Ascorbato di potassio e immunostimolanti atossici

immunostimolantiLe malattie degenerative

– Definizioni

Per comprendere cosa significhi malattia degenerativa dobbiamo anzitutto definire il quadro biologico che contraddistingue l’individuo sano. Nel nostro organismo, normalmente, avvengono fenomeni di natura elettrica e di natura atomica, sia negli interscambi fra cellula e cellula che all’interno della cellula stessa. Ogni nostra cellula possiede un equilibrio fra il suo interno e l’esterno che si fonda sulla stabilità del potenziale di membrana e sulla regolarità del meccanismo della pompa sodio-potassio. Tutti gli elementi leggeri (i primi 21 della Tavola di Mendeleev, Idrogeno, Ossigeno, ecc.) sono essenziali per la vita. Di questi,in particolare, sono quattro gli elementi fondamentali: Sodio (Na), Potassio (K), Calcio (Ca) e Magnesio (Mg).

Semplificando i termini, possiamo dire che l’individuo sano si contraddistingue in quanto possiede:

  • tutti gli elementi necessari nella giusta quantità
  • un regolare potenziale di membrana e un regolare funzionamento della pompa sodio-potassio
  • un sistema immunitario integro e dunque efficiente

– Cosa fa sì che il nostro organismo si mantenga equilibrato?

Fra i vari meccanismi biologici, ha importanza basilare il fenomeno naturale delle trasmutazioni nucleari a debole energia (effetto Kervran). Nell’organismo sano, infatti, a seconda delle necessità, si producono, per azione degli enzimi, delle trasmutazioni di un elemento in un altro: il calcio si può trasmutare in potassio o in magnesio, il sodio in potassio o in magnesio, il magnesio in calcio, il potassio in calcio, ecc. (vedi schema sotto, ripreso dal Comunicato n. 4). In particolare, l’equilibrio della pompa sodio-potassio è salvaguardato dagli ascorbati dei quattro elementi (Na, Ca, K e Mg), cioè dalla salificazione di questi ultimi operata dall’acido l-ascorbico.

Gli alimenti sono la fonte di approvvigionamento degli elementi necessari a produrre gli ascorbati, e questo spiega il peso negativo che i cibi odierni, tanto più poveri quanto più adulterati e inquinati, hanno come causa o concausa di tante patologie. L’organismo equilibrato è in grado di mantenere attivo il sistema immunitario, preposto a combattere ogni forma di aggressione.

Il dottor Irwin Stone, biochimico, uno dei primi ricercatori sugli effetti dell’acido ascorbico, sostiene che gli esseri umani portano un gene difettoso dell’enzima L-gluonolactone oxidase. Tutta la popolazione umana, affetta da questo difetto genetico, soffrirebbe di una malattia genetica potenzialmente fatale dell’enzima del fegato, chiamata hypoascorbemia. Questo gene difettoso ci impedirebbe di produrre il nostro proprio ascorbato nel fegato privandoci di questo importante meccanismo di difesa.

Il meccanismo degenerativo

– Quando interviene e perché, e come si manifesta?

Anzitutto va detto che ogni processo degenerativo provoca una modificazione genetica. Nelle nostre cellule vi è un elemento fondamentale per la vita, il ribosio, che sta all’interno dell’RNA (l’ RNA è l’acido ribonucleico, costituente essenziale delle cellule, che ha il compito di trasportare l’informazione necessaria alla sintesi delle proteine dalla sede cromosomica – il DNA – dove si forma, fino alla sede ribosomica in cui si effettua tale sintesi). Ogni gene ha un enzima, e l’enzima è correlato all’RNA. Quando interviene un fattore di squilibrio (stress da inquinamento, stress emotivo, attacco virale, alimentazione povera di elementi importanti, uso di droghe, ecc.), l’immissione di veleni nella cellula colpisce e blocca innanzitutto gli enzimi e, di conseguenza, tale effetto si ripercuote sull’RNA, che viene lesionato. L’informatica genetica resta così alterata, e la degenerazione cellulare può presentarsi in qualsiasi momento (un mese o vari anni dopo ma si presenta sempre).

