, these are the desires of the entity, when the consciousness is submerged; that the law of the Lord may be perfect in the experiences of each soul) [294-185].
Il senso della missione di Cayce – ed al tempo stesso la sua croce – sono poi perfettamente sintetizzati nello stesso reading: “Nell’esperienza di questa entità (Cayce) essere assenti è il modo di essere al servizio di ciò che è costruttivo nell’esperienza del ricercatore. Se il ricercatore è alla ricerca di qualcosa per sé e non per aiutare, favorire ed assistere gli altri, ciò si tramuta – questa è la legge – in un ostacolo all’esperienza, tanto da far nascere confusione anche nell’esperienza dell’entità che sta cercando di dare aiuto”.
(In this entity’s experience, to be absent is to be in service for that as is constructive in the experience of the seeker. If the seeker seeks for what which is for self and not for the help, the cheer, the aid for others, this becomes – as the law – a stumblingblock in the experience; and thus confusion arises even in the experience of the entity attempting to aid) [294-185].
In effetti Cayce intendeva dare indicazioni a chi fosse alla ricerca di un mondo migliore ma ebbe spesso a che fare con persone che intendevano usare i reading per il proprio tornaconto, quando non addirittura solo per trarne ricchezze e potere. Questo problema ebbe inizio già dalle primissime letture, allorché i medici che inducevano l’ipnosi si approfittarono della situazione per ottenere risposte sull’andamento della Borsa o sulle corse dei cavalli.
In realtà Cayce dovette confrontarsi con questa situazione per tutta la vita e probabilmente non la risolvette mai completamente. Oggi sono oltre 400 i libri dedicati a questo straordinario personaggio, ma purtroppo essi, nella loro quasi totalità, sono poco rispettosi della verità storica e del reale contenuto dei reading. In realtà essi sono sovente un mix di precedenti lavori di altri scrittori e di pregiudizi dell’autore.
La maggior parte di chi si è cimentato in biografie di Edgar Cayce lo ha fatto perché lo ammirava e ne usava le predizioni e le idee per la propria vita. Ogni autore ha pertanto enfatizzato alcuni aspetti mettendone in ombra altri. Tra tutte – a parte la bella autobiografia My life as a seer – vale la pena di citare The lost memories of Edgar Cayce di Robert Smith, Seer out of season di Harmon Bro, There is a river. The story of Edgar Cayce di Thomas Sugrue e My life with Edgar Cayce di David Khan.
Uno dei motivi di questo stato di cose è certamente imputabile alla estrema complessità delle letture, al linguaggio spesso criptico ed alla necessità di incrociare centinaia di riferimenti ad un certo soggetto prima di poter affermare di aver trattato coerentemente l’argomento. Nonostante Cayce richiedesse di prendere nota di tutto quanto egli dicesse nel corso delle letture – contenuti di cui egli non aveva consapevolezza né competenza – proprio perché vi fosse un approccio scientifico al suo lavoro, i reading non sono in alcun modo lineari, né v’è continuità nel modo in cui gli argomenti vengono trattati.
Anche se le letture sono coerenti e non contraddittorie, riportano spesso un uso diverso dei nomi, dei termini, dei dettagli. Sono, in altre parole, necessari anni di studio e di comparazione per trovare un filo comune nell’immensa mole di questo materiale. Cayce stesso non era in grado di comprendere molto di quanto diceva sotto ipnosi e tanto meno lo furono i suoi commentatori ed esegeti, in particolare prima della pubblicazione dei reading su CD Rom, avvenuta solo pochi anni fa, cosa che rese finalmente possibile una ricerca tematica ed una conseguente opportunità di confrontare le varie esternazioni su singoli argomenti.
In realtà, come sostiene forse l’unico studioso che ha analizzato a fondo, con spirito autenticamente scientifico e senza preconcetti di sorta l’immenso lascito di Cayce, Michael Wells Mandeville, “seppellita nelle svariate centinaia di migliaia di pagine di circa 15.000 letture tenute da Edgar Cayce, c’è una vasta messe di indizi, che, ricomposta come in un puzzle costituisce il profilo di un vasto scenario storico, una ‘Epopea cosmica’”. (Buried in the several hundred thousand pages of some 15,000 psychic readings given by Edgar Cayce, there is a large legacy of clues, which, like a jigsaw puzzle, fit together to reveal the outline of a vast historical drama, a “World Epic).
Uno scenario storico che parte dalla Genesi passando per tre successive distruzioni di Atlantide (quella definitiva intorno al 10.500 a.C.), e che descrive le civiltà del mondo antico e del mondo moderno con grande ricchezza di notizie, commenti ed aspettative per le epoche future.
Piero Cammerinesi
(Per gentile concessione de larchetipo.com)
Piero Cammerinesi: Giornalista e ricercatore italiano indipendente, ha vissuto e lavorato per anni negli Stati Uniti.
Editore e pubblicista in Italia per tre decenni, ha studiato e lavorato in Italia, Germania e USA.
Dopo un percorso di studio sul pensiero filosofico orientale antico, si è laureato in Filosofia, proseguendo gli studi in Germania, dove ha vissuto e insegnato.
Da sempre molto legato all’esoterismo ed alla cultura orientale ha seguito dapprima le lezioni e conferenze di Krishnamurti e gli insegnamenti di alcuni Yogin, fino all’incontro con Massimo Scaligero e con l’esoterismo occidentale.
Autore di articoli e saggi, ha tradotto dal tedesco opere di Rudolf Steiner, Gustav Meyrink e Judith von Halle.
Nel 2016 ha pubblicato con l’Editore Bonanno il volume “Storia di un incontro, Rudolf Steiner e Friedrich Nietzsche“.
Il nome del suo sito liberopensare.com intende sottolineare l’indipendenza da qualsiasi dottrina, corrente o organizzazione esteriore, riconducendo ogni possibile ‘appartenenza’ alla Via del Pensiero di cui Massimo Scaligero è stato insuperato maestro.