Sommario del libro “Vuoto, Vortici e Gravitazione”

Sommario del libro “Vuoto, Vortici e Gravitazione”

vorticiIl libro intende proporre un approccio alla fisica, soprattutto alla fisica cosmologica, del tutto diverso da quello a tutt’oggi invalso.

La fisica considera la materia come sostanza fondamentale dell’universo fisico, e considera lo spazio esistente fra componenti materiali, sia alle scale sub-atomiche sia a quelle cosmiche, come vuoto, ossia come un “niente” contrapposto alle “cose materiali”. La filosofia espressa in questo libro, invece, sostiene che lo spazio “vuoto”, finora considerato come “niente”, è invece il “tutto” dal quale ogni cosa si origina ed al quale può eventualmente ritornare. In altri termini, lo spazio usualmente considerato come “vuoto assoluto” è invece la sostanza fisica fondamentale dell’universo. È lo “spazio fisico” per antonomasia, nel libro indicato come “plenum”, capace di dare luogo a tutti i fenomeni fisici possibili. A tale spazio, fra le proprietà del quale c’è quella di trasmettere le onde elettromagnetiche (luce), si contrappone un “vero vuoto”, ossia un “vero” niente assoluto, di indefinita estensione, a differenza del plenum che costituisce invece un universo fisico finito, immerso nel “vero vuoto” dove la luce non si propaga e nessun fenomeno fisico è possibile.

E – quasi paradossalmente – è proprio l’intrusione di nuclei, o infinitesimi o enormi, di vero vuoto nei moti e nelle turbolenze del plenum a determinare il formarsi di materia e, quindi, anche delle varie forme di energia. Infatti il plenum, che è un continuum perfetto, non costituito da particelle, non ha in sé né massa né energia, ma ha la proprietà di comportarsi come un fluido incomprimibile. Da qui tutte le altre proprietà, che danno origine a campi di forze e, in particolare, attraverso forme particolari di vortice, anche a campi gravitazionali. Tutto, dunque, dipende da trasformazioni di stati e di condizioni di moto del plenum.

Ecco che la situazione di partenza diviene completamente rovesciata: invece di uno spazio cosmico “vuoto” cosparso di particelle materiali di varia natura e dimensione, esiste uno spazio fisico continuo, l’universo fisico, costituito da un plenum, essenza cosmica primigenia, costellato di nuclei di vero vuoto assoluto di varia dimensione e forma, l’esistenza dei quali è denunciata proprio dalle varie forme di materia che attorno ad essi si costituiscono ad opera dei moti e delle vibrazioni del plenum.


M. Ludovico, Vacuum, Vortices and Gravitation – A Draft Philosophical Essay,
(Bracciano 2004, EU-Art & Science Publications, Poznań 2010). L’intero testo del libro è liberamente leggibile su Mario-Ludovico.com

Alcune tesi del libro

Definite le proprietà principali del plenum, il libro indica come possano formarsi e propagarsi onde elettromamagnetiche mediante oscillazioni del fluido plenum generate da rotazioni composte dello stesso fluido. Forme particolari e importanti di moto del plenum sono i vortici. Fra questi, i vortici anulari (analoghi a quelli che un fumatore sa produrre come “anelli di fumo”) originano campi gravitazionali. Secondo questa visione dello spazio fisico, i campi gravitazionali non soltanto agiscono sulla materia, ma addirittura la generano. In sostanza, le masse non sono in sé causa di gravitazione, ma il loro formarsi è, al contrario, un effetto dei vortici gravitazionali.

 Prima di arrivare, nella Parte II, a sviluppare analiticamente le implicazioni fisiche inerenti ai vortici gravitazionali, il libro propone una ridiscussione analitica della legge gravitazionale dovuta a Newton, che deve ritenersi strettamente vincolata alle leggi di Keplero, dalle quali essa fu derivata.

Le leggi di Keplero postulano che le orbite planetarie (o satellitari), cioè quelle gravitazionali osservate all’interno del sistema solare, sono orbite o ellittiche o circolari. Fra le implicazioni di un tale postulato vi è quella che porta per via logica all’opportunità di considerare una “costante universale gravitazionale”, usualmente indicata con la lettera G.

Dato che la maggior parte delle orbite osservate con i moderni strumenti non sono ellittiche, il libro suggerisce di non dover ritenere G una costante universale, e neppure una vera e propria costante, in quanto la legge gravitazionale di Newton è solamente un buon modello dei comportamenti gravitazionali osservati, ma è un modello incompleto, troppo importanti essendo certe anomalie, a cominciare dall’inspiegata orbita della Luna attorno alla Terra! Ne nasce un problema non banale anche per quanto riguarda la Relatività Generale, che è il modello gravitazionale di Einstein, giacché in quella teoria la costante newtoniana G è assunta come indiscussa costante universale.

