Sono trascorsi tredici anni dalla più incredibile, grottesca, criminale truffa di tutti i tempi: l’11 Settembre.
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA per Altrogiornale.org)
Un complotto mostruoso, una false flag la cui fantasiosa versione ufficiale è – incredibilmente – ancora ritenuta attendibile dalla maggior parte della gente. Non entro neppure nel merito della questione, noto solo con piacere che oggi, nel tredicesimo anniversario di questa colossale menzogna, qualche timida voce inizia a far capolino anche sulla stampa mainstream nostrana[1]. Nonostante centinaia di scritti, di documentari[2], di prove documentali fornite da scienziati, piloti, tecnici indipendenti, che dimostrano come la versione governativa non possa scientificamente stare in piedi, la menzogna è stata più forte. Ha vinto. La verità non ha avuto abbastanza vigore per farsi riconoscere.
Le forze in campo che l’hanno soffocata si sono dimostrate estremamente potenti ed organizzate. Ora, magari, potremmo continuare a restare relativamente indifferenti di fronte a questa menzogna – ancora una volta l’anniversario delle due torri, ho altro a cui pensare, basta! – credendo che, in fondo, la cosa non ci riguardi direttamente. Purtroppo non potremmo albergare in noi convinzione più fallace. Quello che è scaturito da quella gigantesca truffa, le leggi speciali, la militarizzazione delle forze di polizia, il Patriot Act, lo spionaggio mondiale senza limiti, l’aggressione e la distruzione di Stati sovrani grazie a prove falsificate, le finte primavere, l’inarrestabile corsa verso un nuovo confronto militare globale, sono tutte dirette conseguenze di quella incapacità della verità di affermarsi.
Da un punto di vista personale sappiamo bene cosa significhi la menzogna. Se ci accusano ingiustamente di un crimine che non abbiamo commesso, se ci rimproverano per un’azione che non abbiamo compiuto, sentiamo subito nascere in noi la ribellione, l’indignazione per l’ingiustizia patita. Se la persona che amiamo ci inganna o ci tradisce avvertiamo che qualcosa si rompe nella nostra esistenza. Eppure di fronte ad un inganno globale, che raggira e tradisce non solo noi ma l’intera umanità, al massimo possiamo provare – oltre al dispiacere per le vittime innocenti – una pallida indignazione nei confronti degli autori di tale complotto. Quanto pallida è facile riconoscerlo se ne paragoniamo l’intensità a quella del sentimento che proviamo quando qualcuno ci inganna personalmente.
Eppure gli effetti, le conseguenze di questo gigantesca menzogna superano di gran lunga per magnitudo le conseguenze di un inganno che subiamo personalmente. Come è possibile, allora, una tale erronea percezione della dimensione reale di questo evento? Il punto è che se guardiamo alla menzogna solo da un punto di vista personale, umano, ne vediamo esclusivamente gli aspetti egoistici immediati; quanto questa menzogna ci danneggia, quanto il mancato rispetto del reale svolgersi dei fatti può essere causa di conseguenze spiacevoli. Ma quest’approccio alla verità è lo stesso che viene utilizzato da chi la verità tradisce e usa solo per il proprio tornaconto. Intendo dire che chi strumentalizza la storia non ha la benché minima considerazione per la verità; essa è un non-essere.
Non ha importanza come si siano svolti i fatti, quello che conta è quello che noi facciamo credere e che è utile ai nostri fini. Punto. Da questa prospettiva nasce, sul piano umano, la totale alienazione dell’uomo rispetto alla realtà dei fatti, ma anche qualcosa di molto più grave, anche se ciò non è – a tutta prima – ravvisabile sul piano esteriore. In realtà, da un punto di vista più ampio – comprendente sia il piano fisico che quello spirituale – la verità può essere definita un essere vivente. Anche se in genere crediamo che i nostri pensieri siano poco più di ombre e che un pensiero di odio o di menzogna, in fondo, non possa danneggiare nessuno, se prestassimo maggiore attenzione alla nostra vita interiore, ci accorgeremmo che ogni pensiero, ogni sentimento è una realtà.
