Completamente non invasiva, può lavorare sia in pazienti neurologici – come persone con forte tremore da Parkinson refrattari ai normali trattamenti – che condizioni non neurologiche: fibromi uterini e adenomiosi, alcuni tumori benigni dell’osso, nonché essere usata nelle cure palliative per le metastasi ossee.
Dopo un periodo di test che ha permesso di valutarne l’efficacia, è stata presentata nei giorni scorsi a Verona, presso l’Ospedale di Borgo Trento la prima apparecchiatura in Europa in grado di eseguire una terapia con ultrasuoni focalizzati guidata da una risonanza magnetica a 3 Tesla, quindi molto più potente rispetto alle più diffuse apparecchiature a 1,5 Tesla, e soprattutto che può lavorare sia in pazienti neurologici – come per esempio persone con forte tremore da Parkinson refrattari ai normali trattamenti – che condizioni non neurologiche: fibromi uterini e adenomiosi, alcuni tumori benigni dell’osso, nonché essere usata nelle cure palliative per le metastasi ossee.
Un investimento di oltre 7 milioni di euro che porta l’Azienda veronese, e quindi l’Italia, all’avanguardia in Europa. “Ci sono altri centri, evidentemente, in Italia che hanno apparecchiature simili, ma dedicate esclusivamente al campo neurologico oppure a patologie ginecologiche e oncologiche” spiega a OggiScienza Stefania Montemezzi, direttore del Dipartimento di Patologia e Diagnostica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona.
“L’importanza di avere sistemi come questo sta nella non invasività – continua Montemezzi – attraverso l’utilizzo di ultrasuoni per colpire in maniera estremamente mirata i tessuti fino a bruciarli letteralmente, ma senza alterare quelli sani circostanti”. L’innalzamento della temperatura avviene infatti in modo controllato e focalizzato, grazie al supporto di “imaging” anatomico e termometrico della risonanza magnetica ad alto campo (3 Tesla), che permette di individuare con precisione la parte anatomica in cui intervenire, mentre gli ultrasuoni focalizzati producono la termo-ablazione. La procedura non richiede né ospedalizzazione né anestesia, ma solo un rapido ricovero. Non prevede inoltre dispositivi da impiantare e soprattutto offre un’ottima precisione.
Grazie a questi ultrasuoni guidati dalla risonanza magnetica, importante è la possibilità di trattare il tremore grave nei malati di Parkinson che non rispondono bene alle altre terapie, e il cosiddetto “tremore essenziale”, quello cioè che colpisce persone non malate di Parkinson, ma dovuto a una predisposizione familiare. Si stima che il tremore essenziale colpisca fra lo 0,5 e il 5-6% delle persone con più di 40 anni. Quanto al Parkinson, il tremore è il sintomo più precoce della malattia, e riguarda circa il 70% dei pazienti.
“Va precisato che qui non si tratta di una macchina che cura il Parkinson, ma di un aiuto per ridurre il tremore molto grave, invalidante, in persone che non hanno al momento altre possibilità” spiega Montemezzi. “Non tutti quindi possono mettersi in lista per il trattamento, ma solo chi soddisfa particolari criteri di inclusione e in ogni caso previa prescrizione da parte del medico di base o dello specialista che segue il paziente. A questo proposito abbiamo stilato un’informativa sia per il paziente che per il medico prescrittore, che sarà online dal 1 marzo sul nuovo sito, tramite il quale sarà possibile prenotare il trattamento, gestito da un team multidisciplinare con un neurologo, un neuroradiologo, un neurochirurgo e un fisico medico.”
Cristina Da Rold
oggiscienza.it (2 marzo 2018)