Quella di Atlantide é una questione troppo enfatizzata, un falso mistero spiegabile ricorrendo all’analogia con la geografia conosciuta.
Come molti sostengono la sua narrazione é stata forse usata a scopo di rappresentare certe idee. Platone stesso, secondo i suoi seguaci, intendeva dare con la narrazione su Atlantide un’allegoria delle sue dottrine teologiche. Vi allude Proclo. Porfirio vede nella battaglia tra Atene e Atlantide la lotta tra demoni materiali e le anime che scendono nella genesi che vengono assalite; mentre Giamblico vede in essa la contrapposizione tra Uno e Diade (Eunapio vita di Porfirio p. 227).
Il mito platonico di Atlantide é una favola moralista che vuol alludere all’orgoglio che distrugge tutto ciò che é soltanto umano e che si sostituisce al divino. Il disastro é solo un escamotage narrativo per inscenare la rovina e il castigo della vanità degli uomini ed é strettamente connesso con la storia e la sua morale. Molti filosofi antichi dubitavano del valore storico del mito atlantideo. Atlante, il titano che regge il mondo allude alla potenza umana e il continente col suo nome forse vuol fare di questa simbologia la morale della storia.
Gli scienziati obiettano: come fu possibile che si sia potuto verificare un terremoto di così vaste proporzioni da far inabissare un intero continente e per di più in un giorno e una notte? Obiezione sensata ma che non demolisce la teoria che si trattasse in realtà di una terra conosciuta e tutt’ora esistente. Essendo posta oltre lo stretto di Gibilterra ci sono buone ragioni per sostenere che si trattasse dell’America e che gli atlantidi che invasero il Mediterraneo e tentarono l’assalto di Atene non fossero che gli aztechi ed é probabile che vi sono stata non una ma diverse guerre anche con altri popoli del Mediterraneo.
Ad esempio la parola Oricalco potrebbe derivare da una parola azteca e suonare come “oricalc”. Se si tratta del rame oppure di un altro metallo é forse difficile da stabilire. L’arcipelago di sette isole di cui la più grande con la capitale era dedicata al dio del mare forse allude ad una diversa geografia delle isole caraibiche.
Quali distruzioni repentine avrebbero potuto far svanire nel nulla un simile colosso? La trasformazione catastrofica repentina é certamente inverosimile. Non parlerei neppure di distruzione. Ma il terremoto é meno credibile. Gli Aztechi dovettero emigrare in Messico per abbandonare terre ormai allagate, un vero pantano. E si costruirono per tempo delle imbarcazioni per vero e proprio esodo che interruppe le guerre con i popoli mediterranei ad essi relativamente vicini essendo allora parte di un potente impero ubicato nei pressi delle Azzorre.
Tutto questo contrasta:
1) con la teoria evolutiva che impone l’origine recente della civiltà
2) la negazione di un’antica civiltà mondiale per la quale non esistevano terre ignote e che spiegherebbe le tradizioni universali
Tralasciando le stramberie sull’identificazione in essa della culla della civiltà e nel suo cataclisma del diluvio, della supertecnologia, delle collocazioni alternative, della caduta dell’asteroide o della sua fine per via di attacchi occulti forse, tolto tutto ciò che finisce per essere un’incrostazione, rimane la verità più banale. La presenza della dorsale atlantica nei fondali oceanici dimostra che non vi é stata mai in quell’area geografica il mitico continente, né i presunti ritrovamenti al largo di Bimini dimostrano che vi fossero i suoi resti perché, anche ammettendo che si tratti del continente, perduto essi potrebbero essere invece vestigia della civiltà un tempo florida su un’isola prossima alla Florida o una parte di essa poi sommersa.
Gli africani occidentali affermano di provenire da Gondwana e i miti indiani ne parlano come una terra separata. Sarebbe stata un’isola al centro dell’oceano indiano in quanto ne parlano solo le nazioni della costa che probabilmente era la parte dell’Africa più vicina da raggiungere per mare da est. Gondwana e Mu sono forse identiche e s’identificano nell’Australia. Le scimmie lemuri ed altre speci e piante furono portate per mare. Il nome significa terra dei gond che sono una popolazione del subcontinente indiano imparentata con gli aborigeni australiani.
L’America settentrionale, l’isola situata nell’atlantico erano e le isole britanniche erano unite secondo le tradizioni gallesi? Ciò riguarda solo il fatto che queste erano più estese. I polinesiani affermano che le loro isole un tempo erano parte di un continente più vasto ma si applica la stessa spiegazione per le tradizioni platoniche. Forse la terra di provenienza degli aztechi, che fu in piccola parte sommersa o solo vittima di tempeste, era Cuba o le Azorre. Essi affermavano non che furono sommerse ma che furono inondate. Gli aztechi parlano di un’inondazione e non di un bradisismo in relazione alla loro terra di origine Atlantide: era forse Haiti o Cuba? Appurato che Atlantide é l’America la guerra navale tra atlantidi (aztechi) e greci era una guerra tra est e ovest. Non solo i terremoti non avrebbero potuto annientare terre così estese ma anche una graduale modificazione avrebbe potuto, sia pure in un milione di anni, cancellare aree così vaste da occupare tre oceani.
