Le tavolette ritrovate

Il Giornale Online

Inviata da lolek

Nel numero di giugno 2008 della rivista Science vi era un articolo molto curioso scritto da Andrews Lawler dal titolo “Unmasking the Indus” in cui per la prima volta il mondo accademico e scientifico accetta che la cultura antica dell’India deve essere considerata al pari di quella Egizia e Mesopotamica se non addirittura superiore.

Una delle scoperte più interessanti è stata il sito di Mehrgar risalente al 7.000 a.C. sulla zona occidentale dell’Indo. Ciò che non è stato ancora reso ufficiale è il ritrovamento di tavolette d’argilla incise con caratteri fino a poco tempo fa sconosciuti. La datazione aveva riportato delle incogruenze temporali al punto che molti scienziati pensarono si trattasse di un falso, ma nuove analisi hanno dimostrato che le tavolette sono autentiche e la datazione risale a un periodo compreso tra il 2018 a.C. e il 2076 a.C. ovvero durante l’epoca della civiltà mesopotamica di Ur.

Non è un caso che lo studio citi proprio questa città perché a quanto pare i caratteri incisi sulla tavoletta hanno molto in comune con la scrittura cuneiforme.

Un’equipe di scienziati Francesi, autodenominatasi Vérité Révélée (Verità Rivelata) e che non ha ancora fornito le generalità dei suoi componenti, ha affermato che la scrittura è stata decifrata. Lo studio è stato presentato alla Royale Accademy e, come la scienza vuole, il gruppo ha dovuto portare le prove della decifrazione. Durante il resoconto alla commissione scientifica si sono presentati due signori che hanno mostrato un reperto piuttosto strano, si tratta di un frammento metallico costituito da una lega ancora sconosciuta sulla terra, il materiale era un composto di Boro, Magnesio, Zinco e Alluminio, resistentissimo alle altissime temperature e agli urti, ma al contempo abbastanza duttile da essere inciso.

Infatti il pezzo di metallo riportava alcuni strani simboli, gli stessi ritrovati sulle tavolette indiane. Ma che ci facevano quelle tavolette in un posto tanto lontano rispetto il luogo di fabbricazione (ovvero Ur)? Dalla decifrazione è emerso un dato inquietante. Queste tavolette hanno una specie di numerazione e sono organizzate secondo uno schema ben preciso. Le ultime sembrano trattare proprio della loro conservazione per essere tramandate come segno di verità.

La traduzione letterale di una dice: esse furono custodite dagli dei del cielo che per la loro benevolenza hanno voluto donare al mondo la verità […](pezzo mancante) […] così scesero dai carri alati per seppellire il testo sacro sul suolo sacro di Ihgert per fare ritorno alla terra d’origine quando […] (pezzo mancante) […] e il sole sorgerà dai monti alla fine dell’ultima era.

Le tavolette ritrovate in India sembrano raccontare una storia diversa della Terra. Secondo lo scienziato Sitchin la terra di Nippur e più in generale tutta la mezzaluna fertile sarebbe il luogo dell’atterraggio, ovvero gli abitanti di un altro pianeta scesero nell’odierno Iraq per i loro scopi e fondarono la civiltà umana. Questa teoria sembra essere confermata anche da alcuni ritrovamenti nel continente americano risalenti alle civiltà precolombiane, adesso un altro reperto è venuto alla luce e a quanto pare descrive proprio gli avvenimenti dell’atterraggio.

Dunque le tavolette indiane non solo confermano le teorie di Sitchin, ma addirittura narrano le cronache di un doppio sbarco sulla terra. Infatti pare che i primi discendenti dal cielo furono gli abitanti di Marte quando questo era ancora un pianeta abitato e successivamente gli Anunnaki scesero prima sul pianeta Rosso e poi sulla Terra. Una singolarità nel testo è la narrazione di avvenimenti futuri che ancora devono accadere e si legano con una certa precisione agli eventi attuali.

Un estratto dice: […] quando l’acquario farà leva all’orizzonte molti evinti dovranno accadere il primo[…] (testo mancante) […] che nel nuovo millennio farà crollare il simbolo del denaro […] (pezzo mancante) […] e i vimana torneranno nel cielo sia quelli degli uomini che quelli degli Dei ma gli uomini li useranno contro gli uomini mentre […] (pezzo mancante) […] Sarà la volta dei sacerdoti di Dio di tutto il mondo, cadrà l’uomo col bastone che fu discepolo di Dio in terra e lo farà prima che l’ultimo ciclo sia finito così come i popoli del grande oceano avevano calcolato e sarà la volta di una grande minaccia gli uomini sono stati avvertiti dai segni nel cielo e nella terra un grande […] (pezzo mancante) […] L’interpretazione di questo testo è molto precisa, l’uomo con il bastone bianco è sicuramente il Papa e l’ultimo ciclo è sicuramente il quinto ciclo del calendario Maya.

Lo studioso americano Frank De Larouche della UNAM (Messico) sostiene che questi testi possono essere letti interpolandoli con alcune delle profezie più conosciute, per esempio quelle dei Maya e quelle di Malachia. I dati emersi sembrano confermare ogni avvenimento, ma come è possibile che gli antichi Indiani conoscessero le popolazioni dell’America Centrale ancora prima della loro comparsa?