– Quali sono i sintomi indicatori di un processo degenerativo in atto?

Proprio le alterazioni dei due meccanismi citati prima:

  • il potenziale di membrana, che nelle cellule vecchie o malate scende fino a 50 mV (millivolts), nelle cellule degenerate si abbassa fino a 15 mV
  • l’alterazione della pompa sodio-potassio. Abbiamo detto che ci sono quattro elementi fondamentali dell’organismo (calcio,sodio, magnesio e potassio)

normalmente due di essi, sodio e calcio, stanno fuori dalla cellula (nel plasma che costituisce il liquido pericellulare), gli altri due, magnesio e potassio, stanno dentro (nel liquido endocellulare). Quando la pompa sodio-potassio si altera, avviene uno scambio improprio fra sodio e potassio: si rilevano così alti valori di sodio e bassi valori di potassio dentro la cellula, e viceversa fuori di essa.

Nel 1932 Moravek e Kishi misero in evidenza l’alta presenza di potassio all’interno della cellula in normale attività fisiologica; contemporaneamente notarono i seguenti valori di presenza di potassio all’interno dei tessuti neoplastici ed in particolare all’interno della cellula dei medesimi:

  • tessuto sano: 290 mg%
  • tessuto neoplastico in via di sviluppo: 50 mg%
  • tessuto neoplastico altamente sviluppato: 25 mg%
  • tessuto neoplastico sviluppato in fase terminale: 5e 0 mg%.

Alle stesse conclusioni è arrivato Demetrio Sodi Pallares, cardiologo di fama internazionale, un “mostro sacro” dell’elettrocardiografia:

Perché vi sia una malattia di cuore, la morte di cellule cardiache, bisogna che il sodio entri all’interno della cellula e che potassio e magnesio ne escano. Lo stesso accade per il cancro.

L’organismo così squilibrato nell’informazione genetica non è più in grado di assicurare l’efficienza del sistema immunitario. Il suo crollo è infatti l’elemento comune di ogni forma di patologia degenerativa.

Tylor, Sir Edward Burnett

La teoria di Burnett è avallata da alcune osservazioni cliniche: tra queste la più importante è l’evidenza di regressioni spontanee cui vanno incontro alcune neoplasie maligne quali gli ipernefromi, i neuroblastomi e i coriocarcinomi. Da ciò si evince come il deficit immunologico permetta lo svincolamento delle cellule neoplastiche dai sistemi di controllo della crescita dei tessuti e favorisca l’insorgenza dei tumori. Dunque, in sintesi, possiamo dire che un organismo sottoposto a processo degenerativo presenta un quadro in cui si evidenziano:

  • uno scompenso nella naturale attività di trasmutazioni atomiche a debole energia (gli elementi carenti non vengono più prodotti dal nostro organismo e si deve intervenire apportandoli dall’esterno)
  • uno scompenso elettrico e atomico a livello cellulare (squilibrio del potenziale di membrana e alterazione della pompa sodio-potassio)
  • un generale abbattimento delle difese immunitarie

Le sindromi di tali processi degenerativi si possono manifestare in varie forme: dal cancro ai tumori solidi, alla sclerosi a placche, alle affezioni opportuniste correlate all’AIDS (Sindrome di Immuno-Deficienza Acquisita)

Primi approcci immunologici nella terapia dei tumori:

  • 1891: W.B. Coley nota che molti tumori maligni regrediscono in concomitanza di gravi infezioni batteriche
  • 1908: Ehrlich per primo ipotizza che una delle funzioni del sistema immunocompetente sia quella di “prevenire la formazione dei tumori”
  • 1970: Burnett enuncia la teoria della “sorveglianza immunologica”. Burnett, infatti, sostiene che le cellule tumorali possono essere considerate come estranee dall’organismo ospite e che, quindi, le reazioni immunitarie sarebbero in grado di eliminare un clone di cellule neoplastiche.

