Le strutture monumentali alterano il suono e la mente

costruttori antichiLa tentazione è sempre stata quella di pensare che i popoli con culture che non ponevano il progresso tecnologico come priorità assoluta in tutti gli aspetti della società, fossero primitivi. E’ un errore commesso da molti non-scienziati, e anche da un gran numero di scienziati.

E’ sbagliato. Tenete sempre presente che quelle persone erano intelligenti tanto quanto lo siamo noi oggi. In un’epoca in cui la scienza non era guidata da strumenti e macchine, essa dipendeva dalla stretta osservazione da parte degli individui, e veniva poi meticolosamente ricordata e trasmessa di generazione in generazione.

È così che si sono sviluppate l’agopuntura, la medicina ayurvedica, e una miriade di altri sistemi altamente sofisticati, inclusa la profonda comprensione dell’architettura. – Stephan A. Schwartz


I risultati di una recente ricerca indicano che le strutture monumentali scoperte in luoghi diversi come l’Irlanda, Malta, la Turchia meridionale e il Perù hanno tutti una caratteristica peculiare comune – potrebbero essere stati progettati appositamente per condurre e manipolare il suono al fine di produrre determinati effetti sensoriali.

Nel 2008 è iniziato uno studio tuttora in corso sull’imponente complesso in pietra risalente a 6000 anni fa noto come l’Ipogeo di Hal Saflieni sull’isola di Malta, che sta dando risultati rivelatori. Come le connesse strutture preistoriche a forma di tempio a Malta, la struttura evidenzia corridoi centrali e camere dalla struttura arcuata. Ma l’unicità di questo complesso deriva dal fatto che è sotterraneo, creato mediante la rimozione di circa duemila tonnellate di pietra scavate con martelli in pietra e picconi.

Flebili suoni all’interno delle sue mura sono in grado di creare strani effetti eco e riverberi, e un suono emesso o parole pronunciate in specifici punti possono essere sentiti chiaramente in tutti i suoi tre livelli. Adesso gli scienziati suggeriscono che certe frequenze di vibrazioni sonore create da suoni emessi all’interno delle sue mura, siano in grado di alterare effettivamente le funzioni del cervello umano di chi si trova a portata d’orecchio.

“L’attività cerebrale regionale di un certo numero di volontari sani esposti a diverse frequenze di vibrazione del suono è stata monitorata tramite EEG”, riferisce Linda Eneix della Fondazione Studi Templi Antichi, esperta di templi a Malta. “I risultati hanno indicato che a 110 Hz i modelli di attività sulla corteccia prefrontale si spostano bruscamente, sfociando in una correlata disattivazione del centro del linguaggio e un temporaneo spostamento del lato dominante dall’emisfero sinistro a quello destro relativamente ai processi emotivi e creativi. Spostamento che non si è verificato a 90 Hz o a 130 Hz.

Oltre a stimolare i lati più creativi, si rileva che in un’atmosfera del suono in risonanza con la frequenza di 110 o 111 Hz, si è ‘accesa’ un’area del cervello che gli scienziati bio-comportamentali ritengono connessa allo stato d’animo, all’empatia e alla socializzazione. Consapevolmente o meno, le persone che hanno trascorso del tempo in un tale tipo di ambiente in presenza di un uomo dotato di voce maschile bassa – mentre eseguiva un canto rituale o più semplicemente parlava – si stavano esponendo a vibrazioni che potrebbero avere effettivamente impattato sul loro pensiero”. [1]

I ricercatori dell’Università di Malta stanno confermando le scoperte con uno studio in corso.

Ma l’Ipogeo non è il solo a produrre particolari effetti sonori. In uno studio condotto nel 1994, un team della Princeton University aveva scoperto che il comportamento acustico nelle camere antiche nei siti megalitici come Newgrange in Irlanda e Wayland’s Smithy in Inghilterra era caratterizzato da una risonanza fortemente sostenuta, o “onda stazionaria”, in un intervallo di frequenza compreso tra 90 Hz e 120 Hz.

“Quando questo accade”, dice la Eneix, “ciò che sentiamo diventa distorto, misterioso. Il picco esatto di questo comportamento varia a seconda delle dimensioni della stanza e della qualità della pietra”.

