DMT, Iperspazio e Osservazioni

«Spazio e tempo non sono condizioni in cui viviamo; sono modi in cui pensiamo.»
Albert Einstein

dmt iperspazio osservazioniPer dimostrare la difficoltà ad evadere dalle strutture mentali con cui siamo abituati a percepire la presunta realtà attorno a noi il matematico Edwin A. Abbott, nel lontano 1884, pubblicò Flatlandia.

L’eroe del profondo ed ispirato racconto di Abbott si chiama Quadrato. Quadrato è un essere bidimensionale che vive a Flatlandia, un mondo piatto che ospita altre forme viventi di natura bidimensionale come lui. Un bel giorno Quadrato fa la straordinaria esperienza d’incontrare Sfera, un essere tridimensionale che interseca la piatta dimensione di Flatlandia apparendo nel suo soggiorno. Sfera gli spiega che proviene da un paese dove c’è una dimensione in più rispetto a Flatlandia.

Inizialmente Quadrato, nella sua superstiziosa ignoranza, crede che Sfera sia solo un’entità maligna che tenta di raggirare il suo buon senso di essere bidimensionale ed oppone resistenza a quelle inverosimili rivelazioni, scacciando dalla sua piatta mente la sola idea che possa esistere qualcosa come un mondo con tre dimensioni. Così Sfera, esasperato dal cieco dogma in cui si trincera Quadrato lo porta a Spacelandia e lo inizia alla terza dimensione. Dopo i primi momenti di terrore e smarrimento Quadrato si abitua all’evidenza di una terza dimensione e poi accadde che in un coraggioso slancio mentale incominci, per analogia, a postulare l’esistenza di un paese a quattro, cinque e più dimensioni, sconcertando Sfera che mai avrebbe potuto pensare, nella sua limitata mente tridimensionale, ci potesse essere qualcosa di più di tre dimensioni. Una volta tornato a Flatlandia Quadrato inizia la sua missione di evangelizzazione alla terza dimensione.

Subito viene preso per un pazzo visionario e messo in una buia prigione (del resto queste cose succedono anche qui da noi!). Enormi e vane sono le difficoltà affrontate dal nostro eroe per cercare di far comprendere ai suoi simili l’esistenza di Spacelandia, il paese dello spazio tridimensionale abitato da Sfera, poiché dalla loro limitata visione bidimensionale la presenza di Sfera può venir percepita come un cerchio con l’abilità di variare la sua circonferenza fino a scomparire.

Quella variazione di circonferenza è la loro misura del “tempo”! Orbene l’allegoria abbottiana rappresenta la nostra stessa difficoltà di esseri tridimensionali che, analogamente, percepiremo l’ipersfera (sfera a quattro dimensioni) come una sfera con l’abilità di variare il suo volume. Il racconto di Abbott, oltre a denunciare la misoginia e la crudeltà della società vittoriana, l’ignoranza accademica e la schiavitù sensoriale che da i natali a forme malate di dogmi, istruì l’uomo moderno a pensare da un più alto ordine di grandezza grazie ad una nuova prospettiva con cui osservare la vita e la presunta realtà. Inoltre, a livello più profondo, la natura mistica di Abbott (natura piuttosto comune tra matematici e fisici teorici che di solito la interpretiamo come astrazione ed ateismo), tentò di comunicare come un’esperienza spirituale possa squarciare la “piattezza tridimensionale” verso realtà superiori.

Le idee di Abbott furono riprese ed amplificate da un altro matematico. Un anno dopo l’uscita di Flatlandia Charles Hinton pubblicò Many dimension, consacrandosi come il filosofo dell’iperspazio. Il genio di Hinton, attraverso una costante esercizio mentale di visualizzazione tridimensionale, riuscì a modificare la percezione ordinaria con cui osserviamo un oggetto tridimensionale sbarazzandosi del concetto spaziale (su/giù, destra/sinistra/ e alto/basso). Hinton riuscì a visualizzare tutte le sezioni di un ipercubo indipendentemente dal fatto che queste sezioni possono diventare le proprie immagini speculari (dovuto in base a dove poggia l’ipercubo rispetto al nostro spazio).

In New Era of Thought, Hinton mosse guerra all’idea basata sul fatto che la nostra rete neurale, avente una struttura tridimensionale, non possa dar forma ad ologrammi a morfologia quadridimensionale. Il genio hintoniano fondò le sue argomentazioni sulla possibilità che il nostro spazio é dotato di un indefinito spessore a 4D permettendo così ai nostri neuroni, dotati di questa sottile dimensione extra dello stesso spazio in cui sono avvolti, di poter ottenere un pensiero quadridimensionale.

Nel 1965, fu la volta del fisico olandese Dyonis Burger che pubblicò “Sphereland”, tentativo di accostare Abbott e Hinton, per poter spiegare il concetto di curvatura dello spazio. Tra il novero di questi matematici e fisici della dimensione extra dobbiamo, per certi versi, mettere anche Albert Einstein (1), che ispirò lo stesso Burger. Ma lo stesso Einstein fu a sua volta ispirato da un famoso romanzo “La Macchina del tempo” di Wells. Nel celebre racconto di H. G. Wells, per bocca del suo protagonista, lo scrittore chiede se: «può esistere un cubo istantaneo?» Il comune buon senso direbbe che qualsiasi solido tridimensionale ha una propria reale esistenza. Ma Wells argutamente fece notare che per percepire come reale un qualsiasi oggetto tridimensionale (ma anche bidimensionale o unidimensionale se è per questo) bisogna che esso abbia una durata per almeno il periodo dell’osservazione.

Questo suo durare nel tempo, che ci permette di osservarne la forma, altro non è che la sua estensione nella 4° dimensione – se il solido tridimensionale non si immettesse nella nostra coordinata temporale sarebbe un fantasma per i nostri sensi che non avrebbero modo di osservarlo – ed è per questo che basare il concetto di realtà solo sulla percezione sensoriale (omettendone quella extrasensoriale) è un atto arbitrario e tutto fuorché scientifico! Orbene, nella teoria della relatività ristretta – a cui Einstein si ispirò dal profondo racconto di Wells – il tempo viene trattato dal punto di vista matematico come 4° dimensione e messo sullo stesso piano delle tre dimensioni dello spazio; lo spazio tridimensionale unito al tempo viene visto come un continuum a 4 dimensioni.

