Azione a distanza – un diverso punto di vista

Azione a distanza – un diverso punto di vista

telepatia azione a distanzaSi propone una descrizione in chiave filosofica, dei meccanismi di base del nostro universo e specialmente dell’esistenza della materia; descrizione che tiene conto di fenomeni come per esempio azione a distanza. Si spiega che alla base dell’esistenza della materia nello spazio c’è la presenza di matrici energetiche che sono necessaria pre-condizione per ogni manifestazione materiale. Le interazioni fra corpi materiali non avvengono fra gli stessi corpi materiali ma fra le matrici energetiche che ne determinano l’esistenza.

Filosofia

Sembrerebbe possibile se non addirittura probabile l’esistenza del fenomeno “azione a distanza” se fossimo in grado di integrare la nostra visione puramente fisica dell’universo con un concetto di manifestazioni energetiche che abbiano origine da una fonte al di fuori dell’universo fisico.

Certamente questa sarebbe un’idea strana per la fisica di oggi, ma è ora di cominciare ad ammettere la possibilità che si trovi una componente “spirituale” alla base di tutte le cose materiali.

E’ sempre stato parte del patrimonio delle filosofie orientali il concetto che tutte le cose materiali siano ripiene di una “forza vitale” (Ki, Prana). Mi sembra che la negazione “scientifica” delle cose che non possiamo direttamente misurare è un fattore alquanto limitante per la nostra capacità di comprendere e di esprimere in modo concettuale le cose che esistenti nel mondo materiale. E’ vero che c’è una timida apertura della scienza occidentale per questi concetti; si vedano i libri di Fritjof Capra ed altri, ma nella stragrande maggioranza dei casi, tutto quello che non è direttamente accessibile alla misurazione diretta non è ben accettato.

Shiuji Inomata propone di integrare l’odierno paradigma scientifico con un nuovo parametro di “consapevolezza” ossia “spiritualità”. Il necessario cambiamento paradigmatico viene descritto in un lavoro dal titolo “La Scienza della consapevolezza e la nuova visione del mondo – siamo nel mezzo di una nuova rivoluzione copernicana” (1). Inomata propone una relazione triangolare tra materia, energia e un nuovo parametro da lui denominato “Q”. In sintonia con il lavoro di Inomata e di altri, vorrei qui proporre un concetto in grado di spiegare l’azione istantanea a distanza e chiedo scusa al lettore se gli induco di estendere la sua immaginazione ad un campo che potrebbe sembrare stare al di fuori dei legittimi limiti della fisica. Alcuni potrebbero addirittura accusarmi di proporre delle idee balorde confrontando quanto affermo con il punto di vista scientifico convenzionale.

Dimensioni

Il nostro mondo fisico si dice essere tridimensionale con riferimento ai tre orientamenti di libertà di movimento che esistono in un sistema di riferimento cubico, coordinato ad angoli retti, propostoci da Descartes. In termini semplici, noi descriviamo questi orientamenti con termini come su e giù, a sinistra e a destra, davanti e dietro. Anche consentendo che si usi il termine “tridimensionale” per descrivere lo spazio fisico, non sono d’accordo sulla correttezza del termine. Infatti ho proposto (2) che si potrebbe descrivere lo spazio fisico in termini di quattro dimensioni adottando un sistema di riferimento tetraedroidale, semplicemente alterando il coordinamento dai 90° dell’angolo retto ai 60° del tetraedro. Il vantaggio di un siffatto sistema di riferimento è un orientamento più immediato nello spazio dovendo considerare solo quattro direttrici invece di sei (vedi sopra) del sistema cartesiano.

Il termine “tridimensionale” perciò, anche se è in uso pressoché ovunque, non è basato su delle vere proprietà fisiche dello spazio. E’ solamente un modo convenzionale di vedere e descrivere lo spazio, basato sulla geometria di Euclide, il quale insegnava una progressione dal punto (immaginato di essere senza dimensione), alla linea (monodimensionale), al piano (bidimensionale) ed infine allo spazio (tridimensionale). Questo sistema di geometria però non ha significato fisico ed è solamente un modo astratto di sviluppare una nostra concezione dello spazio.

Ci fornisce però un’utile analogia, il concetto euclideo del piano bidimensionale e della sua relazione allo spazio tridimensionale. Abitando lo spazio fisico (“tridimensionale”), potremmo dire di avere un vantaggio vistoso nei confronti di un ipotetico abitante di un universo bidimensionale, collocato all’interno del nostro universo. Saremmo infatti capaci di osservare e di accedere ad ogni punto di quell’universo, senza dover “attraversare il suo spazio” come l’abitante bidimensionale. Questo, per il nostro amico bidimensionale, sarebbe un piccolo miracolo. Ci ascriverebbe la capacità di effettuare un’azione istantanea a distanza. In questo stesso senso dovremmo immaginare un’entità di dimensione superiore, che contiene al suo interno il nostro universo “tridimensionale” e che ha il vantaggio di poter accedere ed agire in qualsiasi punto del nostro spazio, senza dover attraversare lo spazio nel modo che noi siamo costretti a farlo per arrivare alla nostra destinazione. Penso che questa entità si potrebbe chiamare iper-spazio.

