di M. Dinicastro e E. Marabini
Premessa
In ambito scientifico ogni affermazione deve essere comprovata da fatti sperimentali. Non può perciò esserci spazio per posizioni fideistiche o preconcette, anche se fossero sostenute da studiosi o scienziati esperti in un qualche ramo dello scibile umano. Purtroppo, però, benché il buon senso porti a questa conclusione, la realtà è invece ben diversa. Ad una visione generalmente dogmatica del sapere scientifico da parte degli esperti, purtroppo ampiamente diffusa, si affianca molto spesso una forma di ultraortodossia dogmatica, che in questi ultimi anni è sempre più definita correttamente come “Scetticismo Patologico” (1).
E’ una tipologia estrema di fideismo negativo che attacca tutto quanto non sembra rientrare entro gli angusti margini segnati dal positivismo scientista. Anche importanti nomi della scienza sono incappati nelle maglie dell’ostracismo scettico; due esempi fra tutti sono certamente quello dell’inventore della radiotelegrafia, Guglielmo Marconi (1874-1937), e quello del genio della fisica, Albert Einstein (1879-1955). Il primo seppe superare lo scetticismo e l'incredulità degli scienziati dell'epoca sulla trasmissione di segnali telegrafici a grandissime distanze usando le onde elettromagnetiche, dimostrando come i limiti concettuali della loro visione fossero dettati da puro fideismo e che le leggi della natura non impedivano affatto il realizzarsi dell’intuizione marconiana.
Anche Einstein ricevette il medesimo trattamento quando rese pubblica la sua geniale teoria della relatività, che in qualche modo scardinava la visione fin troppo semplicistica e perfetta della fisica newtoniana. Per di più, nel suo specifico caso l’infame attacco era anche aggravato da spinte ideologiche antisionistiche. Ecco cosa scrive Antonio Bozzo nella sua biografia di Einstein: “Già dal 1920 era pienamente operante a Berlino, e conosciuta in tutta la Germania, l’associazione che si firmava ‘Gruppo di ricerca dei cultori di scienze naturali tedeschi’. Questo gruppo ‘scientifico’ (era sotto la tutela del premio Nobel Philip Lenard, ma era capeggiato da Paul Weyland un personaggio prezzolato dalla destra) aveva dichiarato guerra ad Albert Einstein, pagando profumatamente chi avesse accettato di parlare in pubblico contro la relatività e il relativo complotto ebraico.
Naturalmente, visto che al gruppo di Weyland non mancavano i quattrini, molti si prestarono a silurare Einstein, assicurandosi così un buon conto in banca. Non fu difficile riempire teatri e sale da concerti per un’occasione ghiotta: la confutazione ‘scientifica’ della balzana ed ebraica teoria della relatività. Tanti sprovveduti, che magari avevano incensato Einstein senza capire nulla delle sue concezioni, uscivano da quelle conferenze pronti a giurare sull’assurdità della teoria della relatività”. E’ bene notare, fra l’altro, che Einstein non ricevette il premio Nobel per la teoria della relatività, bensì per la scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico…
Il problema dello scetticismo dogmatico è tale che un altro genio della fisica, il tedesco Max Planck (1858-1947), premio Nobel nel 1918, dovette finanche subire l’ostilità dei suoi colleghi e l’indifferenza dei sui stessi maestri nei confronti della sua rivoluzionaria teoria dei quanti. Ecco cosa scrisse l’eminente scienziato riguardo questo atteggiamento: “una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari” (L. Bürgin, 2002).
L’attacco all’agopuntura
Nel praticare il pericoloso sport del tiro all’extra-ordinario, o presunto tale, i movimenti scettici hanno preso, nel corso degli anni, a sparare all’impazzata su tutto quanto si movesse al di fuori dell’angusto recinto di conoscenze entro cui amano recludersi. Tra i malcapitati finiti nel mirino di costoro vi è anche l’agopuntura, una tecnica terapeutica antichissima di origine orientale. Benché la sua efficacia fosse comprovata da oltre cinquemila anni di pratiche terapeutiche e dall’apprezzamento di numerosi medici e scienziati occidentali, essa non ha potuto affrancarsi dalla gogna.
Il disconoscimento di tale pratica medica, infatti, è stato ripetutamente confermato da una schiera di “scienziati” occidentali a cui si è affiancata l’”Armata degli scettici” i quali, legati ad una visione meccanicistica dell’essere umano non sono in grado di comprendere che per affrontare il tema dell’agopuntura è indispensabile possedere chiare nozioni della filosofia cinese. Per il loro tipo di cultura non riescono a comprendere la necessità di rifarsi al concetto che tutto l’universo è plasmato da due forze Jang e Jinn e che ogni evento deriva dell’alternanza causata da queste due energie. In tal modo esse dominano e regolano il ritmo e l’armonia del mondo morale, del mondo fisico e di conseguenza della stessa medicina.