Le terapie convenzionali

A) Prevenzione e Diagnostica Precoce

Alle malattie degenerative la medicina ufficiale risponde esaltando metodiche puramente predittive spacciandole come preventive. Tutto si risolve nei generici consigli di mangiar sano, non fumare,non drogarsi, usare il preservativo, ecc., da un lato e, dall’altro, nei vari screenings di massa (diagnosi precoce, check up, tests multifasici, ecc.) che sono assolutamente inefficaci e inopportuni per la tutela della salute. (Un distinguo merita la diagnostica precoce dei tumori del seno e dell’utero che ha dato buoni risultati, salvo un certo “uso facile” dell’intervento asportativo).

La vera medicina preventiva è quella che rintraccia le cause patogene e le elimina. Ma, quando si arriva ad affermare che “il cancro è malattia antichissima, già presente prima della rivoluzione industriale e dell’avvento della chimica; né si riscontra una maggiore incidenza di tumori in una città industriale come Milano rispetto a Genova che industrie non ne ha…” (*), risulta evidente che si opera esattamente al contrario, nascondendo di proposito le cause (fra queste l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo e dell’intera catena alimentare dovuto ai veleni dell’industria, del traffico veicolare, delle radiazioni, ecc.) e aspettando di intervenire sulla malattia già manifestatasi.

B) Terapia

Le metodiche più usate nella cura dei tumori sono:

  1. Metodica chirurgica
  2. Metodica radiante
  3. Metodica polichemioterapica
  4.  Metodica ormonale

Secondo molti ricercatori la sola che può dare buoni risultati nella cura dei tumori è la metodica chirurgica; mentre quella radiante può avere utili risultati nei tumori cutanei ed in quelli inoperabili (in quanto diminuisce la loro compressione ed i disturbi ad essa inerenti), ma deve essere attuata comunque con estrema cautela. La chemioterapia si basa essenzialmente sull’uso di aggressivi chimici mascherati che distruggono le cellule cancerose ma producono danni organici gravissimi. Queste sostanze aggressive, veri e propri veleni, intaccando il sistema basale dell’organismo, fanno sì che l’organismo stesso, spendendo le sue ultime risorse immunologiche, mostri una fase di apparente miglioramento; dopo di che le metastasi tumorali si diffondono più rapidamente e vengono compromessi gli organi vitali (cuore, fegato, polmoni, ecc.). La terapia ormonale, naturale o sintetica, ha evidenziato risultati positivi su alcune forme neoplastiche a carattere ormono-dipendente, quali i tumori della mammella, della prostata, dell’utero.

Si può dunque dire che, in sostanza, nessuna di queste metodiche interviene sulle cause e sugli squilibri organici, ma si limita ad aggredire i sintomi. Ciò è ancora più evidente nel caso dell’AIDS: un quadro di totale immunodeficienza viene aggredito con veleni che abbattono ancora di più le difese immunitarie.

Le terapie “non convenzionali

1) Metodica immunologica

Solo in questi ultimi anni l’immunologia ha ampliato in modo consistente le conoscenze sulla fisiopatologia della risposta biologica, evidenziando molte e complesse interrelazioni di cooperazione cellulare tra elementi del sistema immune. Queste recenti acquisizioni hanno altresì chiarito il concetto di sorveglianza immunologica dando una spinta notevolissima a quello che è stato definito il binomio del futuro nella lotta alla malattia del secolo: “cancro – immunità”.

Il tumore, una volta insorto, favorisce l’instaurarsi di un ulteriore deficit immunologico, per cui il paziente affetto da cancro è un soggetto fortemente immunodepresso. È proprio partendo da questi concetti elementari di immunologia che il dott. Zora, ad esempio, ha pensato che il tumore vada combattuto innanzitutto cercando di ripristinare l’assetto immunitario del paziente e contemporaneamente attivando le cellule killer e gli anticorpi che così divengono veri e propri soldati armati in grado di neutralizzare e uccidere la cellula neoplastica. In sostanza l’uso di immunostimolanti atossici, tende a ripristinare il patrimonio immunitario deficitario (particolarmente colpito nel caso di AIDS) oltre che ad arrestare e distruggere il tumore proprio esaltando le difese naturali dell’organismo.