Movimento

Nell’ottobre 1994, Piero Godone ha proposto, in modo insolitamente azzeccato, il suo “Quarto Principio della Dinamica”. (3) Godone intende ampliare i nostri concetti di movimento e dinamica codificati ai giorni di Newton. Il principio, presentato per la prima volta a Fivizzano, enuncia:
Lo spostamento dei corpi attraverso lo spazio viene direttamente trattato, in forma sequenziale, da tutti quei particolari elementi base che consentono anche ai corpi stessi di esistere.
In un secondo tempo, Godone ha riformulato il principio in modo più esteso. Segue qui la versione di febbraio 1998 del Quarto Principio della Dinamica di Godone.
Ogni possibile movimento di ogni possibile corpo è direttamente dovuto al naturale moto dei suoi elementi base, quegli stessi che con un particolare comportamento sequenziale ne assicurano la stabile esistenza; tale sequenzialità è il prodotto della loro costante interazione con sempre nuovi elementi base in arrivo ordinatamente dallo spazio e successivamente al medesimo ritornanti.
Noi siamo soliti considerare la materia di essere fondamentalmente diversa dallo spazio e da quello che potrebbe riempirlo. Per alcuni di noi, lo spazio è vuoto, con eccezione solamente della materia che contiene. Perciò potrebbe sembrare ad un osservatore all’interno del nostro universo, che il movimento di corpi materiali sia uno spostamento di questi corpi da una posizione ad un’altra, attraverso uno spazio vuoto.

Ma se accettiamo il ragionamento di Godone, e su questo fronte gli daremmo retta, non esiste il movimento così come lo immaginiamo. Il movimento come sopra descritto esiste solo nella nostra immaginazione. Ogni corpo materiale è fatto soprattutto di una matrice energetica di grande stabilità, che è alla base della manifestazione da noi chiamata materia. Quando è in movimento, la manifestazione fisica del corpo viene sequenzialmente ricostruita da nuove “particelle di base”, ogni volta che cambia posizione. La televisione ci fornisce un’eccellente analogia di questa apparenza di movimento. Noi vediamo le immagini in movimento, ma in realtà quello che succede è che un fascio di elettroni illumina in modo sequenziale dei punti fosforescenti sulla superficie interna di uno schermo di vetro, dandoci l’idea di un’immagine. Illuminando man mano diversi raggruppamenti di punti fosforescenti, questa immagine sullo schermo sembra acquisire una sua vita, ci sembra muoversi.

Particelle di Materia

Secondo la succinta visione di Godone, espressa nel suo principio della dinamica, un meccanismo molto simile a quanto descritto sopra è funzionante nel nostro mondo fisico. Le particelle della materia vengono create e vengono continuamente ricreate da una matrice energetica mantenuta e qualche volta animata da quella che vorrei chiamare “l’energia vitale”. Lo spazio non è affatto vuoto ma è un plenum. La materia è uno specifico stato del plenum dello spazio. Paul E. Rowe ha proposto in una serie di interessantissimi discorsi pubblicati nella rivista “Infinite Energy” (4) che lo spazio sia ripieno di un condensato Bose-Einstein dell’idrogeno, cioè da una “zuppa” di protoni ed elettroni in effetti toccanti l’un l’altro. Rowe basa la sua conclusione tra l’altro sul fatto che in certe condizioni energetiche, è possibile creare idrogeno dal vuoto dello spazio. Questa “Zuppa di Rowe” che praticamente riempie tutto lo spazio, ci fornisce quelle particelle di base che secondo Godone sono necessarie per l’esistenza e il movimento della materia.

Energia

Nonostante il nostro uso abituale di energia elettrica, non abbiamo una comprensione approfondita della natura di quel tipo di energia. E’ vero, abbiamo una conoscenza sufficiente da poter sviluppare l’uso tecnologico dell’elettricità, ma chiedete a qualsiasi esperto di spiegare i principi dell’elettricità e del magnetismo – se insistete a ricevere una spiegazione dei meccanismi fondamentali, ci sarà un silenzio imbarazzato.

