Controllare la tensione superficiale per manipolare metalli liquidi

tensione superficiale

I ricercatori della North Carolina State University hanno sviluppato una tecnica per il controllo della tensione superficiale di metalli liquidi mediante l’applicazione di tensioni molto basse, aprendo le porte ad una nuova generazione di circuiti elettronici riconfigurabili, antenne e altre tecnologie che trovano applicazione nell’elettronica e nell’informatica.

La tecnica sfrutta la pellicola di ossido del metallo, che può essere depositata o rimossa, e che agisce come un tensioattivo abbassando la tensione superficiale tra il metallo ed il fluido circostante.

I ricercatori hanno utilizzato un metallo liquido in lega di gallio ed indio, che avendo una tensione superficiale di circa 500 milliNewton (mN) / metro, permette di contenere il metallo in una “sacca” senza debordare come farebbe ad esempio l’acqua espandendosi su tutta la superficie sulla quale è depositata. Applicando una piccola carica positiva – meno di 1 volt – questa provoca una reazione elettrochimica che crea uno strato di ossido sulla superficie del metallo liquido, abbassando drasticamente la tensione superficiale da 500 mN / metro a circa 2 mN / metro; ha affermato il dottor Michael Dickey, professore associato del dipartimento di ingegneria chimica e biomolecolare presso la North Carolina State University. Questa modifica consente al metallo liquido a diffondersi come una frittella, a causa della gravità. I ricercatori hanno inoltre dimostrato che la variazione di tensione superficiale è reversibile. Se si inverte la polarità della carica da positiva a negativa, l’ossido superficiale viene eliminato e la tensione superficiale viene ripristinata.

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