2) Metodica biochimica

È basata essenzialmente sull’uso dell’acido ascorbico, dell’ascorbato di sodio (usato soprattutto negli Stati Uniti) e dell’ascorbato di potassio. Questa seconda metodica prende origine dalle teorie di Stone, Pauling, Cameron ecc. che propugnano l’uso dell’acido ascorbico per prevenire e combattere il cancro. L’associazione delle due metodiche suddette può risultare particolarmente efficace sia in uso preventivo che terapeutico, come ha dimostrato l’associazione di ascorbato di potassio con immunostimolanti atossici (dal prodotto del dott. Zora al Cloruro di Magnesio agli estratti di Echinacea).

3) Altre metodiche

Esiste una vasta gamma di altre metodiche che dànno risultati positivi intervenendo sulla alimentazione (eubiotica, macrobiotica, digiunoterapia, istintoterapia, dieta vegetariana, ecc), o sul bagaglio energetico organico-psichico (piramide, pranoterapia, ipnosi, radiestesia, musicoterapia, bioelettronica, astrologia medica, ecc.). o sul livello organico (omeopatia, fitoterapia, magnetoterapia, propoli, acque dinamizzate, inositolo [ acidi nucleici ], aleurone [Vitam. B 7 dinamizzata], ecc.).

Tutte queste metodiche (ovviamente l’elencazione è solo parziale a titolo di esempio) possono svolgere una funzione sia preventiva che terapeutica, tendendo a mantenere equilibrato l’individuo nel suo insieme costitutivo (corpo, mente e spirito). Molte di queste metodiche vengono associate e si ritrovano, tutte o in parte, nella Medicina Integrata, nella Medicina Olistica, nell’antichissima Ayurvedica ecc.

In cosa si differenziano le metodiche immunologiche e biochimiche da quelle “convenzionali”?

A) Prevenzione e Diagnostica Precoce

Sarebbe certamente utile, di facile e non costosa attuazione, una indagine realizzata con una adeguata campionatura per dimostrare l’efficacia preventiva dell’ascorbato di potassio e degli immunostimolanti atossici. Per ora, da un lato, la stessa medicina ufficiale riconosce ed attesta l’efficacia dell’uso della vitamina C, del sodio e del potassio nella cura e prevenzione dei tumori e di altre malattie degenerative; dall’altro, per quanto può valere e per le conoscenze del prof. Pantellini e nostre, nessuna delle persone che assumono ascorbato di potassio in via preventiva ha fino ad ora contratto malattie degenerative.

In questo caso, una diagnostica precoce attuata correttamente risulterebbe utile proprio in virtù della possibilità dell’uso preventivo delle metodiche esposte.

B) Terapia

Vale il discorso fatto sopra in merito ad una indagine. È comunque testimoniabile la completa guarigione di malati di tumori trattati con ascorbato di potassio, o immunostimolanti atossici o con l’associazione di entrambi. Anche in caso di mancata guarigione completa, comunque, l’uso di queste terapie ha assicurato (soprattutto a differenza dei trattamenti chemioterapici):

  • sempre: miglioramento delle condizioni generali
  • spesso: prolungamento della vita
  • sempre: rilevante diminuzione o addirittura scomparsa delle sindromi dolorose correlate

L’ASCORBATO DI POTASSIO

Cos’è e come si usa l’ascorbato di potassio

L’ascorbato di potassio è un sale bianco microcristallino, facilmente solubile in acqua, che si ottiene mettendo assieme acido L-ascorbico (la vitamina C) e bicarbonato di potassio. In soluzione si mantiene stabile per 24 ore, cristallizzato si ossida a contatto con l’aria, e quindi va mantenuto separato nei due componenti (acido ascorbico e bicarbonato di potassio) che vanno uniti al momento dell’uso, mescolati in un po’ d’acqua. La dose consigliata dal dr. Pantellini è così composta: 0,15 grammi di acido ascorbico (una bustina) e 0,30 grammi di bicarbonato di potassio (un’altra bustina). Si sciolgono le due bustine in mezzo bicchiere d’acqua ed il composto così ottenuto va bevuto tre quarti d’ora prima di mangiare.