Thomas E. Bearden spiega in un recente articolo (5) che esiste una grande disparità tra l’energia liberata da un dipolo e quella che poi viene intercettata ed utilizzata nelle nostre apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il flusso di energia da una batteria o un generatore è molto superiore – qualcosa nell’ordine di 10^13 volte la quantità dell’energia usata nelle applicazioni convenzionali. Secondo Bearden, il nostro modo di spiegare e il nostro utilizzo dell’elettrodinamica sono profondamente viziati. Si potrebbe dare retta a Bearden o no, ma è ovvio che la teoria corrente non riesce a spiegare dei fenomeni energetici alla base di applicazioni emergenti nel campo di quello che nel gergo viene chiamato “free energy”.

I campi di torsione sono un altro caso illustrativo. Si tratta di una forma di energia estremamente penetrante con velocità di propagazione superiore a quella della luce. Le nostre conoscenze di questi campi si basano soprattutto su delle ricerche fatte in Russia (6) da A. Akimov e G. Shipov. Donald Reed ha di recente pubblicato una breve illustrazione delle ricerche in questo campo. (7) Non siamo ancora riusciti a trovare meccanismi che permettano simili velocità e si sta teorizzando di wormholes (“passaggi lombrico”) da una parte dello spazio all’altra e di tempo riverso. Forse scopriremo una spiegazione molto piò semplice per questi fenomeni se riusciamo a fare quel passo necessario per aprire la nostra mente e concepire la possibilità che l’universo non consiste solamente di materia ed energia operanti attraverso lo spazio, ma che almeno parte dell’energia risiede nell’iper-spazio da dove esplica i suoi effetti.

Energia vitale

Ritengo che la materia sia creata e continuamente ricreata da quello che chiamerei “energia vitale”. Questa energia forma delle matrici energetiche che hanno la funzione di “materializzare” parte del medio che riempie lo spazio, coagulando questo medio e creando così quello che percepiamo di essere particelle di materia.
Le particelle sono di varia complessità dall’idrogeno agli elementi pesanti, sono di quantità diversa, dalle singole particelle alle masse planetari e stellari e sono ancora distinte in quello che chiamiamo materia “morta” e materia “animata” o materia “piena di vita”, come le piante, gli animali e gli umani. Tutte queste differenze però sono quantitative, non qualitative. E’ la stessa energia vitale in diversa quantità e con vari gradi di mobilità e di consapevolezza individuale, che è alla base delle diverse manifestazioni della materia.

Interazioni

Le interazioni elettriche, magnetiche e gravitazionali tra corpi materiali avvengono per il tramite dell’energia. Le forme energetiche alla base della materia vengono formate di energia vitale. In conseguenza, le interazioni sembrerebbero avvenire tra le forme energetiche piuttosto che tra gli stessi corpi materiali.
L’energia non fa parte dello spazio tridimensionale ma risiede, per modo di dire, nell’iper-spazio essendo così, come abbiamo visto sopra, un passo al di fuori della dimensionalità dello spazio. Questa energia perciò non è costretta ad “attraversare lo spazio” ed è così in grado di manifestare i suoi effetti in luoghi diversi tra loro al medesimo istante. In conseguenza, le interazioni tra le forme energetiche non sono sottoposte al limite della velocità della luce.

In questo modo vediamo che non solo è possibile un’azione istantanea a distanza ma anche la sparizione di una particella in una parte dello spazio e la sua contemporanea apparizione in un punto distante, come recentemente dimostrato. Da qui è un passo semplice allargare il concetto per la spiegazione di fenomeni quali la telepatia, la telecinesi, il teletrasporto, e l’anti-gravità, fenomeni fino ad ora relegati ai margini della scienza. Questi fenomeni verranno, in un futuro non troppo distante, considerati cose comuni e saranno naturalmente oggetto di ricerche scientifiche.

Josef Hasslberger
Roma
Settembre 1998

Bibliografia:

1. Shiuji Inomata “Science of Consciousness and New Scientific World-View” Journal of New Energy, Vol. 2, no. 2

2. Josef Hasslberger “Tetra Space Co-ordinates” Proceedings of the International Conference ‘New ideas in Natural Sciences’ St. Petersburg, June 1996.

3. Gian Piero Godone, private communication to the author.

4. Paul E. Rowe, “Hydrogen from Vacuum”, “A brief History of the Ether”, and “Time, Mass and Velocity” talks delivered at a meeting of the NPA (Natural Philosophy Alliance), printed in Infinite Energy, Vol.3, No.17, pp 80-85.

5. T. E. Bearden “Re: Philip Yam, Exploiting Zero-Point Energy” in Explore! Vol. 8, Number 5, 1998

6. A. Akimov, G. Shipov, “Torsion Fields and Their Experimental Manifestations.” Proceedings of the International Conference ‘New ideas in Natural Sciences’ St. Petersburg, June 1996

7. Donald Reed “New Concepts for SpaceTime and Corroborating Evidence from Torsion Field Research” New Energy News Vol.6, Number 1, May 1998.

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