LA VELOCITÀ DELLA LUCE, INTESA COME VELOCITÀ LIMITE, NON È PIÙ TALE PER PRINCIPIO INSPIEGABILE!

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luceOggigiorno la velocità della luce (c=299.792,458 km/s) è considerata un limite superiore di velocità ed è costante per tutti gli osservatori inerziali, per “principio” (inspiegabile ed inspiegato). Tale concetto, infatti, viene espresso, sui libri, proprio come “principio”. Invece, la velocità della luce è un limite superiore di velocità non per mistero inspiegabile o per principio, come sostenuto nella Teoria della Relatività Ristretta (TRR) ed anche dallo stesso Einstein, ma bensì perché un corpo non può muoversi a casaccio ed a proprio piacimento, nell’Universo in cui è in caduta libera a velocità c, in quanto lo stesso è vincolato a tutto l’Universo circostante, come se quest’ultimo fosse una tela di ragno che, quando la preda cerca di muoversi, condiziona il movimento della stessa, e tanto più quanto i movimenti vogliono essere ampi (v~c); cioè, per restare all’esempio della tela di ragno, se la mosca intrappolata vuole solo muovere un’ala, può farlo quasi incondizionatamente, mentre se vuole proprio compiere delle volate da una parte all’altra della tela (v~c), la tela si fa sentire (massa che tende all’infinito ecc).

Poter possedere la velocità della luce e non possedere massa a riposo sono poi due concetti equivalenti. Il fotone, infatti, ha una massa a riposo nulla e viaggia appunto alla velocità della luce. Non solo; lo stesso risulta avere sempre la stessa velocità (c) agli occhi di tutti gli osservatori inerziali. Anche quest’ultima caratteristica, presentata oggigiorno come principio inspiegabile ed inspiegato, ha però delle spiegazioni molto chiare: innanzitutto, l’osservatore, nel compiere misure di velocità, non può che avvalersi dello strumento più veloce che conosca, ossia altra luce; e già qui, una prima spiegazione della costanza di c, trova spazio.

Inoltre, il fotone risulta essere “inaccelerabile” ed “indecelerabile” (costanza di c) per il semplice fatto che accelerare un oggetto significa sicuramente poter pienamente interagire con esso, ossia poterlo afferrare e poterlo scagliare più forte. Se ancora non si è capito, voglio qui mettere in discussione la capacità, di un sistema materiale, di poter “afferrare” realmente un fotone; mi spiego meglio con un esempio: se catturo un insetto con un retino e poi poso il retino, non posso ancora sostenere di aver bloccato il veloce volo dell’insetto, in quanto lo stesso potrebbe continuare a volare altrettanto velocemente pure nel retino, dimostrandoci di non essere “afferrabile” in senso assoluto. Tornando a noi, il fotone non può essere bloccato, in senso assoluto, dalla materia, e dunque neanche accelerato; il fotone resta confinato nella materia, sotto forma di calore, o in orbita intorno ad un elettrone, o in qualsiasi altra forma che desideriate, un po’ come l’onda incidente e l’onda riflessa, tipicamente propagantisi, risultano però intrappolate nell’onda stazionaria che viene creata dalle stesse quando, ad esempio, si dà un colpo sulla superficie libera dell’acqua in un catino!

di Leonardo Rubino

Approfondimenti fisico-matematici sull’argomento possono essere trovati nel seguente documento: http://altrogiornale.org/download/266973/