Andando ancora più indietro nel tempo, la Eneix indica l’antico sito di Göbekli Tepe del 10.000 a.C. nella Turchia meridionale. Costruito da cacciatori-raccoglitori, secondo molti scienziati il sito è collocato nel periodo di passaggio al primo sviluppo della produzione agricola e dell’allevamento di bestiame addomesticato.

Situato su una collina, è composto da una ventina di strutture tonde in pietra che erano state sotterrate. Le strutture che sono state scavate presentano enormi pilastri di pietra calcarea eretti, a forma di T. “Nel centro di un tempio circolare”, dice la Eneix, “un pilastro di calcare “canta” quando colpito col palmo della mano. Ovviamente realizzato per rappresentare un essere umano con una cintura decorata e le mani alla vita scolpite in rilievo, porta simboli inspiegabili nella zona della gola”. [1]

E ora, le più recenti scoperte di uno studio archeoacustico indicano che gli anziani del centro delle cerimonie delle Ande risalente a 3000 anni fa a Chavín de Huántar, negli altipiani centrali del Perù, praticavano una raffinata arte e scienza di manipolazione del suono in relazione all’architettura per produrre i desiderati effetti sensoriali.

Con l’aiuto di forma architettonica e posizione, e suoni emessi da trombe a forma di conchiglia marina, “l’oracolo” di Chavín de Huántar “parlava” agli ascoltatori dell’antico centro. Miriam Kolar, Fellow Graduate della Stanford interdisciplinary e Candidata al Dottorato di Ricerca presso la Stanford University, che ha presieduto lo studio, dice:

“A Chavín, abbiamo rilevato le evidenze acustiche della trasmissione selettiva di suoni tra il monolito Lanzon e la piazza circolare: un sistema architettonico di filtro acustico che favorisce le frequenze sonore del pututus di Chavín [tromba a forma di conchiglia marina] e della voce umana”. [2]

Il Lanzon è una statua sacra o stele che raffigura la divinità principale dell’antica cultura Chavín. Pensato per essere l’oracolo principale di Chavin per i suoi abitanti, è situato in una stanza, parte di una serie di cunicoli e passaggi sotterranei all’interno del Tempio Antico del centro cerimoniale e religioso di Chavín de Huántar.

E’ stato costruito un condotto acustico per collegare l’area del monolito Lanzon con quella della piazza circolare, uno spazio all’aperto dove si svolgevano attività cerimoniali. Il condotto è stato specificamente progettato per filtrare e amplificare o condurre una determinata gamma di suono – cioè la speciale gamma emessa dallo strumento Chavín pututu.

Le ragioni specifiche per questa configurazione acustica non sono del tutto comprese, ma studi che coinvolgono soggetti umani nell’antico contesto architettonico del sito, indicano che gli effetti sonori che ne derivano possono essere messi in relazione agli effetti uditivi intenzionali percettivi del suono e dello spazio sugli esseri umani.

Quindi cosa significa tutto ciò? Cosa spiega questi reperti simili, seppur geograficamente e culturalmente diversi?

“E’ curioso che queste diverse strutture antiche, separate da così tanto tempo e distanza, possano avere caratteristiche comuni che implicano una conoscenza sofisticata”, osserva la Eneix. “Gli architetti del tempo facevano e sviluppavano ognuno le proprie scoperte o avevano ereditato un concetto da qualche antica scuola di apprendimento? L’aggiunta del fattore tempo ad altri settori di confronto suggerisce un “essere all’avanguardia” dell’essere umano di dimensioni grandiose”. [1]

Un articolo dettagliato sulle qualità acustiche dell’antica architettura preistorica è pubblicato sul numero di marzo di Popular Archaeology, ed è attualmente in produzione una presentazione illustrata live sulle implicazioni dell’acustica nella creazione di strutture megalitiche. Maggiori informazioni sulla lecture “Sound and the Onset of Building Monumentally” sono disponibili presso la OTS Foundation.

Ulteriori informazioni sui templi di Malta e Gozo su: otsf.org

Traduzione a cura di Erica Dellago
coscienza.org


NOTE
[1] Linda Eneix, The Ancient Architects of Sound, Popular Archaeology Magazine, Vol. 6, March 2012.
[2] Magic Sounds of Peru’s Ancient Chavín de Huántar, Popular Archaeology Magazine, Vol. 5, December 2011.