Nella stessa sezione del libro si mette seriamente in dubbio la proprietà di attrarsi attribuita alle masse materiali, indicando poi come gravità e gravitazione possano spiegarsi, in modo relativamente semplice, quali effetti dovuti alla distribuzione spaziale delle velocità del plenum generate da vortici. Una tesi centrale argomentata in questa sezione del libro, infatti, sostiene che non esiste un potere di attrazione gravitazionale fra le masse, ma vi sono soltanto interazioni o fra cariche elettriche e magnetiche a scale macroscopiche, o anche d’altra natura alle scale microscopiche; quest’ultime trattate dalla fisica-chimica molecolare e dalla fisica atomica e sub-atomica. A questo proposito viene riportata un’affermazione scritta dello stesso Newton, per il quale non è affatto ragionevole ritenere che le “masse” abbiano l’intrinseco potere di attrarsi reciprocamente (a disdoro dei tuttora persistenti tentativi di dimostrare – vanamente – il contrario di quanto suggerì il lungimirante genio di Newton).

La coesione, che rende il plenum fluido perfettamente continuo e tale che il moto di ogni suo punto comporta il trascinamento dei punti contigui, suggerisce un’ulteriore ipotesi circa le proprietá d’un siffatto fluido. Poiché privo di massa, il plenum non può possedere viscosità dinamica (un particolare tipo di forza che si esercita fra masse), ma ad esso può nondimento attribuirsi una viscosità cinemtaica, pure prevista dalla fisica classica, che non coinvolge né masse né forze. L’ammissione di una simile ipotesi implicherebbe conseguenze notevoli, come, per esempio, l’incostanza della velocitá della luce e di ogni radiazione, con perdita di frequenze proporzionale al quadrato delle distanze dalle sorgenti irradianti. Gli effetti sarebbero come se tali sorgenti si allontanassero rapidamente dall’osservatore.

Nella Parte III del libro si tentano alcuni calcoli di primissima approssimazione, in assenza di dati certi, riguardanti le dimensioni e le sfere d’influenza dei vortici gravitazionali della Terra, del Sole e della Luna, con indicazioni e stime anche degli effetti gravitazionali di deviazione e di ritardo che i vortici hanno sui raggi di luce. Si accenna inoltre ad una più verosimile spiegazione delle maree, del tutto diversa da quella solitamente data come effetto dell’attrazione combinata di Sole e di Luna sulle acque del nostro pianeta, alla luce della tesi per la quale le masse non si attraggono, argomentata nella precedente parte del libro. In questa sezione del libro, per il carattere di primissima approssimazione dei calcoli, si è preferito non tener conto di una possibile viscosità cinematica del plenum.

Nell’Appendice si prende in esame la legge di Hubble, secondo la quale le galassie che si allontanano le une dalle altre lo fanno ad una velocità che aumenta al crescere della reciproca distanza. Si dimostra che se questa legge, basata sull’osservazione, è corretta, allora non è possible attribuire l’ “espansione dell’universo” ad un Big-Bang primordiale. Nella medesima appendice si indica anche una possible spiegazione per le “anomalie” costituite sia dalle quasar osservate e descritte dal noto astronomo Halton Arp, sia dalle blazar che emettono getti di particelle “sparate” a velocità superiori a quella della luce.

La Seconda Appendice si sofferma su una più dettagliata descrizione della struttura di un vortice gravitazionale, e discute l’ipotesi che l’immateriale plenum sia dotato di una viscosità cinematica. Fra le implicazioni possibili di una tale ipotesi ci sarebbe anche che la velocità di propagazione dell’onda stazionaria gravitazionale decresce rapidamente con la distanza dall’origine-fonte del moto vorticoso, e che la dimensione e potenza di un qualsiasi vortice dipendono dalla velocitá con la quale un vortice di plenum si costituisce inizialmente attorno al suo proprio nucleo di vuoto assoluto. Maggiore la velocitá, maggiori il nucleo, la dimensione e gli effetti del vortice. La velocitá iniziale di costituzione del vortice di plenum può, rispetto al nucleo di vuoto assoluto, superare di molte volte la velocitá della luce, tuttora – indebitamente – considerata come la massima velocitá fisicamente possibile.

Nell’Appendice Speciale, si mettono in discussione i fondamenti della Relatività Speciale, fra l’altro pervenendo – mediante semplici considerazioni di carattere dinamico e senza ricorso ad alcuna ipotesi relativistica – alla formulazione della celeberrima equazione E=mc^2. Einstein ed altri prima di lui, d’altronde, mostrarono che tale equazione può ottenersi anche senza fare uso di concetti relativistici.

Mario Ludovico
Scarica il documento in pdf