Molti di voi hanno sentito dire che la 4° dimensione sia il tempo, in effetti questo enunciato può essere preso come una buona rappresentazione della realtà, il problema é che non abbiamo le idee ben chiare su cosa consista in realtà il tempo! Ma soprattutto non ci chiediamo mai se la nostra percezione di esso sia realmente oggettiva (2) oppure sia una percezione meccanica istillataci, fin dalla più tenera età, da un retaggio sociale di convinzioni che cercava di contenere le più alte funzioni percettive dei cervelli “ineducati al dogma” della sua prole (3).

Per ora, incominciamo con il dire che in realtà il nostro cervello olografico, attraverso la retina, non percepisce mai un oggetto tridimensionale in tutte le sue facce. L’attuale modello olografico sostiene che la percezione degli oggetti tridimensionali si basa su una ingente quantità di proiezioni bidimensionali. Se ci mettiamo di fronte ad un cubo, della nostra stessa grandezza, la nostra retina percepisce solo una forma dimensionale chiamata quadrato.

Se ci spostiamo lateralmente la nostra retina é in grado di osservare un’altra forma bidimensionale, ossia, un quadrato collegato al primo quadrato precedentemente osservato. Ora se teniamo questa angolazione e ci spostiamo verso l’alto arriveremo, ad un certo punto, ad osservare un terzo quadrato (il “soffitto” del cubo) collegato ai due precedenti. Realizziamo quindi che, attraverso i nostri sensi di percezione, un solido tridimensionale come un cubo, sarà da noi osservato contemporaneamente in solo tre facce delle sei di cui è composto. Osserviamo sempre gli oggetti tridimensionali in maniera parziale, non avendo accesso, sensorialmente parlando, a tutte le facce di un solido (per poter osservare contemporaneamente tutte le facce di un oggetto tridimensionale dobbiamo iperdimensionalizzare le nostre percezioni).

Orbene, dopo i 3 punti d’osservazione, che ci hanno immesso in uno spazio a 3D permettendoci di osservare le facce X, Y e Z del cubo, servono ulteriori tre movimenti spaziali, all’interno delle tre coordinate spaziali (lunghezza, larghezza ed altezza) per riuscire ad osservare le rimanenti facce del cubo (X1, Y 1 e Z1). Questi tre apparenti movimenti spaziali, scanditi dal tempo, possono essere sostituiti da un unico spostamento ortodimensionale simultaneo dell’osservatore (movimento all’interno della coordinata Ψ). Ma poiché la nostra neocorteccia elabora solo un limitato numero di informazioni spaziodimensionali alla volta ci sembra di aver osservato, in una determinata sequenza temporale, solo una, due o tre faccia del cubo nello stesso momento (questo è dovuto al diverso punto d’osservazione in cui osserviamo l’oggetto contenuto nello spazio tridimensionale). Le tre diverse angolazioni d’osservazione, che ci hanno permesso di osservare le tre facce del cubo, le percepiamo sensorialmente come un movimento spaziale lineare misurato in unità di tempo lineare. In realtà l'”effetto tempo”, percepito durante lo stato beta, é dovuto al focus della coscienza ordinaria che censura le informazioni subconscie (multidimensionali) che non riguardano gli specifici punti tridimensionali che osserva.

Questo produce, nella coscienza ordinaria, la sensazione illusoria che il processo d’osservazione sia stato compiuto in una qualche successione temporale, mentre in realtà é simultaneo. Noi viviamo già in un universo multidimensionale ma la limitata banda sensoriale della nostra coscienza ordinaria nello stato beta ci permette di esperire la realtà solo attraverso un “formato tridimensionale” scandito da un movimento spaziale occulto che nella sua superficie visibile lo percepiamo come tempo. Questo movimento spaziodimensionale ortogonale (multidimensionale) percepito come movimento spaziotemporale è la reale quarta dimensione.

Quando percepiremo effettivamente questo tipo di movimento spaziodimensionale per movimento spaziodimensionale, e non più come movimento spaziotemporale, vuol dire che nello stesso istante la nostra neocorteccia e i nostri occhi riusciranno ad osservare tutte le sei facce del cubo tridimensionale. Da quel momento il nostro modello tridimensionale, con cui la nostra rete neurale processa la figura d’onda dell’universo, verrà trasmutato in un modello quadridimensionale con la possibilità (inesistente stando all’insegnamento di Ramtha che afferma che il tempo sia una caratteristica solo del nostro solido piano tridimensionale dall’elevata lunghezza d’onda) di avere come tempo la 5° dimensione.

Ma per il momento dobbiamo accontentarci del fatto che la nostra rete neurale possa solamente percepire oggetti tridimensionali incompleti, elaborando l’osservazione di questi, da parte della retina, grazie ad oggetti virtuali creati all’interno del cervello. In questo modo, quando osserviamo la tridimensionalità del nostro ambiente, in realtà osserviamo un’elaborazione virtuale a 3 dimensioni di immagini bidimensionali. Questi oggetti virtuali altro non sono che ologrammi con cui camuffiamo la figura d’onda autoconvincendoci che siano immagini oggettive di quella che é una realtà per molti versi fittizia. C’é da chiedersi se stiamo osservando l’osservabile o stiamo osservando la nostra immaginazione? L’osservazione a ∞D (vedi glossario) sono in realtà molto più reali della realtà artificiale che spaccia “legalmente” la nostra consapevolezza sociale. Si è quasi tentati di affermare che la maggior realtà é proporzionale alla percezione di un maggior numero di dimensioni o, se vogliamo, di bande di frequenza. Il sogno, l’esperienza fuori dal corpo o il viaggio dimensionale partono da un contesto tridimensionale immettendosi in ulteriori coordinate ortodimensionali.

Ciò rende le esperienze fuori dal corpo hertziano, le IR4 e ogni altra singolarità dell’osservazione a ∞D come realtà più reali della “realtà minore” (minore a causa del fatto che ha solo una banda tridimensionale di realtà esperibile, dovuta all’handicap dello stato ordinario del beta) esperita dalla coscienza ordinaria (4). Noi stiamo sognando quando siamo svegli e siamo più svegli quando stiamo sognando. La rigidità mentale, con cui percepiamo la realtà, é una pericolosa forma di tossicodipendenza estesa all’intera comunità mondiale. Credo fermamente che la Scuola d’Illuminazione di Ramtha ed altre splendide Scuole e culture ristrette di individui, sparsi nel pianete, sono le uniche fucine in cui si può permettere all’Evoluzione umana (5) di fare il proprio corso, accelerando il formarsi di un nuovo prototipo di cervello da donare alla specie umana sulla Terra.