Ogni volta che sentiamo di detestare qualcuno, in effetti, inviamo a questa persona dei pensieri e dei sentimenti che lo danneggiano. Oltre, naturalmente a danneggiare noi stessi. Ogni pensiero e ogni sentimento è una entità sul piano sovrasensibile e – per chi percorre un sentiero spirituale – è possibile sperimentare come pensieri o sentimenti negativi siano altrettanto dannosi delle azioni da loro eventualmente scaturite sul piano fisico. Ora, l’odiare, il calunniare, l’avversare l’altro è menzogna, in quanto nega la parte di luce dell’altro, ne riduce l’entità a pura entità fisica, proferendo in tal modo la menzogna basilare: la negazione dello spirito.
Questo non riconoscere la verità dell’altro – vale a dire il suo essere sia fisico che spirituale – è di fatto un assassinio spirituale. La menzogna è, dunque, un assassinio sul piano spirituale. Ebbene, se noi moltiplichiamo esponenzialmente la menzogna, la calunnia che possiamo rivolgere a un nostro simile ed entriamo nell’ordine di grandezza di una menzogna globale come il 9/11, possiamo facilmente comprendere quali possano essere le conseguenze, i danni, a livello non solo umano, ma universale. Se dire la verità su un mio simile significa creare una forma-pensiero che favorisce e aiuta la vita della persona, mentre mentire su di lui equivale a danneggiarne l’esistenza, non è difficile capire che lo stesso – con una magnitudo enormemente superiore – avvenga per eventi storici come quelli cui ci stiamo riferendo.
Rudolf Steiner afferma, senza mezzi termini: “La menzogna è un assassinio. Ogni verità costituisce un fattore che favorisce la vita, ogni menzogna un fattore di danno per la vita[3]”. Se le cose stanno in questi termini, l’assassinio sul piano spirituale che la menzogna dell’11 Settembre ha provocato ha una dimensione ben superiore a quello delle migliaia di persone che pur hanno perduto la loro vita fisica in quell’occasione. L’11 Settembre rappresenta un assassinio, una strage, a livello di umanità intera. Evidentemente non potevamo aspettarci conseguenze meno nefaste di quelle che vediamo quotidianamente scaturire dalla tracotanza di chi ha imposto al genere umano questa menzogna colossale e continua ad alzare la posta in gioco, contando sull’insufficiente amore degli uomini per la verità.
Non sottovalutiamola questa menzogna, anche se non ci interessa più di tanto o se ci voltiamo dall’altra parte pensando di non poter far nulla e che “ormai quel che è stato è stato”, essa continua ad agire, continua a uccidere.
Riferimenti:
[1] [2] [3] Rudolf Steiner, Conferenza di Stoccarda, 23 Agosto 1906Giornalista e ricercatore italiano indipendente, ha vissuto e lavorato per anni negli Stati Uniti. Editore e pubblicista in Italia per tre decenni, ha studiato e lavorato in Italia, Germania e USA. Dopo un percorso di studio sul pensiero filosofico orientale antico, si è laureato in Filosofia, proseguendo gli studi in Germania, dove ha vissuto e insegnato.
Da sempre molto legato all’esoterismo ed alla cultura orientale ha seguito dapprima le lezioni e conferenze di Krishnamurti e gli insegnamenti di alcuni Yogin, fino all’incontro con Massimo Scaligero e con l’esoterismo occidentale. Autore di articoli e saggi, ha tradotto dal tedesco opere di Rudolf Steiner, Gustav Meyrink e Judith von Halle. Nel 2016 ha pubblicato con l’Editore Bonanno il volume “Storia di un incontro, Rudolf Steiner e Friedrich Nietzsche“. Il nome del suo sito liberopensare.com intende sottolineare l’indipendenza da qualsiasi dottrina, corrente o organizzazione esteriore, riconducendo ogni possibile ‘appartenenza’ alla Via del Pensiero di cui Massimo Scaligero è stato insuperato maestro.