Piramidi egizie scoperte con immagini satellitari?

Piramidi egizie scoperte con immagini satellitari?
immagini satellitari
BBC/Digital Globe

Una settimana fa, ha fatto il giro del mondo la notizia riportata dalla BBC che una serie di importanti scoperte erano state effettuate in Egitto grazie a delle immagini satellitari. A distanza di qualche giorno Zahi Hawass, adesso Ministro delle Antichità, ha però fatto una precisazione che ridimensiona la portata di queste scoperte.

L’articolo della BBC

La BBC aveva riportato i risultati di una ricerca condotta dall’Università dell’Alabama a Birmingham, eseguita sotto la direzione dell’egittologa statunitense Sarah Parcak. Le immagini a infrarossi avrebbero svelato l’esistenza di ben 3.000 insediamenti, 1.000 tombe e 17 piramidi – e in qualche caso degli scavi avrebbero già confermato alcune scoperte. La Parcak si è detta stupita di aver trovato così tanti siti: “Ciò ci dimostra quanto sia facile sottovalutare [il numero] e le dimensioni degli antichi insediamenti umani”.
E “questi sono solo i siti [vicino] alla superficie. Ci sono migliaia di altri siti che il Nilo ha coperto di limo. Questo è solo l’inizio di questo tipo di lavoro”. Le telecamere della BBC hanno seguito la Parcak nel suo viaggio in Egitto per vedere se gli scavi avessero confermato le sue supposizioni. Solo a Saqqara, dice l’egittologa, sarebbero due le potenziali piramidi ad essere scavate, mentre a Tanis si starebbe portando alla luce una casa di 3.000 anni fa. Il servizio della BBC è diventato poi un documentario: Egypt’s Lost Cities.

La precisazione

Secondo le disposizioni del Ministero di Stato per le Antichità egiziano (MSA), è vietato a chiunque annunciare una scoperta prima di notificarla e ottenere l’approvazione del Ministero. Questa procedura serve a garantire che ogni scoperta si voglia annunciare sia reale e ufficialmente verificata. Se ad ogni missione autorizzata a lavorare in Egitto venisse permesso di annunciare cose senza essere prima controllate, potrebbero esserci un sacco di false dichiarazioni tutto il tempo. Purtroppo – dice Hawass – questo è stato il caso della BBC. “Sono deluso che non solo la relazione è stata pubblicata senza l’approvazione dell’MSA, ma anche che il suo annuncio non era esatto, mostrando quanto sia importante seguire il protocollo corretto”.

“Anche se le immagini satellitari sono utili per scoprire nuovi siti e monumenti, l’interpretazione delle immagini non è semplice. Nessuno può dire con certezza che le caratteristiche evidenziate sotto la sabbia siano in realtà piramidi. Tali anomalie potrebbero essere case, tombe, templi, piramidi, città sepolte o anche conformazioni geologiche. L’unico modo con cui possiamo individuare con sicurezza quello che c’è è scavando. Questo non è stato chiarito nell’articolo”. “Sia il capo della missione, la dott.ssa Sarah Parcak, sia il produttore del BBC Satellite Project, il signor Harvey Lilley, hanno espresso il loro rammarico per la situazione”.

Pochi mesi fa, le immagini satellitari della necropoli a sud di Saqqara avevano evidenziato l’esistenza di tre considerevoli anomalie.

Un’ispezione archeologica ha rivelato che sono i resti di tre piramidi precedentemente scavate dall’egittologo francese Gustave Jéquier (1868 – 1946). Uno di queste appartenne a Khendjer (1764 – 1759 a.C. circa), re della 13′ dinastia.

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La piramide di Sesheshet vicino a quella di Teti a Saqqara – Sandro Vannini

Inoltre, negli ultimi 20 anni due nuove piramidi sono state scoperte a Giza e Saqqara. La prima è stata trovata accanto alla piramide di Cheope a Giza (2551 – 2528 a.C. circa), la seconda vicino alla piramide di Teti a Saqqara (2323 – 2291 a.C.). A Saqqara è stata anche trovata la base di una nuova piramide, di un proprietario sconosciuto, che si sta ancora scavando.

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