SETI ha i telescopi, mancano solo gli alieni

Il Giornale Online
Roma – Con un comunicato stampa diffuso nella giornata di ieri, l'università di Berkeley, assieme alla California University e SETI Institute, hanno annunciato l'entrata in funzione del primo lotto di piatti del Allen Telescope Array. L'ATA, sorto poco lontano da Hat Creek (nord della California), è stato realizzato in larga parte grazie al contributo economico del cofondatore di Microsoft, Paul Allen.

“È un grande giorno per la scienza della radioastronomia e dello studio del cosmo”, ha detto Leo Blitz, direttore del laboratorio di radioastronomia di Berkeley. Il suo istituto collabora sin dal 2001 con il SETI alla costruzione del ATA, anche se gli scopi delle due istituzioni sono molto diversi: le università sperano di poter sfruttare le future 350 antenne che formeranno l'array per riuscire a realizzare una sky survey radioastronomica molto più approfondita e particolareggiata che in passato.

La nuova struttura, sebbene incompleta, è stata pensata e realizzata con nuovi criteri: è fortemente modulare, quindi in grado di accogliere una alla volta tutte le nuove parabole che verranno installate man mano che la costruzione andrà avanti. Ma è anche in grado di analizzare uno spettro più ampio e un campo più largo: una sorta di “grandangolo” della radioastronomia, che consentirà approcci innovativi allo studio di supernove, buchi neri, galassie e non solo.

“Per SETI, le capacità tecniche di ATA aumentano esponenzialmente la capacità di cercare segni di vita intelligente”, spiega infatti l'astronomo Seth Shostak: la ricerca di altri mondi abitati, che aveva rischiato addirittura di essere cancellata per mancanza di fondi, ora riceverà in un anno molti più dati di quanti non ne abbia accumulato in tutti gli anni trascorsi dall'inizio del progetto. Si tratta della prima volta che una struttura radioastronomica viene realizzata appositamente per SETI. Le antenne si sintonizzeranno sulle frequenze da 1 a 10 gigahertz, un range che dovrebbe essere al sicuro dalle interferenze umane ma che dovrebbe essere in grado di rivelare i segreti dei marziani, ovunque essi siano.

Nonostante le cospicue donazioni di Allen, a cui è stato intitolato l'osservatorio e che era presente all'inaugurazione, tuttavia i lavori non sono finiti: gli scienziati cercano nuovi finanziatori, magari tra gli appassionati, anche se i prezzi non sono proprio popolari. Per una antenna ci vogliono circa 70mila euro, e ne mancano ancora 300 per completare la griglia: facendo due conti, si scopre che mancano ancora almeno 21 milioni di euro all'appello. Chissà che qualche altro facoltoso filantropo non si faccia avanti.

Di seguito, una breve intervista a Paul Allen (in lingua inglese). Argomento: il varo del nuovo osservatorio e le motivazioni che l'hanno spinto a finanziare il progetto:

Fonte: punto-informatico.it/p.aspx?i=2086838