Secondo la teoria della relatività generale il tempo non è più visto come una grandezza indipendente ma una direzione in un continuum quadridimensionale chiamato spaziotempo. Ora se abbiamo scoperto che la 4° dimensione che chiamavamo “tempo”, in realtà, ha le stesse caratteristiche spaziali delle 3 dimensioni a noi comuni qualcuno potrebbe, per legge d’analogia, addirittura speculare sul fatto che esseri tetradridimensionali (a 4 dimensioni) percepiscano la 5° dimensione come noi ora percepiamo la 4° dimensione (6). Inoltre, grazie alla teoria della relatività generale, la scienza di frontiera può, in un non lontano futuro, studiare il fenomeno delle vite parallele e il ciclo del causa-effetto delle “reincarnazioni karmiche” non più come eventuali vite passate, presenti o future, ma come vite vissute simultaneamente in contesti spaziotemporali diversi (7). Ramtha ha insegnato che il passato ha un finale aperto poiché il passato, presente e futuro viaggiano simultaneamente intersecandosi continuamente. Grazie al fatto che il tempo é una percezione limitata di una coordinata spaziale fantasma noi possiamo andare “avanti” e “indietro” in ognuno dei tre assi spaziali potendolo fare anche con ciò che percepiamo come tempo, semplicemente aggiungendo una dimensione extra (o percezione extra), giacché quest’ultimo ha la stessa natura spaziale delle prime tre dimensioni.

Il passato ed il futuro non sono altro che il presente in un’altra regione spaziale di uno spazio curvo. Curvando lo spaziotempo noi manifestiamo nel qui ed ora eventi-probabilità che precedentemente ci sembravano esperiti come passato o futuro (questa è la natura della mente e dei suoi traumi emozionali e del collasso di potenziali di vite parallele in questa linea del tempo).

A questo punto, qualcuno potrà chiedersi come ha fatto l’uomo ad accorgersi dell’illusorietà dei sensi con cui percepisce ciò che crede sia la realtà? I grandi mistici del passato ed i moderni mistici della quantistica, all’interno di uno stesso processo neurochimico, possono esserci riusciti in due soli modi. Per via esogena, facendo uso di sostanze psicotrope come la psilocibina, la dimetiltriptamina, ecc., permettendogli di raggiungere uno stato potenziato artificialmente che proiettasse il loro cervello/mente ad una dimensione superiore dalla quale hanno scritto le titaniche equazioni della Mente di Dio. Oppure per via endogena, grazie a sostanze psicotrope come la pinolina e la dimetiltriptamina sintetizzate dai loro cervelli nello stato potenziato del theta/delta, pervenendo all’estatica osservazione dei misteri della Natura attraverso lo stato di mente analogica (8).

In ogni caso ciò che ha permesso di scoprire la 4° dimensione sono state delle molecole chimiche o, per essere più specifici, le loro particolari frequenze che hanno potenziato la coerenza neurale ed il voltaggio del soggetto percipiente. Sono queste le molecole che permettono le percezioni extrasensoriali, grazie al fatto che permettono al cervello di elaborare figure d’onda di un flusso informazionale di una dimensione extra. Questo flusso di neuroormoni, é l’elettrochimica che permette all’uomo di “generare” la teoria delle stringhe o la teoria dei molti mondi, le dottrine olistiche basate sull’illusorietà di Maya e le menti immortali del misticismo e delle scienze astratte tra cui l’arte. A tale riguardo vorrei parlarvi specificatamente di una di esse, la molecola più amata dagli psiconauti: la DMT (N,N-dimetiltriptamina).

LA MOLECOLA DELL’IPERSPAZIO

Nel 1927 venne isolato il principio attivo della Banisteriopsis caapi assegnando a questo il nome di telephatine (telepatina); ma trent’anni dopo alcuni ricercatori si resero conto che, in realtà, era identica al composto armalina estratta dalla Peganum harmala ed il termine telepatina cadde in disuso. Naturalmente il termine telephatine era dovuta al fatto che i ricercatori scoprirono che queste molecole, una volta assunte, stimolavano capacità telepatiche. All’interno delle varie comunità sciamane la comunicazione telepatica è un’abilita relativamente comune durante l’ingestione, sotto varie forme, di piante psicotrope. In diverse occasioni venne dato a dei ricercatori americani ed europei delle potenti bevande allucinogene, o della carne degli Dei (alcune particolari specie di funghi psicoattivi), grazie a cui, senza alcuna difficoltà o preparazione, iniziarono a loro volta a comunicare telepaticamente. Ad alcuni la telepatia potrà sembrare “inverosimile” ciò nondimeno, al pari della non-località quantistica, è una realtà che si voglia prenderne atto o meno.

Dopo le diverse relazione entusiastiche fatte da ricercatori come Puharich e dai coniugi Wasson possiamo capire l’interesse della CIA, che finanziò buona parte di queste ricerche, per gli effetti “paranormali” dati dall’assunzione di queste piante psicotrope. La telepatia e la visione a distanza, nello spionaggio, possono diventare un’arma silenziosa, pulita e senza controindicazioni, in grado di abbattere qualsiasi nemico a qualsiasi distanza senza poter venire individuati se non con lo stesso metodo di natura extrasensoriale.

