Le alghe: molto più che un alimento

Il Giornale Online

Di Catia Trevisani

Kombu, wakame, nori, hiziki, spirulina, sono alcune delle alghe eduli che sempre più di frequente fanno capolino negli scaffali dei negozi d’alimentazione naturale e nei reparti dietetici delle farmacie.

Arrivate in sordina insieme al riso integrale, al tofu, al seitan, alle salse di soia e ad altri alimenti tipici della dieta macrobiotica, le alghe si sono imposte non senza qualche difficoltà nel mercato degli alimenti naturali e biologici.

A frenare una loro più larga affermazione sono alcuni ingiustificati pregiudizi e soprattutto la scarsa conoscenza del corretto impiego alimentare e culinario di questi preziosi alimenti, il cui consumo merita sicuramente una diffusione maggiore di quella attuale.

Il primo pregiudizio da sfatare è quello che vuole le alghe un alimento esotico, tipicamente orientale, del tutto estraneo alla nostra tradizione alimentare. In realtà l’uso delle «verdure di mare» vanta una tradizione antichissima, anche se in gran parte dimenticata, non solo in numerose nazioni europee, ma anche in alcune regioni del nostro paese.

In Scozia e in Norvegiaviene preparato addirittura un «pane d’alghe»; mentre in molti centri costieri del Galles e delle isole minori inglesi alcuni tipi di alghe sono vendute regolarmente nei mercatini locali di pesce.

Il paese che vanta la più ricca tradizione alimentare a base di verdure di mare resta comunque il Giappone, dove ogni anno si consumano più di 300 mila tonnellate di alghe, provenienti in parte da vere e proprie «coltivazioni» situate lungo le coste. Ed è proprio dal Giappone che giungono oggi gran parte delle alghe utilizzate nell’alimentazione naturale.

Le proprietà alimentari
Esistono molti tipi di alghe, suddivise in oltre 25 mila specie. Ve ne sono di microscopiche (come la spirulina), di giganti (possono raggiungere centinaia di metri di lunghezza) e di dimensioni intermedie.

Possono essere di colorazione diversa (verde, giallo, rosso, rosso-violaceo, azzurro, blu, bruno), come diversificato è anche il loro habitat. Alcune specie vivono fissate agli scogli, altre ai fondali rocciosi, altre galleggiano libere a diverse profondità. Le alghe verdi vivono in superficie, le rosse nelle acque profonde, le brune a una profondità intermedia.

Confrontate con le piante eduli terrestri, le alghe pur con notevoli differenze tra i diversi gruppi sistematici, appaiono sensibilmente più ricche di proteine (dal 5,6 per cento delle hiziki al 35 per cento delle spiruline), di carboidrati (dal 29,8 per cento delle hiziki al 51,9 per cento delle kombu) e soprattutto di sali minerali e di oligoelementi, in particolare iodio (presente in quantità da 100 a 1000 volte superiore rispetto a quella degli ortaggi), ferro e calcio (da 2 a 30 volte).

Notevole è anche il patrimonio vitaminico. Oltre al discreto contenuto di vitamina B1, B2 e C, le alghe costituiscono una preziosa fonte della rarissima B12, pressoché assente nei vegetali di terra ferma.

Un componente particolarmente interessante delle alghe è rappresentato dall’algina, di cui sono particolarmente ricche le alghe brune. L’acido alginico e i suoi sali sono noti per l’elevata capacità di scambio e le proprietà chelanti in grado di eliminare dall’organismo i metalli pesanti e numerose altre sostanze tossiche.

L’alginato sodico solubile, reagendo con il piombo o con altri meganismo, forma dei chelati insolubili destinati ad essere espulsi dall’organismo attraverso le feci. Quest’ultima sorprendente proprietà fa delle alghe un alimento indispensabile nella dieta di tutti coloro che sono costretti a vivere in ambienti particolarmente contaminati.

Le virtù terapeutiche
Oltre all’impiego alimentare, molte specie di alghe vengono utilizzate anche a scopo terapeutico o più semplicemente come integratori alimentari; ltre ancora come base per le preparazioni cosmetiche.

Già Plinio il Vecchio (I sec. d.C.), raccomandava l’uso delle alghe nella cura contro la gotta, malattia molto diffusa tra la nobiltà romana, mentre Dioscoride Pedanio, celebre medico greco, ne consigliava l’impiego contro le eruzioni cutanee, la gastrite e i disturbi dell’intestino e del fegato.

Più recentemente, numerose esperienze hanno evidenziato le numerose proprietà extranutrizionali delle alghe ampliandone il campo di applicazione. L’elevato contenuto di iodio rende le «verdure di mare» particolarmente utili in tutti i casi in cui venga richiesta una terapia iodica.

Le alghe possono trovare valido impiego anche nella cura dell’acne giovanile, nelle terapie ipocolesterolemizzanti e nei casi di uricemia ed azotemia, essendo in grado di sottrarre una parte dell’azoto in eccesso.

Per Jane Teas (Harvard School of Public Health) il regolare consumo di alghe, sarebbe alla base del basso tasso di cancro della mammella delle donne giapponesi.

Un’ipotesi rafforzata anche dalla differente incidenza evidenziata tra le zone rurali del Giappone, caratterizzate da un elevato consumo di alghe, e i centri urbani nei quali accanto al minor consumo di alghe si registra un più elevato tasso di tumore della mammella.