L’assunzione di questa dose tre volte al giorno è curativa, una volta al giorno o a giorni alternati è preventiva. L’ascorbato di potassio, prescritto dal medico, può essere acquistato in farmacia sotto forma di preparazione galenica (in cartine o, meglio, in bustine sigillate ermeticamente).

Come funziona in specifico l’ascorbato di potassio?

Abbiamo visto prima quali sono i meccanismi, in particolare la pompa sodio-potassio, che vengono alterati dai processi degenerativi e quale sia l’importanza degli ascorbati dei quattro elementi. Ebbene, l’ascorbato di potassio interviene a riequilibrare questo meccanismo, introducendo potassio ed espellendo sodio dal nucleo cellulare, ed è in grado di far questo, grazie alla sua struttura ciclica (per struttura ciclica deve intendersi una struttura chimica in cui si configura un sistema “a catena chiusa” mentre la struttura lineare configura un sistema “a catena aperta”).

Se noi usiamo l’aspartato, l’esperitato, il tartrato o il citrato di potassio, ad esempio, non riusciamo ad entrare, poiché non hanno una struttura ciclica. Di strutture cicliche legate alla natura della materia vivente si conoscono solo queste due:

  1. l’acido ascorbico in soluzione (quando è cristallizzato ha struttura lineare)
  2. il ribosio, di cui abbiamo detto prima

L’ascorbato di potassio va a ricostituire il ribosio mancante proprio perché, grazie alla sua struttura ciclica, risulta analogo, omologo ed isologo al ribosio stesso, ed è l’unico che lo può vicariare. (Ecco perché, dunque, l’assunzione di acido ascorbico – vitamina C – e di potassio separatamente risulta sì utile, ma non decisiva).

Dean Burk, del National Cancer Institute, dichiarò già nel ‘69:

Il grande vantaggio che gli ascorbati possiedono come agenti potenziali anticancro è che essi sono particolarmente non tossici per i tessuti normali del corpo e possono essere somministrati agli animali in dosi estremamente alte (fino a 5 o più grammi per Kg) senza effetti farmacologici degni di nota.

Gli immunostimolanti atossici: il prodotto immunostimolante del dott. Zora, il Cloruro di Magnesio, l’Echinacea

Cos’è e come si usa il prodotto immunostimolante del dott. Zora

Il prodotto immunostimolante del dott. Zora è una sostanza – che si presenta sotto forma di liquido – contenente LPS (Lipopolisaccaridi) estratti da un ceppo batterico ibrido la cui caratteristica fondamentale è la non tossicità. I lipopolisaccaridi sono molecole estratte dal corpo e dalla parete batterica di un batterio e normalmente sono tossici. L’ibrido batterico è ottenuto dallo spezzettamento dei DNA provenienti da due batteri appartenenti a ceppi diversi. Il successivo mescolamento e la ricomposizione in un nuovo ceppo delle molecole dei DNA fa sì che i lipopolisaccaridi estratti dall’ibrido batterico così formatosi risultino non tossici e più attivi.

La terapia con il prodotto del dott. Zora non deve essere praticata solo nelle situazioni terminali, ove il paziente fortemente deperito e immunodepresso ha pochissime chances per rispondere farmacologicamente (anche se, vale la pena dirlo, parecchi malati hanno ottenuto ottimi miglioramenti anche in queste condizioni cliniche).