Dopo questa breve premessa puntiamo subito lo sguardo al “miracoloso” composto degli alcaloidi denominato N,N-dimetiltriptamina. Chiamata anche DMT la N,N-dimetiltriptamina è una potentissima molecola endogena − sintetizzata per la prima volta nel 1957 dal chimico ceco Steven Szara − e sembra la si può considerare tuttora la più potente degli allucinogeni conosciuti. La primissima produzione di DM avviene con la terza settimana di gestazione e l’epifisi continua a produrla per oltre 48 ore dopo la morte. Durante il sonno viene prodotta principalmente dalla nostra ghiandola pineale e raggiunge la massima concentrazione fra le 3 e le 4 del mattino, periodo che corrisponde di solito alla fase REM (Rapid Eye Movements). È proprio grazie alle sue proprietà elettrochimiche psicoattive che ci permettono di sognare e, soprattutto, di fare i cosiddetti sogni lucidi. La DMT differisce di poco da sostanze vegetali come psilocina (4-idrossi-N,N-dimetiltriptamina), psilocibina (O-fosforil-4-idrossi-N,N- dimetiltriptamina) e da molecole come la melatonina e la serotonina. Questa fugace molecola del sogno rimane in circolo per soli 5 minuti e se ne può rilevare la presenza nel fluido cerebrospinale, ma dopo questo brevissimo lasso temporale quantità anche notevoli di DMT vengono rapidamente riportate nell’organismo ai livelli di base.

Terence McKenna, nel suo libro Allucinazioni vere, espone una serie di affascinanti considerazioni, sue e di suo fratello Dennis, riguardo gli incredibili effetti che la dimetiltriptamina e la psilocibina producono una volta assunte. I “chemical brothers” Mc Kenna espongono le loro ardite teorie, in maniera erudita e poetica, rendendo accattivante la lettura delle loro singolari idee. Accanto a termini scientifici come inibitore MAO o spin elettronico troverete un estroso linguaggio psichedelico per esprimere le percezioni extrasensoriali, provate dai due, sotto l’effetto di queste sostanze. Non c’è da stupirsi dunque se, i plurilaureati fratelli McKenna, usino esclamazioni poco accademiche tipo «le macchine elfiche dell’iperspazio»!

In questo primo estratto, da Allucinazioni vere, notiamo da subito un linguaggio familiare a chi si interessa di sciamanesimo. Viene chiaramente sottolineato come il linguaggio sia una sorta di fastidiosa stampella durante gli stati di più alta consapevolezza, dove il pensiero opera in un più alto ordine di grandezza, che non hanno bisogno di venir formulati in una qualche forma di linguaggio. Si faccia inoltre attenzione ai punti riguardanti il suono perché tra non molto verrà maggiormente trattato.

«Lo stato innescato dal DMT, che permette esplosioni prolungate di questa energia, lui lo descrive come un livello sonoro che diviene più denso e si materializza in piccole creature simili a gnomi fatti di un materiale simile all’ossidiana, emesso dal corpo, dalla bocca e dagli organi sessuali, per tutta la durata del suono. È effervescente, fosforescente e indescrivibile. Le metafore linguistiche diventano inutili, perché questa materia è al di là del linguaggio, non un linguaggio fatto di parole, un linguaggio che diviene le cose che descrive. È un logos archetipo più che perfetto. Sono convinto che attraverso la sperimentazione con questi fenomeni vocali, con o senza droghe, sarà possibile capire e usare la sostanza translinguistica per raggiungere ogni realtà, poiché dire qualcosa con il suono significa farla accadere!» (9)

McKenna, nel proseguo del suo libro, continua con la sua suggestiva ipotesi:

«(…) Gli allucinogeni, toccando la matrice neurale, possono produrre cambiamenti della consapevolezza nella dimensione temporale. Certo, la consapevolezza può produrre cambiamenti anche a tre dimensioni. In triptammina è possibile, in condizioni particolari, sentire e vocalizzare un suono che passa attraverso una dimensione superiore e multiforme e si condensa come sostanza translinguistica, come per esempio materia che si duplica nel tempo, come un ologramma si duplica attraverso spazio. La sostanza prodotta dal suono è triptammina metabolizzata dalla mente in una dimensione spaziale superiore. È una molecola iperdimensionale che si trasporta in “questo” mondo. La natura iperdimensionale di questa materia è tale da essere fatta di tutti i materiali, concetti, eventi, parole, persone e idee omogeneizzate in una cosa sola tramite una più alta alchimia mentale. » (10)

In questo passaggio Mc Kenna espone un punto estremamente importante ovverosia il suono, in quanto onda acustica espressa in frequenze di vibrazione, funge da vettore dimensionale in grado di collassarsi in agglomerati molecolari da noi percepiti come solidi ologrammi dall’aspetto materiale. Suono e materia sono facce di una stessa medaglia e in base alla loro diversa frequenza noi li percepiamo come suono o come solido ordinario. Questa differenziazione sensoriale, basata sulle diverse frequenze, è data dall’elaborazione del segnale ambientale del nostro cervello che ha concettualizzato in simboli le differenti bande di frequenza con cui ognuno dei nostri sensi trasmette il segnale al cervello. Con i suoi 300 milioni di neuroni del corpo calloso il cervello, nella banda ristretta di percezione dello stato di veglia (stato beta), processa mediamente solo 2000 segmenti d’informazione anziché i 400.000 miliardi che ci bombardano ogni secondo (11).

E’ come se avessimo una Ferrari Testarossa parcheggiata sotto i nostri capelli ma, a causa della nostra inerzia mentale, preferissimo andare sempre a piedi piuttosto che imparare a guidarla! Forse qualcuno ora si porrà la domanda: si può percepire un oggetto contemporaneamente come vibrazione e come solido ed osservarlo come fosse un oggetto-suono? Di che mente abbiamo bisogno, sempre se la cosa sia possibile, per poter percepire un oggetto ordinario (hertziano) semplicemente come una vibrazione informazionale – un po’ come faceva Neo, dopo la sua “resurrezione”, quando i tre agenti sparavano nella sua direzione mentre Neo osservava l’ambiente intorno a lui come fosse un’immensa matrice ove scorrevano febbrilmente codici differenziati, per ogni oggetto virtuale, in grado di dare una parvenza reale ad ognuno di loro?