Tali osservazioni sono state recentemente suffragate da numerose prove sperimentali di laboratorio.
Teas e i suoi colleghi hanno constatato la proprietà delle alghe laminarie di ridurre il tasso di cancro del tredici per cento nelle cavie di laboratorio, rispetto agli stessi animali alimentati senza l’integrazione di alghe. Risultati analoghi sono stati registrati a Honolulu da alcuni farmacologi della John A. Burns School of Medicine dell’Università delle Hawaii.

In altre prove, estratti di alga wakame, sono risultati in grado di curare e prevenire il cancro al polmone in cavie di laboratorio, suggerendo un’efficace azione di stimolo del sistema immunitario.
Sempre nelle alghe del tipo wakame sono state individuate sostanze in grado di svolgere un’attività antitrombinica di potenza doppia rispetto a quella dell’eparina.

Le sorprendenti possibili applicazioni terapeutiche delle alghe non finiscono qui. Alcuni ricercatori cinesi hanno isolato nelle kombu sostanze ipotensive, tra cui l’istamina.

Nelle alghe nori è stata individuata una sostanza dalle evidenti proprietà antiulcera, in grado di svolgere anche una sorprendente azione protettiva nei confronti di numerosi agenti patogeni tra cui Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Salmonella, Staphylococcus, Aspergillus, Fusarium e Shigella.

Le funzioni terapeutiche delle alghe sono veramente numerose: stimolano la tiroide attivando il metabolismo (effetto dimagrante solo negli obesi), sono tonificanti, aumentano le difese, combattono gli squilibri costituzionali, in particolare nei tipi linfatici, combattono i processi degenerativi dovuti all’invecchiamento ed esercitano un’azione depurativa, attivando la circolazione.

Le indicazioni sono dunque le più diverse: linfatismo, demineralizzazione, scarsa resistenza alle malattie, astenia psicofisica, stress, disturbi della crescita, senescenza, rachitismo, anemia, bronchiti croniche, asma bronchiale, allergie, reumatismo cronico, gotta, uricemia, sequele di fratture, disturbi circolatori e prevenzione e trattamento di malattie cardiovascolari, coronaropatie e aterosclerosi, ipercolesterolemia, ipertensione, obesità, cellulite, rinofaringiti, ipotiroidismo e gozzo.

Attualmente le alghe fanno parte di una cinquantina di specialità farmaceutiche che includono mucoprotettori, lassativi, preparati per l’obesità, integratori per astenici e anoressici, rimedi contro i disturbi della crescita e la demineralizzazione. L’unica controindicazione è l’ipertiroidismo per il contenuto di iodio che stimola la tiroide.

In particolare, le alghe risultano di grande aiuto nei confronti delle seguenti patologie:

>> Ipercolesterolemia
Le mucillagini delle alghe limitano fortemente l’assorbimento del colesterolo e il riassorbimento degli acidi biliari. Inoltre contengono aminoacidi solforati (taurina) e sostanze steroliche che riducono i livelli di colesterolo nel plasma.

>> Stipsi
A causa del loro carattere fortemente idrofilo, le mucillagini contenute nelle alghe subiscono un notevole incremento di volume provocando un aumento della massa fecale nel colon che favorisce l’accelerazione del transito intestinale, riducendo il ristagno delle scorie.

>> Gozzo
Grazie all’elevato contenuto di iodio, il consumo di alghe contrasta la comparsa del gozzo che com’è noto può dipendere dalla scarsità di tale minerale.

>> Obesità
L’elevato contenuto di mucillagini (sono sostanze non assimilabili che assorbono i liquidi, attenuando l’appetito e procurando una sensazione di sazietà), fa delle alghe un ottimo rimedio contro l’obesità. Infine, la ricchezza di iodio in una forma facilmente utilizzabile dalla tiroide stimola il metabolismo. Tra i diversi componenti delle alghe, vi sono anche sostanze che agiscono sulle lipasi, favorendo la demolizione dei grassi.

>> Disturbi dell’apparato osteoarticolare
Nelle alghe marine, i sali minerali nobili (calcio, magnesio e fosforo) sono presenti in quantità tali da risultare facilmente assimilabili per l’organismo.

Una grande varietà
Le alghe alimentari, sono oramai disponibili in tutti i negozi di alimenti naturali, ecco alcuni suggerimenti per il loro impiego in cucina.

>> Arame. Tenere e delicate, il loro sapore dolciastro risulta particolarmente indicato per coloro che si avvicinano per la prima volta a questi alimenti.

>> Kombu. Ottime per insaporire i piatti di riso e di verdure.

>> Wakame. È indicata nei casi di carenza di calcio, di cui risulta particolarmente ricca.

>> Nori. Dal sapore molto delicato, tanto da essere consigliata a coloro che vogliono iniziare a introdurre le verdure di mare nella loro dieta.

>> Hiziki. La consistenza carnosa e il sapore asciutto, ne fa una delle alghe più adatte per condire pasta e riso insieme ad altre verdure.

>> Agar-agar. Grazie alle spiccate proprietà addensanti, è utilizzata per la preparazione di gelatine, dolci e marmellate.

>> Clorelle. È un’alga verde microscopica, utilizzata come integratore alimentare.

>> Spiruline. Microalga azzurra, dotata di un elevato contenuto di vitamine (A, B12) e proteine, e per questo utilizzata come integratore alimentare.

Fonte: http://www.aamterranuova.it/article2363.htm

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