Cayce collega le due terre e fa risalire l’antianimalismo americano agli esperimenti citati più avanti. I “cristalli” sono gigantesche lenti usate per bruciare eserciti e navi simili a quelle di Archimede che i toltechi fissavano sulle loro piramidi. Sono forse simili alle armi de La razza futura. I “Figli della Legge di Uno” e i “Figli di Belial” sono i maghi bianchi e neri anche se il veggente ha voluto vedervi socialisti e conservatori. Assomigliano ai “Figli di Dio” e “Figli di Belial” esseni e sicuramente la terminologia l’ha presa da lì.
Gli “uomini-bestia” usati come schiavi prima animali poi subumani e poi umani modificavano con mezzi magici, ovvero il doppio, l’embrione farlo regredire e rendere le loro creature docili strumenti da lavoro o da guerra. Sono simili all’homunculus e al golem (la terra collegata ad Adam é la materia prima) analoghi alle creature di Oduarpa dei teosofi. L’oricalco (oricalc in origine) era molto probabilmente una lega metallica sconosciuta e il nome é un’ulteriore prova dell’identificazione nell’America. Il comunismo imperiale atlantideo era proprio dell’impero tolteco ed era rimasto tra gli incas ed era simile a quello indiano primitivo.
Iperborea era per i greci una terra polare, molto probabilmente l’Islanda. Ultima Thule somiglia stranamente a Tollan e potrebbe essere la Groenlandia un tempo parte dell’America-Atlantide. Le tradizioni non parlano di una distruzione. La civiltà non é stata preceduta dalla barbarie ma é l’inverso ovvero popoli come quelli africani o amerindi erano un tempo civili come raccontano nelle loro tradizioni. Uomini e dinosauri convivevano ed erano entrambi colossali. Non bisogna credere ad un complotto scientifico. Quanto ai resti dei giganti basta non riconoscerli non vi é alcun bisogno di distruggerli o nasconderli. Le costruzioni colossali e progredite si spiegano con la forza e l’intelligenza prodigiose dei giganti.
Durante le catastrofi manvantariche avverrebbero delle selezioni e delle nuove creazioni umane ad opera del Manu. La distruzione di fuoco é il risveglio e quella d’acqua é una rigenerazione eterica. Fuoco e acqua sono troppo assimilabili ad una simbologia più che a eruzioni vulcaniche e inondazioni. Il karma o le punizioni divine sono limitate a nazioni e individui mentre il mondo é retto da cicli e leggi cicliche. Il diluvio di Noé pose fine all’età dell’oro e non é quello manvantarico. La titanomachia pose fine all’età dell’oro e la gigantomachia, la guerra dei giganti contro l’Olimpo che sovrapposero il Monte Ossa e il monte Pellia per scalare la reggia degli Dei, all’età del bronzo. Iperborea per gli antichi non era tutt’uno con l’Europa e l’Asia come per i teosofi.
Il romanzo utopico “La nuova Atlantide” identificava proprio nell’America il continente scomparso e Ponce de Leon lo cercò là. Il mistero semmai é come conoscessero l’intero planisfero. Nel ‘500 e nel ‘600 Guillaume Postel, John Dee, Sanson, Robert de Vangoudy e molti altri cartografi chiamarono l’America col nome di Atlantide. Del resto sappiamo che essa era situata oltre le colonne d’Ercole. “un’isola grande quanto “Africa e Asia messe insieme” (Turchia e Libia) potrebbe comprovare che si tratta di un’ isola caraibica.
La deriva dei continenti
Ciò che vi é di bizzarro é l’idea che vi siano delle placche che si muovono sul manto terrestre, che il nostro pianeta sia costituito da una massa fluido-viscosa e che queste placche fossero in origine combacianti come un puzzle. Non ci vuol molto a capire che camminiamo su di una massa ben solida, per nulla “fluido-viscosa” e ancor meno mobile! Ciò che i geologi affermano non é meno dogmatico di quello che affermano i fisici sull’atomismo da nessuno mai verificato con prove oggettive (es. foto). I terremoti sarebbero solo fenomeni di assestamento collegati al moto di queste “zattere” continentali. Vi é una stretta relazione tra il moti degli astri e i terremoti. E’ studiando i pianeti e le stelle che si possono prevedere queste catastrofi in quanto sono il prodotto di quegli influssi.
Il continente di Atlantide era abitato da quattro razze del tutto distinte
Esse si risuddividevano in altrettanti popoli. L’impero tlavatl-tolteco dominò più a lungo tra le civiltà di Atlantide erano gli antenati degli aztechi. Vi erano i turani-mongoli che erano organizzati in modo militaresco e collettivista, i semiti (gli accadi sono semiti) e i bianchi antenati degli hopi nemici dei toltechi che infine conquistarono. La lingua tolteca e molte delle opere civili di quel popolo fu usata un pò da tutti i popoli che in gran parte e per lunghissimo tempo furono loro soggetti o schiavi. Molti pellerossa sono infatti bianchi, come gli Hopi, o semiti o mongoli o di razza rossa. Alcune tribù (come i Lakota) migrarono a causa dei grandi diluvi nelle terre ad Est.
Alessandro Bardi autore de “La genesi ritrovata“