E con una consapevolezza di ordine superiore come viene percepita, a livello visivo, la nostra “vecchia” tridimensionalità? Inoltre é possibile percepire contemporaneamente una realtà con due consapevolezze diverse come ad esempio la consapevolezza dell’hertziano e la consapevolezza dell’ultravioletto, nonostante il fatto che usino due sistemi temporali diversi e due diverse frequenze di consapevolezza? A queste domande, che trovo molto intriganti, ci vorrebbero proprio le risposte intriganti di Ramtha! Ma per ora torniamo al bel libro dei Mc Kenna:

«Ci sono molte domande riguardo la fenomenologia di questo ologramma temporale come matrice fluida. Speculando, direi che è triptammina metabolizzata iperdimensionalmente, un fenomeno alchemico che è la corretta unione di triptammina (un composto onnipresente in natura) con il suono prodotto dalla voce e mediato dalla mente. (…) Quando questo suono è esternando imitando a perfezione il suono interno, si crea la triptammina iperdimensionale. Questa sostanza è mentale come un’idea normale? Harner insisteva che, sotto l’influenza di triptammina, inibitore MAO e di infusi di ayahuasca gli sciamani jivaro producono un liquido fluorescente che è la base delle loro magie. Sebbene invisibile alla percezione ordinaria, si dice che questo fluido sia visibile a tutti coloro che hanno consumato la sostanza. L’ayahuasca è spesso associata ad auree viola e allucinazioni blu scuro. Questo può indicare un plasma termico, forse visibile solo nello spettro UV. Se questo fenomeno ricade nella categoria “mentale”, rappresenta una comprensione perfezionata dell’iperdimensione chiamata da Jung inconscio collettivo, anche se ha il limite di non toccare lo spazio-tempo ordinario.» (12)

Per gli studenti della Scuola d’Illuminazione di Ramtha questo è certamente un passaggio speculativo ma non per questo poco significativo. Questo cosiddetto plasma termico di colore blu scuro, visibile solo nello spettro UV, in grado di curare le malattie dello sciamano o dei suoi pazienti non ve lo fa associare a qualcosa? Lo spettro UV è lo spettro del Reame Blu e non sono forse le tele blu elettrico di questo reame, quelle che cercate di adoperate durante, ad esempio, la disciplina della Blue body dance™ per curare il vostro corpo?!? Probabilmente queste sottili tele sono composte di un particolare plasma dall’elevato potere rigenerativo per le forme biologiche dei tre reami inferiori.

«(…) generare localmente uno specifico campo di energia che può rompere lo spazio tridimensionale. Non capisco se questo campo è elettromagnetico o no, ma sembra piegare lo spazio in modo tale da farlo quasi arrotolare su se stesso, su una dimensione superiore. Ecco come accade: Bisogna prendere abbastanza psilocibina per permettere al suono di essere udito. Credo che il suono sia dovuto alla risonanza di spin elettronico (ESR) degli alcaloidi di psilocibina contenuti nel fungo.
Il risultato sarà l’opera delle opere, la meraviglia che non può essere narrata, quattro dimensioni catturate e compresse in tre. La pietra sarà tutte le cose; ma gli elementi che sono uniti nell’iperspazio per formarla sono tra i più comuni prodotti naturali, e la funzione e la posizione di ciascuno nella pietra possono essere compresi. La pietra è un circuito iperdimensionale allo stato solido che è di struttura quadripartita:

I) La psilocibina viene caricata nel fungo per agire da architrave su cui il resto del circuito è condensato. Allo stato finale, la psilocibina agisce come un’antenna superconduttore per captare le informazioni diffuse attraverso spazio e tempo.

II) Il complesso di armina caricato superconduttivamente nella pietra agirà da trasmettitore e da fonte di energia. È interessante notare che la stessa energia che mantiene i circuiti dell’antenna in uno stato di superconduttività, sosterrà anche tutto l’insieme.

III) Il terzo composto della pietra è il DNA unito e risonante attraverso l’armina. Costituirà la memoria iperdimensionale olografica del meccanismo, conterrà e illustrerà la storia genetica di tutte le specie. Sarà la memoria collettiva del meccanismo, e tutti i tempi e i luoghi e le forme concepibili saranno accessibili in questa matrice.
IV) La quarta parte del circuito sarà l’RNA caricato superconduttivamente (di solito la funzione dell’RNA è di leggere il codice molecolare del DNA e di trascriverne i geni in molecole di proteine utilizzabili). Grazie alla sua funzione di replica orientata attraverso l’iperspazio, l’RNA sarà in grado di proiettare una forma simile a un’onda, un’immagine olografica a tre dimensioni, e perciò darà istantaneamente forma a qualunque idea. Compirà la stessa funzione che ha sempre avuto il processo di replica attraverso il tempo. Ma, d’ora in poi, la replicazione sarà soggetta al capriccio della coscienza.>> (13)

I Mc Kenna ipotizzano che la risonanza degli spin degli atomi che compongono gli alcaloidi, come la psilocibina, sia implicata con il ronzio che sentono in testa durante il “viaggio”. Quasi certamente tali strutture molecolari di natura psicotropa immettono una quantità tale di energia, da aumentare il voltaggio delle cellule nervose, da permettere al cervello di percepire un più ampio spettro elettromagnetico ed entrare in contatto con realtà ed informazioni dei reami superiori. Per gli studenti dell’Assey III progredito tutto questo forse vi farà tornare in mente la disciplina “Levitation” dove Ramtha ci sprona a cercare di sentire sempre di più il ronzio in testa. Forse, il ronzio non è dovuto tanto al rumore dell’energia delle bande rotanti, quanto al suo carburante, ovverosia, lo spin dei neurotrasmettitori endogeni, di matrice serotoninica, che danno il via libera al “decollo” dell’energia bosonica della Kundalini verso i sigilli superiori.

La psilocibina, come altri alcaloidi di natura psicotropa, fa cadere il velo della personalità anteriore permettendo così di poter osservare uno spettro di realtà più ampio. Qui la psicologia-psichiatria, in maniera azzardata, afferma che la pericolosità degli allucinogeni sta nella loro natura di scindere la personalità in molteplici schegge, mentre in realtà questa “controindicazione” permette, a chi l’esperisce, di far esperienza di un Io più ampio e privo di una dispotica personalità anteriore tanto amata dalla psicologia tradizionale (grazie a Dio ed alla moderna psicologia transpersonale questa visione ottocentesca ha oramai fatto il suo tempo!). È molto più probabile che le diverse personalità sono già scisse in precedenza ma non ce ne rendiamo conto. Molecole come la psilocibina o dimetiltriptamina hanno la giusta chimica per permettere di conoscerci in maniera più profonda. Le persone malate non sono coloro che entrano in contatto con le loro diverse personalità, lo sono coloro che dicono che queste sono mere patologie e che abbiamo un solo Io. Quest’ultimi sono in realtà le persone da curare (perlomeno dai loro dogmi che cercano di “venderci”)! A questo riguardo è estremamente interessante l’affermazione di Seth: «Il Presente Allargato è il ‘tempo’ fondamentale in cui esiste il sé totale, ma le varie porzioni del sé vivono le loro esperienze nei loro sistemi temporali. (…) Passato, presente e futuro sono la realtà solo per il tuo io.»

