La musica classica influsice sui trapianti di cuore

Il Giornale Online

di Andy Coghlan

La musica classica fa bene all'anima e forse anche al cuore. I topi che hanno subito un trapianto, sono sopravvissuti il doppio ascoltando la musica classica, piuttosto che la musica pop, dopo l'intervento. Masateru Uchiyama del Juntendo University Hospital di Tokyo, ha trapiantato il cuore a dei topi, preso da un donatore non consanguineo, che quindi sarebbe dovuto essere rigettato. Per una settimana in seguito all'operazione, i topi hanno ascoltato continuamente l'opera “La Traviata” di Verdi, una selezione dei concerti di Mozart, musica di Enya o diversi singoli. I topi esposti all'opera sono sopravvissuti per una media di 26 giorni, mentre quelli che hanno ascoltato Mozart si sono avvicinati ai 20 giorni. I topi che hanno ascoltato Enya sono sopravvissuti 11 giorni e quelli dei singoli solo sette giorni. Il team ha provato gli effetti de La Traviata anche su topi sordi e sono sopravvissuti per sette giorni, rinforzando l'idea che ascoltare la musica, piuttosto che un altro fattore, come sentirne le vibrazioni, abbia fatto la differenza.

Effetto calmante

I campioni di sangue dei topi hanno rivelato che la musica classica sembrava rallentare il rigetto dell'organo, calmando il sistema immunitario. I topi avevano concentrazioni inferiori di interleuchina-2 e interferone gamma, che promuovono l'infiammazione e alti livelli di sostanze che riducono l'infiammazione, come le interleuchine 4 e 10 (Journal of Cardiothoracic Surgery, in stampa). “Non conosciamo gli esatti meccanismi, ma l'armonia di Verdi e Mozart può essere importante”, dice Uchiyama. Al team ora piacerebbe vedere tale fenomeno utilizzato per migliorare il successo dei trapianti. La ricerca nel 2003 ha scoperto che la terapia musicale, combinata con la visualizzazione rilassante, può influenzare il dolore e la nausea dopo il trapianto di midollo osseo. John Sloboda, professore di psicologia all'Università di Keele, resta scettico. “Io penso che sia pericoloso riconoscere in questo un effetto “opera” o “Mozart”, sulla base dell'esposizione ad un pezzo di ogni genere”, dice Keele, “l'effetto può essere totalmente specifico di quel pezzo o persino di quella registrazione, di uno specifico volume, quindi non sappiamo nulla su quali delle caratteristiche di questi pezzi possano aver causato la risposta immunosoppressiva”.

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Immagine: http://bargiegaara.deviantart.com/art/Fractal-Music-2-259972238
Fonte: http://www.newscientist.com/article/dn21622-classical-music-affects-heart-transplants.html
Vedi: https://www.altrogiornale.org/news.php?extend.6200 https://www.altrogiornale.org/news.php?extend.1161