  • La formula migliore è quella preventiva: realizzare un controllo immunologico anche nei soggetti apparentemente sani, e se necessario attuare periodicamente una copertura con il prodotto
  • Per quanto riguarda i malati di cancro, è opportuno iniziare subito la terapia al fine di creare in tempi reali solide barriere immunologiche contro l’avanzata della malattia
  • ll prodotto è stato affinato a tal punto che può essere somministrato non solo per via aerosolica, intramuscolare ed orale, ma
    anche per via sottocutanea, intralesionale, endorettale, al fine di convogliarlo fin dentro le strutture interessate dal marasma neoplastico per ottenere il massimo del risultato
  • Il prodotto immunostimolante del dott. Zora assurge, quindi, a terapia di elezione come preventivo e come curativo nelle sindromi da marcata immunodeficienza, forte della sua assoluta innocuità, della enorme potenzialità di immunomodulazione e della possibilità di effettuare ad ognuno la propria terapia personalizzata e specifica

Detto prodotto, confezionato in fiale, è distribuito dai medici che lo prescrivono.

Come funziona in specifico il prodotto immunostimolante del dott. Zora?

Esso modula il sistema immunocompetente, ovvero stimola i fattori e le cellule del sistema immunitario. I Lipopolisaccaridi in esso contenuti espletano un’azione di modulazione sul sistema immunitario sia cellulare che umorale, attivando i macrofagi, il complemento (sistema biologico di natura proteica) e stimolando le varie classi anticorpali di Ig (immunoglobuline). Il processo di reazione a catena immunologico ad ampio spettro da esso determinato deriva dalla sua forte capacità di attivazione del sistema immunitario. Efficacia che a sua volta deriva, come detto, proprio dalla combinazione di elementi ottenuta con l’ibridazione batterica (o ibridizzazione come si dice in gergo di laboratorio).

Questo è un primo elemento che differenzia sostanzialmente questa metodica da quelle convenzionali che ancor oggi utilizzano elementi ad azione immunoattiva singoli e separatamente (e da ciò deriva la loro estrema limitatezza ed inefficacia). L’altro elemento rilevante è la personalizzazione del dosaggio: mentre le metodiche convenzionali prescrivono a tutti lo stesso quantitativo nel tempo, la terapia con detto prodotto è assolutamente individualizzata. Ultimo, e non meno importante elemento di differenziazione con le metodiche convenzionali, è la sua assoluta innocuità (anche questa derivante dall’ibridazione batterica). La mancanza di effetti collaterali non è certo prerogativa di altri farmaci (come l’AZT usato contro l’AIDS ed i vari chemioterapici antitumorali).

Cosa sono e come si usano il Cloruro di Magnesio e l’Echinacea?

Rimandiamo per questioni di spazio alla lettura specifica dei Comunicati Andromeda N°15/92 (cloruro di magnesio) e N°28/94 (echinacea).

Conclusioni

Irwin Stone, come prima Delbet, Neveu e poi Pantellini e tanti altri ricercatori inascoltati, sostiene che se un programma tenace di ricerca fosse stato istituito fin dal 1969 in seguito alle conclusioni di Dean Burk il problema del cancro, ora, sarebbe probabilmente risolto, o almeno noi conosceremmo molto di più circa il ruolo degli ascorbati nel cancro. Soli, inascoltati o, peggio, combattuti, Pantellini dal 1970 e Zora dal 1978 hanno attuato la loro sperimentazione ed i risultati sono numerosi e indiscutibili.

Perché le terapie come l’ascorbato di potassio e gli immunostimolanti atossici, efficaci nella prevenzione e nella cura, e poco costose, sono ignorate dalla medicina ufficiale?

Le ragioni sono poche, chiare e tremende nel loro cinismo. Viviamo un momento storico in cui la scienza ha imparato a modificare il corso delle malattie, alleviare i dolori, curare gravi disturbi, evitare le morti premature, eppure da circa vent’anni la nostra salute non conosce più progressi e, stranamente, ciò coincide con un enorme espansione dei programmi di ricerca scientifica in campo medico e, soprattutto, dei relativi finanziamenti.