I frammenti di diverse personalità immerse nel nostro illimitato Sé potrebbero provenire da universi paralleli e/o da diverse dimensioni con i loro spettri di frequenza e relativi sistemi temporali. Ma c’è di più, il ronzio stesso è il segnale che centinaia di migliaia di persone hanno già sperimentato e che dichiarano di continuare a sperimentare ― alla faccia dei cosiddetti “esperti” che negano una tale ipotesi di fronte all’opinione pubblica mentre nell’ombra studiano questa fenomenologia per le Intelligence del loro paese ― prima di ogni esperienza extracorporea.

I Mc Kenna e parte della comunità degli psiconauti hanno compiuto viaggi in cui la loro consapevolezza cosciente di sé si esteriorizzava dal corpo e dall’universo fisico (hertziano). Le esperienze in quello che Terence chiama iperspazio probabilmente sono esperienze in universi d’antimateria. A tal riguardo mi viene in mente “L’ipotesi del campo Ψ” dove Ervin Laszlo ipotizza che: «Nella percezione comune il cervello/mente analizza le figure d’onda che derivano dall’universo fisico ricorrendo a forme infuse da figure provenienti dal campo Ψ (psi), mentre negli stati alterati di coscienza il cervello/mente ha accesso diretto a talune figure trasmesse per il tramite di questo campo.» (14)

In conclusione, gli alcaloidi di natura endogena ed esogena sembrano essere i vettori elettrochimici che permettono alla consapevolezza ordinaria di tramutarsi in una consapevolezza superiore e di esperire informazioni-esperienze non-lineari, rispetto allo standard hertziano, basato su di una matrice spaziotempo avente massa e gravità, e successivamente memorizzarle nella neocorteccia in concetti lineari con cui la consapevolezza ordinaria ha familiarità.
Ho voluto aprire una finestra sulle ipotesi dei Mc Kenna per due motivi: primo perché penso siano estremamente interessanti. Secondo perché Terence Mc Kenna é uno dei promotori più noti dell’odierna comunità degli psiconauti. A molti ciò non dirà nulla ma questa comunità ha un certo legame con le scuole iniziatiche e a tale riguardo voglio aprire una brevissima parentesi. Gli autentici psiconauti non sono “drogati”, come alcuni possono ingenuamente pensare, ma sono una comunità gnostica con una sua propria visione di come raggiungere la gnosi. Antonin Artaud, “apostolo” del peyotl e sostenitore di una rivoluzione “magica” dell’arte, della religione e della cultura, ha confezionato un’istantanea ad inchiostro molto suggestiva, nella sua Révolution surrèaliste del 1925, che può ben rappresentare il manifesto di pensiero di questa particolare comunità: «Non c’è Dio, Bibbia o Vangelo, non ci sono parole che fermino lo spirito (…) Abbandonate le caverne dell’essere. Venite (…) Cedete al pensiero integrale.»

In questa dichiarazione non c’é nulla da scandalizzarsi visto che alcune scuole misteriche egiziane usavano la ninfea azzurra per aiutare gli iniziati alla pratica esplorativa della psiche; lo stesso dicasi per molte delle scuole asiatiche che usavano principalmente la pianta del Soma. A partire dalla seconda metà del XIX secolo ci fu una rinascita magico-esoterica sull’uso di queste sostanze psicotrope per un uso “psicoesplorativo”. Ciò portò al condensarsi di diversi gruppi occulti, molti dei quali con un “imprinting” di chiara matrice gnostica. I moderni psiconauti sono una moderna rivisitazione di questa “gnosi botanica” anche se, quasi completamente, scevra di quel background esoterico-iniziatico dei loro predecessori.

MACROMOLECOLE DI MENZOGNE

Non fatevi depistare da chi cerca di farvi credere che la DMT sia una droga. In realtà essa è una molecola imparentata con la 5-idrossitriptammina (serotonina), contenuta pertanto nella neurochimica indispensabile alla biomacchina corpo/mente, poco importa se viene considerata una droga illegale. Dovete capire che dietro a ciò c’è una volontà affinché questi composti vegetali psicoattivi non vengano consumati. Non si vuole che la gente prenda il vizio di usare questo tipo di alcaloidi naturali “apri menti” ed incominci a diventare troppo sospettosa ed indipendente agli “spacciatori di realtà artificiali” come i media ed i baroni del controllo mentale. Non fate lo sbaglio di seguire la morale corrente. Dobbiamo renderci conto che ci sono drogati consapevoli che fanno uso di eroina, cocaina, crack, ecc., e drogati inconsapevoli che invece fanno uso di alcool, zucchero, tè, caffè, TV ed emozioni. Quest’ultimi oltre ad essere la maggioranza sono coloro che hanno il più alto tasso di mortalità per le loro dipendenze.

La psilocibina o la dimetiltriptamina sono considerate droghe pericolose nonostante non c’è nemmeno la più piccola evidenza scientifica che fanno male. Sappiamo che non possono far male, perché sono usate da migliaia di anni senza alcuna controindicazione cosa che non possiamo dire altrettanto degli OGM che troviamo in ogni supermercato con il beneplacito dei nostri governi al soldo delle multinazionali (15)!
Cominciate a capire perché molte di queste particolari sostanze, che non sono dannose all’organismo, vengono rese illegali mentre, ipocritamente, droghe che lo sono realmente (mi riferisco agli psicofarmaci, all’ alcool, al tabacco ecc.), ma che guarda caso non permettono di raggiungere questi stati di più alta consapevolezza, non sono in alcun modo ostacolate, anzi! Il fascismo in doppio petto gessato sa che se lasciasse prendere queste sostanze psicotrope alle masse il suo impero consumista si sgretolerebbe in un momento.