A questa domanda ha risposto il noto antropologo Carlos Lamarca che in un’intervista rilasciata alla Tv messicana ha risposto: le tavolette sono state ritrovate in India, ma nessuno ha affermato che siano di origine autoctona, anzi gli studi sembrano aver rivelato che i manufatti risalgano al periodo Sumerico e se già questo antico popolo conosceva la posizione della Terra nel nostro sistema solare e il numero dei suoi pianeti è anche probabile che siano giunte fino a loro le conoscenze di un popolo più evoluto. […]

Questi esseri superiori dunque avrebbero informato Sumer che altri popoli sarebbero stati creati a immagine di Dio con lo scopo di proteggere il genere umano e di tramandare la conoscenza, una specie di backup umano in caso di pericolo. Perché raccontare una storia della terra? Probabilmente perché nel backup di Lamarca la narrazione di fatti accaduti può aiutare a comprendere fatti che devono ancora accadere e dunque la possibilità di riparare gli errori commessi.

simboli incisi sulle nuove tavolette Sumere sembrano trovare un certo accordo con i segni grafici ritrovati sulla barra appartenente alla presunta astronave schiantatasi a Roswell (nel New Mexico) nel 1947. Ma una nuova scoperta sembra gettare nuovi dubbi e nuovo stupore. Gli stessi simboli sono stati rinvenuti all’ingresso della piramide di Cheope dal geofisico Robert Schoch e Colette Dowell.

Il ricercatore americano della Boston University divenne famoso per aver interpretato i segni verticali (tipo graffi) della Sfinge come la traccia di un’enorme inondazione che colpì l’Egitto intorno al 10.000 a.C. retrodatando così la nascita della Sfinge. A quanto pare dunque esistono più testimonianze di una nuova civiltà che ha abitato la terra (o visitato) in tempi remoti, ma perché solo adesso e a piccole dosi queste informazioni vengono divulgate?

Molti sostengono che si tratti ancora una volta di un’operazione di Cover Up ad opera della Cia e di altri servizi segreti che al contempo fornirebbero informazioni reali, ma filtrate, per preparare la popolazione alla futura rivelazione dell’esistenza di una civiltà aliena. In effetti esiste un accordo segreto tra i governi e depositato all’ONU in cui si afferma la necessità di preparare la popolazione tramite una serie di azioni culturali (film, trasmissioni Tv, libri, articoli, ecc…) volte a confondere se interpretate singolarmente, ma in una visione più ampia creano l’effetto di “consuetudine” ovvero tutti sanno, qualcuno crede e qualcuno no, ma tutti comunque sanno!

Le informazioni riguardanti le tavolette ritrovate in India furono pubblicate su Science del 2008 e su alcune riviste di settore alle quali possono accedere solamente i ricercatori, in gergo li chiamano paper. Nessun ricercatore per adesso ha deciso di condividere il contenuto delle ricerche, qualcuno, nel suo legittimo anonimato, ha scelto di parlare della loro esistenza e di una parte del contenuto perché crede che questa verità deve essere svelata, anche perché tra poco tempo tutti i segreti saranno rivelati. Una delle tavolette parla della creazione di alcuni popoli centro e sud americani, tra questi proprio i Maya. […] quando il cielo si aprì. La terra che sorge tra i due grandi oceani non era abitata a quel tempo e gli Dei […] come era giusto che fosse. Una nuova civiltà avrebbe servito i signori del cielo e sarebbe stata guardiana del tempo […] gli uomini costruiranno come i loro fratelli che vivono tra i due fiumi, ma lo faranno sui monti più alti per avvicinarsi agli Dei e indicare loro la via della discesa […].

In accordo con Erich Von Daeniken, che ipotizzò per primo il ritorno degli Dei, questa iscrizione sembra descrivere la nascita del popolo Maya ad opera di esseri venuti dallo spazio, gli stessi esseri che fondarono la civiltà Sumera. Alexandr Kazantsev ha raccolto interi volumi di prove al riguardo ed è uno dei maggiori sostenitori dell’ipotesi aliena nella creazione, adesso queste nuove tavolette sembrano dare ragione ai due esperti. Il ritrovamento di queste tavolette riporta alla mente un caso analogo avvenuto ormai più di 100 anni fa. Era il 1908 quando la regione di Tunguska fu devastata da un misterioso asteroide.

Misterioso perché i residenti del posto che hanno assistito all’evento hanno tutti dichiarato che l’oggetto si muoveva cambiando rapidamente direzione dunque doveva essere dotato di propulsione propria. Ovviamente la cosa fu passata per un meteorite. Stranamente però dietro quell’evento si cela un nuovo mistero, il ritrovamento di tavolozze con incisi simboli identici a quelli dello schianto di Roswell, della piramide di Cheope e delle tavolette ritrovate in India. Se questo non basta a convincere sia gli scettici che i credenti allora è necessario ricordare la notizia data nel Dicembre del 2005 in cui la NASA affermava di aver scoperto un’epigrafe sul suolo marziano.

Secondo il semiologo Patsy Nicolas di Falco l’iscrizione è simile alla scrittura di antiche popolazioni sumere del III millennio a.C. ovviamente per questa scoperta bisognerà attendere ulteriori esami soprattutto per evitare fraintendimenti di interpretazione geologica. Una cosa però salta alla mente, esistono molti casi di ritrovamenti con scritture fuori dal tempo e continua la prassi di non divulgare la scoperta.

Tutte le prove vengono fatte sparire o modificata (vedi il caso del volto su Marte). Cercare le prove diventa sempre più complesso, ma forse la verità verrà rivelata…prima del 2012?

fonte:

http://www.linchiesta.it/