Ovviamente, la nostra cultura medica occidentale come potrebbe e come farebbe ad accettare il criterio che “l’anatomia e la fisiologia non interessano la medicina Cinese, per cui la materia è nulla, il tutto e l’importante invece è rappresentato dalle due energie che animano e condizionano la funzionalità degli organi”. (A. Vinai, 1957) Per l’”Armata degli scettici” risulta gioco facile snobbare questa energia vitale adducendo che essa, non essendo scientificamente documentabile, ovviamente non esiste. Invece, guarda caso, per il medico cinese essa esiste e non è una entità fisiologica metafisica, ma è una energia che circola attraverso vie e canali che fino a qualche decennio fa dagli scienziati occidentali erano considerati immaginari, ma che poi, con l’aiuto di moderne tecnologie, sono stati strumentalmente individuati.
Canali o vie che sono detti “meridiani” costituiti dal collegamento di piccoli punti la cui eccitazione invia stimoli agli organi interni. Tuttavia, ritornando al nostro problema di fondo, poiché il tempo è galantuomo, oggi la scienza
occidentale ha riconosciuto la validità di tale pratica terapeutica. In altri termini, le ha dato ragione condannando ancora una volta la disinvolta superficialità di chi crede di fare scienza sulla base di semplici opinioni o rimanendo prigionieri di un convenzionalismo partigiano, ingessato entro una cultura materialistica e scientista, alimentato e sorretto da un ossequiente giornalismo pseudoscientifico. L’agopuntura, infatti, è diventata materia d’insegnamento medico a livello universitario (in Italia in ben 24 Università (2)) ed è riconosciuta a livello europeo, nell’ambito della
medicina non convenzionale, come atto medico.
Al fine di stigmatizzare la superficialità di giudizio, riportiamo qui di seguito, a titolo di esempio, un illuminante commento espresso dal Presidente della Federazione Italiana delle Società di Agopuntura, dott. Carlo Maria Giovanardi, e pubblicato nel sito di tale Federazione (http://www.agopuntura-fisa.it/).
Alla cortese attenzione del Capo Redattore Interni del Resto del Carlino Massimo Cutò. Al fine di una corretta informazione, vorrei fare alcune considerazioni sull'articolo apparso sul Resto del Carlino di oggi 10 novembre 2001 dal titolo “Se è alternativa non è medicina” in cui sono contenute dichiarazioni rilasciate da alcuni relatori al convegno del CICAP dedicato alle medicine alternative.
1. I relatori del CICAP vengono definiti o si qualificano esperti. Il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) conduce da anni una dura battaglia contro le Medicine non Convenzionali senza alcuna competenza del settore. Quanto affermo è suffragato dal fatto che nessun “esperto” del CICAP ha mai partecipato a un convegno o a uno studio sull'Agopuntura e sempre il CICAP accomuna in maniera arbitraria pratiche mediche ad altre che di medico non hanno nulla. Per il CICAP è la norma assimilare l'Agopuntura all'urinoterapia, la cristalloterapia e la lettura dei tarocchi!
2. Il Prof. Della Sala, completamente sconosciuto alla comunità dei medici agopuntori (almeno 5000 in Italia), afferma che “nel caso dell'Agopuntura non c'è nessuna evidenza sperimentale che sia meglio dell'acqua fredda”. Trovo l'affermazione di questo “scienziato” a dir poco sconcertante perché dimostra di non leggere da almeno dieci anni una qualsiasi rivista accreditata della comunità scientifica (Lancet, Jama, Pain, Anaesthesia, ecc). Da anni sono presenti in letteratura lavori di alta qualità randomizzati placebo controllati, che soddisfano quindi i requisiti di una corretta metodologia di ricerca scientifica e che dimostrano l'efficacia dell'Agopuntura in molte patologie.
Del resto, nel novembre del 1997 i National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti in una Consensus Conference, che ha visto riuniti i direttori dei vari dipartimenti di medicina, al termine dell'analisi della letteratura scientifica esistente, avevano confermato l'efficacia dell'Agopuntura. Anche l'Italia negli ultimi mesi, grazie al lavoro dei ricercatori del CNR e del San Raffaele di Milano, ha dato un grosso contributo scientifico alla comprensione dei meccanismi d'azione dell'Agopuntura, evidenziando tramite la PET, l'attivazione di particolari aree del cervello durante la seduta di Agopuntura per il trattamento del dolore.