Ci si può chiedere come possa succedere tutto questo ed a tale quesito Mc Kenna centra il bersaglio con la sua inoppugnabile radiografia sociale: « (…) il romanzo 1984 di Orwell, è applicabile alla maggioranza degli esseri umani attualmente abitanti nelle democrazie industriali ad alta tecnologia. La loro autenticità consiste nella capacità di seguire e di ubbidire ai cambiamenti di stile massificati veicolati dai media. Immersi nel cibo-spazzatura, nei media-spazzatura, e nella politica criptofascista, sono condannati a vite tossiche a un basso livello di consapevolezza. Con il sedativo prescritto sotto forma della dose giornaliera di TV, come un insieme di morti viventi perduti a tutte le esperienze al di fuori di quella del consumo. » (16)

Comunque sia personalmente non condivido la scelta della ricerca della gnosi, da parte di un iniziato, attraverso l’uso ritualizzato di piante allucinogene. Altresì mi rendo conto che, per le comunità ordinarie, questo sarebbe un grande passo in avanti rispetto allo stordimento zombificante provocato dalle “droghe sociali” (media, alcool, zucchero, moda, ecc.). Queste droghe “resettano” la volontà dell’uomo comune ad intraprendere una propria autonoma ricerca della conoscenza preferendo, a quest’ultima, rituali sociali quali il passare il tempo davanti allo schermo di una televisione o di un videogioco, oppure ostentare il vestito o l’auto nuova nel percorso che lo porta a raggiungere il ristorante o il cinema. Ma del resto Ramtha è stato molto esplicito in materia nel momento in cui ha criticato l’uso degli allucinogeni da parte della comunità sciamana (e di riflesso della comunità occidentale degli psiconauti). Poiché, nonostante tutto ciò sia fatto in maniera consapevole e con nobile scopo, l’uso di molecole psicoattive immesse nel corpo da una fonte esterna spinge ad atrofizzare le nostre ghiandole endocrine che smettono di produrre i necessari neurotrasmettitori in grado di permetterci di fare i sogni lucidi e molto altro ancora. Questo naturalmente crea una dipendenza, forse in qualche grado irreversibile, che nell’ipotetico caso in cui venissero a mancare nell’ambiente queste sostanze psicotrope, l’uomo non avrebbe più accesso ai reami di frequenza superiore. Lo Ierofante lemuriano si è spinto molto più in là nel suo insegnamento criticando anche l’uso allucinogeno del loto da parte di quella grande figura che è stata il principe Siddhartha Gotamo conosciuto come il Buddha.

Per concludere possiamo dire che, nei confronti degli stati neurali potenziati, in grado di generare le cosiddette percezioni extrasensoriali, si nasconde una politica fermentata da un atteggiamento carico di paura, da parte della massa, a causa della sua mancanza di comprensione di questi stati inusuali di consapevolezza. Mentre da parte dei nostri occulti tecnocrati ciò dipende dal fatto che perderebbero buona parte del loro controllo su di essa se improvvisamente la gente aumentasse in consapevolezza fino a raggiungere un “punto di non ritorno” ai vecchi dogmi, convenzioni e schiavitù sociali. Ribadisco il concetto che le discipline che studiano l’uomo e la psiche debbano rinnovarsi come oramai ha già fatto la fisica da quasi cent’anni. L’arcaica psicologia e psichiatria ortodossa non possono continuare a galleggiare su grossi dogmi inzuppati da un mare di punti interrogativi; allo stato alterato (non dovuto ai comuni stupefacenti o dall’alcool) va riconosciuto il suo status di stato di consapevolezza potenziata, o superiore, e non più visto come uno stato di coscienza minorato e dunque poco attendibile.

Resta indelebile nella mia mente l’affermazione di un paziente di Louis Sass diagnosticato affetto da schizofrenia: «La gente continuava a pensare che avevo recuperato la mia intelligenza, ma quel che facevo in realtà era ritirarmi in livelli sempre più semplici di pensiero.» Dobbiamo ricordare che la diagnosi medica, soprattutto in ambi to della ”igiene mentale”, resta sempre un giudizio arbitrario valido nella misura in cui si ha fede in esso. Quelli che una volta erano pulpiti cristiani ora sono diventati pulpiti psichiatrici, ma a noi non ci serve più una religione scientista bensì scienza esatta! Sembra che tutto ci indirizzi verso una direzione che a parole potremo raccogliere come: ogni mezzo é valido per raggiungere la gnosi purché il mezzo sia nostro!

Riccardo Tristano Tuis


Note

(1) Va ricordato anche il grande contributo di P. D. Ouspensky con il suo capolavoro Tertium Organum, o la preziosità narrativa in La Casa nuova di Robert Heinlein, con l’immagine di un architetto che costruisce un’abitazione a forma di ipercubo, e di alcuni lavori del grande H. G. Wells, di Martin Gardner, ecc… Nel novero non si può dimenticare il teorico della 5° dimensione, il matematico Theodr Kaluza (la sua 5° dimensione altro non era che la vecchia 4° dimensione di Charles Hinton e Johann Zollner sotto la lente della teoria einsteniana). È grazie a questi teorici della extradimensionalità, che hanno creato l’humus scientifico-psicologico, che ha permesso alla teoria della supergravità a 11 dimensioni ed alla teoria delle stringhe di sbocciare. Per ulteriori approfondimenti vi consiglio la lettura di Tetrium Organum di P.D. Ouspensky, La quarta dimensione di Rudy Rucker e Iperspazio di Michio Kaku (vedi bibliografia).

(2) Più l’uomo invecchia e più sembra percepire il movimento del tempo in una progressiva accelerazione. Se provate ad autoanalizzare, attraverso il ricordo, la vostra infanzia ed il modo con cui, da bambini, percepivate il tempo, vi accorgerete che esso “spariva” letteralmente per ampi periodi ma nel momento in cui vi concentravate su di esso sembrava interminabile. Questo “tempo mancante” succede anche nella profonda focalizzazione, meditazione e nello “stato d’ispirazione” a cui molti artisti e scienziati hanno avuto accesso durante lo stato di mente analogica.

(3) La diversa chimica neurale dovuta al buon funzionamento endocrino della pineale e della pituitaria permette un maggior circolo di neurotrasmettitori serotoninici dando capacità ESP ai bambini. I bambini Indaco hanno un rilascio serotoninico potenziato rispetto ai bambini “normali”. La progressiva atrofizzazione della pineale nell’uomo adulto é la principale causa della sua progressiva perdita di capacità ESP, comuni alla maggior parte dei bambini. Il “sogno ad occhi aperti” dei bambini é uno dei metri di misura della salute delle ghiandole endocrine responsabili del rilascio serotoninico e la perdita di questa capacità é, molto probabilmente, proporzionale alla calcificazione della pineale.