Quest’enorme espansione e il contemporaneo deteriorarsi del quadro sanitario costituiscono il limite e il paradosso della medicina moderna. L’andamento ormai epidemico del cancro, delle malattie cronico-degenerative, delle malattie psicosomatiche o psichiche, non permette più nessuna neutralità alla “scienza” nel momento in cui si impone la realtà di un patologia che nasce dalla organizzazione del lavoro, dalla espropriazione del tempo libero, dall’impoverimento della convivenza, dalla decomposizione sociale, dalla costrizione urbana, dall’avvelenamentom della terra, dell’acqua e dell’aria, da tutto ciò che proviene dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e che noi con un grottesco senso dell’umorismo definiamo “società del benessere”.

Questo il senso della crisi che la medicina sta vivendo, che dovrà esprimersi come imputazione di un sistema da parte dei suoi protagonisti. La salute dei cittadini, dunque, non può essere, in un siffatto sistema, una questione etica o scientifica, ma solo garanzia di rendimento economico (profitto) e ulteriore ambito di gestione del potere (controllo sociale). Di conseguenza ogni “nuova scoperta” in questo campo sarà ritenuta valida dagli “esperti” di turno solo se risponderà ai criteri di cui sopra. (La vicenda del “farmaco anticancro” UK 101, al proposito, è illuminante – vedi Comunicato Andromeda N.35/95).

1) Il profitto

a) il basso costo di prodotti come l’ascorbato di potassio e gli immunostimolanti atossici, non consente profitti degni di questo nome alle industrie farmaceutiche

b) la funzione preventiva, prima, e terapeutica, poi, renderebbe inutile il ricorso all’industria della malattia (quella congerie di medicamenti, macchinari, strutture, uomini, enti, associazioni di ricerca… di fondi, ecc.) che assorbe fiumi di denaro dalle tasche dei cittadini, sia direttamente che tramite le strutture di assistenza sanitaria, prima attraverso l’uso sempre più in espansione della diagnostica precoce e poi attraverso la terapia.  Insomma: meno malati, meno soldi!

2) Il controllo sociale

Tenere una popolazione sotto l’incubo di pestilenze o morbi invincibili si traduce in un sadico esercizio di controllo della psicologia sociale e nel mascheramento delle contraddizioni economico-sociali e delle reali cause della malattia che da queste discendono. Dobbiamo ricordare, però, che comunque nulla muterebbe se ci limitassimo a somministrare farmaci innocui al posto dei farmaci con effetti collaterali delle multinazionali perché le stesse se ne approprierebbero nel momento in cui si rendessero conto che “il mercato tira”.

Tutti coloro che credono in quest’altra medicina definita olistica, che tiene conto dell’uomo come unità inscindibile di corpo, mente e spirito, dovranno guardarsi dal pericolo che anche queste idee di emancipazione e di libertà diventino merce. E questo potrà essere evitato se ad una continua ricerca scientifica si affiancherà una altrettanto continua scelta di campo politico e sociale. Queste affermazioni possono apparire provocatorie in tempi in cui qualsiasi verità è taciuta, avvilita, vanificata. Ma a tutti coloro che le ritenessero tendenziose vorremmo ricordare che la malaria, per la quale si conosce ogni mezzo preventivo e curativo, continua a fare milioni di vittime nelle aree in cui non è “conveniente” sradicarla, che aumentano gli infortuni sul lavoro e “le malattie professionali” legalmente riconosciute e che è indubbia la correlazione tra il cancro e le modificazioni ambientali.

Dire queste verità non significa disconoscere alla medicina l’obiettività dei suoi successi, il merito dei suoi protagonisti. Significa invece leggerne correttamente la genesi e lo sviluppo, la logica e le contraddizioni, per poterne intendere, finalmente, la crisi.

ANDROMEDA
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