Ho partecipato in qualità di spettatore al convegno, presieduto tra l'altro da un astrofisico (quale competenza?) e alla mia richiesta pubblica del perché non erano stati invitati per un confronto scientifico ed equilibrato gli esperti che da anni rappresentano, studiano e insegnano le Medicine non Convenzionali, la risposta del Presidente è stata: perché il CICAP fa così !
Dott. Carlo Maria Giovanardi
Presidente della Federazione Italiana delle Società di Agopuntura
La Scienza contemporanea smentisce gli scettici
E’ interessante notare come proprio in quello stesso anno (2001) sulla prestigiosa rivista di neuroscienze “NeuroImage” (14, 2001, 1) veniva pubblicato, come riferisce nel suo libro “Che cos’è la storia della scienza” (Govoni, 2006, p. 25) la dottoressa Paola Govoni (3), un articolo di alcuni ricercatori dell’Università statale e della Bicocca di Milano in cui vengono riportati i risultati di uno studio che ha scientificamente e definitivamente provato che l’agopuntura è una pratica antidolorifica efficace; non ascrivibile, perciò, ad un semplice effetto placebo.
Ecco come descrive tale indagine la Govoni: “Osservando le reazioni del cervello di persone sottoposte all’agopuntura, si è verificato che questa pratica, utilizzata per millenni dalla medicina orientale, ha dei reali effetti sul sistema nervoso. Le procedure sofisticate, la serietà dei ricercatori, delle istituzioni coinvolte e del giornale che ha pubblicato i risultati della ricerca hanno fatto accogliere l’agopuntura tra le pratiche mediche scientifiche”.
Con candida onestà intellettuale la Govoni continua affermando che: “Con la promozione a scienza non è l’agopuntura in sé che è cambiata, com’è ovvio. Cambierà qualcosa in concreto per gli agopuntori, che anche dai più scettici saranno ora considerati personale sanitario a tutti gli effetti, e naturalmente muteranno i nostri rapporti con l’agopuntura”. Chi ben conosce lo scetticismo patologico, però, ben sa quanto ardua sia la lotta per debellare un simile morbo e che, molto probabilmente, benché il paziente verrà curato con massicce dosi di antibiotici a base di evidenze scientifiche, rimarrà inevitabilmente incurabile.
Precisiamo che tale notizia non rimase confinata alle sole riviste scientifiche, ma trovò anche ampia diffusione sulle più importanti testate giornalistiche nazionali, come ad esempio:
• Corriere della Sera (17 Luglio 2001) – L’agopuntura funziona, c’è la prova scientifica – Uno studio italiano ha scoperto come agisce sul cervello l’antica tecnica orientale: è un potente antidolorifico. Autore: Adriana Bazzi;
• Il Giorno (17 Luglio 2001) – L’agopuntura funziona. Autore: Paola d’Amico. (vedasi: http://www.freesouls.org/diritti/sanita/agopuntura_funziona.html)
Considerazioni
A nostro parere, sarebbe ora che l’”Armata degli scettici” uscisse dal medioevo e si aggiornasse. Le reiterate sconfitte, possono portare danno alla salute dei suoi accoliti.
Note
1). Vedasi a questo riguardo l’articolo dell’eminente fisico inglese Brian D. Josephson, premio Nobel per la fisica nel
1973, tradotto in italiano a questo indirizzo: http://www.coscienza.org/Josephson%20-%20Incredulit%E0%20patologica.pdf
2). Università – Offerte formative nelle medicine non convenzionali. Anno accademico 2006-2007. Bollettino Notiziario, organo ufficiale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Bologna, anno XXXVII, N.10.10.2006, pag. 13.
3). Paola Govoni collabora con la Facoltà di Scienze della formazione e con il Centro internazionale per la storia delle università e della scienza dell’Università di Bologna. Il libro citato in questo articolo, la cui prima edizione risale al 2004, è oggi utilizzato quale testo di studio per gli studenti che affrontano l’esame di Storia della Scienza presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna.
Riferimenti bibliografici
1. Bozzo A. La vita di Einstein. Alberto Peruzzo Editore, Milano 1985.
2. Bürgin L. Errori della scienza. Tascabili Bompiani, II edizione, Milano 2002.
3. Govoni P. Che cos’è la storia della scienza. Carocci, III edizione, (collana Le Bussole)
Roma 2006.
4. Vinai A. Agopuntura cinese. Opera Medica, A Wassermann e C., n 114, Anno XLVI,
Ottobre 1957.
Fonte: http://www.biopsicocibernetica.org/images/pdf/agopuntura.pdf
Autori Vari
Tradizionale e moderna
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Introduzione alla medicina cinese
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