(4) Se noi uomini abbiamo una percezione tridimensionale e un verme possiede invece una percezione unidimensionale, chi pensate abbia una visione più coerente ed allargata della realtà? Ora se invece abbiamo un uomo ordinario con una percezione tridimensionale ed un uomo che riesce, attraverso un’alchemica mutazione elettrochimica del cervello, a possedere una percezione quadridimensionale chi é tra i due ad avere una visione della realtà più ampia? Coloro che minimizzano o criticano questo tipo di esperienze, marchiandole come patologie mentali o disfunzioni fisiche, sono miopi escrescenze di pensiero stagnante che presto verrà rivitalizzato dai freschi fluttui dei fatti.

(5) Il termine Evoluzione, qui esposto, non ha nulla da spartire con la dottrina propugnata da Darwin. L’Evoluzione (con la ‘E’ maiuscola) é un movimento ortodimensionale con cui la coscienza esperisce le proprie creazioni; é l’atto creativo di rendere manifesto l’immanifesto in ogni piano di frequenza e di probabilità. L’attuale cervello umano non ha bisogno di evolversi, bensì di ripristinare le sue antiche funzioni latenti e mappare, in nuovi collegamenti sinaptici, la neocorteccia ad una nuova tipologia di esperienze. Le Scuole hanno il compito di fare ciò attraverso la riattivazione dei geni del DNA di “scarto”. In questo momento é necessario un nuovo modello operativo con una genetica potenziata affinché la vita biologica non ristagni in un loop evolutivo (ciclo karmico causato non tanto dal causa-effetto quanto dalla mancanza di conoscenza della propria natura multidimensionale) che non permetterebbe all’uomo di trascendere la percezione tridimensionale, confinata nello spettro della luce visibile, di realtà contenute nella banda hertziana. Se tale Evoluzione non entrerà come probabilità manifesta, in questo spaziotempo, l’uomo si espone al rischio di rimanere in un loop spaziotemporale che lo porterà a reincarnarsi nelle sue vite passate fatte di eventi, tempi, luoghi, persone e cose già esperiti in precedenza, non applicando, nel suo viaggio multidimensionale, il sacro mandato del Vuoto di rendere conosciuto lo sconosciuto.
(6) Gurdjieff era solito insegnare che l’uomo è un essere tricerebrale ─ difatti la scienza parla di tre cervelli: il neopallio, il paleopallio (cervello mammifero) e l’archeopallio (cervello rettile) ─ mentre il cane è un essere bicerebrale ed il verme un essere unicerebrale. Sappiamo che l’uomo riesce ad osservare tre dimensioni spaziali mentre il verme una solamente. Forse gli esseri bidimensionali di Flatlandia sono in realtà tutti i mammiferi privi di neopallio e gli esseri unidimensionali di Pointlandia tutti gli animali aventi solo il cervello rettile. I cani e i vermi noi li percepiamo come esseri tridimensionali ma loro non riescono a percepirsi nella loro terza dimensione (ed anche seconda per i vermi), questo vale anche per l’uomo? Forse tutto è multidimensionale ma non abbiamo una consapevolezza per poter osservare questa multidimensionalità. La teoria delle stringhe non va forse in questa direzione? Un essere della 4° dimensione riesce a percepire anche la quarta dimensione dell’uomo (cosa che l’uomo nello stato ordinario di consapevolezza non riesce)? A questo punto, per analogia, c’è da chiedersi se un essere dell’iperspazio abbia un quarto cervello ─ che certamente non ha nulla a che fare con una nuova massa cerebrale aggiunta, quanto uno stato energetico superiore di consapevolezza con cui processare lo spettro elettromagnetico dell’omniverso.

(7) In un volo di fantasia non escluderei che la presunta successione progressiva delle vite temporali, scandite dai nostri filtri sociosensoriali, verrà un giorno studiata dagli archeoantropologi della 5° dimensione. Il “tempo” verrà studiato come un curioso e primitivo modello religioso/scientifico della rappresentazione della realtà da parte della specie tridimensionale del pianeta Terra che si é evoluta negli stessi archeoantropologi che ora la studiano. Lo so tutto questo può sembrare pazzesco, ma lo é?… se è vero che questa affermazione é stata originata dalla mia mente vuol dire che é un potenziale contenuto nel Campo Quantico ed io lìho solo preso in prestito tra gli infiniti potenziali!

(8) I “prodotti” dell’osservazione della Natura possono essere formule matematiche, teorie, tecniche di meditazione, focalizzazione o di autoricordo. Le Scuole Iniziatiche e la loro amata figlia ‘Scienza’ sono generate dall’atto dell’osservazione della Natura. La Natura é il laboratorio vivente del divenire dell’essere.
(9) Terence Mc Kenna, Allucinazioni vere, Shake Underground Edizioni.

(10) Joe Dispenza, Il cervello – Dove scienza e spirito s’incontrano, Macrovideo.

(11) Terence Mc Kenna, Allucinazioni vere, Shake Underground Edizioni.

(12) ibidem.

(13) ibidem.

(14) Ervin Laslzo, L’ipotesi del campo Ψ, Pierluigi Lubrina Editore.
(15) Qualche hanno fa è apparsa un interessante dossier su Rai Tre (ahimè l’unica rete che ancora ogni tanto affronta tematiche scomode alle corporazioni) dove il Ministro della Sanità ammetteva che si conosce ancora troppo poco sugli OGM. Il “buon” ministro incalzato da domande troppo impertinenti ammise poi che in ogni caso il Ministero stesso, nonostante abbia dato il permesso al commercio degli Organismi Geneticamente Modificati , se nel futuro si scoprissero mutazioni o malattie alla popolazione causate dagli OGM si lava le mani da qualsiasi responsabilità. A questo punto mi chiedo a cosa serve sperperare tanti soldi per questo Ministero se poi nessuno si prende le responsabilità dei danni perpetuati alla popolazione visto che le grandi corporazioni di certo non lo faranno per loro.

(16) Terence Mc Kenna, Apocalisse gioiosa, Stampa Alternativa.